una scusa per apporre sanzioni contro la Russia si trova sempre.

Scacco matto?

Russia valuta default 'strategico'

Stampa Invia Commenta (3) di: WSI | Pubblicato il 20 ottobre 2015| Ora 13:01


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Piano Cremlino prevede controlli capitale e che Putin assuma controllo banca centrale. Causerebbe un collasso del sistema finanziario occidentale.
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Piano Cremlino prevede controlli capitale e che Putin assuma controllo banca centrale. Causerebbe collasso sistema finanziario occidentale.



NEW YORK (WSI) - La Russia ha un piano per rilanciare l'economia, ma se non funzionerà, c'è sempre un'altra via: quella del default strategico. Il Cremlino ha infatti perso accesso al credito dei paesi occidentali e non può rifinanziarsi con i creditori internazionali più così facilmente.

Ma Mosca sa benessimo che in qualche modo gli interessi vanno pagati. Si tratta di migliaia di dollari di interessi. È un po' come se il paese fosse già in default. E i creditori sono gli stessi europei e americani che hanno imposto sanzioni contro i russi.

Insomma il presidente Vladimir Putin non avrebbe nulla da perdere se la Russia facesse default sul debito pubblico ora. Anzi, provocherebbe il collasso dell'intero sistema finanziario dell'Occidente.

Il progetto per decidere il futuro ecomomico immediato di Mosca è stato presentato al Consiglio di Sicurezza russo dal suo autore principale, Sergey Glasyev, uno dei principali consulenti del Cremlino.
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Una mappa esaustiva del New York Times sulla divisione della Siria, dove è in corso una guerra civile per procura tra Russia e Occidente.


I tre punti cardine del programma, che prevede rivendicazioni economiche e commerciali pesanti contro i paesi occidentali colpevoli di aver imposto sanzioni contro Mosca, riguardano nell'ordine:

- la presa in considerazione di una moratoria parziale o completa dei servizi di prestito e investimento provenienti dai paesi (occidentali) coinvolti nel persistente congelamento di asset privati di banche e società russe.

- il ritiro di asset russi da Ue e Usa, almeno sul breve, sempre come risposta agli affronti dell'Occidente. La Russia detiene asset in valute estere in alcuni paesi che sono sotto la giurisdizione della Nato per un ammontare complessivo di 1.200 miliardi, di cui 800 miliardi in debito a breve termine. Il loro congelamento potebbe essere parzialmente controbilanciato dalla contromossa russa di fare lo stesso con gli asset Nato presenti in Russia, che sono pari a 1.100 miliardi di dollari.

- l'idea di tornare a favorire l'interesse di chi investe capitale straniero in Russia. Gli alti tassi di interesse praticati dalla Banca centrale russa hanno allontanato gli oligarchi russi, spingendoli a rivolgersi all'Occidente per chiedere denaro in prestito. In Eurozona e Usa i tassi sono decisamente più bassi, una trappola 'concorrenziale' in cui Mosca è caduta in pieno, complice la sua stessa banca centrale.

In pratica quello che propone Glazyev è che il presidente Vladimir Putin assuma il controllo dei poteri della banca centrale per impedire che gli speculatori trasferiscano il credito a fini improduttivi. Mosca dovrebbe inoltre imporre controlli di capitale.
 

noi l'avevamo già capito da un bel po' di tempo

Ora lo dice Lui davanti ai giornalisti... PUBLICHERANNO tutto e chiarianno alla popolazione il significato?
NON CREDO....

Putin avverte: guerra mondiale sempre più probabile Stampa Invia Commenta (20) di: WSI | Pubblicato il 23 ottobre 2015|


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Agli Usa: "perchè fare distinzione tra terroristi moderati e non moderati? Armi fornite all'opposizione 'moderata' in Siria sono finite nelle mani sbagliate".
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Il presidente russo Vladimir Putin. La Russia continua a dominare la geopolitica, con i suoi interventi in Medio Oriente.



ROMA (WSI) - L'avvento di una guerra mondiale sta diventando ogni giorno più probabile. A lanciare l'allarme - o la minaccia? - è Vladimir Putin, presidente della Russia, che non ha assolutamente intenzione di fare un passo indietro nelle strategie ben chiare di politica estera. E che accusa piuttosto gli Stati Uniti: loro e solo loro sarebbero responsabili dell'escalation delle tensioni in Medio Oriente e nel mondo. Anche perchè, poi, sul fronte del disarmo nucleare - sottolinea - non c'è stato alcun progresso.

