solo i comici ci dicono le cose serie: ACQUA SPORCA

tontolina

Forumer storico
IL GRILLO PARLANTE E L’ACQUA - BERSANI VIOLENTATORE SEMANTICO
IL COMICO GENOVESE LANCIA IL NUOVO “LEFT” BY FERRIGOLO E PURGATORI
IL BENE PIÙ PREZIOSO IN NATURA È ORMAI UN AFFARE E UN POTERE. PIÙ DEL PETROLIO






Andrea Purgatori per “Left-Avvenimenti” in edicola domani


Beppe Grillo, cominciamo l’anno parlando di acqua. Il decreto Bersani sulle liberalizzazioni sancisce che è un bene pubblico ma secondo qualcuno non ne dà una definizione sufficientemente chiara...
Bersani si distingue per essere una delle persone più subdole che abbia mai visto su questo pianeta. È un violentatore semantico. Uno che agisce furbescamente sulle parole. È quello che nella legge sulle energie rinnovabili che tutti quanti finanziamo pagando la bolletta dell’Enel, all’ultimo minuto ha aggiunto e assimilati. Energie rinnovabili e assimilati... depistando con una parola tre miliardi di euro l’anno.

Sono dei bei soldini.
Eh, sì. Una finanziarietta. Ma poi ci ha riprovato. Per risolvere il problema degli inceneritori è stata fatta una legge che limita il finanziamento agli impianti costruiti fino al 31 dicembre 2006. E lui, con la sua violenza semantica, ha tentato di sostituire costruiti con autorizzati. S’immagini che sarebbe successo. Sotto natale avrebbero fatto a gara ad autorizzare qualsiasi cosa.




E su questa faccenda dell’acqua?
Si è espresso esattamente come l’amministratore delegato della Nestlé, il quale ha detto che l’acqua è un alimento e va trattato così. Sono persone di sinistra - che ormai non si capisce più cosa voglia dire - però molto dalla parte delle community. O, come piace dire a loro, delle public company. Perché adesso le chiamano con queste parole buone. Il trucco è sempre lì.

Violenza semantica.
Fatta con le parole buone. Prenda la parola municipalizzate. Evoca qualcosa del tuo municipio, qualcosa di buono. Invece sono società quotate in borsa, e come unico scopo hanno quello di incrementare i dividendi degli azionisti.

Vabbè, allora non c’è difesa.
Come no, basta mettersi seduto vicino un professore di linguistica. Qualcuno che ti aiuti a scoprire quali sono i meccanismi delle parole che a volte hanno due o tre significati su cui poi si basano tutte queste leggine, questi emendamenti. In una Finanziaria loro ne fanno 1.200, 1.300. Figuriamoci, non sanno neanche di cosa stanno discutendo.

Torniamo all’acqua.
Le dico questo, nel mio spettacolo avevo due cavi. Quello dell’energia e quello dell’informazione. Sono i due fili che ci entrano dentro casa, giusto? E chi li controlla può esercitare qualsiasi tipo di potere. Cioè, tiene l’umanità per i coglioni. Beh, adesso si è inserita anche l’acqua. E sta diventando come il petrolio. Anzi, ultimamente chi ha investito in acqua negli hedge funds o nei derivati, ha fatto più soldi che con il petrolio. Nonostante all’orizzonte si fosse accesa qualche luce...


(Il ministro Pierluigi Bersani - U.Pizzi)


Di che luce parla, scusi?
Di quando la presidenza del più grande acquedotto europeo, quello pugliese, era stata affidata al professor Petrella. Che però, come ha cominciato ad affrontare il problema nelle città e nei paesi, ha dovuto dare le dimissioni. Perché il problema non è l’acqua, il problema sono le spa. Il nocciolo sta lì. Quando si inserisce una spa a gestire un bene pubblico, scompaiono i cittadini. Prenda le banche. Una volta erano viste come il motore dello sviluppo di una società. Penso agli artigiani, alle confederazioni. Oggi, il concetto è ribaltato. Come ha detto uno dei più grandi banchieri della sinistra, un certo Profumo di Genova: dello sviluppo della società non me ne frega più di tanto, quello che mi interessa è lo sviluppo degli azionisti della banca.

Che l’acqua sia un grande affare si capisce benissimo guardando la pubblicità televisiva. Cellulari. Automobili. E acqua minerale...
Certo, infatti si tratta di rifare l’informazione sull’acqua. Partendo da un principio fondamentale. Che l’acqua è pioggia. E l’umanità non ha mai pagato la pioggia. Invece oggi la paghiamo in bottiglia cinque sei volte più del petrolio. Ma chi lo dice? Nessuno. Silenzio generale. Come sul lavoro dei ricercatori dell’università di Zurigo. Hanno messo a punto un progetto straordinario che sta salvando milioni di vite nei Paesi del Terzo mondo. Io la chiamo: la scoperta dell’acqua calda...

Sarebbe?
Semplice. Hanno preso dell’acqua fortemente inquinata, di fogna, piena di escrementi. Faccia lei, acqua marrone. E hanno scoperto che mettendola in una bottiglia di plastica trasparente, senza etichette, e lasciandola al sole per sei ore sul tetto di lamiera o anche davanti alla capanna... beh, diventa potabile. Questa è la scoperta dell’acqua calda. Digitare www.sodis.ch per credere. Lo dica, lo scriva.

