patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
KENNETH E. WALDEN
Non litigate col mercato, perchè è come il tempo: anche se non è sempre buono, ha sempre ragione.
Wall Street stacca la spina e attende il nuovo presidente
Il calo del prezzo del greggio sotto i 50 dollari al barile sostiene per l’intera seduta Wall Street, ma a pochi minuti dal termine gli operatori sembrano disinteressarsi del tutto delle sorti della giornata borsistica per correre a leggere i primissimi exit poll delle elezioni politiche statunitensi, visibili sul sito repubblicano Drudge Report. Così in attesa di sapere se il nuovo presidente sarà effettivamente Johnn Kerry, accreditato di un esiguo vantaggio su George W. Bush nel voto popolare (ma già Al Gore ottenne un numero di voti superiori al leader repubblicano, senza riuscire a varcare la soglia della Casa Bianca)
il Dow Jones chiude a quota 10.036,10 (-0,18%), dopo aver superato i 10.100 punti nella giornata, mentre il più significativo S&P500 chiude sui 1.130,58 punti (+0,01%), ben distante dai massimi intraday. Leggermente migliore la difesa del Nasdaq (grafico, per la prima volta dallo scorso luglio ha rivisto quota 2.000 prima di chiudere a 1.984,79 punti (+0,25%) grazie anche alla ripresa dei semiconduttori (a +0,13% la chiusura del sottoindice) nonostante il “warning” di National Semiconductor di ieri sera. Dal canto suo il Russell 2000 scivola a 585,41 punti (-0,27%), circa un punto percentuale sotto i massimi odierni. I T-bond registrano lievi ribassi dei rendimenti, che tornano al 4,08% per il decennale (dal 4,09% di ieri) e al 4,84% per il trentennale (dal 4,85%). In forte calo l’oro, a 420,80 dollari l’oncia, mentre il petrolio vale 49,62 dollari al barile.
Così mentre anche i sui principali media italiani tiene banco l’Election Day a stelle e strisce (nel quale vengono anche rinnovati 11 governatorati e un terzo dei seggi al Senato e alla Camera dei Deputati), il listino azionario americano stacca la spina e attende di sapere se vi sarà da subito un risultato chiaro o se si dovrà nuovamente aspettare l’esito, come quattro anni or sono, di ricorsi incrociati da parte dei due sfidanti, l’ipotesi in assoluto più temuta da Wall Street. Per quanto riguarda invece il “tifo” per i due candidati, secondo le statistiche di Borsa novembre è il miglior mese dell’anno quando il presidente in carica viene battuto ed il secondo peggior mese dell’anno quando viene rieletto per un secondo mandato.
Tra i singoli “big” del listino stasera si mette in luce Verizon (VZ), dopo che l’operatore telefonico ha annunciato un’accordo con Nextel Communications (NXTL, a sua volta in rialzo) per porre fine alla disputa legale in corso tra le due compagnie. Tra i farmaceutici Merck (MRK) perde invece ulteriore terreno, toccando il minimo degli ultimi otto anni e mezzo per le possibili conseguenze del caso Vioxx. Sul fronte dei dati macroeconomici, in assenza di particolari indici ufficiali tiene banco l’inchiesta mensile sui licenziamenti proposta dall’agenzia di outplacement Challenger Grey & Christmas che ha annunciato come ad ottobre i licenziamenti siano diminuiti del 5,6% a 107.863 unità. Ciò nonostante, fanno notare gli analisti, il totale resta per il secondo mese consecutivo sopra le 100 mila unità, ed è un segnale decisamente non positivo: non accadeva, infatti, dal bimestre gennaio-febbraio dello scorso anno. E proprio una delle ex “stelle” del listino, America On Line (ormai semplice divisione del colosso Time Warner, TWX), ha annunciato oggi di essere pronta a licenziare oltre 700 dipendenti nel tentativo di ridurre i costi per bilanciare il calo degli abbonati ai propri servizi online, secondo quanto ha annunciato il Washington Post. Dopo la notizia il titolo della controllante ha registrato un lieve rialzo. Sulle montagne russe National Semiconductor (NSM), che prima perde oltre 9 punti, dopo il “warning” di ieri sera, poi recupera ampiamente terreno, pur chiudendo in calo dell’1,75% circa.
Positivi quasi tutti i “big” tra i produttori di computer, da Dell (DELL) a Apple Computer (AAPL), fino a Hewlett-Packard (HPQ) con la sola eccezione di Gateway (GTW), in calo di oltre un punto. Tra i produttori di software PeopleSoft (PSFT) perde terreno dopo un downgrade da parte di Piper Jaffray, da “outperform” a “market perform” mentre Oracle (ORCL) recupera leggermente quota.
Infine nel settore energetico tiene banco l’acquisizione da parte di Dynegy (DYN) di Exelon Corp. (EXC) per 1,05 miliardi di dollari. In cambio Dynegy acquisirà una centrale elettrica e quattro impianti distributivi di gas naturale a New York, oltre a quattro centrali idroelettriche in Pennsylvania.