"Avevamo il diritto di aspettarci che lo sviluppo del sistema missilistico di difesa degli Usa si sarebbe fermato. Ma non è accaduto nulla del genere, dal momento che, invece, continua. Questo è uno scenario molto pericoloso, che arreca danni a tutti, inclusi gli Stati Uniti stessi. (...) Alcuni hanno anche l'illusione che una vera vittoria di una delle varie controparti possa essere raggiunta in un conflitto globale, senza conseguenze irreversibili per lo stesso vincitore - sempre se ce ne sarà mai uno", è quanto ha detto Putin, in occasione del forum di Valdai, che si è tenuto a Sochi.

Putin ha confermato la sua volontà di abbattere il terrorismo, tornando a giustificare la strategia militare e di geopolitica che lo ha portato a intervenire in Siria.

"Noi continueremo a fornire assistenza a tutti i paesi minacciati dai terroristi". Una critica aperta verso la politica estera degli Stati Uniti è arrivata nel momento in cui ha affermato che non esiste alcun bisogno di fare distinzioni tra i terroristi moderati e non.

"Perchè fare questo gioco di parole e dividere i terroristi in moderati e non moderati. Qual è la differenza?", ha detto il presidente russo. "Il successo nella lotta ai terroristi non può essere raggiunto usando alcuni di loro per rovesciare regimi che non piacciono, perchè poi è solo un'illusione quella di poterli gestire in un momento successivo".

D'altronde, "le armi che sono state fornite alla cosiddetta opposizione 'moderata' in Siria sono finite direttamente nelle mani dei terroristi".

Secondo Putin, il pericolo è proprio nella convinzione degli Usa di avere la capacità di vincere una guerra contro quelle nazioni che fanno parte della loro lista nera (come appunto la Russia, l'Iran e la Cina). Washington crede che l'America possa vincere senza rischiare conseguenze simili ai danni che infliggono ai loro nemici. Ma questo, ha ripetuto Putin, è un calcolo sbagliato e pericoloso che potrebbe finire con il mettere in pericolo gli stessi cittadini Usa.

"Vorrei sottolineare ancora una volta che gli interventi della Russia in Siria sono completamente legittimi, e hanno come solo scopo quello di ripristinare la pace"; "noi dobbiamo unire gli eserciti siriani e iracheni e le fazioni curde per sradicare il terrorismo e siamo pronti a coordinare le nostre azioni militari con i partner occidentali". (Lna)
 
Doping di Stato?

A voler guardare soltanto i fatti più recenti c'è già tanto da far aprire gli occhi anche ai più ostinati. [Pier Francesco De Iulio]
Redazione

martedì 10 novembre 2015 09:07
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di Pier Francesco De Iulio


Non ritengo la Russia un fulgido esempio di democrazia. Non vedo nella Russia di Putin un modello di governo da seguire o acclamare. Non sono un nostalgico dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Non ho mai avuto la tessera del PCI.
Premessa fatta, quello che si sta macchinando ai danni della Russia negli ultimi mesi ha veramente dell'incredibile.


A voler guardare soltanto i fatti più recenti, c'è già tanto da far aprire gli occhi anche ai più ostinati.



Dagli avvenimenti in Ucraina del 2013 è stato un crescendo di accuse, provocazioni e ritorsioni che solo fossero state fatte dalla Russia al cosiddetto mondo occidentale (almeno quello sotto l'egida della NATO) staremmo già con la tessera annonaria in mano e il rifugio antiatomico ad ogni angolo delle città.



Chi è l'accusatore? Un non meglio identificato Uccidente. Il mandante? Gli Stati Uniti d'America e i suoi accoliti europei.



L'ultimo caso in ordine temporale è di poche ore fa. Stamattina, tutta la stampa mainstream ci informa in prima pagina che l'intera Federazione Russa è accusata di essere, nientemeno, la responsabile di una istituzionalizzazione del doping sportivo. Doping di Stato. Effetto immediato: tutti gli atleti russi dovrebbero essere esclusi dalle Olimpiadi di Rio 2016 e dai campionati mondiali ed europei.
Qui non si tratta più di pagliuzze e travi, siamo alla presa per il quelo.

