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DALL'ESPRESSO 27 LUGLIO 2003

INTERNET


Rete senza fili:
arrivano i "totem"


La connessione veloce con l'Wi Fi è già realtà in diverse città italiane grazie a 420 hot spot disseminati da Tiscali. Gratis per tutta l'estate, poi a pagamento


di Pier Andrea Canei


A Roma ci sono già 19 totem, tra cui uno alla Stazione Termini e uno all’Università di Tor Vergata. A Milano sono 23: per esempio in Fiera, alla Rinascente di piazza Duomo, al bar Le Trottoir in zona Brera. A Bologna ce ne sono tre (uno in Stazione Centrale); a Firenze sei (anche in una palestra, il New Meeting Sporting Club); a Torino ancora tre (alla stazione di Porta Nuova), a Napoli uno solo (al bar modaiolo Night and Day), a Verona quattro.

E così via, tra aeroporti, centri commerciali, università, luoghi di ritrovo in tutta Italia: il nuovo culto del Wi-Fi – connessioni veloci e senza fili a Internet, ideali per studenti, professionisti o perditempo di nuova generazione – si esercita per ora attorno a 420 “Totem Freestation”, stazioni radio (o “hotspot”) che nel raggio di 70 metri permettono a tutti i computer portatili, palmari o cellulari predisposti a questo tipo di collegamento, di accedere a Internet con velocità e prestazioni paragonabili a quelle di una moderna linea Dsl (ovvero: ultraveloci rispetto al “classico” collegamento via modem 56k). E per giunta, a differenza di molti altri culti, questo è del tutto gratuito: a partire da giugno, e almeno per tutta l’estate, basterà registrarsi sul sito di Tiscali , ottenere codici e parametri di connessione, e piazzarsi col proprio Pc, purché dotato di funzionalità Wi-Fi, dalle parti di un totem.

La scommessa, lanciata dalla piccola società new tech Freestation, è stata raccolta da Tiscali, il provider sardo diventato, con oltre 17 milioni di utenti, uno dei leader dei servizi di comunicazione in tutta Europa: fresche di joint venture, entro 12 mesi le due società porteranno a mille il numero dei totem sul territorio italiano, sviluppando la piu’ grande rete Wi-Fi nazionale.

Su quest’operazione, 'L’espresso' ha chiesto lumi a Roberto Mariano, luogotenente di Renato Soru per lo sviluppo di tutte le nuove iniziative della corporation con sede a Cagliari.

Cosa ha convinto Tiscali a partecipare a quest’operazione?

"Il grande interesse attorno al Wi-Fi è confortato da ricerche che parlano di una forte espansione nei prossimi anni.
Come quella di Gartner/Dataquest, secondo cui in Europa il fatturato derivante dal traffico Wi-FI sugli “hotspot”, passerà dai 41 milioni di dollari del 2002 a oltre un miliardo e mezzo per il 2005), ma anche da un fatto molto concreto come la diffusione di Pc portatili che montano Centrino, il chip Intel ottimizzato per connessioni wi-fi, che permette di restare collegati a una rete wireless ben oltre le due ore che sono attualmente il limite medio di funzionamento per i portatili on-line non allacciati alla corrente elettrica.
Un altro fattore decisivo è il proliferare di “device” che possono sfruttare il collegamento Wi-Fi: a fianco dei laptop si affacciano PDA (“personal digital assistant”, o palmari), microcomputer e cellulari con funzionalità Internet e doppia antenna GPRS e Wi-Fi. Siamo agli inizi – questi apparecchi sono destinati a moltiplicarsi in un paio d’anni".