È il riscatto della plastica.
È il trionfo della plastica. Io l’ho sempre detestata. Qua è un rifiuto da incenerire, che poi finisce che ce lo respiriamo in miliardi di nanoparticelle. Là salva la vita a milioni di individui e di bambini. Acqua di fogna in una bottiglia di plastica, sei ore sotto i raggi Uva e se la bevono. Pensi tutti gli investimenti per dissalare, disinquinare, i filtri, le industrie che vanno a portare macchinari... e poi si scopre che la grande tecnologia è soltanto la conoscenza. Però bisogna parlarne, farlo sapere. E se non lo fanno, si vede che per qualcuno non è un affare.

Infatti pompano l’acqua minerale sul mercato e non spiegano che nel novantacinque per cento del Paese quella del rubinetto è potabile. E pure buona.
Questa storia dell’acqua minerale deve finire. Siamo i primi produttori mondiali, con fatturati di centinaia e centinaia di milioni di euro. Pagano le concessioni una miseria. Gli permettono di usare sostanze tipo l’arsenico, che nell’acqua potabile non devono esserci...


(Un pò di sole e la magia è fatta)


Se nessuno lo dice...
Infatti. Ci sono libri meravigliosi su queste società con tutti questi intrecci, tipo quelli che ha scritto Giuseppe Altamore. È una questione di cultura. E di informazione. Se il servizio pubblico cominciasse a battere su questo tasto, a spiegare che se proprio vuoi essere sicuro di quello che mandi giù basta che applichi al rubinetto un filtrino o una lampadina a raggi Uva. Oppure lasci la brocca piena d’acqua una mezzoretta sul tavolo, finché va via tutto il cloro... poi la bevi.

Alla faccia dell’uccellino di Del Piero.
Ecco. Ma fare una bella controinformazione spetterebbe al servizio pubblico.

Che non la fa.
Perché nessuno investe nel buonsenso. Le merendine del Mulino Bianco sono soldi. Ma sul pane, sale e olio non investe nessuno. Questo dovrebbe fare il servizio pubblico. Togliersi tutte queste minchiate di pubblicità che sono evitate come la peste da milioni e milioni di persone, che ormai hanno una destrezza a cambiare canale... anche se loro hanno la controdestrezza di rifartele vedere subito su un altro canale, perché si sincronizzano al centesimo di secondo. Comunque, ora c’è uno strumentino che costa niente, lo applichi al televisore e salta tutta la pubblicità. Tanto è solo questione di tempo. Stiamo andando verso una diversa qualità dell’informazione...

Ci andremo davvero?
Ma sì, ma certo. La rete ingloberà tutti questi media agonizzanti. Poi non so se quello che verrà sarà meglio o peggio. Ma sicuramente sarà diverso.




Sicuramente sarà più libero.
Almeno la pubblicità sarà mirata, che è poi quello che interessa a chi produce qualcosa. Far vedere il prodotto ai potenziali clienti. Mica a milioni di persone a cui non gliene fotte nulla.

Dall’acqua all’alcol. Altro grande affare, stavolta sulla pelle dei ragazzi.
C’è una manovra schifosa per inoculare dosi minime di alcol nelle bibite che bevono i giovani. Cominciano a fargli bere un cinque, sei per cento di alcol nei loro succhi di frutta per poi abituarli a dosi sempre maggiori. È un’operazione subdola e pericolosa. Perché se ho diciotto anni e voglio bere alcol, scelgo un whisky. Mica me lo vado a bere già mischiato con l’ananas. L’alcol crea dipendenza e sconvolgimenti nell’organismo, molto più che uno spinello. Questo non lo dicono ai giovani.

Che ormai la sera escono e vanno a cocktail o birra.
Il guaio è che se ne fanno otto, dieci di birre. Questione di educazione. Quando ci sono quei cosiddetti eroi del motociclismo che si fanno vedere su una moto a duecento all’ora con una birra in mano... mandano un messaggio vergognoso. È come quando gli attori fanno la pubblicità in televisione per convincere la gente a indebitarsi, a impegnarsi il quinto dello stipendio. Sono cose che dovrebbero essere proibite.

Anche qui, l’informazione è latitante.
Ma certo. Il problema dell’alcolismo viene fuori solo quando un ubriaco investe qualcuno sulle strisce, ma poi neanche tanto. Eppure fa migliaia di morti, molto più delle droghe pesanti.

Il fatto è che l’intreccio degli interessi è fortissimo.
Pensi solo a questa pubblicità estrema che si sta facendo sul vino. Il vino è diventato onirico, sublime. Beh, teniamo presente che nel vino c’è alcol. Invece quelli ti fanno anche credere che fa bene, che dentro c’è la sostanza che allarga le arterie... girala come ti pare, è sempre questione di grano. C’è sempre dietro questo cazzo di grano. Ormai vogliono guadagnare su tutto, sulla vita stessa delle persone. Insomma, io vedo queste finanziarie che si appropriano dei desideri della famiglia...


(L'urlo del Grillo)


La bella vita a rate.
C’è un fatto sintomatico. Se lei va a comprare una cosa, qualsiasi cosa, e la paga subito e in contanti, paga di più. Se invece paga a sei mesi in una rata unica, la paga col venti per cento di sconto. Io ho qui i contratti. Hanno una cinquantina di clausole vessatorie scritte a caratteri piccolissimi, che non si riescono a leggere. Ma la gente firma lo stesso perché ha il venti per cento di sconto a sei mesi senza interessi, però non si rende conto che così apre il finanziamento di un credito. E se non paga, scattano le rate mensili a un tasso che alla fine fa costare quella cosa quasi il doppio. Un meccanismo automatico, perché fa parte delle clausole contenute nei documenti iniziali. Beh, sembra incredibile ma c’è la coda per fare questi contratti. Vecchietti, gente che non viene informata. Vanno in banca o alla finanziaria, cedono i dati personali, i propri e quelli del coniuge, la dichiarazione dei redditi e tutta una quantità di dati sensibili che poi vengono rivenduti. E dopo sei mesi succede che se uno si ricorda, bene. Ma siccome dipende da loro, se te ne ricordi...