(10 novembre 2015)
 
europa oggi:

- l'autodeterminazione dei popoli va bene se si tratta di smantellare la Jugoslavia un paese pro russia
- per la catalogna l'autodeterminazione dei popoli e' illegale lo dice la corte costituzionale spagnola, un po come quando gli americani volevano l'indipendenza e l'inglesi dicevano che era contro la costituzione ;)
- le indagini sulla truffa della chiesa spa sono illegali, la verita' e' illegale lo stato gestito da una chiesa e' legale
- in russia non sono gli atleti che si dopano per vincere ma e' la russia che si dopa per vincere perche'.... perche'.... lo dicono gli Usa e dobbiamo crederci



ma intanto lo yemen e' sparito dalle news, la guerra e le bombe sono cose per grandi, ma per i bambini europei solo clandestini e foto di Renzi nelle news fino alla nausea
 
Cos' Massimo Mazzucco commenta la notizia della riichiesta di punizioni "atletiche" alla Russia
"Molti si sono chiesti che cosa ci sia dietro alla clamorosa accusa di doping contro gli atleti russi da parte della World Anti-Doping Agency [WADA]. In un momento di palese ritorno alla guerra fredda, dove l'Occidente sta cercando di incolpare Putin per ogni singolo male che affligge il pianeta, un'accusa del genere può apparire come minimo sospetta.


Di solito, per riuscire a capire quali siano i mandanti oscuri che mettono in moto certe operazioni, è sufficiente guardare dove cercano di andare a parare quelli che operano in chiaro, per conto loro. Nel recente scandalo della FIFA, ad esempio, la finalità palese era quella di far annullare l'assegnazione alla Russia dei mondiali di calcio del 2016, con conseguente perdita di prestigio e crollo di immagine a livello internazionale per l'intera nazione. In questo caso, quindi, il mandante era abbastanza evidente: il governo americano - anche perché per mettere in piedi le accuse era stata utilizzata addirittura l'FBI, che il calcio non sa nemmeno cosa sia.


Nel caso del doping invece la questione è leggermente più sottile, perché sappiamo tutti che moltissimi atleti di ogni parte del mondo facciano uso di sostanze illecite, nelle più svariate discipline sportive. Ma è proprio per questo motivo che colpisce il fatto che la WADA abbia deciso - in questo delicatissimo momento politico - di puntare il dito solo ed esclusivamente contro gli atleti russi.

C'è poi un altro modo di capire se un certo "scandalo" sia stato montato ad arte oppure no, ...
"
... ed è quello di confrontare il presunto peccato commesso (il capo d'accusa) con la pena richiesta: se è vero, come sostiene la WADA, che un certo numero di atleti russi abbia fatto ricorso al doping durante le Olimpiadi del 2012, bisognerebbe esaminare caso per caso, e punire ciascuno di quegli atleti singolarmente.

L'idea invece che "l'intera federazione sportiva russa abbia partecipato attivamente a coprire un doping generalizzato" è chiaramente una forzatura per arrivare alla conclusione che "allora bisogna escludere l'intera nazione russa dai prossimi giochi olimpici e dai prossimi campionati del mondo".
E poi?

Perchè non tirargli anche un paio di bombette atomiche nel centro di Mosca, già che ci siamo?


Un altro caso classico di sproporzione tra il capo d'accusa e la pena richiesta fu quello risalente all'autunno del 2001, che riguardava Osama Bin Laden. Dopo l'11 settembre, gli Stati Uniti accusarono bin Laden di essere stato il mandante degli attentati, "e quindi, siccome Bin Laden si trovava in Afghanistan, era necessario invadere l'Afghanistan".
Ed anche quando i talebani dissero: "Guardate che se volete Bin Laden noi ve lo consegniamo, basta che ci mostriate le prove che è stato lui, e ve lo diamo immediatamente. Non c'è bisogno di invadere il nostro paese." Ma la Casa Bianca rispose: "Eh no, ormai è troppo tardi, non si può più tornare indietro. Invaderemo l'Afghanistan".
In quel caso il non sequitur fu talmente eclatante che persino i meno attenti si accorsero della sproporzione.

