Ciao Max,
provo a rispondere sperando di aver capito il senso della tua domanda.
Il documento di Basilea 3 al quale fai riferimento (dicembre 2010) fissa le condizioni per il grandfathering, rispetto al tipico “incentive to call”, facendo sempre coincidere l’evento (step-up) con la call:
“For an instrument that has/had a call and a step-up….”
Non avrei quindi dubbi che, a meno di titoli con 2 step in 2 momenti successivi, l’”incentive” sia riferito al solo momento in cui la cedola “cambia marcia”.
L’esempio che proponi (call con step, non richiamata ad agosto 2010) verrà pertanto trattato in uno di questi modi a partire dall’1-1-2013, in base al suo prospetto:
a)il bond non rispetta le nuove condizioni per i T1, ma solo per i T2: in tal caso il bond viene phased-out come T1, ma si qualifica gradualmente come T2;
b)il bond rispetta le nuove condizioni per i T1 (è un’ipotesi teorica, visto che non mi risulta ci siano “vecchi” T1 con queste caratteristiche): in tal caso il bond continua a qualificarsi al 100% come T1.
c)il bond non rispetta le nuove condizioni né come T1 né come T2: il bond viene phased-out come T1 senza “crescere” come T2.
Per un quadro completo devi comunque tener presente anche che:
1)la normativa CRDIV dovrebbe recepire Basilea 3 con alcune varianti. Una di queste è la cosiddetta “cut-off date”: forse al 20 luglio 2011 invece che al 12 settembre 2010. Ma neppure questa data è certa. Attenzione dunque a non leggere in maniera troppo rigida lo scenario di Basilea.
2)la normativa sul burden sharing avrà, sull’eligibility dei titoli, un impatto che a tutt’oggi si può solo intuire, ma non prevedere con certezza.
Se sono incorso in errore e qualcuno mi corregge, gliene sarò grato. La materia è un po' complicata: basta distrarsi un attimo...