Perché, in mano non ti lasciano nulla?
Assolutamente nulla. E metti che il bollettino non arriva, metti che ti dimentichi che devi pagare o che non hai i soldi, allora sei fottuto. Hai firmato il contratto, il finanziamento è partito e possono portarti via pure la casa.

Basta che iscrivano un’ipoteca e la banca sospende il credito.
Certo, e lo fanno con una grinta e una violenza inaudite. Mettendo la gente in ginocchio per un televisore. Pensa tu che sistema abbiamo tutti davanti agli occhi con un governo di sinistra. Questa è la vera pornografia. Quindi, immaginiamo delle cose basilari come l’acqua se non le acchiappano immediatamente. Perché io posso non andare in macchina, oppure posso non comprarmi un televisore. Ma non posso non bere. E su questo vanno fatte le battaglie. Io coi miei ragazzi, trentamila ragazzi, le sto facendo.
Con padre Alex Zanotelli, ad esempio, contro la privatizzazione dell’acqua in Campania. Ma anche con Petrella, con la moglie di Mitterrand. Altro che Finanziaria, i Suv e l’Ici. Sono queste le grandi battaglie che dobbiamo portare avanti. Per passare da un’economia di piromani e petrolieri sottotraccia, alla luce, al sole, alla leggerezza, all’efficienza. All’acqua che deve essere un bene ripartito e fino a un certo punto anche gratuita. Io la vedo di nuovo così, e senza fare dicorsi di statalismi. La modica quantità va applicata all’acqua, non alla marijuana.

La modica quantità d’acqua è quella che ti fa campare.
Appunto. E poi che tutto sia in rete e i cittadini possano monitorare i conti, gli investimenti, dove finiscono i soldi. Fino alla lira. La mia proposta è che tutto venga messo in rete, per legge.

Tanta acqua per questo 2007, Grillo.
Tanta e per tutti.


Dagospia 04 Gennaio 2007
http://213.215.144.81/public_html/articolo_index_28710.html
 
La parola alla "Disinformazione"

Intervista a Marcello Pamio, amministratore del portale di "controinformazione", Disinformazione.it, a cui va la nostra stima e il nostro ringraziamento per lo spazio e la visibilità che sempre è stata offerta alla Etleboro e ai suoi articoli



D: Come è nato Disinformazione.it, trasformandolo in un vero portale della controinformazione?
R: Il sito che gestisco è nato quasi per caso (anche se il caso non esiste) diversi anni fa. Inizialmente venivano pubblicate solo notizie di stampo medico-scientifico estrapolate da libri poco noti e da riviste come Nexus.
In pratica quello che non accettavo era l’idea che tecniche terapeutiche, per così dire alternative (anche se questo termine non è corretto), e dai risultati molto più incoraggianti di quelle della scienza ortodossa, non venissero divulgate perché contro gli interessi economici delle lobbies del farmaco e dei loro lacché in camice bianco!
Personaggi “eretici”, come Pantellini, Bonifacio, Hamer, Di Bella (prima della vergognosa campagna mediatica a suo carico), Simoncini e molti altri veri ricercatori, vennero radiati dall’albo professionale, perseguitati e screditati, e questo perché anteponevano agli interessi economici quelli della persona.
Basterebbe rileggere attentamente il giuramento di Ippocrate, in particolare “il non nuocere” (anche se i medici non giurano più in quello originale. Ma poi giurano veramente?), per capire quanta ipocrisia e arroganza oggi ci sia dentro gli studi medici, i corridoi ospedalieri e soprattutto nei laboratori di ricerca.
Nel corso degli anni da questo tipo d’informazione specifico il sito si è allargato a 360 gradi, partendo dalla massoneria, sempre più infiltrata nella nostra società, almeno nei posti che contano….
Il resto lo hanno fatto i lettori.
Se il sito è cresciuto, è perché sono aumentate le persone che non si accontentano più delle balle veicolate dal Sistema. Persone che hanno delle idee proprie e non plasmate dai media, che si pongono finalmente delle domande.