Nel caso degli atleti russi sembra accadere un po' la stessa cosa: la richiesta troppo precipitosa, da parte degli enti sportivi uccidentali, di escludere automaticamente un'intera nazione dai prossimi giochi olimpici, tradisce il chiaro desiderio di punire la Russia ben al di là di una eventuale - per quanto probabile - violazione dei codici sportivi.
Massimo Mazzucco
https://www.facebook.com/andrea.franco.16752/posts/992848347438768
 
notizia è urgente: Adam Szubin, sottosegretario al Tesoro Usa per il Terrorismo e l’Intelligence Finanziaria viene in Italia, Germania e Regno Unito per discutere le sanzioni contro la Russia”.
Nella visita, dal 7 al 10 dicembre, l’americano si concentrerà con i governanti di quei paesi – dice il comunicato ufficiale del Tesoro Usa – “sulle correnti sanzioni contro la Russia per le sue attività di destabilizzazione in Ucraina [ sempre a raccontare @@ e i sudditi dovranno fingere di crederci per non subire ritorsioni dal terrorista americano].

Mai sentito parlare, immagino, di Szubin. Segno che è uno di quelli che davvero comandano, incistati nello “stato profondo americano”.

La sua strana funzione di Segretario al Tesoro per il Terrorismo gli dà la carica di poliziotto con poteri finanziari punitivi sugli stati satelliti insubordinati. La funzione di gestore della Intelligence Finanziaria significa che è quello che ha le leve su tutte le centrali europee come

SWIFT,

la camere di compensazione dove si registrano tutte le transazioni bancarie,

transazioni magari segrete ma che invece le eurocrazie hanno aperto agli organi spionistici Usa, dalla Cia all’Fbi alla NSA – perché perbacco, occorre “combattere il Terrorismo”, e noi siamo alleati delle Superpotenza.

Se ficca il naso nei pagamenti delle nostre imprese, se apprende segreti economici ed industriali, che importa?
Gli Stati Uniti sono la potenza del Bene, lo fa’ per proteggerci – dal terrorismo globale che ha creato lei stessa.




Adam Szubin, dallo “Stato Profondo” americano Quindi Szubin viene qui per distribuire lavate di capo, dare ordini e minacciare – perché ci sono evidente segni di insubordinazione.

Anzitutto, Matteo Renzi che non vuole impegnare le forze armate (sic) italiane in Siria a “bombardare l’ISIS” – ossia ad ostacolare la vittoria russa contro i terroristi preferiti dall’Occidente. Con molto coraggio, Renzi ha detto cose incaute: “Non rincorro le bombe degli altri – La cosa di cui non abbiamo bisogno e’ un moltiplicarsi di reazioni spot senza sguardo strategico” . Ha messo il dito nella piaga: l’Impero del Caos vuol risucchiarci tutti in “missioni spot di destabilizzazioni” casuali senza disegno.

Come osa criticare il Caos?
Immediatamente il Corriere della Sera si precipita a fare interviste a “europei” che criticano Renzi. “Quella di Matteo Renzi è una posizione deludente”, tuona sul Corriere Jean Marie Colombani, ex direttore di Le Monde (ossia, facciamola corta, Grand Orient de France: la massoneria come dice Putin).



In Germania, dove la Merkel ha decretato la partecipazione tedesca, la stretta di vite sarà probabilmente sulle sanzioni alla Russia: sì, Angela è riuscita a unire di nuovo tutti i governi europei nel prolungare (segretamente) per sei mesi del 2016, ma si sentono malumori nei settori industriali e nello stesso partito della cancelliera.



Anche qui, Renzi è stato abbastanza esplicito: le sanzioni alla Russia ci danneggiano.



Invece bisogna continuarle per punire la Russia della “sue attività di destabilizzazione in Ucraina”: che è il contrario della verità.

Sono gli Usa che “continuano le attività di destabilizzazione in Ucraina” ed è stato Putin a mettersi in gioco per “stabilizzare” almeno il conflitto, con il cessate il fuoco di Minsk2 – una trattativa, ricordate?, in cui persino Merkel e Hollande non lasciarono partecipare gli americani (per questo ha avuto un relativo successo).

Szubin è quello stesso che a metà novembre ha congelato gli attivi di diverse personalità russe e di una importante banca, la Banca di Alleanza Finanziaria Russa, per “il suo ruolo nelle transazioni finanziarie col governo siriano.

