Sussidi straordinari per l'articolo 122 del Tfue: in caso di eventi catastrofic

tontolina

Forumer storico
all’articolo 122 del Tfue: in caso di eventi catastrofici, come il coronavirus, la Commissione Europea può proporre al Consiglio Europeo un piano di mutualizzazione del debito e di sussidi straordinari. Un passo importante, che i leader europei, se non avessero creduto ai dati cinesi e dell’Oms, avrebbero potuto fare già a fine gennaio.
https://formiche.net/2020/04/europa-confederale-sapelli/
Europa confederale (e libera dalla Cina). La ricetta per ripartire di Giulio Sapelli
Francesco Bechis Palazzi


Conversazione con lo storico ed economista.
L'Europa o è confederale, o non è.
Mes? Riscriviamolo.
Macron e Merkel sono alle strette, per l'Italia si apre una finestra, serve un governo di filosofi, non di tecnici.
Cina? Bisogna chiedere i danni, Xi è in difficoltà...

Bando alle facili esultanze, e anche ai fatalismi. Giulio Sapelli ha un suo bilancio personale di cosa è successo al Consiglio Europeo di Bruxelles, e lo condivide con Formiche.net. Per l’Italia si apre una finestra di opportunità, spiega lo storico ed economista. Può realizzare che un’Europa confederale, a più velocità, è l’unica Europa possibile, e sfruttare le (non poche) carte che ha in mano. Per farlo però non ha bisogno di un governo tecnico, ma di “un governo di fisolosofi”.

Professore, c’è chi esulta e chi grida all’alto tradimento. Un suo bilancio?

Sotto il profilo economico, c’è poco da esultare. Se la Germania si è spinta a costringere gli anseatici, cioè l’Olanda, i Paesi scandinavi e soprattutto la Danimarca, ma anche Visegrad a fare questo passo, vuol dire che la crisi è pesantissima. Berlino si è mossa, ma prenderà altro tempo. Come minimo i provvedimenti saranno varati in giugno, i soldi arriveranno nel 2021, e questo è di una gravità assoluta.

E sotto il profilo politico?

Il Titanic tedesco si sta trasformando in una corazzata, sta lentamente cambiando rotta. La Merkel cerca di far digerire la virata al suo elettorato e di conservare intatta la GroKo.

Cosa ha determinato la svolta?

L’ambizione, in parte. A breve la Merkel sarà scelta come presidente del Consiglio Europeo, la prossima è la volta dei tedeschi. Ma ha dato un contributo decisivo anche la spinta della grande area industriale che va dalla Baviera alla Lombardia, dall’Emilia-Romagna al Veneto.

L’Italia ha da festeggiare?

Non tutto è da buttare. Finalmente si è fatto riferimento all’articolo 122 del Tfue: in caso di eventi catastrofici, come il coronavirus, la Commissione può proporre al Consiglio europeo un piano di mutualizzazione del debito e di sussidi straordinari. Un passo importante, che i leader europei, se non avessero creduto ai dati cinesi e dell’Oms, avrebbero potuto fare già a fine gennaio.

E il Recovery Fund?

Da quanto trapela, sembra destinato a diventare un fondo a sussidio, non a prestito. Perché vada in porto la Bce lo deve sostenere, i sussidi devono essere accompagnati dalle garanzie delle banche europee. Un’altra dichiarazione passata sottotraccia è arrivata dal Fondo Monetario Internazionale, che ragiona sull’istituzione di un fondo per la ricostruzione dopo il coronavirus. Anche qui non si tratterebbe di prestiti, ma di investimenti a sussidio.

Sapelli, veniamo a un punto dolente. Il Mes è o no senza condizionalità?

Il Mes è condizionato, punto. L’unico modo per evitare le condizionalità è convocare a Bruxelles gli ambasciatori presso l’Ue, riscrivere un trattato breve, e ancorare il ricorso alle spese sanitarie alla clausola dell’articolo 122 del Tfue.

Chi si è confermato un leader a Bruxelles e chi no?

Di leader neanche l’ombra. Macron è stato sconfessato, Michel sarà ricordato per le sue gaffes, von der Leyen non è all’altezza di suo padre. Anche di Merkel, ormai, non rimane che la sua formazione nella Repubblica democratica tedesca, e la tattica della Stasi che ha imparato all’epoca.

