FORTEBRACCIO
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Molte persone credono che le banche siano istituzioni che investono i risparmi dei clienti per produrre profitti.
Non immaginano neppure lontanamente la vera natura dell'istituzione bancaria.
Non associano affatto le crisi economiche, la disoccupazione o le guerre, al sistema finanziario, e quindi non comprendono la vera natura del potere che oggi vessa il mondo intero.
Per giungere alla verità basterebbe sapere che il denaro prestato dalle banche non esiste, è “moneta virtuale”, che pur non esistendo viene caricata di interessi.
La banca crea denaro semplicemente scrivendo la cifra sullo schermo del computer, ma i pagamenti del debito devono essere puntuali, altrimenti si impadronisce dell'automobile o della casa, che sono beni reali.
Le banche hanno il potere di stampare denaro.
Tale potere viene esercitato in segretezza.
I mass media utilizzano parole e concetti per nascondere tale realtà.
Ad esempio, parlano della Banca Europea come fosse legata all'Europa, e non dicono che essa è un'istituzione controllata da pochi privati.
Lo stesso avviene per la Federal Reserve , il cui presidente viene nominato dal presidente americano, per dare ad intendere che si tratta di un'istituzione governativa.
E invece essa è nelle mani di un gruppo di banchieri privati.
Oggi le banche hanno lo scopo principale di saccheggiare i paesi, fornendo banconote con su scritto “Pagabile a vista al portatore”, che in realtà non hanno alcun valore, ma producono debito.
Le banche indebitano gli Stati senza dare nulla se non pezzi di carta stampati.
E i popoli si impoveriscono per pagare il debito pubblico che in realtà è una truffa.
Ciò significa che noi paghiamo oltre l'1% del nostro Pil annuo ad un gruppo di persone che agiscono e dominano con metodi mafiosi.
Le leggi che regolano il sistema bancario occidentale sono irrazionali e disumane.
Si persegue un profitto illimitato, a danno degli esseri umani.
L'élite finanziaria ha acquisito questo enorme potere attraverso i secoli, utilizzando tutti i mezzi possibili, compresi la guerra, lo sterminio e la criminalità.
Con le guerre, le banche acquisiscono ulteriore potere, perché possono concedere prestiti ai paesi in guerra, e dopo la guerra finanzieranno la ricostruzione, ricavando altri profitti.
Il potere finanziario è stato sempre un potere imperiale, che mira ad assoggettare i popoli e ad accrescere il proprio dominio nel mondo.
Nel Settecento il potere finanziario era nelle mani dell'Olanda, che lo rafforzava con metodi violenti e predatori: commerciava schiavi e attuava altri commerci (zucchero, spezie ecc.) che fiorivano grazie alla manodopera schiavile.
In seguito alle guerre napoleoniche, l'Inghilterra iniziò a rafforzarsi e a sottrarre all'Olanda il monopolio del commercio degli schiavi.
I banchieri inglesi puntarono alla rivoluzione industriale.
L'industria avrebbe accresciuto notevolmente i loro profitti, e li avrebbe trasformati in creditori, persino verso gli Stati Uniti.
Questi ultimi utilizzeranno le due guerre mondiali per indebolire l'Europa e piegarla alle loro regole finanziarie.
Lo sfruttamento dell'Africa, dell'Asia e del Sud America aveva permesso ai paesi europei e agli Stati Uniti di sviluppare la propria economia. Come spiega Maurizio Zenezini:
E’ sostanzialmente durante il secolo inglese che nasce il “terzo mondo”.
Sono soprattutto i paesi asiatici e africani che perdono terreno rispetto all’Europa.
E’ difficile negare che la crescita economica dei paesi occidentali a partire dal secolo diciannovesimo abbia contribuito in maniera netta a rallentare la crescita industriale dei paesi del Terzo Mondo....
L'esperienza coloniale ha effettivamente rappresentato un potente fattore di blocco dello sviluppo dei paesi in ritardo economico... un paese industriale come l’India fu trasformato nel XIX secolo nella "fattoria della Gran Bretagna".