Allora questo poliziotto e bastonatore ha dichiarato: “Gli Usa continueranno a colpire le finanze di tutti coloro che aiutano Assad a continuare a "violentare" il popolo siriano”.





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immagine metafora: un coraggioso serpente velenoso[USA] che salva un pesce[Siria] dall'annegamento






Ora, succede che questa “narrativa” si stia sgretolando sotto i colpi della realtà e dei Sukhoi: anche i più distratti vedono ormai che a combattere l’ISIS è la Russia con Assad, e che la Turchia (alleato NATO) abbatte gli aerei russi – cosa che non ha potuto fare senza un assenso americano.

La Russia ha dimostrato con foto che la famiglia Erdogan traffica e fa’ miliardi col greggio dell’ISIS, sostenendolo economicamente e con armi; ed ha accusato apertamente Washington di coprire ed approvare questo traffico.
La Russie accuse Washington de "couvrir" le trafic de pétrole de l'EI - 7SUR7.be


La disinformazione Usa sta provando a far passare la “narrativa” secondo cui “è Assad che finanzia l’ISIS e compra il suo petrolio”: ma c’è un limite anche all’idiozia delle opinioni pubbliche. A credere a questa versione son rimasti i giornalisti del Corriere e di Repubblica, ma perché, per farlo, sono stipendiati e cercano di affabulare il popolo italiota.


Persino la stampa israeliana ha scritto che Israele è il maggior acquirente del greggio di DAESH, e il Califfato glielo vende a 15-18 dollari a barile.
Globes English - Israel buys most oil smuggled from ISIS territory - report


L’attentato di Parigi non ha migliorato la situazione per l’Impero del Caos: sicchè s’è notato un cambio della strategia della finzione.

Gli Usa hanno annunciato di andare a bombardare l’ISIS, ma i suoi aerei – che disdetta – non hanno più munizioni: hanno lanciato tutte le bombe nell’anno e mezzo precedente.

Hollande fa partire in quarta la sua portaerei, ma – disdetta – i suoi Rafale sono anch’essi rimasti a corto di bombe.
Insomma, i media vi fanno credere che Usa e Francia stanno colpendo l’ISIS, ma non è vero. Tuttavia devono apparire sui media francesi titoli come “Il nostro amico Putin, (Le Point),
Poutine, notre nouvel ami - Le Point


e il ministro degli esteri Fabius dice: “L’espulsione di Assad non è neccesaria. Per il momento”.
Flash - France's Fabius: Assad's departure not necessary before political transition - France 24


Sicché qualcuno, anche in buona fede e amico nostro, comincia a sperare: vedi? Adesso Parigi è alleata di Mosca.
Io resto dell’idea che sia ancora una finzione, dovuta alla difficoltà di imporre la “narrativa”.

E l’indizio è che è stato mandato il poliziotto Szubin, per stringere le viti ai nostri (loro?) governanti.
Se vedrete Renzi cambiare idea dopo il 10 dicembre, non criticatelo troppo: questi padroni sono pericolosi davvero. La minaccia di morte è dietro l’angolo.


Nostro nuovo amico…

Altri indizi si annusano nel fatto che nei giornali italiani “importanti” (in senso relativo di questo stato vassallo) gli articoli che veramente contano sono firmati scritti da gente che si firma “Anais Ginori” o “Stefano Montefiore” – e che

la direzione de La Stampa vada a Paolo Mastrolilli, un sionista a tutto tondo,

mentre a dirigere Repubblica passa Mario Calabresi (da La Stampa), il più amerikano dei “formati per dirigere” che siano disponibili sul mercato: segno che la razza padrona sente necessario prendere direttamente il controllo dei media, senza delegarlo, ed imporre la narrativa mainstream.

Sentono che altrimenti gli europei volgono verso la Russia come è loro destino manifesto?

O Non sopportano più nemmeno il minimo e più innocuo dissenso?

O hanno paura di essere sconfitti?
Non so decidere


Chi c’è nel Ministero del Tesoro “americano”

In fondo, non siamo ancora abbastanza servi, noi europoidi.

Non come gli americani.

Perché è curioso vedere come era composto il Ministero del Tesoro Usa quando lo dirigeva il ministro Timothy Geitner, ossia fino al 2013.
Who Controls the Treasury Department? | WHO CONTROLS AMERICA?


-Vice-segretario al Tesoro: Neal S. Wolin(Ashkenazi Jew). -Tesoriera: Rosa G. Rios (latinoamericana) .