KENNETH E. WALDEN
Non litigate col mercato, perchè è come il tempo: anche se non è sempre buono, ha sempre ragione.
Wall Street stacca la spina e attende il nuovo presidente
Il calo del prezzo del greggio sotto i 50 dollari al barile sostiene per l’intera seduta Wall Street, ma a pochi minuti dal termine gli operatori sembrano disinteressarsi del tutto delle sorti della giornata borsistica per correre a leggere i primissimi exit poll delle elezioni politiche statunitensi, visibili sul sito repubblicano Drudge Report. Così in attesa di sapere se il nuovo presidente sarà effettivamente Johnn Kerry, accreditato di un esiguo vantaggio su George W. Bush nel voto popolare (ma già Al Gore ottenne un numero di voti superiori al leader repubblicano, senza riuscire a varcare la soglia della Casa Bianca)

il Dow Jones chiude a quota 10.036,10 (-0,18%), dopo aver superato i 10.100 punti nella giornata, mentre il più significativo S&P500 chiude sui 1.130,58 punti (+0,01%), ben distante dai massimi intraday. Leggermente migliore la difesa del Nasdaq (grafico, per la prima volta dallo scorso luglio ha rivisto quota 2.000 prima di chiudere a 1.984,79 punti (+0,25%) grazie anche alla ripresa dei semiconduttori (a +0,13% la chiusura del sottoindice) nonostante il “warning” di National Semiconductor di ieri sera. Dal canto suo il Russell 2000 scivola a 585,41 punti (-0,27%), circa un punto percentuale sotto i massimi odierni. I T-bond registrano lievi ribassi dei rendimenti, che tornano al 4,08% per il decennale (dal 4,09% di ieri) e al 4,84% per il trentennale (dal 4,85%). In forte calo l’oro, a 420,80 dollari l’oncia, mentre il petrolio vale 49,62 dollari al barile.

Così mentre anche i sui principali media italiani tiene banco l’Election Day a stelle e strisce (nel quale vengono anche rinnovati 11 governatorati e un terzo dei seggi al Senato e alla Camera dei Deputati), il listino azionario americano stacca la spina e attende di sapere se vi sarà da subito un risultato chiaro o se si dovrà nuovamente aspettare l’esito, come quattro anni or sono, di ricorsi incrociati da parte dei due sfidanti, l’ipotesi in assoluto più temuta da Wall Street. Per quanto riguarda invece il “tifo” per i due candidati, secondo le statistiche di Borsa novembre è il miglior mese dell’anno quando il presidente in carica viene battuto ed il secondo peggior mese dell’anno quando viene rieletto per un secondo mandato.

Tra i singoli “big” del listino stasera si mette in luce Verizon (VZ), dopo che l’operatore telefonico ha annunciato un’accordo con Nextel Communications (NXTL, a sua volta in rialzo) per porre fine alla disputa legale in corso tra le due compagnie. Tra i farmaceutici Merck (MRK) perde invece ulteriore terreno, toccando il minimo degli ultimi otto anni e mezzo per le possibili conseguenze del caso Vioxx. Sul fronte dei dati macroeconomici, in assenza di particolari indici ufficiali tiene banco l’inchiesta mensile sui licenziamenti proposta dall’agenzia di outplacement Challenger Grey & Christmas che ha annunciato come ad ottobre i licenziamenti siano diminuiti del 5,6% a 107.863 unità. Ciò nonostante, fanno notare gli analisti, il totale resta per il secondo mese consecutivo sopra le 100 mila unità, ed è un segnale decisamente non positivo: non accadeva, infatti, dal bimestre gennaio-febbraio dello scorso anno. E proprio una delle ex “stelle” del listino, America On Line (ormai semplice divisione del colosso Time Warner, TWX), ha annunciato oggi di essere pronta a licenziare oltre 700 dipendenti nel tentativo di ridurre i costi per bilanciare il calo degli abbonati ai propri servizi online, secondo quanto ha annunciato il Washington Post. Dopo la notizia il titolo della controllante ha registrato un lieve rialzo. Sulle montagne russe National Semiconductor (NSM), che prima perde oltre 9 punti, dopo il “warning” di ieri sera, poi recupera ampiamente terreno, pur chiudendo in calo dell’1,75% circa.

Positivi quasi tutti i “big” tra i produttori di computer, da Dell (DELL) a Apple Computer (AAPL), fino a Hewlett-Packard (HPQ) con la sola eccezione di Gateway (GTW), in calo di oltre un punto. Tra i produttori di software PeopleSoft (PSFT) perde terreno dopo un downgrade da parte di Piper Jaffray, da “outperform” a “market perform” mentre Oracle (ORCL) recupera leggermente quota.
Infine nel settore energetico tiene banco l’acquisizione da parte di Dynegy (DYN) di Exelon Corp. (EXC) per 1,05 miliardi di dollari. In cambio Dynegy acquisirà una centrale elettrica e quattro impianti distributivi di gas naturale a New York, oltre a quattro centrali idroelettriche in Pennsylvania.

