patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
WOODY ALLEN
Non è più sufficiente fare solo denaro. Ora dobbiamo imparare a far fare del denaro al nostro denaro
Wall Street resiste alla tensione
Giugno inizia senza troppa convinzione da parte degli investitori americani, dopo che maggio si era chiuso con un ottimo bilancio settimanale col Dow Jones in salita del 2,2% e il Nasdaq (grafico del 3,9%. Invece oggi solo un insperato recupero nell’ultima mezzora di contrattazioni salva Wall Street da un calo che pareva inevitabile, stante il nuovo record storico del prezzo del greggio texano, il cui future ha chiuso stasera a 42,33 dollari al barile. Il Dow Jones chiude così a 10.201,23 punti (+0,13%), mentre l’S&P500 finisce a 1.121,19 (+0,05%) e il Nasdaq a 1.990,77 (+0,20%). In recupero anche il Russell 2000, a quota 572,55 (+0,75%). Dal canto loro i T-bond vedono i rendimenti risalire al 4,70% per il decennale guida e al 5,39% per il benchmark sui trent’anni. Stabile l’oro, a 395,20 dollari l’oncia.
Il petrolio riflette per altro le paure scatenate dall’ennesimo episodio sanguinoso in Medio Oriente, che ripropone il tema della profonda insicurezza in cui si trovano le forniture petrolifere dell’Occidente e che giunge a poche ore di distanza dalla designazione di un nuovo presidente per il governo transitorio iracheno che nelle intenzioni americano dovrà insediarsi il prossimo 30 giugno.
Se si aggiunge che anche i dati odierni sulla spesa per le costruzioni di aprile (+1,3% contro il +0,4% atteso) e sull’indice Ism manifatturiero (salito a sorpresa a 62,8 a maggio dai 62,4 di aprile contro attese pari a 61,5) confermando che la ripresa è ormai netta spingono per un rialzo in tempi brevi, forse già a fine mese, dei tassi d’interesse da tempo fermi sui minimi degli ultimi 40 anni, si può capire come mai tanti investitori preferiscano restare alla finestra, tanto che Al Goldman, capo strategista di Ag Edwards, ha dichiarato di attendersi una fase di incertezza “almeno fino alla fine di quest’estate”. Una prudenza cui fa eco quella di Tobias Levkovich, di Smith Barney, che ritiene più probabile da qui all’estate un calo del mercato che non il consueto rally estivo, mentre Jim Gorman, di Prudential, osserva che il rialzo dei prezzi dei prodotti petroliferi e quello dei tassi d’interesse rischia rendere sempre più ardua la comparazione tra i tassi di crescita dei consumi attuali e quelli di dodici mesi fa e consiglia pertanto alla propria clientela di sottopesare d’ora in poi i titoli legati ai consumi. Passando in rassegna i singoli temi della giornata si nota il calo di Verizon (VIA.B), subisce la notizia dell’abbandono del numero due del colosso editoriale Usa, Mel Karmazin, e termina a 36,50 dollari per azione (-1%), accusando anche l’annuncio che il numero uno del gruppo, Summer Redstone, lascerà la carica entro tre anni.
Complessivamente sul Dow i titoli in calo battono (16 a 14) quelli in crescita, con Exxon Mobil (XOM), Caterpillar (CAT), Merck (MRK), Altria (MO) e Walt Disney (DIS) tra i migliori.
Debole anche Oracle (ORCL), dopo un downgrade da parte di Prudential da “overweight” a “neutral weight”. I commenti dei broker stanno iniziando a peggiorare anche nei confronti di Intel (INTC) in attesa della revisione delle stime di metà trimestre attese giovedì, come conferma la decisione di Merrill Lynch di tagliare le stime sul fatturato di 100 milioni di dollari a 7,95 miliardi di dollari e sugli utili per azione di 1 centesimo, a 26 centesimi per titolo. Chi invece chiude in forte rialzo è la small cap tecnologica Spectrum Signal (SSPI), che sale del 30% alla notizia che la società fornirà (non si sa per che cifra) la propria piattaforma software flexComm SDR-3000 alla Lockheed Martin (LMT).