-Capo della Staff. Mark A. Patterson(Ashkenazi Jew)

– vice-assistente del segretario: Matthew Kabaker(Ashkenazi Jew)

– consigliere del segretario : Lewis A. “Lee” Sachs(Ashkenazi Jew)

– altro consigliere: Gene B. Sperling(Ashkenazi Jew)
– terzo consigliere Lewis Alexander(Ashkenazi Jew)

– quarto consigliere: Richard L. “Jake” Siewert, Jr.(Ashkenazi Jew)

– Sottosegretario per le finanze interne: Jeffrey A. Goldstein(Ashkenazi Jew)

– Assistente segretario per le istituzioni finanziarie: Michael S. Barr(Ashkenazi Jew)

– Assistente segretario per i mercati finanziari: Mary J. Miller(Ashkenazi Jew)

– Assistente segretario per la stabvilità finanziaria Timothy Massad(Ashkenazi Jew)
– Assistente del segretario al fisco: Richard Gregg(Ashkenazi Jew)

– Assistente segretario per la politica economica: Alan B. Krueger(Ashkenazi Jew)

– consigliere generale: George W. Madison(afro-americano)

– Sottosegretario per gli affari internazionali Lael Brainard(Ashkenazi Jew)
– Uassistente segretario per la finanza internazionale: Charles A. Collyns (caucasico )
– Assistente segretaria per i mercati internazionali e lo sviluppo: Marisa Lago(latina)

– assistente segretario per gli affari legislativi: Kim N. Wallace(nero )

– Assistente segretario per il management: Daniel M. Tangherlini(origine italiana) Assistente segretario per gli affari pubblici Jenni R. LeCompte(Northern European)
assistente segretario per la politica tributaria Michael F. Mundaca (latino)



e poi si ricomincia:
David S. Cohen(Ashkenazi Jew) – Under Secretary for Terrorism and Financial Intelligence
http://www.treasury.gov/about/organizational-structure/Pages/cohen-e.aspx

S. Leslie Ireland(Ashkenazi Jew) – Assistant Secretary for Intelligence and Analysis
http://www.treasury.gov/about/organizational-structure/Pages/ireland-e.aspx

Daniel L. Glaser(Ashkenazi Jew) – Assistant Secretary for Terrorist Financing
http://www.treasury.gov/about/organizational-structure/Pages/glaser-e.aspx

Adam J. Szubin(Ashkenazi Jew) – Director, Office of Foreign Assets Control
http://www.treasury.gov/about/organizational-structure/Pages/szubin-e.aspx

Eric Hampl(Ashkenazi Jew) – Director, Treasury Executive Office of Asset Forfeiture.
James H. Freis, Jr.(Ashkenazi Jew) – Director, Financial Crimes Enforcement Network
http://www.fincen.gov/about_fincen/pdf/bio_director.pdf

Donna J. Gambrell(Sub-Saharan African) – Director, Community Development Financial Institutions Fund
http://www.cdfifund.gov/who_we_are/director/bio_dgambrell.asp

Douglas H. Shulman(Ashkenazi Jew) – Commissioner, Internal Revenue Service (IRS)
http://www.irs.gov/irs/article/0,,id=98192,00.html

John E. Bowman(Ashkenazi Jew) – Director, Office of Thrift Supervision (OTS)
OCC: Home Page

John Walsh(Northern European) – Acting Comptroller, Office of the Comptroller of the Currency (OCC)
OCC: OCC Leadership

David A. Lebryk(Northern European) – Commissioner, Financial Management Service (FMS)
David A. Lebryk, Commissioner of the Department of the Treasury's Financial Management Service

Van Zeck(Northern European) – Commissioner, Bureau of the Public Debt
http://www.publicdebt.treas.gov/whoweare/people.htm

Neil M. Barofsky(Ashkenazi Jew) – Special Inspector General, Troubled Asset Relief Program (TARP)
http://www.sigtarp.gov/about_ig.shtml

Kenneth R. Feinberg(Ashkenazi Jew) – Special Master for Executive Compensation
http://online.wsj.com/article/SB124416737421887739.htm



Che dire di una simile lista? Ci limitiamo a deplorare nella forma più vibrante la mancanza di “sefardi jews” nel ministero americano del Tesoro: perché questa ingiustizia?
In quella compagine, già Szubin era direttore dell’ufficio di controllo degli attivi di stranieri. Adesso è anche più potente. E viene a bastonare.




