patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
R. H. CABELL
Amo gli affari perchè sono del tutto egoisti e quindi escludono l'ipocrisia ed il sentimentalismo
Greggio dati macro e terrorismo mettono in crisi Wall Street
Il petrolio non vuol saperne del parere degli esperti di mezzo mondo e chiude sopra la barriera dei 44 dollari, a 44,15 dollari al barile, facendo definitivamente deragliare Wall Street, i cui indici non sono mai realmente apparsi in grado di risalire la corrente, a differenza di ieri. Il Dow Jones termina così a quota 10.120,24 (-0,58%), mentre il più significativo S&P500 finisce a quota 1.099,69 (-0,63%). In netto calo anche il Nasdaq (grafico, a 1.859,42 punti (-1,73%), col Russell 2000 che termina a quota 543,63 (-1,50%). Dal canto loro i T-bond recuperano leggermente terreno col rendimento del decennale che scivola al 4,42% e quello sul trent’anni al 5,16%. In ripresa l’oro, a 396,50 dollari l’oncia, 2 in più di ieri.
A pesare sul listino, oltre al greggio, sono anche i nuovi segnali di un rallentamento dei consumi: prima dell’apertura della sessione, infatti, il Dipartimento del commercio ha annunciato che la spesa per consumi è scesa a giugno dello 0,7%, deludendo le attese degli analisti, che si aspettavano un calo non superiore allo 0,1%. Immediata la reazione dei titoli della grande distribuzione, in calo mediamente dell’1,7%. In è bastato a migliorare l’umore degli operatori il dato, in linea con le previsioni, dei redditi personali, saliti dello 0,2% sempre a giugno, mentre ora gli economisti guardano con una certa apprensione ai dati chiave del mercato del lavoro di luglio, che verranno diffusi venerdì e che potrebbero confermare che non si è in presenza di un singolo mese anomalo ma di un vero rallentamento della crescita.
Del resto la miscela di possibili attentati terroristici, elevati prezzi del petrolio e rallentamento dei consumi contribuisce dunque a far salire il premio per il rischio richiesto dagli investitori, che si confrontano con una possibilità crescente che l’economia Usa rallenti marcatamente il proprio passo nei mesi a venire. Non sembra promettere niente di buono, in tal senso, la notizia che le grandi corporation abbiano annunciato l’8,1% in più di riduzioni del personale a luglio rispetto al precedente mese di giugno, come ha rivelato oggi uno studio della società di outplacement Challenger, Gray & Christmas.
Per quanto riguarda il petrolio, ad esempio, gli economisti valutano molto negativamente una lunga permanenza dei prezzi sopra quota 40 dollari, mentre il future sul greggio oggi si è spinto verso territori inesplorati oltre la soglia storica dei 44 dollari al barile.
Così alla fine 20 dei 30 componenti del Dow hanno chiuso in perdita, mentre a livello di mercato i titoli in calo hanno battuto per 9 a 7 quelli in recupero sul Nyse e per 2 a 1 sul Nasdaq, tra volumi in leggero calo, pari a 1,3 miliardi di titoli scambiati sul listino principale e 1,5 miliardi sul listino tecnologico di New York. Tra i “big” della Borsa americana perdono quota Alcoa (AA), Caterpillar (CAT), Home Depot (HD), Intel (INTC), Honeywell (HON) e Microsoft (MSFT), mentre la ritrovata verve dei titoli delle telecomunicazioni spinge al rialzo Verizon Communications (VZ), oggi in compagnia di American International Group (AIG) e ExxonMobil (XOM).
Tra le principali società a rilasciare oggi la propria trimestrale, Tyco (TYC) sale di mezzo punto dopo aver chiuso il terzo trimestre fiscale con un utile di 922,6 milioni, o 43 centesimi per azione, in rialzo dai 566,5 milioni, (27 centesimi per titolo), dello stesso periodo dello scorso anno. Al netto delle componenti non ricorrenti l’utile sale a 45 centesimi per azione, 3 in più di quanto previsto dagli analisti americani. In rialzo dell’11%anche il fatturato, salito a 10,5 miliardi di dollari. La società ha inoltre alzato le stime sui risultati dell’intero 2004 tra gli 1,61 e gli 1,63 dollari di utile per azione, oltre quanto finora previsto dagli analisti. Di segno opposto i numeri di Qwest (Q), crollato del 20,15% a causa della crescita oltre le attese della perdita del gruppo di telecomunicazioni a 776 milioni di dollari, o 43 centesimi per azione, rispetto a un rosso 125 milioni, o 4 centesimi, dello stesso periodo dello scorso anno. La perdita comprende una componente di 27 centesimi per azione di natura non ordinaria, ma anche al netto di essa supera le attese di Wall Street, in media pari a 13 centesimi di perdita per azione. In calo anche i ricavi, pari 3,44 miliardi di dollari. Tra i titoli che hanno diffuso ieri sera a mercati chiusi i propri conti brilla Adobe Systems (ADBE), grazie ad utili e vendite sopra le attese, mentre crolla del 14,50% Priceline.com (PCLN), dopo che il tour operator online ha lanciato un “warning” sui risultati del terzo trimestre fiscale, destinati a mancare.