Europa a un bivio?

Lo diceva Braudel decenni fa, bisogna ripeterlo ora. Non esiste una sola Europa. Il coronavirus ha dimostrato che un’Europa federale non è possibile, e un’Europa funzionalista come questa provoca deflazione e incapacità di rispondere alle crisi. L’unica via è un’Europa confederale.

È una buona o una cattiva notizia per l’Italia?

Tanto il governo quanto le opposizioni dovrebbero capire che si è aperta una finestra di possibilità, forse l’ultima. Il governo deve trasformare in azione questa convinzione. Il prestito nazionale Bazoli-Tremonti, non tassabile e volontario, deve diventare il trampolino per un asse a tre in Europa: Italia-Spagna-Francia. L’obiettivo è ora cercare di far aderire gli altri sei Paesi che hanno firmato il documento per i coronabond.

Eppure c’è ancora chi parla di Italexit…

Stupidaggini, ma per favore. Sento anche chi dice che questo è tempo di Weimar, ovviamente senza conoscere la storia. Non siamo a Weimar, siamo a Sarajevo alla vigilia della Prima guerra mondiale: basta una pallottola e tutta l’architettura dell’euro viene giù. Sarebbe un disastro per le categorie più povere, e la crisi si estenderebbe in Africa, Medio Oriente e negli Usa.

La strada è allora un governo tecnico, magari con Mario Draghi?

Draghi non è un leader, è un apparato del meccanismo. Basta task force, bisogna ritornare alle origini della forza italiana: la cultura umanistica e le scienze sociali. Un governo platoniano, simile a quello che governava l’impero inglese. Ottimati e proletari, uomini colti, che sappiano cos’è la politica, e ingegneri pronti a realizzarla. Ha detto bene Calenda: servono manager, persone che, istruite, sappiano gestire la cosa pubblica.

E l’industria italiana, come riparte?

Molto semplice: liquidità alle imprese, modello svizzero e nordamericano per i crediti alle imprese, e per i lavoratori la cassa integrazione. Ma soprattutto lasciamo in pace gli industriali, che facciano da sé. Piccoli, medi e grandi imprenditori italiani non hanno bisogno di comitati tecnici.

E di cosa allora?

Diamogli liquidità, facciamo arrivare i soldi attraverso le banche, che bisogna sostenere con una garanzia statale. E poi creiamo una grande banca pubblica degli investimenti. La proposta del sottosegretario Villarosa è eccellente, ritorniamo alla Banca nazionale del lavoro. Per ultimo, prendiamo immediatamente i soldi già stanziati per le opere pubbliche, parliamo di 3-400 miliardi. E non dimentichiamoci dei porti, che in questo momento sono un asset strategico.

Perché?

L’Italia è un Paese proteso nel mare, e non c’è un provvedimento di sostegno ai porti e all’economia del mare. Siamo in mano a persone incredibilmente lontane dal Paese reale. Abbiamo visto cosa è stato fatto a Trieste: una borghesia vendedora ha consegnato il porto alla Cina, una potenza in declino.

A proposito di Cina, la crisi ha inasprito il confronto fra Washington e Pechino. L’Italia da che parte deve stare?

Se il governo vuole portare la nazione fuori dalla crisi, deve affiancarsi al fuoco di fila di Merkel e Macron contro la Cina. Se si è esposta anche la Germania, che è un braccio organico della Cina in Europa, significa che il progetto della Via della Seta è in pessima salute. Ci siamo fatti condizionare dai cinesi, dall’élite politica a quella medica, abbiamo creduto, sbagliando, a Pechino. Arriverà presto il momento per chiedere i danni.

Gli Stati Uniti ci sono?