I paesi europei e gli Stati Uniti, pur aprendosi ai commerci internazionali nel corso del XIX secolo, poterono evitare il declino economico anche grazie a politiche protezionistiche e di difesa delle industrie nazionali... Stati Uniti, Regno Unito e Germania sono i protagonisti della storia economica del periodo che va dal 1870 alla prima guerra mondiale.... La Gran Bretagna , com’è noto, manteneva persistenti avanzi commerciali verso l’India, che dopo il 1870 divenne il primo mercato per le esportazioni industriali inglesi – le quali non trovavano sbocchi nei paesi europei e negli Stati Uniti, che adottarono politiche protezionistiche fino ai primi anni del XX secolo.
Agli avanzi commerciali inglesi corrispondevano afflussi di capitali che la Gran Bretagna investiva con elevati rendimenti soprattutto negli Stati Uniti e impiegava per finanziare le importazioni dagli Stati Uniti e dalla Germania che stavano sviluppando industrie competitive al riparo delle tariffe protezionistiche in settori importanti come la chimica, la siderurgia e la meccanica... l’India poté diventare esportatrice di oppio verso la Cina e di materie prime verso la Gran Bretagna smantellando l’industria artigianale locale.
Nello stesso momento in cui queste triangolazioni commerciali e finanziarie distruggevano le basi industriali dei paesi asiatici l’incorporamento dei piccoli contadini nei circuiti internazionali finanziari e delle materie prime e l’estensione della superficie destinata a produrre merci cash crops per l’esportazione a spese dell’agricoltura di sussistenza avviarono cicli di carestie e generarono situazioni di indigenza endemica.
L'economia reale si basa sulla quantità di denaro in circolazione.
Se c'è poco denaro la gente deve ridurre la spesa, le industrie riducono la produzione e licenziano, e questo riduce ancora di più il denaro da spendere.
In questo modo si apre una crisi.
I grandi banchieri decidono se creare una crisi oppure no.
Nel 1929, fecero aumentare i prezzi delle azioni, fino a quando raggiunsero livelli molto elevati.
L'aumento vertiginoso doveva servire ad attrarre molte persone.
A metà del 1929, ben nove milioni di americani avevano investito in borsa.
A questo punto, i banchieri avevano tutto l'interesse a provocare la crisi.
Il crollo sarebbe servito ad impossessarsi di una quantità enorme di beni (negozi, industrie, piccole banche, case, automobili ecc.) di coloro che non avrebbero più potuto pagare i debiti.
L'aumento o il ribasso azionario sono dovuti ad elementi di natura informativa o psicologica, e i banchieri possono controllare e condizionare le notizie che riguardano la Borsa.
Nell'ottobre del 1929, la caduta del valore delle azioni, provocata dai banchieri di Wall Street, produsse effetti devastanti.
Le banche esigevano i pagamenti e i clienti non potevano pagare.
Le industrie cessarono la produzione, e molte persone rimasero disoccupate.
Piccole banche e industrie diventarono proprietà dei grandi banchieri che avevano innescato la crisi. Milioni di persone rimasero disoccupate o andarono in bancarotta, e alcune di esse si suicidarono.
La truffa del crollo del 1929 era stata compresa da Emile Moreau, governatore della banca di Francia, che l'8 febbraio del 1928 aveva scritto nel suo diario: "Le banche avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione".
I banchieri avevano agito in modo da bloccare l'economia, e questo si sarebbe riversato anche sul mercato borsistico.
Sarebbe inevitabilmente scoppiata una grave crisi, che si ebbe il 29 ottobre del 1929.
La quantità di denaro da mettere in circolazione viene decisa dalle banche.
Le banche possono alzare o abbassare il tasso di sconto, e così favorire o impedire i prestiti.
I banchieri sono guidati da logiche di potere e di profitto.
Il crollo di Wall Street doveva servire anche a mettere in crisi alcuni paesi europei, come la Germania , in modo tale da portare la popolazione alla disperazione, e aumentare le probabilità di un governo dittatoriale.
Lo scorso 27 febbraio, il crollo della borsa di Shanghai, che ha fatto perdere al mercato cinese 107 miliardi di dollari, e ha causato in Europa la perdita di 270 miliardi e di 210 miliardi alla Borsa statunitense, è stato prodotto da informazioni e da speculazioni.
Alan Greespan aveva parlato di una grave e imminente recessione negli Usa, e questo non poteva non produrre reazioni.
I grandi banchieri manovrano le informazioni finanziarie e possono orientarle come vogliono, favorendo alcuni mercati e distruggendone altri.
