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manderanno in prescrizione anche questo processo?
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Sergio Cragnotti è stato condannato a nove anni di reclusione per il crack da 1.125 milioni di euro del gruppo agroalimentare Cirio. Quattro anni per l'ex presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi. Le richieste dei pubblici ministeri erano state più severe. Per Cragnotti era stata chiesta una condanna a quindici anni, mentre per Geronzi erano stati sollecitati otto anni.
Tra gli altri imputati che il tribunale ha ritenuto colpevoli del crac del colosso agroalimentare figurano anche il genero di Sergio Cragnotti, Filippo Fucile (4 anni e 6 mesi), i figli Andrea (4 anni), Massimo (3 anni) ed Elisabetta (3 anni), e poi Ettore Quadrani (3 anni e mezzo), Francesco Scornajenchi (3 anni), Gianluca Marini (3 anni), Annunziato Scordo (3 anni), e gli ex funzionari della Banca di Roma Pietro Locati (3 anni e 6 mesi), Antonio Nottola (3 anni e 6 mesi) e Michele Casella (3 anni).
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Cragnotti a Radio 24: abbiamo fondate speranze per l'appello
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La sentenza è stata emessa dopo una lunghissima camera di consiglio dai giudici della prima sezione del tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore. Nessuno degli imputati eccellenti è presente in aula dove è ancora in corso la lettura del dispositivo. Trentacinque gli imputati accusati, a seconda delle posizioni, di bancarotta fraudolenta, preferenziale e distrattiva, oltreche di truffa. Il processo era cominciato il 14 marzo 2008.
Unicredit (quale responsabile civile) e gli imputati riconosciuti colpevoli dovranno versare un risarcimento di 200 milioni di euro in via provvisionale. I fondi dovranno essere messi a disposizione dell'amministrazione del gruppo agroalimentare, rappresentata dall'avvocato Nicola Madia. I giudici della I sezione del tribunale penale di Roma hanno deciso anche il risarcimento per le spese di giudizio sostenute dalle altre parti.
Assolti, invece, l'ex amministratore delegato della Banca popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani, e Flora Pizzichemi, moglie di Sergio Cragnotti. Per entrambi i pm avevano chiesto una condanna a sei anni. Le assoluzioni sono state emesse perché il fatto «non è stato commesso». Anche per altri amministratori e manager le accuse sono cadute.
Geronzi: resto tranquillo, tutto si chiarirà in appello
«Resto tranquillo perchè continuo a ritenere di avere agito correttamente, nell'ambito delle responsabilità statutarie, esercitando il compito proprio, naturale del banchiere, senza commettere alcun illecito. Diversamente, in casi della specie, la funzione di ogni banchiere resterebbe paralizzata», commenta all'Ansa Cesare Geronzi la sentenza di condanna decisa questa sera nei suoi confronti dal Tribunale di Roma. «Per questa ragione e per la fiducia che nutro nella magistratura - aggiunge - confido che in sede di appello sia riconosciuta l'assoluta non colpevolezza del mio comportamento».
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Sergio Cragnotti è stato condannato a nove anni di reclusione per il crack da 1.125 milioni di euro del gruppo agroalimentare Cirio. Quattro anni per l'ex presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi. Le richieste dei pubblici ministeri erano state più severe. Per Cragnotti era stata chiesta una condanna a quindici anni, mentre per Geronzi erano stati sollecitati otto anni.
Tra gli altri imputati che il tribunale ha ritenuto colpevoli del crac del colosso agroalimentare figurano anche il genero di Sergio Cragnotti, Filippo Fucile (4 anni e 6 mesi), i figli Andrea (4 anni), Massimo (3 anni) ed Elisabetta (3 anni), e poi Ettore Quadrani (3 anni e mezzo), Francesco Scornajenchi (3 anni), Gianluca Marini (3 anni), Annunziato Scordo (3 anni), e gli ex funzionari della Banca di Roma Pietro Locati (3 anni e 6 mesi), Antonio Nottola (3 anni e 6 mesi) e Michele Casella (3 anni).
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Unicredit (quale responsabile civile) e gli imputati riconosciuti colpevoli dovranno versare un risarcimento di 200 milioni di euro in via provvisionale. I fondi dovranno essere messi a disposizione dell'amministrazione del gruppo agroalimentare, rappresentata dall'avvocato Nicola Madia. I giudici della I sezione del tribunale penale di Roma hanno deciso anche il risarcimento per le spese di giudizio sostenute dalle altre parti.
Assolti, invece, l'ex amministratore delegato della Banca popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani, e Flora Pizzichemi, moglie di Sergio Cragnotti. Per entrambi i pm avevano chiesto una condanna a sei anni. Le assoluzioni sono state emesse perché il fatto «non è stato commesso». Anche per altri amministratori e manager le accuse sono cadute.
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«Resto tranquillo perchè continuo a ritenere di avere agito correttamente, nell'ambito delle responsabilità statutarie, esercitando il compito proprio, naturale del banchiere, senza commettere alcun illecito. Diversamente, in casi della specie, la funzione di ogni banchiere resterebbe paralizzata», commenta all'Ansa Cesare Geronzi la sentenza di condanna decisa questa sera nei suoi confronti dal Tribunale di Roma. «Per questa ragione e per la fiducia che nutro nella magistratura - aggiunge - confido che in sede di appello sia riconosciuta l'assoluta non colpevolezza del mio comportamento».