Buongiorno,
lavoro come assistenza tecnica clienti in un gruppo multinazionale e mi trovo spesso a fare trasferte di 2-3 settimane in Paesi esteri, anche oltreoceano, in consociate estere della stessa azienda.
Il CCNL è gomma-plastica, inquadramento impiegato liv C.
Tutte le spese di vitto-alloggio-trasporto sono rimborsate a piè di lista, mentre per trasferta estero abbiamo una indennità giornaliera in busta paga di circa 20 € lordi al giorno.
Quando faccio trasferte di più settimane, normalmente il sabato e la domenica non lavoro (ma ovviamente essendo oltreoceano non rientro a casa), e la prassi finora è stata che quei giorni non venissero né pagati come lavoro né recuperati come ferie in altri momenti, ma l'indennità di trasferta veniva invece riconosciuta.
Ora però mi trovo a fare una trasferta a cavallo della festa del 1 novembre, il che pone una situazione nuova.
Infatti il 1 novembre NON è festività dove mi reco, quindi quel giorno lavorerò normalmente.
Viceversa è giorno festivo il 2 novembre, quindi (salvo lavorare autonomamente rispondendo ad email e cose simili dall'albergo) quel giorno non svolgerò le mie normali mansioni in trasferta.
Ora, premesso che un giorno di non-lavoro all'estero secondo me non è a livello personale la stessa cosa che un giorno di ferie a casa (ok non lavori, ma non puoi stare con la tua famiglia, programmare la propria vita personale etc), a livello contrattuale/legislativo/retributivo come può e deve essere gestita questa cosa?
Oppure in alternativa vorrei farmelo pagare (1 novembre) come giorno di lavoro straordinario al 150%, ma comunque NON voglio perdere un giorno di ferie per il 2 novembre.
Il contratto CCNL non è così specifico in merito, l'intera parte delle trasferte è condensata in poche righe perciò figuriamoci se contempla un caso così particolare.
Grazie a chi risponderà.
lavoro come assistenza tecnica clienti in un gruppo multinazionale e mi trovo spesso a fare trasferte di 2-3 settimane in Paesi esteri, anche oltreoceano, in consociate estere della stessa azienda.
Il CCNL è gomma-plastica, inquadramento impiegato liv C.
Tutte le spese di vitto-alloggio-trasporto sono rimborsate a piè di lista, mentre per trasferta estero abbiamo una indennità giornaliera in busta paga di circa 20 € lordi al giorno.
Quando faccio trasferte di più settimane, normalmente il sabato e la domenica non lavoro (ma ovviamente essendo oltreoceano non rientro a casa), e la prassi finora è stata che quei giorni non venissero né pagati come lavoro né recuperati come ferie in altri momenti, ma l'indennità di trasferta veniva invece riconosciuta.
Ora però mi trovo a fare una trasferta a cavallo della festa del 1 novembre, il che pone una situazione nuova.
Infatti il 1 novembre NON è festività dove mi reco, quindi quel giorno lavorerò normalmente.
Viceversa è giorno festivo il 2 novembre, quindi (salvo lavorare autonomamente rispondendo ad email e cose simili dall'albergo) quel giorno non svolgerò le mie normali mansioni in trasferta.
Ora, premesso che un giorno di non-lavoro all'estero secondo me non è a livello personale la stessa cosa che un giorno di ferie a casa (ok non lavori, ma non puoi stare con la tua famiglia, programmare la propria vita personale etc), a livello contrattuale/legislativo/retributivo come può e deve essere gestita questa cosa?
Oppure in alternativa vorrei farmelo pagare (1 novembre) come giorno di lavoro straordinario al 150%, ma comunque NON voglio perdere un giorno di ferie per il 2 novembre.
Il contratto CCNL non è così specifico in merito, l'intera parte delle trasferte è condensata in poche righe perciò figuriamoci se contempla un caso così particolare.
Grazie a chi risponderà.
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