L'élite finanziaria statunitense si è imposta attraverso le due guerre mondiali.
Nel 1944, le autorità statunitensi organizzarono la conferenza finanziaria internazionale di Bretton Woods (New Hampshire, Usa), per imporre al mondo il sistema valutario a loro favorevole.
Il dollaro venne posto al centro del sistema finanziario, e poteva essere convertito in oro. Il prezzo del dollaro, fissato nel 1934, era di 35 dollari l'oncia (circa 1,1 $ al grammo), e rimase invariato fino al 1971.
Porre il dollaro al centro del sistema finanziario voleva dire poter condizionare e controllare l'economia di tutti i paesi del mondo.
Molti di essi, alla fine della guerra, non avevano dollari nelle casse, e dovettero vendere parte del proprio oro al Tesoro americano, per avere i dollari per comprare generi alimentari, materie prime o macchine industriali.
Nel 1948, la Francia negoziò la convertibilità della propria valuta in oro, e nel giro di alcuni anni anche gli altri paesi europei e il Giappone fecero altrettanto.
Tutti i paesi furono costretti a versare al FMI 1/4 della quota di partecipazione in oro, o il 10% delle proprie riserve d'oro in dollari.
Il FMI si appropriò in breve tempo di una quantità enorme di oro.
Le autorità americane riuscirono ad impadronirsi del 70% di tutte le riserve mondiali di oro.
Ma con lo sviluppo economico del Giappone e dell'Europa, le riserve diminuirono.
Nel 1960 erano scese al 44% e nel 1971 si erano ridotte al 21%.
Per questo motivo, le banche americane decisero di sganciare il dollaro dall'oro. Nell'agosto del 1971, l 'amministrazione Nixon, unilateralmente, decise di abolire la convertibilità del dollaro in oro.
Il prezzo del petrolio salì. Ciò provocò una crisi del sistema monetario internazionale e l'inflazione colpì soprattutto i paesi più poveri.
Nel 1979, nacque il sistema monetario europeo, che imponeva ai paesi membri di versare il 20% delle riserve in oro e il 20% delle riserve in dollari in cambio di Ecu, che poi diventeranno Euro.
Di tutto questo beneficiava un sistema finanziario centrale, che era gestito da privati.
Firmando il trattato di Maastricht., anche l'Italia si è sottomessa a questo sistema, che oggi costa gran parte del nostro Pil, e impedisce al nostro paese un reale progresso economico.
Nel 1992, il governo Amato, per privatizzare la Banca d'Italia si rivolse alle tre grandi banche americane: la Merril Lynch , la Goldman Sachs e la Salomon Brothers.
Il nostro paese venne messo nelle mani dei centri del potere finanziario, con tutto quello che ne sarebbe derivato.
Il nuovo sistema finanziario americano rendeva difficile per i paesi il controllo dei cambi, che diventarono fluttuanti e rendevano possibili speculazioni di ogni genere.
I banchieri americani avrebbero acquisito un potere mai avuto prima, producendo a volontà banconote senza alcun valore, che nel circuito finanziario avrebbero conservato il valore avuto in precedenza.
Ciò ha creato una finanza selvaggia, sganciata da qualsiasi parametro reale, all'interno della quale tutto poteva diventare possibile e lecito.
La Federal Reserve non notifica più l'ammontare delle banconote stampate e messe in circolazione.
Le famiglie americane si sono indebitate sempre di più, anche a causa della diminuzione dei salari, e molte di esse rischiano di non riuscire a pagare e di perdere casa e automobile, che saranno rilevate dalle banche.
I banchieri americani sono disposti a fare nuove guerre per impedire il crollo definitivo di un'economia basata sul debito.
Essi hanno trasformato l'economia in un sistema assurdo e irreale, in cui le speculazioni permettono l'accumulazione di denaro, che non corrisponde a nessuna ricchezza reale e non è stato prodotto dal lavoro.
L'élite dominante ha cancellato il valore del lavoro e ha distrutto ogni riferimento economico e finanziario reale, per poter esercitare senza limiti un potere basato sull'arbitrio e sul crimine.
Il sistema finanziario oggi ha accentrato il potere come mai prima, distruggendo il potere dei governi nazionali, e acquisendo potenzialità distruttive enormi.
