Tiscali intraday 2 Febb 2005...e i baldi speranzosi!!!

patt

Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
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JOEY ADAMS
La bancarotta è una pratica perfettamente legale grazie alla quale tu ti metti i soldi nella tasca dei pantaloni e consegni il soprabito ai creditori.



Wall Street: il rialzo si fa strada. Tutti pazzi per American Express (+6,37%)

Seconda sessione consecutiva sui guadagni a Wall Street per gli indici azionari americani. L’ottava corrente, infatti, sembra esser iniziata col piede giusto, dato gli investitori che stanno ritrovando l’ottimismo sull’azionario a stelle e strisce anche in virtù di operazioni sul capitale varate dai Big dei listini, ma anche per effetto di ulteriori operazioni di fusione e di acquisizione che potrebbero essere lanciate nel corso delle prossime settimane. Così, a fine giornata, il Dow Jones e l’indice allargato, l’SP500, hanno guadagnato, rispettivamente, lo 0,59% e lo 0,69%, mentre il Nasdaq (grafico Composite ha chiuso con un gain dello 0,30% dopo un avvio in frazionale territorio negativo.


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Tra i titoli del Dow Jones, il colosso American Express (AXP) è stato acquistato a mani basse dagli investitori in scia all’annuncio relativo allo scorporo della propria divisione finanziaria, l’American Express Financial Advisors unit. Il titolo, al close, ha così guadagnato il 6,37%, conquistandosi la fiducia del mercato e di numerosi analisti, tra cui Michael Hughes di Merrill Lynch, il quale ha innalzato la raccomandazione su American Express portandola da “neutral” a “buy” (comprare). Dall’altra parte del segno, invece, segnaliamo il close in controtendenza di Pfizer (-1,24%), McDonald’s (-1,27%), Merck (-0,78%) e Procter and Gamble (-0,68%), mentre Exxon (XOM) ha messo a segno uno strappo del 3,24% dopo l’upgrade, da “peer perform” ad “outperform”, emesso oggi dagli analisti di Bear Stearns.


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Al New York Stock Exchange, spicca tra i Big il rialzo registrato da Advanced Micro Devices (AMD), che al close ha fatto registrare un incremento del 2,97% nonostante la copertura iniziale, con un rating di “sell” (vendere), avviata oggi dagli esperti di Moors and Cabot. Nel settore del networking, luce verde anche per Nortel Networks (+3,08%), mentre in quello telefonico Sprint FON Group (+1,47%) ha piazzato il terzo rialzo di fila in scia all’upgrade, da “underperform” ad “outperform”, emesso oggi da Thomas Weisel. Sul versante opposto, invece, segnaliamo anche oggi la chiusura in rosso di Gillette (-0,83%) e, soprattutto, quella del colosso Tyco International Ltd (-4,51%), pressato dalle vendite dopo aver riportato una trimestrale con utili inferiori alle previsioni di consenso.

Sul tabellone elettronico del Nasdaq, giornata nera per Ariba Inc. (ARBA), che a fine giornata ha fatto registrare un crollo del 32,42% dopo aver riportato una trimestrale con utili e ricavi inferiori alle attese degli analisti. Nel dettaglio la società, attiva nella produzione di software per l’e-commerce, ha archiviato il primo trimestre fiscale con un utile, escludendo i costi per le acquisizioni e le ristrutturazioni, pari a $ 0,02 per azione rispetto ad un consenso “piazzato” a $ 0,04 per azione; allo stesso modo, il giro d’affari è stato di $ 86,9 milioni rispetto ad una stima non inferiore agli $ 87,9 milioni. Dall’altra parte del segno, invece, è proseguito anche oggi il momento d’oro di Sun Microsystems (+1,38%), che nelle ultime tre sessioni ha messo a segno un rialzo complessivo dell’ordine dei dieci punti percentuali. In particolare, gli investitori oggi hanno premiato i titoli del colosso del settore computer-network dopo che l’azienda ha annunciato di voler introdurre, a favore dei propri clienti, un sistema di “pay-per-use”, su base oraria, per l’utilizzo delle piattaforme di calcolo. Nel settore dei semiconduttori, a fine giornata, disco verde anche per Atmel (+3,92%) ed Applied Materials (+3,14%), mentre tra i Big Internet sono tornati a scendere eBay (-4,38%), Google (-1,90%) e Yahoo! (-1,31%).

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Sui mercati valutari, infine, l’euro in serata nei confronti del dollaro passa di mano a 1,3049 rispetto ad un minimo intraday sul livello di $ 1,30.



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ciao Pat. e ancora complimenti per i 15000 post! :)
Buongiorno a tutti! :)
Oggi non posso seguire:cercate di guadagnarne anche per me! :D
 
fabri69 ha scritto:
ciao Pat. e ancora complimenti per i 15000 post! :)
Buongiorno a tutti! :)
Oggi non posso seguire:cercate di guadagnarne anche per me! :D

Ciao Pat Traguardo raggiunto
Prossima fermata 20.000


Dimenticavo Buon giorno a tutti :smile: e non!!!!!
 
TORINO - La ''mediation'' fra Fiat e Gm, cioe' il tentativo di trovare un accordo amichevole sull' opzione put, il diritto di Fiat di vendere l' intero Settore Auto alla casa di Detroit, non ha dato risultati. Scadeva alla sei di questa mattina (mezzanotte ora di New York).

In una nota Fiat afferma che ''non e' stato raggiunto nessun accordo'' e che ''la put option e' valida, esercitabile nei termini previsti dall'accordo ed e' un asset importante per il gruppo''. Da oggi il Lingotto puo' farla scattare entro un arco di tempo che scade il 24 luglio del 2010. Si attendono ora le contromosse di General Motors, che contesta il diritto in mano al Lingotto e che, secondo il Master agreement siglato nel marzo del 2000 con Fiat, puo' ricorrere al tribunale di New York.

La mediation era stata avviata dalla Gm lo scorso 16 dicembre, due giorni dopo l' ultimo tentativo di trovare un accordo con la Fiat in occasione dello Steering Committee svoltosi sul lago di Costanza, in Germania e all' indomani della conclusione, il 15 dicembre, della tregua di un anno che aveva spostato l'inizio dell' esercizio dell' opzione put dal 24 gennaio 2004 allo stesso giorno del 2005.

Dopo l' incontro tedesco i due costruttori avevano dovuto ufficializzare che non era stato raggiunto ''un accordo sui temi finanziari e industriali rilevanti relativi all' alleanza''.

Gm ha avviato la mediation con una comunicazione alla Securities and Exchange Commission (la Consob americana) in cui sosteneva di non ritenere piu' valida la put option per due motivi: ''la ricapitalizzazione di Fiat Auto Holding nel 2003 e la vendita da parte di Fiat Auto della maggioranza di Fidis, sempre nel 2003''.

Per tentare di trovare un' intesa gli amministratori delegati dei due gruppi, Richar Wagoner e Sergio Marchionne, si sono incontrati lo scorso 18 gennaio in una localita' segreta, ma non sono riusciti a definire un accordo. Per rinunciare alla put option Fiat chiede una contropartita economica. Secondo valutazioni di analisti l' opzione avrebbe una valore fra i 2 e i 3,6 miliardi di euro.
 

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