WOODY ALLEN
Non è più sufficiente fare solo denaro. Ora dobbiamo imparare a far fare del denaro al nostro denaro

Wall Street resiste alla tensione
Giugno inizia senza troppa convinzione da parte degli investitori americani, dopo che maggio si era chiuso con un ottimo bilancio settimanale col Dow Jones in salita del 2,2% e il Nasdaq (grafico del 3,9%. Invece oggi solo un insperato recupero nell’ultima mezzora di contrattazioni salva Wall Street da un calo che pareva inevitabile, stante il nuovo record storico del prezzo del greggio texano, il cui future ha chiuso stasera a 42,33 dollari al barile. Il Dow Jones chiude così a 10.201,23 punti (+0,13%), mentre l’S&P500 finisce a 1.121,19 (+0,05%) e il Nasdaq a 1.990,77 (+0,20%). In recupero anche il Russell 2000, a quota 572,55 (+0,75%). Dal canto loro i T-bond vedono i rendimenti risalire al 4,70% per il decennale guida e al 5,39% per il benchmark sui trent’anni. Stabile l’oro, a 395,20 dollari l’oncia.

Il petrolio riflette per altro le paure scatenate dall’ennesimo episodio sanguinoso in Medio Oriente, che ripropone il tema della profonda insicurezza in cui si trovano le forniture petrolifere dell’Occidente e che giunge a poche ore di distanza dalla designazione di un nuovo presidente per il governo transitorio iracheno che nelle intenzioni americano dovrà insediarsi il prossimo 30 giugno.
Se si aggiunge che anche i dati odierni sulla spesa per le costruzioni di aprile (+1,3% contro il +0,4% atteso) e sull’indice Ism manifatturiero (salito a sorpresa a 62,8 a maggio dai 62,4 di aprile contro attese pari a 61,5) confermando che la ripresa è ormai netta spingono per un rialzo in tempi brevi, forse già a fine mese, dei tassi d’interesse da tempo fermi sui minimi degli ultimi 40 anni, si può capire come mai tanti investitori preferiscano restare alla finestra, tanto che Al Goldman, capo strategista di Ag Edwards, ha dichiarato di attendersi una fase di incertezza “almeno fino alla fine di quest’estate”. Una prudenza cui fa eco quella di Tobias Levkovich, di Smith Barney, che ritiene più probabile da qui all’estate un calo del mercato che non il consueto rally estivo, mentre Jim Gorman, di Prudential, osserva che il rialzo dei prezzi dei prodotti petroliferi e quello dei tassi d’interesse rischia rendere sempre più ardua la comparazione tra i tassi di crescita dei consumi attuali e quelli di dodici mesi fa e consiglia pertanto alla propria clientela di sottopesare d’ora in poi i titoli legati ai consumi. Passando in rassegna i singoli temi della giornata si nota il calo di Verizon (VIA.B), subisce la notizia dell’abbandono del numero due del colosso editoriale Usa, Mel Karmazin, e termina a 36,50 dollari per azione (-1%), accusando anche l’annuncio che il numero uno del gruppo, Summer Redstone, lascerà la carica entro tre anni.

Debole anche Oracle (ORCL), dopo un downgrade da parte di Prudential da “overweight” a “neutral weight”. I commenti dei broker stanno iniziando a peggiorare anche nei confronti di Intel (INTC) in attesa della revisione delle stime di metà trimestre attese giovedì, come conferma la decisione di Merrill Lynch di tagliare le stime sul fatturato di 100 milioni di dollari a 7,95 miliardi di dollari e sugli utili per azione di 1 centesimo, a 26 centesimi per titolo. Chi invece chiude in forte rialzo è la small cap tecnologica Spectrum Signal (SSPI), che sale del 30% alla notizia che la società fornirà (non si sa per che cifra) la propria piattaforma software flexComm SDR-3000 alla Lockheed Martin (LMT).