(Prima parte) di Antonella Randazzo per disinformazione.it
Non immaginano neppure lontanamente la vera natura dell'istituzione bancaria.
Non associano affatto le crisi economiche, la disoccupazione o le guerre, al sistema finanziario, e quindi non comprendono la vera natura del potere che oggi vessa il mondo intero.
Per giungere alla verità basterebbe sapere che il denaro prestato dalle banche non esiste, è “moneta virtuale”, che pur non esistendo viene caricata di interessi.
La banca crea denaro semplicemente scrivendo la cifra sullo schermo del computer, ma i pagamenti del debito devono essere puntuali, altrimenti si impadronisce dell'automobile o della casa, che sono beni reali.
Le banche hanno il potere di stampare denaro.
Tale potere viene esercitato in segretezza.
I mass media utilizzano parole e concetti per nascondere tale realtà.
Ad esempio, parlano della Banca Europea come fosse legata all'Europa, e non dicono che essa è un'istituzione controllata da pochi privati.
Lo stesso avviene per la Federal Reserve , il cui presidente viene nominato dal presidente americano, per dare ad intendere che si tratta di un'istituzione governativa.
E invece essa è nelle mani di un gruppo di banchieri privati.
Oggi le banche hanno lo scopo principale di saccheggiare i paesi, fornendo banconote con su scritto “Pagabile a vista al portatore”, che in realtà non hanno alcun valore, ma producono debito.
Le banche indebitano gli Stati senza dare nulla se non pezzi di carta stampati.
E i popoli si impoveriscono per pagare il debito pubblico che in realtà è una truffa.
Ciò significa che noi paghiamo oltre l'1% del nostro Pil annuo ad un gruppo di persone che agiscono e dominano con metodi mafiosi.
Le leggi che regolano il sistema bancario occidentale sono irrazionali e disumane.
Si persegue un profitto illimitato, a danno degli esseri umani.
L'élite finanziaria ha acquisito questo enorme potere attraverso i secoli, utilizzando tutti i mezzi possibili, compresi la guerra, lo sterminio e la criminalità.
Con le guerre, le banche acquisiscono ulteriore potere, perché possono concedere prestiti ai paesi in guerra, e dopo la guerra finanzieranno la ricostruzione, ricavando altri profitti.
Il potere finanziario è stato sempre un potere imperiale, che mira ad assoggettare i popoli e ad accrescere il proprio dominio nel mondo.
Nel Settecento il potere finanziario era nelle mani dell'Olanda, che lo rafforzava con metodi violenti e predatori: commerciava schiavi e attuava altri commerci (zucchero, spezie ecc.) che fiorivano grazie alla manodopera schiavile.
In seguito alle guerre napoleoniche, l'Inghilterra iniziò a rafforzarsi e a sottrarre all'Olanda il monopolio del commercio degli schiavi.
I banchieri inglesi puntarono alla rivoluzione industriale.
L'industria avrebbe accresciuto notevolmente i loro profitti, e li avrebbe trasformati in creditori, persino verso gli Stati Uniti.
Questi ultimi utilizzeranno le due guerre mondiali per indebolire l'Europa e piegarla alle loro regole finanziarie.
Lo sfruttamento dell'Africa, dell'Asia e del Sud America aveva permesso ai paesi europei e agli Stati Uniti di sviluppare la propria economia. Come spiega Maurizio Zenezini:
E’ sostanzialmente durante il secolo inglese che nasce il “terzo mondo”.
Sono soprattutto i paesi asiatici e africani che perdono terreno rispetto all’Europa.
E’ difficile negare che la crescita economica dei paesi occidentali a partire dal secolo diciannovesimo abbia contribuito in maniera netta a rallentare la crescita industriale dei paesi del Terzo Mondo....
L'esperienza coloniale ha effettivamente rappresentato un potente fattore di blocco dello sviluppo dei paesi in ritardo economico... un paese industriale come l’India fu trasformato nel XIX secolo nella "fattoria della Gran Bretagna".