D: Che differenza esiste secondo lei tra l’informazione che dà il web e quella degli altri mass media?
R: Parlare di mass media liberi o di libera informazione è semplicemente un’eresia. Adesso cercherò, seppur brevemente, di spiegarmi con l’ausilio della logica.
Tutti i canali mediatici sono delle società, e in quanto tali, devono produrre utili (stipendio del direttore, giornalisti, ecc.). Se a fine anno non ci sono utili, qualsiasi società chiude, a meno di interventi parassitari (finanziamento all’editoria, ecc.) dello Stato. I grandi media sono per lo più delle società per azioni, che tradotto, significa che devono rispondere a degli azionisti, sempre più spesso banche!
Questo è il primo livello di controllo: un’azionista per volere magari politico, un banchiere o chi per esso, può tranquillamente interferire sulla linea aziendale, cioè sulla linea editoriale, cioè sull’informazione stessa!
Il secondo livello di controllo è quello degli sponsor.
Nel mio lavoro c’è un modo di dire molto azzeccato: “Dimmi che pubblicità hai e ti dirò da chi sei controllato”. Sembrerà strano, ma è proprio così!
Domanda: un giornale o un canale televisivo che riceve centinaia di migliaia di euro per esempio dalle lobbies delle bollicine o dalle lobbies delle telecomunicazioni, potrà mai pubblicare un articolo che descriva i pericoli delle onde elettromagnetiche o sul fatto che l’acqua di rubinetto è più controllata di quella in bottiglia? Assolutamente no!
Questo controllo è il più subdolo perché non necessita l’intervento diretto di qualche losco personaggio: basterà ventilare la cancellazione di un contratto miliardario…e il gioco è fatto.
Siccome la pubblicità serve per campare, ecco spiegato perché i media non sono e non possono essere liberi!
Internet, nonostante la sua origine militare, attualmente permette (vedremo fino a quando) la diffusione di una informazione scevra dai controlli visti prima.
L’esplosione di siti web, inaspettata o forse voluta dal Regime, ha il pregio di dare per il momento spazio a siti indipendenti. Il mio è solo uno dei tanti.
La questione è semmai quella di capire fino a quando il Sistema permetterà una simile anomalia. Non è causale infatti le operazioni che stanno facendo: leggi ad hoc, software mirati nei provider, ecc., per ovviare a questa falla e per poter controllare il non-controllabile.
Bisogna fare poi molta attenzione ai siti che veicolano appositamente “disinformazione”. Questa strategia, usata dai servizi e dai gruppi elitari, ha lo scopo d’infiltrarsi nel sistema e creare confusione proponendo informazioni corrette, mescolate a falsità e mezze verità, oppure per screditare spudoratamente quelle vere. Il problema sta proprio nel riuscire a scremare il vero dal falso, per non credere a tutto quanto o per non gettare nella spazzatura anche il buono. L’esempio plateale che mi viene in mente è il libro “Codice da Vinci”: un’accozzaglia di falsi, ma anche di verità storiche, tutte mescolate magistralmente assieme in un romanzo avvincente.
Qualcuno a questo punto potrebbe chiedermi perché ho chiamato il sito proprio “Disinformazione,it”. Semplice: è solo questione di punti di riferimento. Se chiamiamo informazione la “sbobba” che il Regime passa, allora io disinformo. Tutto qua. E’ sempre questione di punti di vista, ma la Verità è una sola!


D: Secondo lei, la controinformazione può essere usata e strumentalizzata come la disinformazione?
R: Qualsiasi cosa può essere usata per scopi nobili o per scopi meno nobili. Un banalissimo coltello, molto utile in cucina, può uccidere se usato da una mano criminale. Quindi anche la controinformazione non è esente da tutto ciò.
La disinformazione di Regime viene usata per screditare o per depistare; ma anche la controinformazione se usata scorrettamente è funzionale al Sistema.


D: Che ruolo può avere oggi la politica nella gestione dell’economia o della società?
R: Faccio mie la parole del grande poeta statunitense (rinchiuso per tantissimi anni in manicomio proprio per le cose che diceva) Ezra Pound, il quale ebbe a dire che i politici sono i camerieri dei banchieri. Come dargli torto?
Anzi, siccome ho rispetto per tale lavoro, intendo il cameriere, mi spingerei oltre, dicendo che i politici sono i servi umili del potere economico!
E’ d’obbligo precisare a questo punto che la Politica è tutto, per cui sarebbe più corretto parlare di partitismo. Oggi, come ieri, infatti i partiti politici sono i burattini manovrati dal vero potere, che è quello economico.
Non a caso il capostipite dell’impero dei Rothschild, Mayer Amschel Bauer, era solito affermare che non gl’interessava chi faceva le leggi, perché controllando la moneta di uno Stato avrebbe controllato tutto! E questo signore se ne intendeva parecchio di controllo…


D: E’ giusto parlare di scienza negata e storia occultata?
R: La storia come noi la conosciamo, quella per intenderci che studiamo a scuola (ad usum delphini verrebbe da dire), è sempre stata scritta dai vincitori, e quindi rappresenta sempre e solo un punto di vista: quello dei potenti di turno. Andrebbe riscritta quasi per intero!
Per fare qualche esempio della storia recente: quanti conoscono esattamente i nomi dei finanziatori del nazionalsocialismo in Germania e del comunismo in Russia? Personaggi che hanno sulla coscienza centinaia di milioni di morti!
E se vi dicessi che dietro i due più grandi crimini del XX secolo, ci sono state le medesime banche? Banchieri - con tanto di nome e cognome - che hanno sostenuto e armato da una parte il socialismo tedesco e dall’altra il socialismo di Stato sovietico: due facce apparentemente contrapposte della medesima medaglia!
Per quale motivo direte voi? Semplicissimo: la Seconda Guerra Mondiale!
Documenti alla mano dimostrano, la guerra in Europa era stata pianificata qualche anno prima!!! Ma naturalmente nessuno studia queste cose a scuola o all’università…per cui rimane del semplice revisionismo.
Per la storia un po’ meno recente, bisognerebbe sapere anche che la Rivoluzione Francese è stata opera della massoneria, e che il famosissimo “Liberté, Egalité, Fraternité”, non era il motto dei rivoluzionari che hanno abbattuto l’Ancien Regime, ma semplicemente la scritta che riportava la principale loggia massonica di Parigi! Semplice casualità?
Questo solo per fare due piccoli esempi.
Lo stesso discorso appena fatto per la storia, vale anche per la scienza, e forse in maniera ancor più spregiudicata.
Tutta la scienza è nelle mani di lobbies potentissime (chimica-farmaceutica, agro-alimentare, armi, energia e telecomunicazioni), qualche decina di corporazione, tutte controllate da pochissime banche.
Gli Stati hanno sempre meno soldi da destinare alla ricerca, e questo non è causale: i fondi devono essere essenzialmente privati! La logica conseguenza è che: se segui i dettami dell’establishment, se ti pieghi al loro volere, ricevi i fondi per la ricerca, altrimenti no. Questo per dire come tutta la ricerca è controllata da pochi personaggi, e coloro che decidono di andare contro il Sistema, si dovranno arrangiare con i propri mezzi.
Ecco il motivo per cui la lotta quarantennale contro il cancro è stata un fallimento! Tanto più una malattia è mortale, tanti più interessi economici ci sono dietro. Semplice e criminale equazione.
Per quanto concerne invece la storia della scienza, anche questa merita una attenta analisi. Quelli che sono considerati grandi geni, ad un occhio più attento, critico e storico (ma vero), oggi risultano essere stati dei falsificatori; viceversa, quelli che in passato sono stati considerati ciarlatani, oggi viene evidenziata la loro grande genialità.
Galileo Galilei, come pure Isaac Newton, e molti altri, modificarono letteralmente, per non dire falsificarono, i dati dei loro esperimenti (come nel caso di Galileo che non faceva nemmeno) per far risultare quello che si prefiggevano in partenza. Altro che scienziati onesti.
Al contrario, uno dei più grandi ricercatori non riconosciuti, che voi di Etleboro avete dedicato ampio spazio, è stato Nicola Tesla. Oggi la scienza ce lo ricorda semplicemente come unità di misura, quando invece moltissime delle tecnologie che usiamo quotidianamente, dalla corrente alternata alla radio, le abbiamo grazie al suo genio. Per non parlare delle sue ricerche nel campo della free-energy.
Se qualcuno mette il naso in questo mondo, cioè nelle ricerche di confine sull’energia gratuita, o quasi, allora si rischia la propria incolumità.
Per il Sistema, mantenere il mondo schiavo dell’energia (e non solo) è di fondamentale importanza, e i motivi sono ovvi.

