nonmollare
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WASHINGTON (MF-DJ)--"Piuttosto che spedire schiere di lobbisti per protestare contro la tassa o ingaggiare eserciti di avvocati e di commercialisti per evadere la tassa, vi consiglio semplicemente si assumervi le vostre responsabilita'".
E' cosi' che il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la tassa imposta dalla Casa Bianca chiamata "Financial Crisis Responsability Fee" che prevede entrate per 117 mld usd in 12 anni e per 90 mld usd in 10 anni. Solo dieci delle 50 banche coinvolte, provvederanno a fornire il 60% delle entrate.
Il provvedimento risponde alla necessita', sintetizzata dal Presidente degli Stati Uniti con lo slogan "vogliamo i nostri soldi indietro e li otterremo", di rimborsare i contribuenti del programma Tarf.
La tassa proposta dell'Amministrazione Obama, che dovra' essere approvata dal Congresso, non sara' imposta a istituti di credito di piccole dimensioni e alle case automobilistiche che hanno percepito i fondi Tarf.
Se dovesse essere approvata, l'entrata fiscale sara' effettiva dal 30 giugno prossimo, per 10 anni. Delle 50 banche coinvolte, 35 hanno sede negli Stati Uniti e 10 sono sussidiarie di societa' finanziarie estere.
La Casa Bianca si difende dalle accuse mosse dal settore bancario, che individuano nell'imposizione della tassa un gesto di propaganda politica, affermando che molte istituzioni finanziarie, responsabili della crisi, hanno beneficiato degli aiuti messi a disposizione dal governo.
"E' per molti versi offensivo", ha dichiarato un funzionario dell'Amministrazione Obama, "vedere che le principali istituzioni finanziarie si possono permettere eccessi come ad esempio i bonus per i loro dirigenti, ma non possono permettersi di rimborsare i contribuenti, dopo aver beneficiato delle misure straordinarie".
E' cosi' che il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la tassa imposta dalla Casa Bianca chiamata "Financial Crisis Responsability Fee" che prevede entrate per 117 mld usd in 12 anni e per 90 mld usd in 10 anni. Solo dieci delle 50 banche coinvolte, provvederanno a fornire il 60% delle entrate.
Il provvedimento risponde alla necessita', sintetizzata dal Presidente degli Stati Uniti con lo slogan "vogliamo i nostri soldi indietro e li otterremo", di rimborsare i contribuenti del programma Tarf.
La tassa proposta dell'Amministrazione Obama, che dovra' essere approvata dal Congresso, non sara' imposta a istituti di credito di piccole dimensioni e alle case automobilistiche che hanno percepito i fondi Tarf.
Se dovesse essere approvata, l'entrata fiscale sara' effettiva dal 30 giugno prossimo, per 10 anni. Delle 50 banche coinvolte, 35 hanno sede negli Stati Uniti e 10 sono sussidiarie di societa' finanziarie estere.
La Casa Bianca si difende dalle accuse mosse dal settore bancario, che individuano nell'imposizione della tassa un gesto di propaganda politica, affermando che molte istituzioni finanziarie, responsabili della crisi, hanno beneficiato degli aiuti messi a disposizione dal governo.
"E' per molti versi offensivo", ha dichiarato un funzionario dell'Amministrazione Obama, "vedere che le principali istituzioni finanziarie si possono permettere eccessi come ad esempio i bonus per i loro dirigenti, ma non possono permettersi di rimborsare i contribuenti, dopo aver beneficiato delle misure straordinarie".
