Tuor - Una crisi solo agli inizi

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Forumer storico
Mercati finanziari
Una crisi solo agli inizi
Alfonso Tuor

La crisi dei mutui ipotecari subprime che continua a deprimere le Borse e a tormentare i mercati finanziari è solo alle battute iniziali. Le continue iniezioni di liquidità da parte delle principali banche centrali possono al massimo fornire un sollievo temporaneo.
Le ragioni di questa affermazione sono evidenti. Innanzitutto è improprio imputare la causa dei problemi attuali unicamente al mercato delle ipoteche americane più a rischio. In realtà, stiamo assistendo allo scoppio di una grande bolla del credito che si è formata all’inizio di questo decennio per scongiurare il pericolo della deflazione dovuto al crollo delle Borse. Allora le principali banche centrali tagliarono a livelli storicamente minimi i tassi di interesse e iniettarono nel sistema grandi quantità di liquidità. La cura da cavallo funzionò: l’economia americana ripartì e con un po’ di ritardo ripartì anche l’economia europea. La ripresa era però «drogata» e non sostenibile nel tempo. Infatti si erano evitate le conseguenze negative del crollo delle Borse creando due altre bolle. La prima, riscontrabile anche in Svizzera, era quella dell’immobiliare che ha fatto faville ovunque grazie al basso costo del denaro. La seconda era quella del credito, dovuta all’eccesso di liquidità in circolazione ulteriormente ampliato dal moltiplicarsi dei processi di cartolarizzazione dei crediti bancari (ossia l’impacchettamento di ipoteche e di altri crediti in obbligazioni che poi venivano vendute sui mercati).
Questo processo ha tolto dai bilanci delle banche miliardi e miliardi di crediti, permettendo quindi alle banche di concedere ulteriori prestiti. Ed è questa montagna di crediti che oggi è al centro della tormenta. Gli strumenti finanziari, attraverso cui sono stati impacchettati i mutui subprime, sono solo la punta dell’iceberg. A questi bisogna aggiungere i crediti per il finanziamento delle scalate dei fondi private equity, le esposizioni degli hedge funds con il sistema bancario e il funzionamento perverso dei nuovi strumenti finanziari nelle attuali condizioni di mercato. L’ammontare di questi crediti non è noto, come non è noto chi ha comprato questi strumenti finanziari, come pure non è noto quale è l’esposizione finanziaria del sistema bancario e delle singole banche.
La crisi si avvierà verso la conclusione solo quando cominceranno ad emergere le reali perdite di banche, fondi di investimento, hedge funds, assicurazioni, fondi pensione, ecc. Quello che è emerso finora sono solo «bruscolini». Infatti è inverosimile che nel vasto mondo degli hedge funds le uniche vittime siano i tre fondi della Bear Stearns e che le uniche perdite finora comunicate riguardino alcuni fondi dell’altra banca di investimento americana, Goldman Sachs. Quest’ultima, che è il leader mondiale nel settore degli strumenti alternativi (tra cui vi sono anche gli hedge funds), ha comunicato negli scorsi giorni che il suo fondo più importante, il Global Alpha Fund, che segue strategie quantitative, ha perso in una settimana il 30% del suo valore e all’inizio di questa settimana aveva un valore inferiore del 27% rispetto all’inizio dell’anno. Sempre negli scorsi gioni la Goldman Sachs ha annunciato di aver iniettato insieme ad alcun investitori privati 3 miliardi di dollari in questo fondo, poiché ritiene che le difficoltà siano solo temporanee. In realtà quei capitali sono sicuramente serviti per ridurre l’indebitamento nei confronti della stessa Goldman Sachs. In pratica, una partita di giro confezionata ad arte per cercare di ridare fiducia ai mercati.  Ma queste operazioni hanno il fiato corto, fino a quando – ed è utile ripeterlo – non si conoscerà l’esatta estensione di questa crisi. Ad esempio, quanti altri fondi hedge sono nelle stesse condizioni o addirittura in condizioni peggiori?
In attesa di conoscere le perdite registrate da banche, hedge funds, fondi di investimento, e così via non potrà tornare una calma duratura sui mercati. Le banche centrali continueranno dunque ad iniettare liquidità per evitare una crisi sistemica e cominceranno, molto probabilmente già a partire dal mese prossimo, ad abbassare i tassi. Ma lo scoppio di una bolla creditizia si attutisce, ma non si cura allentando i cordoni monetari. Inoltre questo tipo di crisi influisce pesantemente sull’economia. È quindi probabile che di fronte ai primi chiari segnali di rallentamento della crescita e per scongiurare i pericoli derivanti dallo scoppio di questa bolla creditizia, il costo del denaro ritornerà ai livelli minimi dell’inizio di questo decennio. E dato che non si vorrà riconoscere che la politica monetaria non è da sola sufficiente per uscire da crisi di questo genere, si ripeteranno le gesta del recente passato: per scongiurare gli effetti negativi dello scoppio di questa bolla del credito, si creerannmo le premesse per la formazione di altre bolle.  

16/08/2007
 

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