27/10/2010 (7:15) - LA STORIAUna ragazza: incontri ad Arcore. Ma per la procura il premier potrebbe essere vittima di ricatti
PAOLO COLONNELLO
MILANO
Per ora c’è solo un fascicolo preliminare con un’iscrizione a "modello 45" (senza cioè reati definiti), tanto mistero e moltissimo imbarazzo. E si capisce, perché dietro l’inchiesta che silenziosamente la procura di Milano sta conducendo da alcuni mesi, si affacciano vicende scabrose, ancora tutte da verificare, che potrebbero coinvolgere ancora una volta il Presidente del Consiglio. Ma non si capisce se come "vittima" di un tentativo di estorsione o di una calunnia - magari anche solo per cercare pubblicità - o, più semplicemente, vittima di sè stesso. Al centro della vicenda, anticipata ieri da Il Fatto Quotidiano, la testimonianza di una avvenente ragazza appena diciottenne di origini marocchine, che avrebbe raccontato di aver partecipato ad alcune feste nella residenza del premier ad Arcore almeno fino alla primavera scorsa, quando cioè la giovane era ancora minorenne. Feste e cene a cui avrebbero preso parte diverse ragazze, alcune della scuderia dell’agente dello spettacolo Lele Mora, e dove non si sarebbe badato ad eccessi di vario genere. I racconti della giovane, ascoltata finora almeno una quindicina di volte, sono al vaglio del pm Antonio Sangermano, magistrato di esperienza in forza al settimo dipartimento, il settore che si occupa di prostituzione ed estorsioni.
I verbali della ragazza, che al momento vivrebbe in una comunità protetta, non sarebbero privi di smagliature e notevoli contraddizioni, tanto che in alcuni casi, dopo aver fornito diversi particolari avrebbe ritrattato interi episodi. Inoltre, dietro le frequentazioni di questo giro di ragazze, i magistrati non escludono possa essersi nascosto un tentativo di ricatto ai danni del premier, posto che all’origine dell’inchiesta, nata come filone di un’altra indagine sullo sfruttamento della prostituzione, anche minorile, dovrebbero esserci delle intercettazioni. Per questo la procura guidata da Edmondo Bruti Liberati ha deciso di muoversi con i piedi di piombo, preferendo al momento non iscrivere nessuno nel registro degli indagati e smentendo ieri che qualcuno avesse presentato denuncia nei confronti del presidente del Consiglio. Ciò nonostante l’inchiesta preoccupa moltissimo lo stesso Berlusconi, che ieri si sarebbe incontrato per discuterne con il suo avvocato Niccolò Ghedini.
Si tratta di una vicenda complicata, nata nel 2009. La giovane testimone, una «ragazza immagine», faceva serate in discoteca sperando di farsi notare per tentare il salto nel mondo della moda o della televisione. Finché non sarebbe riuscita ad entrare nel giro che, attraverso Lele Mora, poteva avere accesso ad Arcore. E qui avrebbe incontrato anche Silvio Berlusconi con il quale avrebbe raccontato di avere avuto rapporti consenzienti. Non si capisce però se a questo punto il premier sia rimasto vittima di un tentativo di ricatto e se la stessa deposizione della ragazza sia una trappola, una storia inquinata o il tentativo della giovane di farsi ascoltare per fuggire da una storia più grande di lei. Dal canto suo, ieri Lele Mora ha dichiarato di «non sapere nulla di questa storia». Di certo l’inchiesta non è su eventuali reati di tipo sessuale (aveva più di 14 anni quando avrebbe partecipato alle feste e si è dichiarata consenziente), proveniendo da un’indagine sulla prostituzione nei locali della movida milanese. Ci sarebbero delle difficoltà insomma nelle stesse verifiche dei suoi racconti e certo la procura intende raggiungere alcune ragionevoli certezze prima di decidere se convocare come testimone lo stesso premier.