Utili delle banche in salita, economia in crisi...chi paga? (1 Viewer)

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Nei passati 15 giorni le principali banche italiane hanno presentato i bilanci del 2004 con fortissime crescite negli utili netti (salvo poche eccezioni come BNL e Meliorbanca).
Banca Intesa, Unicredit, Capitalia (per citare solo le banche più grandi) hanno presentato tutte bilanci con utili in forte (talvolta fortissima) crescita.
Il Monte dei Paschi di Siena, secondo le anticipazioni, dovrebbe presentare una crescita dell'utile pari al 16% intorno ai 500 milioni di euro!
La CariFirenze (una della banche maggiormente coinvolte nella vicenda Cirio) ha presentato un utile di 102,3 milioni di euro (+20,8%).
Banca Intermobiliare: +22,1% a 33,3 milioni di euro. Banca Desio: + 56,3% utili a 31,46 milioni di euro. Bipielle Investimenti: +119,37% a 140,9 milioni di euro.
Insomma, senza stare a fare l'elenco completo, si vedono dei numeri a tratti impressionanti. Tanto più impressionanti se si pensa che l'economia nel 2004 è andata molto male.
Le banche, di solito, dovrebbero seguire il ciclo economico dal momento che quando le cose vanno male aumentano drasticamente le sofferenze bancarie con ripercussioni sugli utili.

Come hanno fatto queste banche a fare questi risultati?
Leggendo i bilanci si osserva come la voce commissioni sia quella che ha maggiormente contribuito all'utile e che presenta incrementi maggiori. Le banche che hanno come principale vocazione quella di offrire servizi d'investimento hanno mostrato i risultati più "brillanti".
In altre parole, gli utili di queste banche derivano in buona parte dalle commissioni che le banche percepiscono sui conti correnti e sull'intermediazione finanziaria: commissioni sui fondi comuni d'investimento, obbligazioni strutturate, polizze vita a prevalente contenuto finanziario, gestioni patrimoniali, ecc.
Vista la mala parata degli anni passati le banche hanno pensato bene di aumentare in maniera spropositata le commissioni sui loro servizi (sia bancari che d'intermediazione finanziaria) potendo contare su una base di clientela sostanzialmente ingessata.
Purtroppo, la verità è che i clienti cambiano più volentieri il coniuge della propria banca.
Questo non perché i clienti della banche "amino farsi del male", ma perché il mercato dei servizi bancari e d'intermediazione finanziaria è un mercato sostanzialmente oligopolista, governato da una sorta di monarca a vita il quale si è posto come obiettivo prioritario il perseguimento della stabilità del sistema (e dalla propria poltrona…).
Questo costa agli italiani miliardi di euro ogni anno, sprecati nell'inefficienza del sistema.

In questo contesto, si sta giocando in questi giorni la partita sull'ingresso maggioritario delle banche straniere nel capitale dei alcune banche italiane (BNL e non solo).
C'e' la solita levata di scudi e dall'altra parte chi parteggia per gli stranieri in nome della concorrenza.
Comunque vada a finire la partita, la concorrenza continuerà ad essere una chimera.
E' già stato dimostrato che gli stranieri che entrano in Italia (vedi Deutsche Bank) si accomodano al tavolo rispettando le "regole" e non scomodando nessuno.
Salvo rarissimi casi d'innovazione nel settore (vedi Ing Direct) è ben difficile che dalle banche straniere arrivi qualche vantaggio concorrenziale per gli utenti.
Ciò che probabilmente potrebbe essere più utile sarebbe il passaggio del controllo sulla concorrenza dalla Banca d'Italia all'Antitrust...ma qui si entra nella triste vicenda del DDL sul risparmio ed è meglio non farci troppo male...
 

idefix

Forumer attivo
e la cosa ancora più triste e che per sperare che le cose cambino siamo costretti a tifare spagna e olanda in quanto il "nostro" orgnano istituzionale preposto anche ad impedire questo adotta politiche ancora più distorsive del mercato..... :sad:

Poi anche noi facciamo la nostra parte...
"Purtroppo, la verità è che i clienti cambiano più volentieri il coniuge della propria banca."
Verissimo..... ieri sono riuscito a convincere una mia amica a costringere il padre 73enne (costringere letteralmente ... non voleva :( ) ad andare in banca e dare ordine di recesso ad una polizza vita ventennale che gli avevano fatto firmare giorni prima senza spiegargli che era una polizza assicurativa.......
In questa banca sono anni che lo "massacrano" ma non c'è nulla da fare.....non cambia e non vuole cambiare.... cose da pazzi.
ciao
 

lupomar

Forumer attivo
Re: Utili delle banche in salita, economia in crisi...chi p

:( :(
Cosa dire. Non si può che sottoscrivere integralmente quanto sostenuto da D'Orta/ Voltaire.

Cosa fare. continuare a diffondere a tutti quelli che si conoscono le notizie che il buon D'Orta ci segnala e cercare nel proprio piccolo di scardinare il "sistema" in qualche modo.

Gli unici strumenti trasparenti, efficienti a disposizione per noi normali risparmiatori sono gli ETF gestiti e comprati attraverso alcune banche on line che hanno condizioni finalmente concorrenziali (Fineco, IW,...) o per la liquidità Conto Arnacio. Spingiamo affinché tutti quelli che conosciamo abbandonano le banche tradizionali, costosissime, inefficienti e sonsulenti al solo fine di fare i propri interessi.
 