D: Cosa pensa degli eventi che stanno colpendo l’economia internazionale in queste ultime settimane?
R: La risposta a questa domanda è molto complessa ma cercherò di essere il più sintetico possibile.
Tutte le economie del globo sono controllate dalle stesse persone che manipolano i governi e che gestiscono le lobbies.
Chi crede nella libera concorrenza o nel libero mercato crede in qualcosa che non esiste.
Nel 1929 il crollo di Wall Street è stata un’operazione voluta: con un colpo di bacchetta, la Banda Bassotti (le banche che contano), sono entrate in possesso di decine di migliaia di aziende, società e piccole banche fallite; come pure le ripercussioni in Europa di tale crack sono servite per lo stesso medesimo scopo. La Seconda Guerra Mondiale, che ha permesso l’uscita apparente dalla crisi, ha contemporaneamente dato all’Impero statunitense la possibilità di comperarsi, mediante i piani di aiuti, l’intera Europa.
Alla fine della guerra, con i Trattati di Bretton Woods e soprattutto con la vittoria della guerra, il dollaro si è imposto come unica moneta di scambio (se volevi oro, dovevi comperare dollari, al prezzo stabilito di 35$ l’oncia). Nasce così l’Impero economico statunitense. Da allora la Federal Reserve ha stampato vagonate di bigliettoni verdi con le quali ha invaso il mondo, ma la moneta non aveva alcun controvalore aureo, non aveva nulla, quindi era ed è carta straccia.
A ferragosto del 1971 Nixon, siccome i governi europei avevano iniziato a richiedere l’oro (che ovviamente non avevano), ha dovuto eliminare i Trattati di Bretton Woods, dichiarando ufficialmente il fallimento statunitense.
Ma si tratta di un fallimento fittizio.
Come potete vedere, la storia rivista sotto un’altra ottica, meno ufficiale, rende più chiaro alcuni importanti passaggi epocali.
Oggi tutte le monete del mondo, ad eccezione del rublo (secondo quanto ha affermato recentemente Vladimir Putin, ma ho qualche dubbio), non sono coperte da oro (o argento), quindi sono tutte da considerarsi carta straccia. Una carta straccia però che ha il potere di schiacciarci e strozzarci, provocando indirettamente milioni di morti ogni anno. Il Signoraggio, cioè la truffa più grande della storia dell’umanità, viene incamerato dalle banche e serve per creare un fittizio debito pubblico, giustificando l’esistenza delle tasse e le privatizzazioni di Stato, che permettono di schiacciare il popolo.
Stiamo assistendo impotenti a precise manovre masso-mafiose!
Il dollaro viene mantenuto basso rispetto all’euro (misura per diminuire l’enorme debito estero degli States e per favorire le esportazioni a stelle e strisce), ma provocando danni seri alle industrie europee. Le crisi economiche (Argentina) e crack finanziari sono all’ordine del giorno (Enron, Parmalat, Cirio, ecc.). E tutto questo perché?
Lo scopo ultimo sarà quello di farci passare lentamente dalla moneta cartacea (rischiosa, vecchia, decrepita) alla moneta elettronica (sicura, nuova, moderna): cioè la carta di credito con microchip.
La propaganda è già iniziata e infatti le banche stanno già spingendo i correntisti. Ci diranno che la carta sarà molto sicura, non sarà clonabile, e soprattutto comoda: basta con i vecchi portafogli pieni di carte.
Dico solo questo: quando non vi sarà più moneta in circolazione, quando non avremo più coscienza diretta dei movimenti di denaro, e quando il denaro scorrerà solo attraverso un circuito elettronico delle carte di credito, il controllo sull’uomo sarà totale! Allora forse sarà troppo tardi.