Con l’aggiunta di un elemento Umts, che pian piano si sovrraporrà al buon vecchio sistema GSM/GPRS…

"Già, all’orizzonte è visibile a chiunque lavori nelle telecomunicazioni una grande rete integrata, in cui a seconda del luogo e delle tariffe locali si potrà saltare dalla rete di terza generazione al collegamento Wi-Fi senza soluzione di continuità. La strada è ancora lunga, e lastricata di complicatissimi accordi di roaming tra gli operatori, ma quella è un pò la “terra promessa”.
Intanto però questa rete Wi-Fi è ancora del tutto sperimentale, e difatti per il momento siete autorizzati a sperimentarla, ma non a commercializzarla. Il via libera dell’authority arriverà entro breve: a settembre contiamo già di trasformare il “free Wi-Fi” di adesso in un’offerta ai consumatori che struttureremo sul modello delle schede prepagate dei telefonini. Con il traffico prepagato ai singoli utenti, più offerte personalizzate per i grandi clienti del business, contiamo di decollare abbastanza rapidamente".


E l’Umts? Siete stati voi i primi ad agitare le acque in Italia, con il piccolo consorzio Andala, che poi è stato assorbito a suon di miliardi dalla h3g del gruppo Hutchison Whampoa. Ora siete ancora presenti nel consozio cui fa capo l’operatore 3, ma con una piccola quota: indice di un vostro scarso interesse, o c’è stato un semplice ridimensionamento fisiologico dovuto alla mole di risorse finanziarie liberate dal gruppo asiatico?

"La seconda che hai detto…"

In sintesi, e in attesa della Grande Rete Integrata, quali sono i vantaggi del Wi-Fi rispetto all’Umts dal punto di vista degli utenti?

"I due sistemi sono praticamente complementari: l’Umts o “3G” offre più mobilità, a costi maggiori; il Wi-Fi è ideale per chi lavora sì in giro, ma non deve spostarsi in continuazione, e si pone viceversa un problema di costi. Per chi si trova un giorno qua e un giorno là, deve lavorare via Internet, ricevere e inviare messaggi è perfetto: a patto di non dover essere sempre collegato a un network anche durante gli spostamenti…"
 
lunedi 21 Luglio 2003 LA REPUBBLICA

"Così la tecnologia cambierà la nostra vita"

