patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
GERRY TSAI
Se comprate delle azioni della GM a 40 e sale a 50, non importa che siate un occidentale o un orientale, un islamico o un buddista.
Wall Street chiude guardinga sui livelli della vigilia
Al termine di una seduta iniziata sotto i peggiori auspici ma che ha poi visto un graduale recupero degli indici grazie al calo del prezzo del greggio, Wall Street termina con gli indici a ridosso dei livelli della vigilia. Il Dow Jones chiude infatti a quota 10.126,51 (+0,06%), mentre l’S&P500 chiude sui 1.098,63 punti (-0,10%) e il Nasdaq (grafico a quota 1.855,06 (-0,23%). Infine il Russell 2000 termina a 542,67 punti (-0,18%), mentre i T-bond all’ultimo cedono marginalmente terreno col rendimento del decennale al 4,43% e quello del trentennale sul 5,17%. Dal canto suo l’oro soffre il recupero del dollaro e perde due dollari l’oncia, rimanendo peraltro a 394,70 dollari l’oncia, mentre come detto il petrolio che dopo il dato sulle scorte energetiche Usa (che registra un inattesa crescita delle scorte di gasolio), la decisione del governo russo di consentire a Yukos di continuare ad utilizzare i propri impianti e l’annuncio della prossima apertura di due nuovi campi petroliferi in Arabia scende fino a 42,83 dollari al barile, circa 1,3 dollari in meno di ieri.
In più a dare sostegno al mercato erano giunte, nelle prime fasi della seduta, un paio di buone notizie per l’economia americana: sia gli ordini alle industrie di giugno sia l’indice Ism non manifatturiero di luglio sono infatti apparsi in linea o superiori alle attese. In particolare gli ordini alle industrie sono saliti dello 0,7%, centrando le stime e registrando il quarto mese consecutivo di crescita, anche se gran parte del merito va al +79,1% segnato dagli ordini di aerei militari. Senza le commesse del Pentagono, infatti, gli ordini sarebbero cresciuti solo dello 0,1%. Per quanto riguarda l’indice Ism non manifatturiero esso ha raggiunto quota 64,8%, battendo le attese (ci si attendeva un valore di 61,5% in media), rispetto al 59,5% di giugno, con 12 dei 17 settori industriali statunitensi in espansione. Così gli strategisti, che solo fino a ieri sembravano scettici sulle prospettive del secondo semestre dell’anno e già lasciavano intuire i rischi di un deragliamento della locomotiva Usa, con tutte le conseguenze per i listini azionari e più in generale per il panorama economico mondiale del caso, stasera scoprono che molti titoli sono sottovalutati ai prezzi attuali.
Certo, aggiungono non saranno uno o due dollari in meno del prezzo al barile del greggio a dare la spinta sufficiente al mercato per un vero rally estivo: per questo occorrerebbe almeno assistere ad un ritorno stabile del greggio sotto il livello dei 40 dollari al barile e poter avere una lettura non negativa degli importanti dati sul mercato del lavoro attesi per venerdì prossimo.
In un mercato che tenta di recuperare terreno anche stasera sono apparsi in netto calo i titoli di internet: nonostante l’ottimismo che circonda il prossimo sbarco di Google sul listino, coi fondi americani già attivi sul mercato grigio nella parte alta di una forchetta che pure gli stessi gestori avevano criticato fino a pochi giorni or sono, ritenendola eccessivamente alta, i deludenti risultati di InterActiveCorp (IACI), in calo del 16% a fine seduta, pesano sull’intero comparto. In grandi difficoltà anche Ciena (CIEN): l’ex reginetta del networking perde infatti il 24% dopo il warning sui prossimi risultati trimestrali, seguito da vari downgrade da parte delle grandi banche d’affari americane. Il calo del greggio favorisce invece il recupero delle linee aeree, insieme ai titoli del software, ai biotecnologici e ai produttori di hardware.