L’articolo Washington ci manda il castigatore: “Mosca resta il nemico principale” è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
 
Ultima modifica:
notizia è urgente: Adam Szubin, sottosegretario al Tesoro Usa per il Terrorismo e l’Intelligence Finanziaria viene in Italia, Germania e Regno Unito per discutere le sanzioni contro la Russia”.
Mai sentito parlare,
Anche qui, Renzi è stato abbastanza esplicito: le sanzioni alla Russia ci danneggiano.

E l’indizio è che è stato mandato il poliziotto Szubin, per stringere le viti ai nostri (loro?) governanti.
Se vedrete Renzi cambiare idea dopo il 10 dicembre, non criticatelo troppo: questi padroni sono pericolosi davvero. La minaccia di morte è dietro l’angolo.
L’Italia si smarca sulle sanzioni alla Russia: «Serve un dibattito»

No dell’Italia al rinnovo automatico delle sanzioni europee alla Russia. Il governo italiano ha chiesto che si apra un «dibattito politico» sul rinnovo delle sanzioni economiche in scadenza il 31 dicembre.

Lo riferiscono all’Ansa fonti diplomatiche a Bruxelles.

Il rinnovo di sei mesi era previsto come «punto A», ovvero senza discussione, nella riunione di oggi dei rappresentanti permanenti dei 28 (Coreper).

Secondo le stesse fonti, l'Italia non ha approvato la proposta di rinnovo «automatico» per sei mesi chiedendo alla presidenza di turno lussemburghese che il tema fosse affrontato con un dibattito tra i 28 ambasciatori.

La presidenza ha quindi tolto il tema dall'ordine del giorno riservandosi di valutare se riproporlo in una nuova riunione del Coreper, al Consiglio esteri in programma lunedì prossimo o al vertice dei capi di Stato e di Governo che si terrà giovedì e venerdì della prossima settimana (17-18 dicembre).
Le sanzioni europee alla Russia sono state adottate gradualmente a partire dal marzo 2014 dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca e l’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines per opera dell'aviazione ucraina.
L’ultimo rinnovo di sei mesi risale al giugno di quest’anno.
Le sanzioni limitano l'accesso ai mercati dei capitali europei da parte dei cinque maggiori enti finanziari russi di proprietà dello Stato e delle loro filiali, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e di tre operanti in quello della difesa;

impongono un divieto di esportazione e di importazione di armi;

stabiliscono un divieto di esportazione per i beni a duplice uso per impiego militare o per utilizzatori finali militari in Russia;
limitano l'accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio.

Sospese anche le nuove operazioni di finanziamento in Russia da parte di Bei e Bers.


Con la firma dell'accordo di Minsk all'inizio di quest'anno, la decisione europea di mettere fine alle sanzioni economiche è stata vincolata dai leader Ue alla «piena attuazione» delle condizioni fissate in quella occasione: il cessate il fuoco innanzitutto, ma anche le riforme istituzionali in Ucraina.

I paesi europei ritengono che questo non sia ancora il caso e sono quindi orientati a rinnovarle per altri sei mesi, ma con l'entrata in campo della Russia nella guerra in Siria le relazioni con Mosca si sono complicate e, anche se a Bruxelles non si vogliono mescolare le questioni, si preferisce che la decisione sul rinnovo sia politica e non automatica.
L’impatto delle sanzioni economiche si è fatto sentire sull’economia russa, con una contrazione del Pil superiore al 4% nel secondo e terzo trimestre di quest’anno, ma ha colpito anche le esportazioni europee:

nei primi otto mesi del 2015 l’export italiano verso la Russia è crollato in valore del 29 per cento, fermandosi a 4,5 miliardi di euro dai 6,4 miliardi dello stesso periodo del 2014.
Le sanzioni europee hanno portato a sua volta la Russia a decidere a partire dal 6 agosto 2014 il divieto all'ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi dell'Ue, dagli Usa, ma anche da Australia, Canada e Norvegia. Una decisione che ha colpito pesantemente l’export europeo del settore.

L’Italia si smarca sulle sanzioni alla Russia: «Serve un dibattito» - Il Sole 24 ORE
 

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