D: Vuole aggiungere qualcosa?
R: Approfitto di questa intervista per ringraziare tutti voi di Etleboro per l’enorme mole di informazioni che veicolate, e che aiutano, direttamente o indirettamente, il mio lavoro di controinformazione. A causa del mio lavoro, il Regime mi ha etichettato in ogni maniera: dal comunista al nazifascista, dall’antiamericano per arrivare fino all’antisionista.
La spiegazione è semplice: quando dai fastidio e non riescono a tapparti la bocca passano al discredito mediatico! E’ matematico.
Dico questo semplicemente perché, d’ora in poi, quando in rete troverete accuse vergognose nei confronti del sito che gestisco, potrete rendervi conto subito chi sta “lavorando” dietro…
Vi ringrazio per l’intervista che mi avete concesso e concludo citando proprio uno dei padri fondatori d’America, Thomas Jefferson, nella speranza che le sue parole continueranno a riecheggiare per lungo tempo:


«Se una nazione si aspetta di essere ignorante e libera, essa immagina quello che mai è stato e mai sarà.
Il popolo non può essere sicuro senza informazione.
Quando la stampa è libera, e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro»
 
SAP si aggiudica l’appalto dei servizi idrici integrati nell’ATO di Palermo

Dopo l’EAS (Ente Acquedotti Siciliani) che ha passato la mano della gestione delle risorse idriche di parte della Sicilia al gruppo “VIVENDI”, è giunta l’ora anche per l'ATO di Palermo(ambito territoriale ottimale) e l’Azienda Municipalizzata Palermitana (AMAP).


SAP, capofila di un raggruppamento di imprese tra le quali SMAT di Torino e AMGA di Genova, si è aggiudicata la gara per la gestione trentennale del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) nella Provincia di Palermo.

“La Conferenza dei sindaci dell’Ambito di Palermo ha ratificato la valutazione della commissione di gara - presieduta da Pierluigi Vigna (ex procuratore nazionale antimafia) e composta da specialisti del settore idrico e docenti universitari - che aveva eseguito nei giorni scorsi le verifiche sulla documentazione tecnica ed esaminato il piano dell’offerta, affidando per i prossimi trent’anni la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete, la bollettazione e il recupero dell’evasione ad Acque Potabili che, per i primi cinque anni, si affiancherà all’Amap, l’azienda palermitana di riferimento.
Il piano industriale prevede investimenti per oltre 850 milioni di euro per una rete di 82 Comuni con una popolazione di 1 milione e 200 mila abitanti.
L’operazione consoliderà la presenza in meridione di Acque Potabili la società, controllata da SMAT e AMGA con una quota paritetica del 43,99%, che opera in oltre 20 province del Nord, Centro e Sud Italia con un bacino di circa 5 milioni di abitanti.
Paolo Romano - Amministratore Delegato e Vicepresidente di Acque Potabili S.p.A. - nel sottolineare la valenza di questa acquisizione, chiarisce come la strategia definita dal raggruppamento, sia “indirizzata verso una politica industriale di integrazione della gestione idrica di tutto l’Ambito con quella del Capoluogo palermitano al fine di ottimizzare e valorizzare le risorse presenti sul territorio”. “

Dopo l’EAS (Ente Acquedotti Siciliani) che ha passato la mano della gestione delle risorse idriche di parte della Sicilia al gruppo “VIVENDI”, è giunta l’ora anche per l’Azienda Municipalizzata Palermitana (AMAP). In Sicilia la gestione delle risorse idriche è stata ed è strategica, se si considera soprattutto che il tessuto produttivo siciliano è ancora in parte legato all’agricoltura. La rete idrica palermitana è stata quasi totalmente rifatta intorno negli anni 1999 -2001 con nuova tubazione in polietilene ad alta densità che consente una erogazione dell’acqua 24h al giorno con una pressione intorno a 6bar. I sacrifici che hanno sopportato i cittadini a causa dell’intenso traffico urbano durante le fasi di scavo per tre lunghi anni sono inenarrabili. Adesso che l’impianto idrico è nuovo viene dato in gestione comprendendo nella gestione la manutenzione sia ordinaria che straordinaria e la bollettazione. Come dire dopo il danno la beffa. Non poteva l’AMAP gestire il sistema di reti e di risorse idriche? Non aveva le competenze e la capacità economica per farlo? Evidentemente…. no. Zanotelli docet.
http://regione.etleboro.com/sicilia/
 
oltre all'acqua sporca ci danno pure CIBO AVVELENATO spacciandolo per cibo miracoloso


in Svezia, una ragazzina ebbe un attacco d’asma dopo aver mangiato un hamburger in un noto fast-food, e ne morì.
Le analisi rivelarono che la causa della morte era la piccola percentuale di soya (2,2 %) contenuta nella carne macinata, che aveva scatenato la fatale reazione anafilattica.
Le successive indagini ordinate dal ministero della Sanità hanno appurato che cinque giovanissimi svedesi erano morti per shock da soya tra il 1993 e il 1996 e tutti ne avevano mangiata senza disturbi fino al giorno dell’attacco.
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Per di più, gli scienziati sanno (ma non il pubblico) che la soya contiene tossine e sostanze chiamate «anti-nutrienti»: per esempio un inibitore della proteasi, l’enzima che consente di digerire le proteine; i «fitati», che bloccano l’assimilazione dei minerali, causano deficienze di calcio e zinco; lectine e saponine provocano disturbi gastro-intestinali.
La cosa è così nota che negli allevamenti, che al bestiame alimentato con panelle di soya, la dieta viene arricchita con l’aggiunta di minerali, vitamine e metionina, uno speciale amminoacido: altrimenti gli animali perdono peso.
Come hanno appurato in Svezia, la soya è un potente allergenico, che quando non provoca la morte causa però spesso diarrea, disturbi simili al raffreddore, difficoltà di deglutizione.
Peggio: 70 anni di studi su animali ed uomini hanno appurato che la dieta a base di soya provoca gravi disturbi alla tiroide.
Qui, il componente colpevole è il fito-estrogeno o isoflavone, un ormone vegetale contenuto ad alte dosi nella soya, che è un inibitore dell’attività tiroidea e può causare cancro della tiroide.
Il fito-estrogeno pone a rischio lo sviluppo sessuale dei lattanti nutriti con polveri a base di soya come surrogati del latte.
L’infertilità delle vacche nutrite con troppa soya è un fenomeno ben noto agli allevatori.
Nei bambini, l’estrogeno vegetale può contrastare la crescita dei testicoli e la quantità di sperma nell’adulto; nella bambine, una maturazione sessuale precoce con problemi nella vita adulta, dall’amenorrea alla mancanza di ovulazione
.
Ma allora chi ha diffuso tutte le favole e i miti sulla soya come «fagiolo del benessere» e della longevità?
......
continua
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1679&parametro=
 