GERRY TSAI
Se comprate delle azioni della GM a 40 e sale a 50, non importa che siate un occidentale o un orientale, un islamico o un buddista.
Wall Street chiude guardinga sui livelli della vigilia
Al termine di una seduta iniziata sotto i peggiori auspici ma che ha poi visto un graduale recupero degli indici grazie al calo del prezzo del greggio, Wall Street termina con gli indici a ridosso dei livelli della vigilia. Il Dow Jones chiude infatti a quota 10.126,51 (+0,06%), mentre l’S&P500 chiude sui 1.098,63 punti (-0,10%) e il Nasdaq (grafico a quota 1.855,06 (-0,23%). Infine il Russell 2000 termina a 542,67 punti (-0,18%), mentre i T-bond all’ultimo cedono marginalmente terreno col rendimento del decennale al 4,43% e quello del trentennale sul 5,17%. Dal canto suo l’oro soffre il recupero del dollaro e perde due dollari l’oncia, rimanendo peraltro a 394,70 dollari l’oncia, mentre come detto il petrolio che dopo il dato sulle scorte energetiche Usa (che registra un inattesa crescita delle scorte di gasolio), la decisione del governo russo di consentire a Yukos di continuare ad utilizzare i propri impianti e l’annuncio della prossima apertura di due nuovi campi petroliferi in Arabia scende fino a 42,83 dollari al barile, circa 1,3 dollari in meno di ieri.
In più a dare sostegno al mercato erano giunte, nelle prime fasi della seduta, un paio di buone notizie per l’economia americana: sia gli ordini alle industrie di giugno sia l’indice Ism non manifatturiero di luglio sono infatti apparsi in linea o superiori alle attese. In particolare gli ordini alle industrie sono saliti dello 0,7%, centrando le stime e registrando il quarto mese consecutivo di crescita, anche se gran parte del merito va al +79,1% segnato dagli ordini di aerei militari. Senza le commesse del Pentagono, infatti, gli ordini sarebbero cresciuti solo dello 0,1%. Per quanto riguarda l’indice Ism non manifatturiero esso ha raggiunto quota 64,8%, battendo le attese (ci si attendeva un valore di 61,5% in media), rispetto al 59,5% di giugno, con 12 dei 17 settori industriali statunitensi in espansione. Così gli strategisti, che solo fino a ieri sembravano scettici sulle prospettive del secondo semestre dell’anno e già lasciavano intuire i rischi di un deragliamento della locomotiva Usa, con tutte le conseguenze per i listini azionari e più in generale per il panorama economico mondiale del caso, stasera scoprono che molti titoli sono sottovalutati ai prezzi attuali.
Certo, aggiungono non saranno uno o due dollari in meno del prezzo al barile del greggio a dare la spinta sufficiente al mercato per un vero rally estivo: per questo occorrerebbe almeno assistere ad un ritorno stabile del greggio sotto il livello dei 40 dollari al barile e poter avere una lettura non negativa degli importanti dati sul mercato del lavoro attesi per venerdì prossimo.
In un mercato che tenta di recuperare terreno anche stasera sono apparsi in netto calo i titoli di internet: nonostante l’ottimismo che circonda il prossimo sbarco di Google sul listino, coi fondi americani già attivi sul mercato grigio nella parte alta di una forchetta che pure gli stessi gestori avevano criticato fino a pochi giorni or sono, ritenendola eccessivamente alta, i deludenti risultati di InterActiveCorp (IACI), in calo del 16% a fine seduta, pesano sull’intero comparto. In grandi difficoltà anche Ciena (CIEN): l’ex reginetta del networking perde infatti il 24% dopo il warning sui prossimi risultati trimestrali, seguito da vari downgrade da parte delle grandi banche d’affari americane. Il calo del greggio favorisce invece il recupero delle linee aeree, insieme ai titoli del software, ai biotecnologici e ai produttori di hardware.