R. H. CABELL
Amo gli affari perchè sono del tutto egoisti e quindi escludono l'ipocrisia ed il sentimentalismo
Greggio dati macro e terrorismo mettono in crisi Wall Street
Il petrolio non vuol saperne del parere degli esperti di mezzo mondo e chiude sopra la barriera dei 44 dollari, a 44,15 dollari al barile, facendo definitivamente deragliare Wall Street, i cui indici non sono mai realmente apparsi in grado di risalire la corrente, a differenza di ieri. Il Dow Jones termina così a quota 10.120,24 (-0,58%), mentre il più significativo S&P500 finisce a quota 1.099,69 (-0,63%). In netto calo anche il Nasdaq (grafico, a 1.859,42 punti (-1,73%), col Russell 2000 che termina a quota 543,63 (-1,50%). Dal canto loro i T-bond recuperano leggermente terreno col rendimento del decennale che scivola al 4,42% e quello sul trent’anni al 5,16%. In ripresa l’oro, a 396,50 dollari l’oncia, 2 in più di ieri.

A pesare sul listino, oltre al greggio, sono anche i nuovi segnali di un rallentamento dei consumi: prima dell’apertura della sessione, infatti, il Dipartimento del commercio ha annunciato che la spesa per consumi è scesa a giugno dello 0,7%, deludendo le attese degli analisti, che si aspettavano un calo non superiore allo 0,1%. Immediata la reazione dei titoli della grande distribuzione, in calo mediamente dell’1,7%. In è bastato a migliorare l’umore degli operatori il dato, in linea con le previsioni, dei redditi personali, saliti dello 0,2% sempre a giugno, mentre ora gli economisti guardano con una certa apprensione ai dati chiave del mercato del lavoro di luglio, che verranno diffusi venerdì e che potrebbero confermare che non si è in presenza di un singolo mese anomalo ma di un vero rallentamento della crescita.

Del resto la miscela di possibili attentati terroristici, elevati prezzi del petrolio e rallentamento dei consumi contribuisce dunque a far salire il premio per il rischio richiesto dagli investitori, che si confrontano con una possibilità crescente che l’economia Usa rallenti marcatamente il proprio passo nei mesi a venire. Non sembra promettere niente di buono, in tal senso, la notizia che le grandi corporation abbiano annunciato l’8,1% in più di riduzioni del personale a luglio rispetto al precedente mese di giugno, come ha rivelato oggi uno studio della società di outplacement Challenger, Gray & Christmas.
Per quanto riguarda il petrolio, ad esempio, gli economisti valutano molto negativamente una lunga permanenza dei prezzi sopra quota 40 dollari, mentre il future sul greggio oggi si è spinto verso territori inesplorati oltre la soglia storica dei 44 dollari al barile.
Così alla fine 20 dei 30 componenti del Dow hanno chiuso in perdita, mentre a livello di mercato i titoli in calo hanno battuto per 9 a 7 quelli in recupero sul Nyse e per 2 a 1 sul Nasdaq, tra volumi in leggero calo, pari a 1,3 miliardi di titoli scambiati sul listino principale e 1,5 miliardi sul listino tecnologico di New York. Tra i “big” della Borsa americana perdono quota Alcoa (AA), Caterpillar (CAT), Home Depot (HD), Intel (INTC), Honeywell (HON) e Microsoft (MSFT), mentre la ritrovata verve dei titoli delle telecomunicazioni spinge al rialzo Verizon Communications (VZ), oggi in compagnia di American International Group (AIG) e ExxonMobil (XOM).
Tra le principali società a rilasciare oggi la propria trimestrale, Tyco (TYC) sale di mezzo punto dopo aver chiuso il terzo trimestre fiscale con un utile di 922,6 milioni, o 43 centesimi per azione, in rialzo dai 566,5 milioni, (27 centesimi per titolo), dello stesso periodo dello scorso anno. Al netto delle componenti non ricorrenti l’utile sale a 45 centesimi per azione, 3 in più di quanto previsto dagli analisti americani. In rialzo dell’11%anche il fatturato, salito a 10,5 miliardi di dollari. La società ha inoltre alzato le stime sui risultati dell’intero 2004 tra gli 1,61 e gli 1,63 dollari di utile per azione, oltre quanto finora previsto dagli analisti. Di segno opposto i numeri di Qwest (Q), crollato del 20,15% a causa della crescita oltre le attese della perdita del gruppo di telecomunicazioni a 776 milioni di dollari, o 43 centesimi per azione, rispetto a un rosso 125 milioni, o 4 centesimi, dello stesso periodo dello scorso anno. La perdita comprende una componente di 27 centesimi per azione di natura non ordinaria, ma anche al netto di essa supera le attese di Wall Street, in media pari a 13 centesimi di perdita per azione. In calo anche i ricavi, pari 3,44 miliardi di dollari. Tra i titoli che hanno diffuso ieri sera a mercati chiusi i propri conti brilla Adobe Systems (ADBE), grazie ad utili e vendite sopra le attese, mentre crolla del 14,50% Priceline.com (PCLN), dopo che il tour operator online ha lanciato un “warning” sui risultati del terzo trimestre fiscale, destinati a mancare.