I paesi europei e gli Stati Uniti, pur aprendosi ai commerci internazionali nel corso del XIX secolo, poterono evitare il declino economico anche grazie a politiche protezionistiche e di difesa delle industrie nazionali... Stati Uniti, Regno Unito e Germania sono i protagonisti della storia economica del periodo che va dal 1870 alla prima guerra mondiale.... La Gran Bretagna , com’è noto, manteneva persistenti avanzi commerciali verso l’India, che dopo il 1870 divenne il primo mercato per le esportazioni industriali inglesi – le quali non trovavano sbocchi nei paesi europei e negli Stati Uniti, che adottarono politiche protezionistiche fino ai primi anni del XX secolo.
Agli avanzi commerciali inglesi corrispondevano afflussi di capitali che la Gran Bretagna investiva con elevati rendimenti soprattutto negli Stati Uniti e impiegava per finanziare le importazioni dagli Stati Uniti e dalla Germania che stavano sviluppando industrie competitive al riparo delle tariffe protezionistiche in settori importanti come la chimica, la siderurgia e la meccanica... l’India poté diventare esportatrice di oppio verso la Cina e di materie prime verso la Gran Bretagna smantellando l’industria artigianale locale.
Nello stesso momento in cui queste triangolazioni commerciali e finanziarie distruggevano le basi industriali dei paesi asiatici l’incorporamento dei piccoli contadini nei circuiti internazionali finanziari e delle materie prime e l’estensione della superficie destinata a produrre merci cash crops per l’esportazione a spese dell’agricoltura di sussistenza avviarono cicli di carestie e generarono situazioni di indigenza endemica.
L'economia reale si basa sulla quantità di denaro in circolazione.
Se c'è poco denaro la gente deve ridurre la spesa, le industrie riducono la produzione e licenziano, e questo riduce ancora di più il denaro da spendere.
In questo modo si apre una crisi.
I grandi banchieri decidono se creare una crisi oppure no.
Nel 1929, fecero aumentare i prezzi delle azioni, fino a quando raggiunsero livelli molto elevati.
L'aumento vertiginoso doveva servire ad attrarre molte persone.
A metà del 1929, ben nove milioni di americani avevano investito in borsa.
A questo punto, i banchieri avevano tutto l'interesse a provocare la crisi.
Il crollo sarebbe servito ad impossessarsi di una quantità enorme di beni (negozi, industrie, piccole banche, case, automobili ecc.) di coloro che non avrebbero più potuto pagare i debiti.
L'aumento o il ribasso azionario sono dovuti ad elementi di natura informativa o psicologica, e i banchieri possono controllare e condizionare le notizie che riguardano la Borsa.
Nell'ottobre del 1929, la caduta del valore delle azioni, provocata dai banchieri di Wall Street, produsse effetti devastanti.
Le banche esigevano i pagamenti e i clienti non potevano pagare.
Le industrie cessarono la produzione, e molte persone rimasero disoccupate.
Piccole banche e industrie diventarono proprietà dei grandi banchieri che avevano innescato la crisi. Milioni di persone rimasero disoccupate o andarono in bancarotta, e alcune di esse si suicidarono.
La truffa del crollo del 1929 era stata compresa da Emile Moreau, governatore della banca di Francia, che l'8 febbraio del 1928 aveva scritto nel suo diario: "Le banche avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione".
I banchieri avevano agito in modo da bloccare l'economia, e questo si sarebbe riversato anche sul mercato borsistico.
Sarebbe inevitabilmente scoppiata una grave crisi, che si ebbe il 29 ottobre del 1929.
La quantità di denaro da mettere in circolazione viene decisa dalle banche.
Le banche possono alzare o abbassare il tasso di sconto, e così favorire o impedire i prestiti.
I banchieri sono guidati da logiche di potere e di profitto.
Il crollo di Wall Street doveva servire anche a mettere in crisi alcuni paesi europei, come la Germania , in modo tale da portare la popolazione alla disperazione, e aumentare le probabilità di un governo dittatoriale.
Lo scorso 27 febbraio, il crollo della borsa di Shanghai, che ha fatto perdere al mercato cinese 107 miliardi di dollari, e ha causato in Europa la perdita di 270 miliardi e di 210 miliardi alla Borsa statunitense, è stato prodotto da informazioni e da speculazioni.
Alan Greespan aveva parlato di una grave e imminente recessione negli Usa, e questo non poteva non produrre reazioni.
I grandi banchieri manovrano le informazioni finanziarie e possono orientarle come vogliono, favorendo alcuni mercati e distruggendone altri.