GIUSEPPE TURANI

«Dietro l’angolo non ci sono novità straordinarie, di quelle che possono cambiare il nostro modo di lavorare e di vivere (come è stato con il personal computer o con Internet), ma ci sono tante cose che miglioreranno parecchio il nostro modo stare in ufficio, di divertirci e di rimanere collegati con il resto del mondo».
Marco Zamperini, vicepresidente di Etnoteam e direttore dei laboratori di ricerca della software house milanese, è considerato uno dei massimi esperti italiani di nuove tecnologie e quindi è la persona adatta per parlare di quello che c’è di nuovo o che ci potrà essere nel giro di qualche anno.
Il panorama della tecnologia è quindi tranquillo, piatto?
«No, per niente. E’ vero che non sono in arrivo novità esplosive, rivoluzionarie, ma stanno accadendo tante cose, come del retro si ricava da una serie di rapporti internazionali dedicati proprio a questo tema. Le novità più importanti, già pronte e che cresceranno ancora di più nel giro di duetre anni, sono sette».
Quali sono, allora, le novità in arrivo?
«Di sicuro, ad esempio, ci sarà un boom delle smarttag. Queste etichette sottilissime, che emettono segnali radio ricevibili da appositi apparati e che possono contenere informazioni circa la "cosa" su cui sono applicate. In pratica si possono attaccare ovunque e sono comodissime».
Però proprio sulle smarttag è già sorta qualche polemica per quanto riguarda la privacy.
«Certo. Ma si tratta di questioni superabili. Fra l’altro la tecnologia lo consente. E comunque si tratta di un processo che non si arresterà (un po’ come le carte di credito, che pure ponevano e pongono problemi di privacy). Sono troppo comode e la tendenza mondiale è appunto quella di etichettare qualsiasi cosa. In questo modo è più semplice gestire i magazzini, gestire i rifornimenti, gestire gli interventi di manutenzione. Insomma, sistemate alcune questioni, le smarttag dilagheranno nel mondo. Tutto verrà etichettato elettronicamente».
E questa è già una discreta rivoluzione. La seconda?
«E’ quella della messaggistica istantanea».
Insomma, le email. Ma queste ci sono già.
«No. La messaggistica istantanea, che già è disponibile e anche abbastanza usata, si sta rivelando come uno strumento molto potente nel lavoro d’ufficio, ad esempio».
In che cosa consista, Zamperini me lo fa vedere subito. Siamo al ristorante, tira fuori il suo Wallaby (telefono + palmare) e accede, via Sim, all’area messaggistica istantanea. Sullo schermo appare l’elenco dei suoi "corrispondenti", cioè delle persone con cui è abitualmente in contatto via email. Accanto a ognuno dei nomi c’è l’indicazione dello "stato", cioè se sono in linea, collegati, in quel momento oppure no. E quindi si sa immediatamente con chi si può dialogare e chi no.
«Ma questa è ancora una versione primitiva. In realtà, la messaggistica istantanea può fare molti passi avanti, diventare molto più sofisticata. In pratica, tu accendi il tuo computer e vedi se il ragionier Rossi, della filiale di Catania, è davanti al suo computer oppure se ci sarà fra due ore o se in vacanza per quindici giorni. E così via. Sembra poco, ma negli uffici può far risparmiare montagne di tempo e rendere tutto molto più scorrevole. In sostanza, con la messaggistica istantane a sembrerà a tutti davvero di vivere in una sorta di immenso di villaggio globale: basterà un attimo per sapere chi c’è e chi non c’è, e magari anche che cosa fa o che cosa farà fra due ore».
E questa è roba grossa, anche se si parte da una cosa semplice, già disponibile. Poi?
«La terza rivoluzione è quella del riconoscimento vocale. Le tecnologie sono già tutte pronte e si tratta soli di applicarle».
Nel senso che diremo al nostro computer: "Manda un email a Piero e digli che lo aspettiamo qui alle 6 di questa sera"?
«Anche. La verità è che ormai ognuno di noi dialoga quotidianamente con molti apparati (Pc, telefoni, palmari, elettrodomestici, impianti di sicurezza, ecc.). Per molti di questi oggetti la tastiera è oggettivamente superata. E una serie di comandi devono poter essere impartiti vocalmente. Pensi solo a quello che accade dentro un’automobile in movimento. Che senso ha trafficare con i comandi per "dire" al sistema di navigazione che voglio andare a Vigevano? Tutto può essere fatto vocalmente, con maggior sicurezza. La stessa cosa si può dire per quanto riguarda le telefonate. Perché devo stare lì con le mani a pigiare su una tastiera mentre vado a 100 all’ora? Insomma, dovrei essere in grado di fare tutto quello che voglio senza staccare mai le mani dal volante. Tutte queste funzioni devono essere svolte vocalmente. Le tecnologie, ripeto, ci sono, basta investire un po’ di tempo e applicarle. La quarta "rivoluzione" è quella dei web services. Si tratta di una faccenda un po’ complicata da capire, ma che forse può essere semplificata. Si tratta di prendere le grandi applicazioni che si usano in informatica (spesso complesse) e ridurle allo stato atomico, semplicissimo. In sostanza, si fa una sorta di Lego dell’informatica. Dopo di che, quando ne abbiamo bisogno, andiamo a prendercele».