Nonsoniente

Forumer storico
In una società normale l'incremento degli indici borsistici dovrebbero riflettere l'economia reale. Un paese si arricchisce, tale ricchezza viene distribuita coprendo vaste fascie di popolazione e i mercati riflettendo la situazione reale crescono in quanto le aziende aumentano i loro utili.
Da noi, ma non credo solo da noi, succede la cosa contraria. La borsa sale in quanto le aziende quotate aumentano i loro utili, ma questi utili si trasformano in maggiore costi per i cittadini, andando incidere non poco sul loro tenore di vita. Il 60% della popolazione Italiana sta cambiando il proprio modo di alimentarsi. Mentre ventanni or sono si andava mangiare la pizza due volte alla settimana, adesso si va una volta al mese.
Nel 1985 io facevo l'operaio meccanico, ho acquistato un appartamento di 100 mt qd con ingresso indipendente e giardino. Per pagarlo mi ci volevano 72 mensilità. Adesso mio fratello che è molto più giovane di me è Direttore di un sito produttivo di una Multinazionale. Con 72 mensilità adesso compra un appartamento di 40 mt qd
Questa è una situazione patologica dove tutti vogliono chiudere gli occhi, cittadini per primi.
 

Paperino

Forumer attivo
Post da incorniciare, a partire dal titolo. :p

Verità tristi e difficilmente confutabili, uno spaccato dell'economia italiana malata ed arretrata, a partire dai singoli individui che ne fanno parte.
Il liberismo probabilmente non è mai esistito, se non sui libri di economia; oggi più che mai siamo immersi nel dirigismo, statalismo, trusts ed oligopoli, circondati dal dilagare della cosiddetta burocrazia; come un cancro che si espande e soffoca le residue forze vitali.

Se sarà possibile uscirne, accadrà solo molto dolorosamente... :rolleyes:
 

Nonsoniente

Forumer storico
Ciao Paperino io ho una mia teoria sulle scuole di pensiero economico, a dire il vero è molto originale e qui rischio che qualcuno mi dia del pazzo.
In economia esistono solo interessi contrapposti, interessi da difendere, interessi da conquistare. Le TEORIE ECONOMICHE, servono per legittimare all'opinione pubblica il perseguimento di determinati interessi.
Ciao Mauro.
 

chicco67

Nuovo forumer
Re: Utili delle banche in salita, economia in crisi...chi p

tutto vero, e sperimentato sulla mia pelle! il mio "caro" conto corrente a spese e tasso zero in banca intesa, mi e' costato piu' o meno zero fino al 2002, 90 euro nel 2003, 140 euro nel 2004, ed altri 140 euro nei primi tre mesi del 2005 (a questo ritmo mi costerebbe circa 600 euro di pure spese bancarie per tutto il 2005).

non riuscendo a spuntare condizioni piu' vantaggiose, ho chiuso il conto. mi e' costato una fortuna in commissioni di ogni ordine e grado, oltre al tempo perso e ai disservizi incorsi nel "girare" gli addebiti e gli accrediti.
tuttavia evito di farmi spennare per il resto dei miei anni, mi sono tolto una soddisfazione, ed ho lanciato un segnale alla banca, nel mio piccolo.

morale: la concorrenza, seppur scoraggiata dai cartelli di banche, dalle istituzioni che le proteggono, esiste. come consumatori e' l'unico piccolo grande potere che abbiamo (oltre al diritto di voto, ma questa e' un'altra questione)
 

alphatrader

Nuovo forumer
articolo

Paperino ha scritto:
Post da incorniciare, a partire dal titolo. :p

Verità tristi e difficilmente confutabili, uno spaccato dell'economia italiana malata ed arretrata, a partire dai singoli individui che ne fanno parte.
Il liberismo probabilmente non è mai esistito, se non sui libri di economia; oggi più che mai siamo immersi nel dirigismo, statalismo, trusts ed oligopoli, circondati dal dilagare della cosiddetta burocrazia; come un cancro che si espande e soffoca le residue forze vitali.

Se sarà possibile uscirne, accadrà solo molto dolorosamente... :rolleyes:
Esatto Paperino, infatti il sito di Cobraf.com qualche giorno fa ha fatto una ricerca sui funzionari politici che dobbiamo mantenere con le nostre tasse e balzelli vari, ed e' emerso che sono circa il 7%, mentre in Cina che e' tutto statale solo il 4% circa, con questa palla al piede che futuro puoi sperare? Bha...
 

NNGNews

Forumer attivo
La gestione di un conto corrente costa in Italia circa il 30% in piu' che nel resto d'Europa. Se i nostri concittadini europei spendono 78 euro l'anno per tenere sotto chiave i propri risparmi, gli italiani ne devono sborsare 113. Lo afferma il secondo World Retail Banking Report presentato da Capgemini, in collaborazione con Efma e Ing. L'indagine sui prezzi dei conti correnti bancari ha preso in esame 19 paesi a livello mondiale. L'analisi ha coinvolto 130 istituti bancari presenti in 15 Stati Europei - 8 dei quali appartenenti alla zona Euro - gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia e la Cina. Il report si e' basato sulle rilevazioni compiute presso un campione di agenzie dei principali istituti di credito. Rispetto allo scorso anno e' stata introdotta la rilevazione dei prezzi di conto corrente cosiddetta per "Local Profile": calandosi infatti nelle abitudini di utilizzo dei correntisti dei singoli Stati, si e' riusciti a misurare il costo effettivo della gestione di un conto corrente per ogni paese. L'Italia registra quest'anno una crescita del prezzo teorico di conto corrente pari al 2% - per un valore di 252 euro annui - al di sotto dell'indice d'inflazione, mentre i paesi della zona euro hanno registrato un incremento medio dei prezzi dei servizi bancari del 3%. "Ci aspettiamo che questa convergenza continui come effetto della moneta unica e di alcune iniziative centralizzate, quali il Single Euro Payments Arena (Sepa), che porteranno all'allineamento dei prezzi", ha commentato il vicepresidente di Capgemini Italia, Livio Palomba.
 

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