SI PUO' ESSERE PADRONI Di CIO' CHE SI FA, MA MAI DI CIO' CHE SI PROVA

DANY1969

Forumer storico
:-o:confused:
:mumble: Quindi io posso provare disgusto per quello smargiasso di Premier... ma non posso dargli una calcio in c:censored:
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:mmmm:
Per tutto il resto... il mio cervello non è pervenuto,,, qualcuno vada a "Chi l'ha visto"... contavo molto su quell'unico neurone :tristezza:
Buona settimana a tutti :)

Preparo il tè e arrivo :-o:daisy:
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Piccolo inciso.
- non è detto che l'imprenditore guadagni il doppio con 4 dipendenti invece che 2. Anzi
- il governo non guadagna 2 tasse, esistono le soglie di esenzione
- VERO
- dipende se i 4 assunti erano disoccupati. A fare la fame saranno i primi 2, quelli licenziati

Ma che abbiamo un governo di smargiassi, quello è profondamente vero.
E per dargli un kalcio in kulo basterebbe non votarlo alle prossime elezioni.......ma .......siamo italiani.
 
«È normale prassi che due governi discutano progetti strategici di interesse nazionale che coinvolgono significativi investimenti da parte di aziende dei rispettivi paesi». L’ambasciata britannica conferma. Tutto vero e non c’è proprio niente da nascondere. Poiché Shell, compagnia petrolifera inglese è, insieme a Total, nel business di Tempa Rossa, il sito per l’estrazione del petrolio di Corleto Perticara. E anche la compagnia fa sapere che si, si è attivata col governo inglese, tramite l’ambasciata, per sbloccare il progetto, si legge su “La Repubblica”.
 
Ormai hanno perso la testa ...e la ragione.

Con il pennello e la vernice bianca ha imbrattato un’auto in divieto di sosta, per protesta.
Come un qualunque vandalo di strada, con il solo alibi di voler censurare un parcheggio sbagliato e l’aggravante di essersi “vendicata” su un cittadino nella veste di amministratore pubblico.

L’ennesima gaffe targata Pd ha il nome di Carmela Rozza, assessore ai Lavori Pubblici della giunta Piaspia di Milano, che nel corso del “cleaning day” di sabato s’è fatta fotografare sui social mentre sverniciava una macchina in divieto.
“Riconosco che il mio gesto non si concilia con il ruolo istituzionale che ricopro e che richiede coerenza, tanto verso il bene pubblico, che verso il bene privato, e di questo mi scuso, ma non posso accettare che il mio lavoro per la città e verso la qualità del vivere di tutti venga messo in discussione da un gesto contro il degrado del nostro vivere quotidiano”,

s’è poi affannata a giustificarsi la Rozza, quando ormai la polemica si era scatenata e la stava travolgendo.
“La vicenda è nota e a me è parso che vincesse il sopruso a danno dei cittadini più deboli e dei bambini – ha aggiunto l’assessore – Ecco perchè, pur considerando il mio ruolo, chiedo a tutti di valutare il reale peso della questione che si risolve in un bisogno chiaro e concreto di difendere i molti da
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lle prepotenze di alcuni. Mi dispiace per quei colleghi e quelle persone che si sono risentite per questo mio gesto”.
 
La crisi c’è ma non riguarda i dipendenti del Parlamento che vedranno raddoppiati i loro stipendi.
Secondo rumor la maggioranza di Montecitorio ha preparato una bozza che prevede maxi-aumenti.
Come preannunciato da Il Tempo gli stipendi lieviteranno notevolmente: dai “pochi” 160 euro fino ai 2200 euro per i funzionari che stanno ai vertici dell’amministrazione, come il segretario generale.
Aumenti che vanno ad aggiungersi ai già lauti stipendi.
Basti pensare ai 150mila euro l’anno versati per un documentarista con più di vent’anni di servizio.
La bozza comunque protrebbe far tornare gli stipendi ai valori del 31 dicembre 2012, pari a più del doppio dei valori attuali.
 
Si butta il latte prodotto in Italia, all’avanguardia nell’industria casearia, mentre cresce l’importazione di latte straniero a basso costo (contraffatto e spacciato per italiano) che sta invadendo il nostro mercato. A un anno dall’abolizione europea delle quote latte, che coincide con la scadenza della maggioranza dei contratti all’inizio di aprile, migliaia di allevatori che rischiano il lastrico sono scesi in piazza a Udine con mucche e trattori per denunciare una crisi senza precedenti che sta provocando la strage delle stalle italiane: dalla fine delle quote si calcola che ne siano state chiuse 1500.

Sos latte, la protesta degli allevatori
«Tonnellate di latte da buttare perché sono stati disdetti i contratti e non viene più ritirato dalle stalle, dove bisogna però continuare a mungere per non far soffrire gli animali». È la denuncia del presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, presente alla mobilitazione degli allevatori a Udine dove l’organizzazione ha presentato un dossier sul finto “made in Italy”.
 
Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta. È la fotografia che emerge dal rapporto della Coldiretti che fa il punto del settore a un anno dalle quote latte. Per la prima volta, a causa delle concorrenza scorretta dei paesi dell’Est e della contraffazione dei nostri prodotti, il latte straniero potrebbe superare quello tricolore. «Su una produzione nazionale di circa 110 milioni di quintali di latte – si legge nello studio – le importazioni dall’estero ammontano a 85 milioni di quintali, sotto forma di concentrati, cagliate, semilavorati e polveri per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare “magicamente” mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori.
 

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