Gli Usa si stanno risvegliando, e questo è un bene. Il gigante atlantico si sta muovendo, ha capito che non può consegnare l’Italia alla Cina. Tempo fa la Sicilia rischiò di finire nelle mani del bandito Giuliano. Non possiamo ricommettere lo stesso errore.
 
da Sapelli: «Sul Recovery Fund serve chiarezza su tempi e fondi»
upload_2020-4-27_14-36-13.png


upload_2020-4-27_14-37-27.png


upload_2020-4-27_14-41-6.png
 
LA SOLUZIONE TEDESCA PER I PROBLEMI DELL'ITALIA.
UNA SUPERPATRIMONIALE DEL 14%. Ecco verso cosa vi porterà il governo Conte.....
LA SOLUZIONE TEDESCA PER I PROBLEMI DELL’ITALIA. UNA SUPERPATRIMONIALE DEL 14%. Ecco verso cosa vi porterà il governo Conte…..



LA SOLUZIONE TEDESCA PER I PROBLEMI DELL’ITALIA. UNA SUPERPATRIMONIALE DEL 14%. Ecco verso cosa vi porterà il governo Conte…..
patriminiale-prevenire.jpg



Una prestigiosa rivista di economia e management tedesca, Manager Magazin, ha pubblicato la soluzione per il problema del debito pubblico italiano, una soluzione, semplice, lineare ed empirica: una bella superpatrimoniale del 14%.

Il discorso è semplice, alla fine ripete il consiglio dato da diversi economisti tedeschi in passato (citiamo dal testo):

Il punto di partenza per le mie considerazioni sono i seguenti fatti (tutti i numeri arrotondati):
  • Gli italiani hanno un patrimonio privato di 9.900 miliardi di euro.
  • Il debito dello stato italiano è solo di 2500 miliardi di euro.
  • Il PIL italiano prima del coronavirus era di 1.800 miliardi di euro.
  • Una tassa del 20 percento sulla ricchezza privata comporterebbe 1980 miliardi di euro: lo stato avrebbe quindi debiti di 520 miliardi di euro, che corrispondono a meno del 30 percento del PIL. Se si voleva ridurre il debito al 60 percento del PIL, una tassa del 14 percento sulla ricchezza privata era sufficiente per ridurre il debito pubblico.
Perfetto, non è vero? Una bella patrimoniale del 14% e passano tutti i dolori, La perfetta ricetta europea, basata sui saldi netti. Poi il fatto che :
  • non si possa cedere il 14% di un immobile;
  • le famiglie magari non hanno il 14% del valore del proprio immobile in cash e dovrebbero indebitarsi;
  • i beni “Mobili” si chiamano così perchè possono “Sparire”
  • che abbiamo già una patrimoniale, anzi due, la prima si chiama IMU, la seconda bollo sui depositi bancari, e nessuna delle due abbia risolto qualcosa;
Tutto questo passa in seconda fila, insieme al fatto che un’idea del genere farebbe saltare i mercati mobiliari ed immobiliari.

Del resto in una tabella loro guardano solo una colonna, quella del debito pubblico, pur essendo ben coscienti che il debito totale è quello che è importante:

debito-complessivo.png


Certo i tedeschi, nemici del debito, sono in una posizione molto migliore di tutti gli altri paesi europei, ma neanche noi saremmo messi male. Un tentativo forzato di far calare il debito pubblico usando la ricchezza privata sarebbe in grado solo di far crescere anche il debito privato. Però questa idea, fondamentalmente stupida, continua a circolare in Germania e nelle menti italiane collegate in modo automatico a Berlino.

Comunque grazie al MES, al SURE ed al futuro Fondo di Ricostruzione, tutti debiti da ripagare con più tasse, l’espropriazione si realizzerà o diventerà necessaria. Sia con aumenti dell’IMU, cioè seguendo la tattica della “Rana Bollita”, o con il taglio secco e brutale, avremo una nuova patrimoniale per pagare i debiti europei. L’importante è che ne siate coscienti.
 
Ultima modifica:
BARRA CARACCIOLO E MALVEZZI: TEMPO SEI MESI E SALTIAMO PER ARIA (segnatevelo)
lbc-malvezzi.png