Esempio?
«Sul sito di Tiscali, ad esempio, ci sono tante cose che possono essere utili. O, meglio, una parte delle quali può esserci utile in un certo momento. Se queste applicazioni sono ridotte allo stato di web services, possiamo andarcele a prendere e usarle, come fossero appunto dei pezzi del Lego. In questo modo ognuno potrà costruire un suo sistema con dentro solo le cose che gli servono. L’idea è quella illustrata all’inizio. Al posto di grandi applicazioni complesse, che sanno fare tante cose, tante piccole applicazioni "atomiche", tessere di Lego, che io posso poi montare a mio piacimento».
La quinta rivoluzione?
«E’ certamente il grid computing, una cosa che piace moltissimo a noi informatici, ma che forse per il momento lascerà indifferente il grande pubblico. Ma che sarà molto utile soprattutto in campo scientifico. Si tratta, in sostanza, di mettere insieme tanti computer per fare dei calcoli e delle operazioni. La novità consiste nel fatto che questi computer non devono stare nello stesso posto. Quando alla sera io lascio il mio ufficio, il mio computer rimane inutilizzato. Se io aderisco a un programma di grid computing, invece, e lo lascio acceso, il mio Pc può essere utilizzato per fare calcoli per l’istituto di biologia di San Pietroburgo o del San Raffaele di Milano. In questo modo si evita di mettere in piedi dei maxicomputer. Chi ha bisogno di grandi capacità di calcolo può utilizzare la potenza disponibile presso i computer non utilizzati in quel momento (e che aderiscono al programma, ovviamente). Per il normale utente, ripeto, la cosa è del tutto inutile. Per quello che dobbiamo fare di solito la potenza del nostro Pc basta e avanza, ma per molti centri di ricerca scientifica non è così. E allora il grid computing risolve il problema di avere a disposizione più potenza di calcolo senza andare a costruire computer grandi come campi di calcio».
Sesta rivoluzione?
«Questa interessa invece davvero tutti e può cambiare sul serio il nostro modo di vivere Internet e i computer. E si tratta delle sicurezza. Oggi, chiunque abbia un computer e sia collegato in rete sa che deve lavorare per difendersi dai virus e dalla posta indesiderata. E quindi siamo tutti lì con i nostri bravi programmi antivirus e il resto. Ebbene, tutto questo dovrebbe essere portato sulla rete. E penso che si farà abbastanza presto. Sarà quindi il nostro provider a provvedere alla nostra sicurezza e a liberarci della posta indesiderata. Tiscali, ad esempio, già fa un servizio del genere, ma ovviamente la cosa deve diventare generale e sempre più efficiente. Ma credo che ci si arriverà, e anche fra non molto. A quel punto, moltissimi utenti di Internet tireranno un sospiro di sollievo».
Settima e ultima rivoluzione?
«I servizi di localizzazione. Sono anni che se ne parla, ma fra il 2004 e il 2006 dovrebbero decollare davvero».
Che cosa sono?
«E’ molto semplice. Se lei è in macchina e ha il sistema di navigazione satellitare (o anche un telefonino), il "sistema" è capace di localizzarla con un errore piccolissimo (pochi metri). E quindi se lei vuole sapere dove si trova il garage più vicino, non deve fare niente. Basta che chieda al telefonino o al sistema di navigazione di indicargli il garage, l’albergo o il ristorante più vicino (con due, tre, cinque stellette). Non deve stare lì a dire, sono appena fuori Cremona, sono dalle parti di Mantova. Tanto il sistema sa meglio di lei dove si trova in quel preciso momento. Ma lo stesso meccanismo può dirle, in città, dove si trova la farmacia più vicina o la pizzeria ancora aperta. I "servizi di localizzazione" immaginabili sono tantissimi e partono tutti dalla premessa che, poiché il sistema è capace di localizzarla, non serve dare questa informazione: basta fare delle domande e arrivano le risposte. Già anni fa, ricorderà, Omnitel inventò un’applicazione turistica: lei andava in Piazza della Signoria e chiedeva del servizio informazioni artistiche. Poiché il sistema sapeva dove lei si trovava, le mandava le notizie su piazza della Signoria. Ripeto: le applicazioni che si possono inventare sono infinite e tutte utilissime».
Insomma, buone nuove.
«Siamo entrati in una fase più avanzata, in realtà. Nel senso che ormai Internet ha vinto. C’è e funziona. Non solo: di fatto abbiamo anche la banda larga (fra Adsl, telefonini a banda larga, fibra, ecc.). Tutto questo consente applicazioni interessanti e utili. Internet ha vinto e adesso dobbiamo solo imparare a usarlo bene».
 
Entreprises

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Les plans sociaux de l'été annoncent une rentrée agitée
LE MONDE | 26.07.03 | 15h06
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L'économie française est touchée par une vague d'annonces de plans sociaux, depuis le début de l'été. Après le groupe de tabac ALTADIS mercredi, le dernier en date est le fournisseur d'accès à Internet TISCALI, qui a dévoilé, vendredi 25 juillet.

"la France ne connaît pas de désindustrialisation, mais une modernisation de son industrie",estime dans une plaquette destinée au grand public, publiée mi-juillet, le ministère délégué à l'industrie. L'avalanche d'annonces de plans sociaux cet été vient mettre un bémol à ce constat puisque tous les secteurs, même les plus innovants, sont touchés. En moins d'une semaine, le groupe de tabac Altadis a annoncé la suppression de 701 emplois en France d'ici deux ans, le constructeur automobile Peugeot a fait part de son intention de supprimer 500 postes d'intérimaires à Poissy à l'automne, et le fournisseur d'accès à Internet Tiscali a dévoilé, vendredi 25 juillet, un plan de suppression de 162 postes en France.

La dégradation continue de la conjoncture, sans perspective claire de reprise, explique en partie ces décisions, en particulier dans l'automobile ou chez Schneider. D'autres semblent avoir mis à profit la période de l'été, toujours propice à l'annonce des mauvaises nouvelles, pour réaliser des restructurations, qui, pour certaines, étaient dans les cartons depuis plusieurs mois déjà. Ces disparitions annoncées présagent une rentrée difficile, en septembre, pour le gouvernement qui cherche à déminer le terrain social.

Car ce sont des pans entiers de la vieille France industrielle qui semblent condamnés. Le Nord-Pas-de-Calais, après l'annonce de la fermeture des usines de production de Lille du groupe Altadis, est le bassin industriel le plus touché. Les salariés du cigarettier vont venir grossir, à partir de l'été 2004, les rangs des quelque 4 000 emplois supprimés dans la région depuis le début de l'année. Jean-Pierre Raffarin a rappelé que le gouvernement avait mis en place des contrats de site pour "venir en aide aux territoires blessés par la fermeture d'usines". Quel crédit accorder à ces aides d'Etat ?

Les salariés qui, dans certaines régions, ont connu plusieurs plans de réindustrialisation, accueillent ces promesses avec circonspection. L'exemple de l'américain Solectron, deuxième sous-traitant mondial d'électronique, a de quoi échauder même les plus optimistes. Après avoir bénéficié d'aides pour venir s'installer dans le bassin sinistré du Pas-de-Calais, Solectron a finalement décidé de délocaliser en Chine. Il a fermé au début de l'année son usine de Longuenesse (Pas-de-Calais) qui comptait 438 salariés, et a annoncé le 30 juin la suppression de 749 postes à Cestas (Gironde).

Autre bassin industriel sévèrement touché : Belfort. L'annonce par Alstom, le 18 juin, de la suppression de 915 emplois, sur le site où est né le groupe, a été reçue comme un coup de massue par les salariés. Deux ans après un plan social qui a déjà supprimé 590 postes, les salariés ont l'impression que la mort du site est programmée. L'éventuelle reprise de la branche distribution et transmission d'Alstom par Areva suscite l'espoir, mais le groupe nucléaire français s'apprête, lui aussi, à licencier 140 personnes dans sa filiale connectique de Besançon, à 80 kilomètres de Belfort.

A Toulouse, c'est également un pan de la vieille industrie locale qui s'efface. Après avoir tenté de résister pendant des années aux sirènes de la délocalisation, le groupe textile Rouleau-Guichard ferme, les unes après les autres, ses usines en France pour s'installer en Tunisie ou en Roumanie. 130 emplois sur les 350 de ses trois sites toulousains vont d'être supprimés. En avril, Rouleau-Guichard fermait ses usines de Castelnaudary (Aude) et d'Ussel (Corrèze). En trois ans, le groupe a réduit d'un tiers ses effectifs français.

Le secteur de la chimie lourde, frappé à la fois par la dégradation de la conjoncture et des coûts environnementaux et de sécurité de plus en plus lourds, n'est pas épargné. Atofina, la filiale chimie de Total, n'en finit pas de se restructurer. Le groupe prépare la suppression de près de 300 emplois (150 au siège de la Défense, 108 dans son usine des Pyrénées-Atlantique et 31 dans l'Ain). En trois ans, le groupe a supprimé 1 700 postes.

L'AÉROSPATIAL AUSSI

La désindustrialisation ne concerne d'ailleurs pas que les vieux bassins industriels. Des secteurs plus technologiques, présentés comme porteurs d'avenir, débauchent à leur tour. L'aérospatial, secteur de haute technologie par excellence, où la France pensait maintenir sur ses concurrents une longueur d'avance, montre des signes de faiblesses. EADS va supprimer près de 350 emplois dans ses unités françaises de lanceurs, très touchés par la crise du marché des satellites.

Dans la pharmacie, autre secteur où la France possède de nombreux atouts, l'emploi est également menacé. Le groupe pharmaceutique allemand Merck, qui vient pourtant d'annoncer un bénéfice net de 1,6 milliard d'euros au deuxième trimestre, en hausse de 6,8 %, a profité de l'été pour annoncer la fermeture de son site de Lyon-Lacassagne (350 employés), dont les activités devraient être transférées en Espagne et en Allemagne. Les secteurs de l'informatique et des télécommunications, après avoir beaucoup embauché, n'en finissent pas de licencier. Marine Telecom, sous traitant d'Alcatel, mise en liquidation judiciaire le 4 juillet, va supprimer 510 emplois. Cap Gemini Ernst & Young, première société de services informatiques européenne, poursuit sa restructuration mondiale, et va se séparer de 3 % de ses effectifs français, soit 287 postes.

Si l'industrie s'affronte pied à pied avec la lourde concurrence chinoise, les services, même à très forte valeur ajoutée, sont en train de découvrir la concurrence indienne et commencent à leur tour à organiser leur délocalisation. Face à ce déchirement du tissu économique français, les pouvoirs publics apparaissent bien démunis.

Lucie Delaporte


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Altadis : les syndicats mobilisent


La Fédération nationale des personnels des tabacs et allumettes CGT a dénoncé, vendredi 25 juillet, le projet de restructuration annoncé par le cigarettier franco-espagnol Altadis, qui prévoit de supprimer près de 1 300 emplois en France et en Espagne. "De l'argent dans les caisses, il y en a !", lance le syndicat dans un communiqué, rappelant que l'entreprise a dégagé 435 millions d'euros de bénéfice net en 2002. La CGT souligne aussi que "l'enveloppe de rémunération des administrateurs d'Altadis a triplé le 10 juin, pour passer à 3 millions d'euros", et que "le salaire du PDG, pour 2002, hors stock-options et avantages en nature, se monte à 1,21 million d'euros". En Espagne, le comité d'entreprise de l'usine de Séville a annoncé des mesures de protestation "très musclées" contre la fermeture de"la plus ancienne fabrique de cigarettes au monde".
 
Internet: iniziative Fujitsu Siemens e Tiscali per i giovani
Attivazione gratuita della linea Adsl e sconto 20% su canone

(ANSA)-ROMA,22 LUG- E' in arrivo un'altra agevolazione per i destinatari dell'iniziativa ministeriale 'Vola con con Internet' volta a diffondere la cultura digitale fra i giovani. Fujitsu Siemens Computers, grazie a un accordo con l'operatore di Telecomunicazioni, offre l'attivazione gratuita a Tiscali Adsl, il 20% di sconto sul canone mensile e, con un solo euro in piu', un modem Adsl a quanti acquisteranno un Pc Fujitsu Siemens. © ANSA
 
Internet: Wanadoo multata di 10,35 mln di euro dall'Ue
Per 'abuso' nelle tariffe dei servizi Adsl

(ANSA) - BRUXELLES, 16 LUG - La Commissione Ue ha oggi dato via libera ad una multa per 10,35 milioni di euro a Wanadoo, la filiale internet di France Telecom. Questa la motivazione: abuso di una posizione dominante nell' applicazione delle tariffe relative all'accesso da parte dei consumatori dei servizi Adsl. La Commissione Ue ha inoltre rilevato che la strategia portata avanti dalla societa' francese e' 'deliberata' e punta a 'conquistare gran parte del mercato del settore, che si trova in piena espansione'. © ANSA
 
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Tlc: la banda larga entra in casa degli italiani
Sempre di piu' anche le imprese collegate

(ANSA) - ROMA, 14 LUG - Mentre la banda larga entra in casa degli italiani,crescono le aspettative degli operatori visto che i margini di business sono sempre piu' allettanti. Secondo il rapporto Anfov 2003 su 2,8 milioni di imprese italiane collegate ad Internet solo 500.000 hanno la banda larga, mentre tra i 6,8 milioni di famiglie collegate ad Internet 4,5 milioni usano il free Internet. © ANSA
 
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TLC: NELLA BANDA LARGA IL BUSINESS SI SDOPPIA


(ANSA) - ROMA, 14 LUG - Mentre la banda larga entra nelle case degli italiani e nelle aziende, crescono le aspettative degli operatori visto che i margini di business per il futuro sono sempre piu' allettanti. Secondo il rapporto Anfov 2003 - si legge su 'Il Sole 24 Ore' - su 2,8 milioni di imprese italiane collegate ad Internet solo 500.000 hanno la banda larga, mentre tra i 6,8 milioni di famiglie collegate ad Internet 4,5 milioni usano il free Internet. Ma non e' tutto: un ruolo di rilievo per la crescita della banda larga e' riservato anche alla domanda generata dall'e-governement. ''Il ruolo dello stato, cioe' la domanda pubblica - dice il ministro per l'innovazione e le tecnologie Lucio Stanca - e' fondamentale: possediamo oltre 100.000 edifici sparsi in tutto il territorio nazionale, la maggior parte dei quali fa riferimento al sistema scolastico e universitario. Il nostro obiettivo e' quello di aumentare la quota di collegamenti, che un anno fa era del 20% arrivando a fine 2003 al 60% e in tre anni all'80%''.(ANSA). © ANSA
 
TLC:DECINA,IL FUTURO E' NELLA TRASMISSIONE VIDEO SU RETE DSL


(ANSA) - ROMA, 14 LUG - La vera sfida si gioca sulla trasmissione video attraverso il Dsl: e' questa la partita del futuro. A crederci fermamente e' Maurizio Decina, presidente del consorzio per la ricerca in ingegneria dell'informazione (Cefriel). In un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' Decina, che ha trascorso la sua vita disegnando le telecomunicazioni del futuro, sottolinea come mentre oggi si fa un gran parlare del digitale terrestre, ''siamo quasi all'anno zero''. Secondo Decina ''la rete Adsl puo' raggiungere 10 megabit al secondo, tranquillamente sufficienti a portare in casa canali televisivi. E con costi di implementazione e sviluppo abbordabili''. In particolare, l'Italia e' avvantaggiata dalla lunghezza particolarmente breve del cosiddetto doppino, ovvero del collegamento tra la centrale telefonica e l'utente finale. Per questo il nostro Paese rispetto agli altri riuscira' a cogliere meglio questa opportunita': ''nel giro di poco tempo raggiungeremo vete di 1-1,5 milioni di nuovi abbonati all'anno''.(ANSA). © ANSA
 

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