Qualcuno si ricorda ancora cos'erano i Pershing e i Cruise ? Era poco più di vent'anni fa , e i missili di crociera erano appena stati inventati, ma ancora non volavano. Poi hanno cominciato a volare e colpire, ma non dove erano stati progettati per colpire, cioè in Unione Sovietica, bensì in Irak, in Afghanistan e, prima ancora, in quella ch'era allora la Jugoslavia.

Adesso la faccenda ricomincia. Solo che le basi di partenza non stanno più in Germania, ma si sono spostate verso est, in Polonia, insieme ai confini dell'Occidente. E i radar che dovrebbero parare il colpo di un eventuale attacco di un eventuale nemico, e guidare la risposta, saranno piazzati in uno stato che allora non c'era e che ora si chiama Repubblica Ceca. E i missili che dovrebbero abbattere, prima che arrivino a destinazione, sarebbero - pensate un attimo alle dimensioni della bufala - provenienti dall'Iran e dalla Corea del Nord.

Quale destinazione? Non è ancora stato chiarito. Forse le capitali europee tutte insieme. Forse Washington e New York o addirittura Los Angeles. Ma davvero Ahmadinejad ha dei missili intercontinentali che possono fare il giro del mondo? E anche Kim Jong Il davvero li ha questi missili? C'è da dubitarne. Gli ultimi che ha sperimentato sono caduti dopo poche decine di chilometri. E Ahmadinejad non pare che stia più avanti.

Sappiamo quanto costerà l'intera operazione: circa 50 miliardi di dollari. Non male come spesa. Qualcuno ha calcolato che quei denari potrebbero risolvere i problemi dell'acqua per tutta l'Africa nei corso dei prossimi cinque anni.

Ma chi se ne frega dell'acqua che dovrebbero bere, e non bevono, i bambini africani? Importa la nostra sicurezza.
La nostra sicurezza? Nostra di chi? Degli europei, ci rispondono da Praga e da Varsavia. E aggiungono, con una certa enfasi: dovreste ringraziarci, ingrati. Gli europei, quelli di Bruxelles, interrogati, non ne sapevano niente.
Barroso cade dalle nuvole. Javier Solana, uno che di queste cose dovrebbe sapere, essendo il capo della politica estera europea, ed essendo stato anche segretario generale della Nato, risponde, un pò stranito: "Questa non è faccenda europea". Infatti in sede europea, nessuno è mai stato consultato. Non ne ha parlato la Commissione, non è stato all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri dei 27 paesi.

Allora, incuriositi, ci siamo rivolti alla Nato, sempre a Bruxelles, ma risulta che nemmeno la Nato è stata messa al corrente. Così veniamo a sapere che, della nostra sicurezza, si stanno occupando a Washington. Forse non ce lo hanno detto perchè non vogliono che ci inquietiamo troppo. Una misura per ridurre il consumo di tranquillanti a Parigi, Londra, Roma e Atene. Così, dopo avere ricostruito a fatica l'intero percorso di queste peregrinazioni benefiche a nostra insaputa, siamo venuti a sapere che gli Stati Uniti di George Bush, quello stesso che inventò le armi di distruzione di massa in Irak, hanno mandato i loro emissari in Polonia e a Praga e hanno convinto cechi e polacchi che non occorreva immischiare l'intera Europa, tanto meno la Nato, in una tale faccenda.
Ce la caviamo da soli, gli ha detto Dick Cheney. Voi non pagate niente, mettiamo tutto noi. Anzi voi ne ricaverete molti benefici economici.

I gemelli Kacinski hanno immediatamente acconsentito, seguiti a ruota dal governo di destra della Repubblica Ceca, incuranti gli uni e l'altro di contribuire in tal modo a riorientare, ipso facto, i missili sovietici in una direzione verso la quale non erano puntati fino a ieri I quali ultimi, a differenza di quelli di Teheran e di Pyong Yang, esistono davvero e sono tremendamente vicini: un sospiro. Ma questo non lo diremo ai polacchi e ai cechi, per evitare loro di consumare troppi tranquillanti. A loro si dovrebbe semplicemente dire che, la prossima volta, sarà bene che ci pensino meglio prima di votare i gemelli Kacinski o partiti che mangiano pane e missili a colazione, guidati dal signor Mirek Topolanek..