L'élite finanziaria statunitense si è imposta attraverso le due guerre mondiali.
Nel 1944, le autorità statunitensi organizzarono la conferenza finanziaria internazionale di Bretton Woods (New Hampshire, Usa), per imporre al mondo il sistema valutario a loro favorevole.
Il dollaro venne posto al centro del sistema finanziario, e poteva essere convertito in oro. Il prezzo del dollaro, fissato nel 1934, era di 35 dollari l'oncia (circa 1,1 $ al grammo), e rimase invariato fino al 1971.
Porre il dollaro al centro del sistema finanziario voleva dire poter condizionare e controllare l'economia di tutti i paesi del mondo.
Molti di essi, alla fine della guerra, non avevano dollari nelle casse, e dovettero vendere parte del proprio oro al Tesoro americano, per avere i dollari per comprare generi alimentari, materie prime o macchine industriali.
Nel 1948, la Francia negoziò la convertibilità della propria valuta in oro, e nel giro di alcuni anni anche gli altri paesi europei e il Giappone fecero altrettanto.
Tutti i paesi furono costretti a versare al FMI 1/4 della quota di partecipazione in oro, o il 10% delle proprie riserve d'oro in dollari.
Il FMI si appropriò in breve tempo di una quantità enorme di oro.
Le autorità americane riuscirono ad impadronirsi del 70% di tutte le riserve mondiali di oro.
Ma con lo sviluppo economico del Giappone e dell'Europa, le riserve diminuirono.
Nel 1960 erano scese al 44% e nel 1971 si erano ridotte al 21%.
Per questo motivo, le banche americane decisero di sganciare il dollaro dall'oro. Nell'agosto del 1971, l 'amministrazione Nixon, unilateralmente, decise di abolire la convertibilità del dollaro in oro.
Il prezzo del petrolio salì. Ciò provocò una crisi del sistema monetario internazionale e l'inflazione colpì soprattutto i paesi più poveri.
Nel 1979, nacque il sistema monetario europeo, che imponeva ai paesi membri di versare il 20% delle riserve in oro e il 20% delle riserve in dollari in cambio di Ecu, che poi diventeranno Euro.
Di tutto questo beneficiava un sistema finanziario centrale, che era gestito da privati.
Firmando il trattato di Maastricht., anche l'Italia si è sottomessa a questo sistema, che oggi costa gran parte del nostro Pil, e impedisce al nostro paese un reale progresso economico.
Nel 1992, il governo Amato, per privatizzare la Banca d'Italia si rivolse alle tre grandi banche americane: la Merril Lynch , la Goldman Sachs e la Salomon Brothers.
Il nostro paese venne messo nelle mani dei centri del potere finanziario, con tutto quello che ne sarebbe derivato.
Il nuovo sistema finanziario americano rendeva difficile per i paesi il controllo dei cambi, che diventarono fluttuanti e rendevano possibili speculazioni di ogni genere.
I banchieri americani avrebbero acquisito un potere mai avuto prima, producendo a volontà banconote senza alcun valore, che nel circuito finanziario avrebbero conservato il valore avuto in precedenza.
Ciò ha creato una finanza selvaggia, sganciata da qualsiasi parametro reale, all'interno della quale tutto poteva diventare possibile e lecito.
La Federal Reserve non notifica più l'ammontare delle banconote stampate e messe in circolazione.
Le famiglie americane si sono indebitate sempre di più, anche a causa della diminuzione dei salari, e molte di esse rischiano di non riuscire a pagare e di perdere casa e automobile, che saranno rilevate dalle banche.
I banchieri americani sono disposti a fare nuove guerre per impedire il crollo definitivo di un'economia basata sul debito.
Essi hanno trasformato l'economia in un sistema assurdo e irreale, in cui le speculazioni permettono l'accumulazione di denaro, che non corrisponde a nessuna ricchezza reale e non è stato prodotto dal lavoro.
L'élite dominante ha cancellato il valore del lavoro e ha distrutto ogni riferimento economico e finanziario reale, per poter esercitare senza limiti un potere basato sull'arbitrio e sul crimine.
Il sistema finanziario oggi ha accentrato il potere come mai prima, distruggendo il potere dei governi nazionali, e acquisendo potenzialità distruttive enormi.
(Prima parte) di Antonella Randazzo per disinformazione.it