patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
J. D. SPOONER
La borsa è uno stato mentale. Saper resistere alla naturale euforia o al panico pilotati dai media è il primo passo verso il profitto
Wall Street stretta tra rumors e dati macro
Al termine di una seduta altalenante, contrassegnata da iniziali ampie prese di profitto e successive ricoperture all’indiscrezione della prossima cattura di uno dei leader di Al Qaeda (forse persino Ayman Al-Zawahri, il numero due dell’organizzazione terrrorista), Wall Street manca di poco l’obiettivo di chiudere in pari, col Dow che termina a quota 10.295,78, (-0,04%), mentre il più ampio S&P500 chiude sui 1.122,31 punti (-0,13%). Più ampio il calo del Nasdaq (grafico, a 1.962,44 punti (-0,72%) come pure del Russell 2000, a quota 574,55 (-0,69%). L’oro ha intanto chiuso la seduta a quota 411,30 in crescita di 3,80 dollari l’oncia. In lieve calo i T-bond col rendimento sui decennali a 3,75% e quello sui trentennali al 4,70%.
Il là iniziale alle vendite oggi è venuto da una serie di dati macroeconomici inferiori alle attese, dall’indice dell’attività manifatturiera elaborato dalla Fed di Philadelphia, che ha mostrato un’espansione meno vigorosa del previsto all’indice dei prezzi alla produzione di gennaio, la cui pubblicazione era stata finora rinviata, che ha mostrato un’inatteso balzo in avanti dell’inflazione all’ingrosso: +0,6% su base mensile dopo il +0,2% di dicembre, contro attese di un +0,4%, a causa dell’aumento del 4,7% dei prezzi dei prodotti energetici (mentre l’indice “core” sale dello 0,3% contro un +0,1% previsto). Una notizia che ha oscurato quella, potenzialmente positiva, del minimo degli ultimi tre anni per quanto riguarda le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. Modesto anche il guadagno dell’indicatore guida, in crescita a gennaio dello 0,4% contro attese di un +0,5% rispetto al mese precedente.
La giornata di oggi ha anche visto sotto i riflettori alcune blue chip, da Microsoft (MSFT), che si è visto giudicare colpevole di azioni lesive della concorrenza da parte dell’Antitrust europeo e che ora rischia una multa multimilionaria, a United Technologies (UTX), che ha ribadito le proprie stime sui risultati del 2004, fino a Morgan Stanley (MWD), che si aggiunge a Lehman Brothers e a Bears Stearns nell’elenco delle banche d’affari in grado di centrare le migliori attese degli analisti di Wall Street grazie a 1,23 miliardi di dollari di ricavi netti, pari a 1,11 dollari di utile per azione, dai 905 milioni registrati
lo scorso anno (82 centesimi per azione).
Ciò nonostante alla fine il numero di componenti in calo supera quelli in crescita nel Dow per 16 a 14; tra i peggiori oggi vi sono McDonald’s e Intel, entrambi in calo di oltre 2 punti percentuali, mentre AmEx, At&t, Citigroup, Home Depot e Wal-Mart sono tra i migliori, insieme a Citigroup, che tocca il nuovo massimo a un anno. In generale si nota ancora una certa latitanza dei volumi, che continuano ad essere l’ingrediente mancante per riuscire a far imboccare al mercato un trend definito al rialzo o al ribasso. Tra le small cap, oggi generalmente deludenti, troviamo il top performer della seduta: si tratta di M-Wave (MWAV) che sale del 48% chiudendo a 3,85 dollari per azione dopo aver annunciato nuovi ordini per un totale di 3 miliardi di dollari. Nel corso della seduta la società aveva addirittura toccato il nuovo record annuale a 5 dollari per azione con oltre 6,4 milioni di azioni scambiate, contro una media giornaliera finora non superiore ai 100 mila pezzi.

J. D. SPOONER
La borsa è uno stato mentale. Saper resistere alla naturale euforia o al panico pilotati dai media è il primo passo verso il profitto
Wall Street stretta tra rumors e dati macro
Al termine di una seduta altalenante, contrassegnata da iniziali ampie prese di profitto e successive ricoperture all’indiscrezione della prossima cattura di uno dei leader di Al Qaeda (forse persino Ayman Al-Zawahri, il numero due dell’organizzazione terrrorista), Wall Street manca di poco l’obiettivo di chiudere in pari, col Dow che termina a quota 10.295,78, (-0,04%), mentre il più ampio S&P500 chiude sui 1.122,31 punti (-0,13%). Più ampio il calo del Nasdaq (grafico, a 1.962,44 punti (-0,72%) come pure del Russell 2000, a quota 574,55 (-0,69%). L’oro ha intanto chiuso la seduta a quota 411,30 in crescita di 3,80 dollari l’oncia. In lieve calo i T-bond col rendimento sui decennali a 3,75% e quello sui trentennali al 4,70%.
Il là iniziale alle vendite oggi è venuto da una serie di dati macroeconomici inferiori alle attese, dall’indice dell’attività manifatturiera elaborato dalla Fed di Philadelphia, che ha mostrato un’espansione meno vigorosa del previsto all’indice dei prezzi alla produzione di gennaio, la cui pubblicazione era stata finora rinviata, che ha mostrato un’inatteso balzo in avanti dell’inflazione all’ingrosso: +0,6% su base mensile dopo il +0,2% di dicembre, contro attese di un +0,4%, a causa dell’aumento del 4,7% dei prezzi dei prodotti energetici (mentre l’indice “core” sale dello 0,3% contro un +0,1% previsto). Una notizia che ha oscurato quella, potenzialmente positiva, del minimo degli ultimi tre anni per quanto riguarda le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. Modesto anche il guadagno dell’indicatore guida, in crescita a gennaio dello 0,4% contro attese di un +0,5% rispetto al mese precedente.

La giornata di oggi ha anche visto sotto i riflettori alcune blue chip, da Microsoft (MSFT), che si è visto giudicare colpevole di azioni lesive della concorrenza da parte dell’Antitrust europeo e che ora rischia una multa multimilionaria, a United Technologies (UTX), che ha ribadito le proprie stime sui risultati del 2004, fino a Morgan Stanley (MWD), che si aggiunge a Lehman Brothers e a Bears Stearns nell’elenco delle banche d’affari in grado di centrare le migliori attese degli analisti di Wall Street grazie a 1,23 miliardi di dollari di ricavi netti, pari a 1,11 dollari di utile per azione, dai 905 milioni registrati
lo scorso anno (82 centesimi per azione).
Ciò nonostante alla fine il numero di componenti in calo supera quelli in crescita nel Dow per 16 a 14; tra i peggiori oggi vi sono McDonald’s e Intel, entrambi in calo di oltre 2 punti percentuali, mentre AmEx, At&t, Citigroup, Home Depot e Wal-Mart sono tra i migliori, insieme a Citigroup, che tocca il nuovo massimo a un anno. In generale si nota ancora una certa latitanza dei volumi, che continuano ad essere l’ingrediente mancante per riuscire a far imboccare al mercato un trend definito al rialzo o al ribasso. Tra le small cap, oggi generalmente deludenti, troviamo il top performer della seduta: si tratta di M-Wave (MWAV) che sale del 48% chiudendo a 3,85 dollari per azione dopo aver annunciato nuovi ordini per un totale di 3 miliardi di dollari. Nel corso della seduta la società aveva addirittura toccato il nuovo record annuale a 5 dollari per azione con oltre 6,4 milioni di azioni scambiate, contro una media giornaliera finora non superiore ai 100 mila pezzi.