patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
JEAN PAUL GETTY
Quando non si hanno soldi ci si pensa sempre. Quando se ne hanno, anche
Wall Street incerta dopo Greenspan e il Beige Book
Al termine di una seduta altalenante, inizialmente in ripresa sulle parole di Greenspan e poi in calo dopo i dati del Beige Book, Wall Street chiude in lieve calo. Il Dow Jones chiude infatti a quota 10.312,85 (-0,29%), mentre l’S&P500 vale 1.116,28 punti (-0,45%). In rosso anche il Nasdaq (grafico, finito a quota 1.850,64 (-0,45%) e il Russell 2000, a 557,73 punti (-0,92%). Dal canto loro i T-bond chiudono la seduta in netta ripresa, col tasso sul decennale che cala al 4,16% (dal 4,25% di ieri) e quello sul trent’anni al 4,97% (dal 5,02% della vigilia), anche se tra gli analisti i pareri su come leggere il discorso di Greenspan e i dati del Beige Book divergono con alcuni che sono propensi a credere che il 21 settembre il Fomc non toccherà i tassi, anche per favorire l’attuale amministrazione nella corsa al secondo mandato, mentre altri “leggono tra le righe” del monito per il deficit crescente un preavviso della decisione di procedere con un ulteriore rialzo dello 0,25%. Infine per quanto riguarda il petrolio si assiste ad un’ulteriore limatura dei prezzi del future sul greggio texano, scesi a 42,77 dollari al barile, mentre l’oro torna sopra i 400 dollari l’oncia, chiudendo a quota 401,20, il tutto col dollaro che, in assenza di un commento più marcato sull’inflazione (e dunque sulla necessità di alzare ulteriormente i tassi) perde terreno, con l’euro che supera in chiusura la soglia degli 1,2180 contro il biglietto verde.
“I dati più recenti mostrano che l’economia americana sta recuperando una certa trazione” e si prepara a ritornare la locomotiva dell’economia mondiale, spiega Greenspan alla Commissione Bilancio del Congresso, senza che questo si leghi ad una ripresa dell’inflazione, nonostante l’allarme che continua a suscitare il crescere dei “deficit gemelli”, con il bilancio federale che quest’anno segnerà un rosso record di 422 miliardi di dollari. Sembra il quadro ideale, soprattutto per George W. Bush, ma il Beige Book di agosto smentisce in parte il numero uno della Fed, segnalando un rallentamento della spesa delle famiglie che rischia di riflettersi rapidamente sull’intera economia
Usa, a partire dal mercato immobiliare.
Passando ai singoli titoli, Coca Cola (KO) pesa sull’andamento del Dow dopo che una nota della società ha informato di un profit warning relativo ai profitti del suo principale imbottigliatore, Coca-Cola Enterprises (CCE), sia per quanto riguarda il trimestre in corso sia per l’intero 2004, a causa della debolezza persistente della domanda in Nord America e in Europa. Poco meglio va a McDonald’s (MCD), che pur segnandouna crescita del 3,9% a livello mondiale in agosto vede un calo delle vendite nel Vecchio Continente dello 0,9%. Tra i titoli high-tech Oracle (ORCL) perde terreno dopo che il broker Piper Jaffray ha ridotto da “outperform” a “market perform” il proprio giudizio sul titolo a causa di timori sulle prospettive di crescita dell’azienda e del deterioramento della “reputazione” del gruppo tra gli acquirenti di prodotti informatici. In crisi anche Motorola (MOT), dopo che Merrill Lynch ha tagliato da “buy” a “neutral” il rating, a causa dei crescenti segnali di rallentamento del mercato dei prodotti elettronici “senza fili”.
Al produttore di cosmetici Avon Products (AVP) non basta, invece, riconfermare le proprie stime per il terzo trimestre e per l’intero 2004 per evitare un calo del 5,9%, a causa del fatto che nonostante la “robustezza della domanda estera” il gruppo ha dovuto ammettere un certo rallentamento delle vendite negli Stati Uniti. Debole, tra gli editoriali, anche la Dow Jones (DJ), dopo che la casa editrice ha annunciato profitti in linea con l’anno passato (14 centesimi per azione) per il terzo trimestre, al di sotto delle attese degli analisti (pari in media a 22 centesimi per azione), aggiungendo che le inserzioni pubblicitarie di settembre sul Wall Street Journal stanno marciando a passo ridotto.
L’annunciata “cura da cavallo” di Delta Air Lines (DAL), che punta a risparmiare i costi fino a 5 miliardi di dollaro l’anno entro il 2006, ristrutturando il 51% della sua rete e tagliando tra i 6 e i 7 mila posti di lavoro non evitano al titolo di crollare di oltre il 9%. Debole anche la più low cost JetBlue Airways (JBLU), dopo il taglio delle stime sui risultati del terzo trimestre a causa del caro-greggio e delle cancellazioni di voli legate agli uragani scatenatisi in queste settimane in Florida.