Grazie ad Inriverente vi proponiamo questa intervista a RPL di Luciano Barra Caracciolo e di Valerio Malvezzi. Vi consigliamo veramente di sentire questa intervista al posto dei soliti, triti e governativi “Talk Show” su La 7, guardatevi questa snella intervista dei due professori con anche interruzioni ed interventi da parte del pubblico. Avendo , per forza dei trattati europei (art 123 TFUE) rinunciato a battere moneta nei momenti di crisi l’unico modo per riuscire a rifornire l’economia di liquidità e quindi permetterle di risollevarsi. Invece tutto il costrutto politico e legislativo europeo è stato costruito ad hoc per mantenere la moneta artificialmente scarsa, anche nei momenti in cui sarebbero necessarie politiche fiscali espansive. Quindi il risultato di tutto questo sarà un disastro economico di dimensioni epiche che succederà a partire dall’ultimo trimestre 2020, fra sei mesi , e che ha due giustificazioni ben precise , ciascuna colta dauno dei due intervistati:


  • Valerio Malvezzi nota che il governo , obbligando le aziende a ricorre al prestito, per quanto parzialmente garantito, mette gli istituti di credito sotto pressione con i limiti di capitalizzazione dei parametri di Basilea I e II (solo III è stata sospesa) e questo, nel momento in cui le aziende non si riprendessero, porterebbero al collasso del sistema aziendale e creditizio;
  • Luciano Barra Caracciolo mette il luce come il calo del PIL contemporaneo con il crollo della capacità di contribuzione fiscale e previdenziale farà saltare i bilanci pubblici, metterà in dubbio la capacità di procurarsi il denaro presso i mercati, stante la impossibilità di intervento diretto,con apertura di credito, della BCE, Questo giustificherà l’intervento del MES vero e la messa in liquidazione (patrimoniali, etc) da parte della troka.
Alla fine basta aspettare 6 mesi e vedere che cosa succede,ma cosa fa, e farà Conte? per ora nulla.


Luciano Barra Caracciolo Valerio Malvezzi RPL Valutazione Vertice €uropeo
 
UNA PROPOSTA PER SALVARE L’ITALIA E METTERE L’EUROPA CON LE SPALLE AL MURO
Di Francesco Celotto


Da sempre ho creduto che servisse una Europa forte e coesa per far fronte alle enormi sfide del futuro. Le nostre imprese si trovano ogni giorno di più a combattere in ambiti internazionali dove davvero l’unione fa la forza.
Il coronavirus ha messo profondamente in crisi la mia fede europeista. Leggere i resoconti dei recenti Consigli Europei, Eurogruppi e incontri della Commissione Europea mi ha purtroppo convinto che il progetto europeo, mai veramente andato oltre una mera unione doganale e monetaria, stia irrimediabilmente affondando, ostaggio dei veti, della incapacità di visione e solidarietà dei paesi del Nord Europa, appoggiati in questo dalla Germania, la quale una volta di più sta dimostrando che l’unico suo interesse è quello di sfruttare la Unione a proprio esclusivo vantaggio a discapito dell’interesse generale.
La Unione Europea sopravviverà come mera sommatoria di stati ma non sarà mai vera comunità, inutile coltivare ulteriori illusioni.

Per uscire dalla crisi noi popolo italiano dobbiamo, una volta di più, confidare solo sulle nostre forze.
Una delle grandi risorse dell’Italia è il risparmio delle nostre famiglie, uno dei più grandi al mondo e pari a quattro volte circa il nostro pil.

Lancio quindi la proposta di creare un deposito vincolato famigliare presso la Cassa Deposito e Prestiti (CDP) .

Ogni famiglia italiana dovrebbe sottoscrivere un deposito pari al 4% del proprio patrimonio mobiliare netto, pari in totale a 4374 miliardi di euro (dati fine 2017).
Il deposito avrebbe le seguenti caratteristiche:
  1. durata: 50 anni (2020-2070);
  2. forma: deposito vincolato remunerato denominato deposito famigliare Salviamo l’Italia;
  3. remunerazione composta da:
a) interesse fisso del 1,125% lordo pari all’1% netto per il periodo 2020-2070;
b) interesse variabile pari al 50% dell’inflazione rilevata per ciascun anno di riferimento nel periodo 2035-2070;

Il deposito è nominale e intransferibile.

Con il deposito lo Stato italiano potrebbe raccogliere dalle famiglie 172 miliardi di euro circa pari a quasi il 10% del pil. Una quantità di risorse che ci permetterebbe di prescindere dagli aiuti del vituperato Mes o dei fondi europei sottoposti comunque a estenuanti e ricattattorie trattative con la Germania.

