Squilibri nell'EURO-zona

tontolina

Forumer storico
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Notate niente?



Quali sono i paesi in crisi, quelli che hanno aumentato il debito o quelli che hanno accumulato persistenti passivi nella Bilancia dei Pagamenti?

Lo vedete da voi.



Prendiamo la recente crisi dei Debiti sovrani nell’area Euro e cerchiamo di capirne le cause.

L’interpretazione delle cause della crisi data dai Media e passata nell’opinione pubblica e’ connessa all’incremento dei Debiti Pubblici ed all’irresponsabilita’ fiscale.

Peccato che facendo una foto nel 1999 ed alcune piu’ recenti, nel 2007, 2011 e 2012, si vede in modo evidente che la spiegazione legata al debito pubblico ed all’irresponsabilita’ fiscale non regge. I paesi colpiti, invece, coincidono perfettamente con gli squilibri cumulati nel conto corrente della bilancia dei pagamenti. L’interpretazione della crisi europea come crisi fortemente connessa agli squilibri nella bilancia dei pagamenti è inoltre suffragata dall’elevato volume di prestiti bancari erogati dai paesi in surplus ai paesi in deficit prima del dispiegarsi della crisi, dalla successiva interruzione di questi flussi finanziari e, quindi, dagli squilibri crescenti del sistema Target 2.



Sono stati gli squilibri reali all’interno dell’eurozona ad aver dato origine a flussi di capitale privati che, tuttavia, non hanno contribuito a stimolare un processo di convergenza all’interno dell’eurozona. Con l’ampliarsi degli squilibri e con il successivo manifestarsi della crisi, gli interventi di salvataggio dei governi hanno poi trasformato i debiti da privati a pubblici.



Se invece ci si concentra esclusivamente sulla crisi europea iniziata nel Gennaio 2010, il ruolo del debito pubblico diventa trascurabile, mentre i differenziali di produttività del lavoro emergono come il secondo fattore chiave, insieme alla liquidità del mercato, per spiegare l’ampliarsi degli spread. In sintesi, se è vero che l’irresponsabilità fiscale dei paesi periferici ha certamente contribuito ad aggravare la vulnerabilità dell’UEM, quest’ultima non può essere interpretata unicamente come il risultato di una mancata disciplina fiscale. L’interpretazione della fragilità dell’eurozona come crisi di bilancia dei pagamenti non è necessariamente incompatibile con l’interpretazione fiscale. Pur riconoscendo l’importanza risanamento dei conti pubblici, da perseguire nel lungo periodo, si identifica l’origine della crisi sovrana in un adeguamento insufficiente (e un’inadeguata ripartizione degli oneri dell’aggiustamento) tra paesi in surplus e in deficit nel conto corrente della bilancia dei pagamenti all’interno dell’unione monetaria.



Non è più possibile rinviare la discussione su come impostare una riforma fiscale in ambito europeo. Aggiustamenti redistributivi all’interno dell’eurozona sono stati finora impediti dall’assenza di un meccanismo di trasferimento che sarebbe normalmente presente in Stati sovrani, da tassi di cambio reali che non convergono, e da una bassa crescita economica. Si tratta di problemi annosi, già trattati dai rapporti MacDougall e Delors, che auspicavano la creazione di un considerevole budget fiscale centralizzato per l’eurozona, al fine di stabilizzare shock regionali attraverso la redistribuzione delle risorse tra le regioni. L’alternativa e’ “tana libera tutti”: ognuno per la sua strada ed Euro bye bye.





Analisi del DEFAULT di uno Stato: cerchiamo di capire perche? e quando accade, e cosa accade dopo | Scenarieconomici.it
 

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