JEAN PAUL GETTY
Quando non si hanno soldi ci si pensa sempre. Quando se ne hanno, anche
Wall Street incerta dopo Greenspan e il Beige Book

Al termine di una seduta altalenante, inizialmente in ripresa sulle parole di Greenspan e poi in calo dopo i dati del Beige Book, Wall Street chiude in lieve calo. Il Dow Jones chiude infatti a quota 10.312,85 (-0,29%), mentre l’S&P500 vale 1.116,28 punti (-0,45%). In rosso anche il Nasdaq (grafico, finito a quota 1.850,64 (-0,45%) e il Russell 2000, a 557,73 punti (-0,92%). Dal canto loro i T-bond chiudono la seduta in netta ripresa, col tasso sul decennale che cala al 4,16% (dal 4,25% di ieri) e quello sul trent’anni al 4,97% (dal 5,02% della vigilia), anche se tra gli analisti i pareri su come leggere il discorso di Greenspan e i dati del Beige Book divergono con alcuni che sono propensi a credere che il 21 settembre il Fomc non toccherà i tassi, anche per favorire l’attuale amministrazione nella corsa al secondo mandato, mentre altri “leggono tra le righe” del monito per il deficit crescente un preavviso della decisione di procedere con un ulteriore rialzo dello 0,25%. Infine per quanto riguarda il petrolio si assiste ad un’ulteriore limatura dei prezzi del future sul greggio texano, scesi a 42,77 dollari al barile, mentre l’oro torna sopra i 400 dollari l’oncia, chiudendo a quota 401,20, il tutto col dollaro che, in assenza di un commento più marcato sull’inflazione (e dunque sulla necessità di alzare ulteriormente i tassi) perde terreno, con l’euro che supera in chiusura la soglia degli 1,2180 contro il biglietto verde.
“I dati più recenti mostrano che l’economia americana sta recuperando una certa trazione” e si prepara a ritornare la locomotiva dell’economia mondiale, spiega Greenspan alla Commissione Bilancio del Congresso, senza che questo si leghi ad una ripresa dell’inflazione, nonostante l’allarme che continua a suscitare il crescere dei “deficit gemelli”, con il bilancio federale che quest’anno segnerà un rosso record di 422 miliardi di dollari. Sembra il quadro ideale, soprattutto per George W. Bush, ma il Beige Book di agosto smentisce in parte il numero uno della Fed, segnalando un rallentamento della spesa delle famiglie che rischia di riflettersi rapidamente sull’intera economia
Usa, a partire dal mercato immobiliare.

Passando ai singoli titoli, Coca Cola (KO) pesa sull’andamento del Dow dopo che una nota della società ha informato di un profit warning relativo ai profitti del suo principale imbottigliatore, Coca-Cola Enterprises (CCE), sia per quanto riguarda il trimestre in corso sia per l’intero 2004, a causa della debolezza persistente della domanda in Nord America e in Europa. Poco meglio va a McDonald’s (MCD), che pur segnandouna crescita del 3,9% a livello mondiale in agosto vede un calo delle vendite nel Vecchio Continente dello 0,9%. Tra i titoli high-tech Oracle (ORCL) perde terreno dopo che il broker Piper Jaffray ha ridotto da “outperform” a “market perform” il proprio giudizio sul titolo a causa di timori sulle prospettive di crescita dell’azienda e del deterioramento della “reputazione” del gruppo tra gli acquirenti di prodotti informatici. In crisi anche Motorola (MOT), dopo che Merrill Lynch ha tagliato da “buy” a “neutral” il rating, a causa dei crescenti segnali di rallentamento del mercato dei prodotti elettronici “senza fili”.

Al produttore di cosmetici Avon Products (AVP) non basta, invece, riconfermare le proprie stime per il terzo trimestre e per l’intero 2004 per evitare un calo del 5,9%, a causa del fatto che nonostante la “robustezza della domanda estera” il gruppo ha dovuto ammettere un certo rallentamento delle vendite negli Stati Uniti. Debole, tra gli editoriali, anche la Dow Jones (DJ), dopo che la casa editrice ha annunciato profitti in linea con l’anno passato (14 centesimi per azione) per il terzo trimestre, al di sotto delle attese degli analisti (pari in media a 22 centesimi per azione), aggiungendo che le inserzioni pubblicitarie di settembre sul Wall Street Journal stanno marciando a passo ridotto.
L’annunciata “cura da cavallo” di Delta Air Lines (DAL), che punta a risparmiare i costi fino a 5 miliardi di dollaro l’anno entro il 2006, ristrutturando il 51% della sua rete e tagliando tra i 6 e i 7 mila posti di lavoro non evitano al titolo di crollare di oltre il 9%. Debole anche la più low cost JetBlue Airways (JBLU), dopo il taglio delle stime sui risultati del terzo trimestre a causa del caro-greggio e delle cancellazioni di voli legate agli uragani scatenatisi in queste settimane in Florida.
