Le ipotesi alla luce della vigente normativa sono:
1. diritto di opzione sulle azioni:
· se viene ceduto a terzi viene tassato come capital gain e rientra nella disciplina generale
· se non è negoziabile, non concorre a formare il reddito.
2. Assegnazione di azioni:
· il valore delle azioni offerte alla generalità dei dipendenti per un importo non superiore nel periodo d'imposta a complessive lire 4 milioni (al netto di quanto eventualmente corrisposto dal dipendente) non concorre a formare il reddito, a condizione che le azioni non siano riacquistate dalla società emittente o dal datore di lavoro e che non siano comunque cedute a terzi prima che siano trascorsi almeno tre anni dalla percezione. Se le azioni vengono cedute prima del termine, l'importo che non ha concorso a formare il reddito al momento dell'assegnazione è assoggettato a tassazione quale reddito da lavoro dipendente nel periodo d'imposta in cui avviene la cessione.
· La tassazione su eventuali capital gains conseguiti in seguito alla cessione delle azioni ottenute con il procedimento di cui al punto precedente, colpirà solo la plusvalenza generata dal maggior valore di cessione rispetto a quello di assegnazione.
· non concorre a formare il reddito la differenza tra il valore delle azioni al momento dell'assegnazione e l'ammontare effettivamente corrisposto dal dipendente, a condizione che il predetto ammontare sia almeno pari al valore delle azioni stesse alla data dell'offerta. Tale differenza concorre comunque a formare il reddito se le partecipazioni, i titoli ed i diritti posseduti dal dipendente rappresentano una percentuale superiore al 10 per cento di diritti di voto esercitabili nell'assemblea ordinaria e di partecipazione al capitale o al patrimonio.
Regole particolari sono previste per la disciplina transitoria, vale a dire per l'esecuzione di quei piani di stock options già in essere al momento della modifica legislativa.
Da Fisco.it