L'Europa, in verità, non ha gradito molto. Il Parlamento Europeo, per esempio, ha votato una risoluzione in cui condanna l'installazione di missili sul territorio europeo, chiedendo, abbastanza seccato, di essere consultato prima di essere messo in mezzo ad avventure militari. La Nato, con un a-plomb considerevole, ha taciuto. Invidiabile fair play per un'alleanza militare il cui compito dovrebbe essere quello di proteggere i suoi membri, e che, invece, è impegnata in un conflitto molto lontano dai suoi confini, in Afghanistan, mentre viene tenuta fuori, ignorata, negletta, dai compiti di difesa che le spettano di diritto. Tutto molto inspiegabile addirittura stupefacente. E tale da sollevare molti e seri interrogativi sulle intenzioni dell'attuale Amministrazione americana.

A meno che i missili "ceco-polacchi" non siano affatto quello che ci viene adesso raccontato. Cioè a meno che quei missili siano messi in quei posti non per parare il colpo dei jocker "matti" Kim Jong Il e Ahmadinejad, ma per creare problemi tra l'Europa e la Russia e, in primo luogo, dentro l'Europa stessa. Insomma missili che sarebbero assai più simili a mine, piazzate al centro dell'Europa dell'est, per far saltare in aria ogni prospettiva di consolidamento dell'unità europea.

Così tutto torna. Dentro l'Europa infatti i problemi sono già esplosi. Anzi dentro la Germania, prima di tutto. Tanto da far saltare i nervi non solo a Gerhard Schroeder (il che è comprensibile) ma anche all'altro ex cancelliere tedesco "storico", colui che venticinque anni or sono, quando era al potere, fece installare gli euromissili sul territorio tedesco: Helmut Schmidt.

E trema la grande coalizione tedesca tutta intera, mentre la "Vecchia Europa" comincia a rendersi conto che il suo allargamento a est si sta trasformando in qualcosa che somiglia sempre di più a una rottura interna, che mette a repentaglio ogni filosofia comune. Altro che ripresa del processo costituzionale!

E come si avvia il dialogo con la Russia piena di petrolio e di gas - proprio adesso che ci siamo resi conto che ne avremo molto poco assai presto - mettendogli sotto il naso altri missili? E' come chiedere a Berlino di consegnarsi in ostaggio a Varsavia e, per interposta persona, a Washington. E lo stesso effetto lo si legge a Parigi. Roma tace, come al solito, ma le toccherà lo stesso destino.

E la Russia come reagisce? Vladimir Putin l'ha già mostrato nel suo discorso di Monaco. Una secchissima requisitoria che qualcuno ha interpretato come uno "scatto di nervi", una manifestazione di "irritazione". E forse è un pò vero che sarebbe stato tatticamente più giusto se Putin avesse fatto uno sforzo per distinguere amici da nemici, provocatori attivi da interlocutori potenziali. Non tutta l'Europa, infatti, è fatta di gemelli Kaczinski e di Mirek Topolanek. Ed è altrettanto evidente che l'Europa, presa nel suo insieme, non è mai stata così lontana da Washington e dall'attuale sua Amministrazione. Ma, fatti tutti i calcoli, non pare che Putin si sia lasciato andare a uno sfogo. Certi discorsi si preparano con largo anticipo. E Putin ha voluto mettere alla prova tutti, amici, mezzi amici e nemici, come può decidere di fare solo chi si sente molto forte. .

A Monaco di Baviera il presidente russo è andato per tirare le somme dopo una lunga serie di scaramucce, in cui diverse capitali del continente europeo sono state usate come fortini per sparacchiare sul Cremlino, e sui quali il Cremlino ha, a sua volta, sparacchiato a casaccio: Kiev, Minsk, Tbilisi, Tallin, Vilnius, Riga, Varsavia, Praga.

Adesso siamo al dunque - ha detto Putin ai suoi esterrefatti commensali in Bavaria - o la smettiamo di tirare colpi bassi, oppure preparatevi a una nuova guerra fredda.

Sullo sfondo c'è, naturalmente, l'Iran. E il paradosso (ma lo è solo per quelli che si erano illusi che la sconfitta di medio termine di Bush lo avrebbe indotto a più miti consigli) è che a Washington non c'è affatto un'anatra azzoppata che si avvia malinconicamente alla fine del suo mandato. Al contrario c'è un gruppo di persone che si appresta a giocare l'ultima partita con tutte le armi di cui dispone, metaforiche e reali.

Magari i missili in Polonia non ce li metteranno, ma non è importante che si siano. Basta che servano a scompaginare l'Europa. Del resto anche i polacchi, difendendosi dalle accuse degli altri europei, ammettono che il programmino missilistico offerto loro dagli Stati Uniti non servirebbe a niente, meno che mai per fermare un attacco russo: uno scudo stellare crivellato di buchi. E, per quanto riguarda gl'inesistenti missili iraniani, al contrario, quei cinquanta miliardi di dollari sarebbero come varare una portaerei per fare fronte alla minaccia di una barchetta di pescatori.

Forse aveva ragione quel deputato tedesco che, qualche giorno fa, commentando l'intricata partita, diceva sconsolato, scuotendo la testa: "Vuoi vedere che tutta questa storia è solo l'effetto di una contrattazione privata tra i gemelli Kaczinski e la Hallyburton del vice-presidente Dick Cheney? Noi ci affanniamo a parare i colpi, cerchiamo di interpretare il loro significato politico, almanacchiamo complicate spiegazioni, mentre loro si sono messi d'accordo alle spalle di tutti per fare soldi". La torta è grande per chi fabbrica armi strategiche.

Giulietto Chiesa
da Galatea
Fonte: www.giuliettochiesa.it
Link: http://www.giuliettochiesa.it/modules.php?name=News&file=article&sid=246
22.03.07
 

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