Liberiamoci una volta per tutte dal cappio europeo, inutile e soffocante e mettiamo all’angolo chi da anni invoca rigore e tagli soprattutto al sistema sanitario per rispettare assurdi parametri di bilancio.

Diamo tutti il nostro piccolo contributo e risolleviamo una volta per tutte la nostra bella Italia

Francesco Celotto
 
Nessuna tassa patrimoniale per Italia, la Germania fa marcia indietro. E ci loda

Arriva dal tedesco Der Spiegel, il settimanale più letto in Germania, un inaspettato assist all’Italia. Dopo gli attacchi subiti dal nostro Paese la scorsa settimana, con invocazione di patrimoniali al 14% su ogni cittadino, la rivista tedesca prende posizione a favore dell’Italia. E torna a bacchettare il capo del Governo Angela Merkel, dopo averla criticata per l’opposizione agli Eurobond. In un editoriale del settimanale non si richiede nessuna tassa patrimoniale per Italia, la Germania fa marcia indietro.

Nessuna tassa patrimoniale per Italia, la Germania fa marcia indietro
Qualche giorno fa è apparso un articolo di un settimanale tedesco in cui si invocava per l’Italia una tassa patrimoniale del 14% su ogni persona. Nell’articolo si suggeriva questa come soluzione per rimettere in sesto i conti del nostro Paese, destinati a salire di molto per quest’anno. In poco tempo il dibattito si era ampliato. Un primo articolo sull’argomento era stato lanciato dal Magazine Manager, era stato poi ripreso dal sito Focus.de ed infine ampliato dall’economista Daniel Stelter. Posizioni, occorre sottolineare, che non arrivavano da prese di posizioni ufficiali di politici e istituzioni tedesche. Piuttosto pensieri espressi da una certa editoria teutonica avversaria (non vogliamo pensare nemica), dell’Italia. Da sempre l’Italia è stata oggetto di attacchi duri sulla stampa di Berlino. Il settimanale più letto, il Der Spiegel ci ha intitolato più di una copertine al veleno, con riferimento a pizze, mandolini, pistole, mafia ecc.

Ma è proprio dal Der Spiegel che arriva un inaspettato sostegno all’Italia e una tirata d’orecchi al capo del governo Angela Merkel. E lo fa in un editoriale a firma di

Thomas Fricke, dal titolo “Dolce vita? Sciocchezze. Dal 2010, gli investimenti pubblici in Italia sono diminuiti del 40% sotto la pressione del risparmio. Un vero crollo.” Per smontare l’idea sbagliata dell’Italia spendacciona, il settimanale tedesco riporta l’analisi della professoressa dell’Università di Roma Tre Antonella Sturati. In questo studio la Sturati sostiene che “dal 1992, i Governi italiani hanno avuto eccedenze di bilancio anno dopo anno, escludendo il pagamento degli interessi. Ad eccezione del 2009, anno di crisi finanziaria globale”. Sempre nel settimanale si legge come la spesa pubblica italiana sia rimasta immobile dal 2006, mentre in Germania è aumentata di quasi il 20%.

L’Europa e soprattutto la Germania, non possono fare a meno dell’Italia
Thomas Fricke ammonisce il governo tedesco e quelli del Nord Europa a non tenere un eccessivo atteggiamento punitivo contro l’Italia e i Paesi del Sud Europa. Perché lascerebbe lo spazio all’affermarsi dei movimenti populisti anti Europa. E alla ascesa al potere di personaggi come Boris Johnson o Donald Trump che non hanno a cuore le sorti della UE. Quell’Europa, sostiene ancora il Der Spiegel, in cui la Germania prospera da decenni, anche grazie alla forte complementarietà tra l’industria italiana e quella tedesca.

Una Italia in ginocchio, non solo metterebbe fine al progetto Europa ma porterebbe anche un grave danno economico al sistema produttivo tedesco. Si può fare i primi della classe solamente se si è in classe. Ma se la classe non esiste più non si è più primi ma soli. E Angela Merkel sembra cominci ad averlo chiaro, leggendo le sue ultime dichiarazioni di sostegno all’Italia

Nessuna tassa patrimoniale per Italia, la Germania fa marcia indietro. E ci loda - Proiezioni di Borsa
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto