La scorsa settimana si è chiuso l’aumento di capitale del Banco Popolare - quotazione Banco Popolare. Nell’operazione sono state sottoscritte complessivamente 1.120.874.811 azioni, pari al 99,812% del totale delle azioni offerte, per un controvalore complessivo di circa 1,98 miliardi di euro.
Al termine del periodo di opzione non sono stati esercitati 1,5 milioni di diritti
per sottoscrivere circa 2,1 milioni di azioni pari a un controvalore di 3,7 milioni di azioni. I diritti non esercitati saranno offerti in Borsa nelle sedute del 16, 17, 18, 21 e 22 febbraio. Nel corso della prima seduta sarà offerto l’intero quantitativo dei diritti inoptati. Nelle sedute successive alla prima saranno offerti i diritti eventualmente non collocati nelle sedute precedenti.
I diritti potranno essere utilizzati
per la sottoscrizione delle azioni al prezzo di 1,77 euro cadauna, nel rapporto di 7 azioni ogni 5 diritti.
L’operazione, finalizzata a riequilibrare la struttura finanziaria della società e ripagare i Tremonti Bond sottoscritti nei mesi della crisi della finanza mondiale, è risultata ben gradita ai piccoli investitori. Gli azionisti retail, infatti, hanno sottoscritto più della metà di quanto offerto al mercato, facendosi carico di un miliardi di euro di controvalore.
Ma non sono stati solo i piccoli azionisti ad onorare l’operazione. La ricapitalizzazione è stata l’occasione per alcuni istituzionali, su tutti le Fondazioni, per rimarcare il loro impegno. CariVerona e Fondazione Crt si sono impegnata con 20 milioni di euro ciascuna per avere lo 0,5%, mentre altri enti, come Fondazione di Lucca, Fondazione di Modena, Fondazione di Carpi e Fondazione Manodori hanno messo sul piatto denaro per lo 0,1% ciaschedune delle quote.
Tra i manager, infine, il presidente del consiglio di sorveglianza
Caro Fratta Pasini ha investito circa 720mila euro, mentre il consigliere delegato Pier Francesco Saviotti ha investito 277mila euro. In totale il top management ha messo sul piatto 1,6 milioni di euro.