XIII Anniversario morte giudice Borsellino

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Mi unisco alla commemorazione del defunto giudice Borsellino e della scorta vigliaccamente uccisi nel sordido attentato.
Viva la democrazia e la giustizia, abbasso il terrorismo ed i movimenti ad esso connessi.
 
Lo ricordo anch'io.

Ps: mafia....terrorismo...non abusiamo di quest'ultima parola!Se utilizzi troppo una parola questa perde di significato perchè diventa indifferente.

Borsellino è stato ucciso dalla mafia.Chiamiamo le cose con il loro nome
 
ricpast ha scritto:
Borsellino è stato ucciso dalla mafia.Chiamiamo le cose con il loro nome

Giustissima osservazione.
E insieme al dott. Borsellino, ricordiamoci anche di loro.

Dal sito della Polizia di Stato:

"Gli agenti della scorta"
"Quando vado nelle scuole, prima ancora di parlare di Paolo parlo dei "suoi ragazzi" come lui li chiamava (riferendosi agli agenti della scorta ndr) e racconto qualcosa di ognuno di loro; piccoli episodi che facciano capire che sono persone come tutti noi, con i loro sogni, i loro desideri". Così Rita Borsellino, sorella del magistrato morto nella strage in via D'Amelio, parla riferendosi ai cinque agenti di scorta uccisi insieme a suo fratello, in occasione della "X Giornata della memoria e dell'impegno" il 17 marzo 2005.

"Dico sempre – prosegue Rita – che la scorta non è un contenitore vuoto ma che è fatta da persone con un compito straordinario: proteggere la vita di un’altro anteponendola alla loro".

Nella strage di via D'Amelio rimasero uccisi:
Agostino Catalano, capo scorta, 43 anni. Sposato, aveva perso la moglie ed era rimasto solo con le sue due figlie.
Walter Eddie Cosina, 30 anni. Era nato in Australia. Morto durante il trasporto in ospedale. Lasciava la moglie Monica.
Emanuela Loi, 24 anni, la prima donna poliziotto entrata a far parte di una squadra di agenti addetta alla protezione di obiettivi a rischio.
Vincenzo Li Muli, 22 anni. Il più giovane della pattuglia. Da tre anni nella Polizia di Stato, aveva ottenuto pochi mesi prima la nomina ad agente effettivo.
Claudio Traina 26 anni. Arruolato in Polizia giovanissimo, dopo essere stato a Milano e Alessandria, aveva ottenuto da poco il trasferimento nella sua città: Palermo.

Antonio Vullo, 32 anni, agente, sposato e padre di un figlio è l’unico riuscito a sopravvivere alla strage. Mentre i suoi colleghi si stringevano, come d’abitudine, attorno al magistrato, Vullo parcheggiava la macchina poco distante.
 
fo64 ha scritto:

E insieme al dott. Borsellino, ricordiamoci anche di loro.

Dal sito della Polizia di Stato:

"Gli agenti della scorta"
"Quando vado nelle scuole, prima ancora di parlare di Paolo parlo dei "suoi ragazzi" come lui li chiamava (riferendosi agli agenti della scorta ndr) e racconto qualcosa di ognuno di loro; piccoli episodi che facciano capire che sono persone come tutti noi, con i loro sogni, i loro desideri". Così Rita Borsellino, sorella del magistrato morto nella strage in via D'Amelio, parla riferendosi ai cinque agenti di scorta uccisi insieme a suo fratello, in occasione della "X Giornata della memoria e dell'impegno" il 17 marzo 2005.

"Dico sempre – prosegue Rita – che la scorta non è un contenitore vuoto ma che è fatta da persone con un compito straordinario: proteggere la vita di un’altro anteponendola alla loro".

Nella strage di via D'Amelio rimasero uccisi:
Agostino Catalano, capo scorta, 43 anni. Sposato, aveva perso la moglie ed era rimasto solo con le sue due figlie.
Walter Eddie Cosina, 30 anni. Era nato in Australia. Morto durante il trasporto in ospedale. Lasciava la moglie Monica.
Emanuela Loi, 24 anni, la prima donna poliziotto entrata a far parte di una squadra di agenti addetta alla protezione di obiettivi a rischio.
Vincenzo Li Muli, 22 anni. Il più giovane della pattuglia. Da tre anni nella Polizia di Stato, aveva ottenuto pochi mesi prima la nomina ad agente effettivo.
Claudio Traina 26 anni. Arruolato in Polizia giovanissimo, dopo essere stato a Milano e Alessandria, aveva ottenuto da poco il trasferimento nella sua città: Palermo.

Antonio Vullo, 32 anni, agente, sposato e padre di un figlio è l’unico riuscito a sopravvivere alla strage. Mentre i suoi colleghi si stringevano, come d’abitudine, attorno al magistrato, Vullo parcheggiava la macchina poco distante.

Sono vicino ai parenti ed agli amici di questi nostri concittaddini nel ricordo del loro sacrificio per difendere l'altissimo ideale del vivere in una società in cui i rapporti delle persone non siano dominati dal principio della sopraffazione e della corruzione.

Ci dimentichiamo sempre che con Falcone e Borsellino sono morti tanti agenti di scorta.
 
" Una fiamma la loro che non dovrà mai smettere di ardere".


Che sia faro per tanti altri uomini "valorosi e giusti"

Con affetto e rimpianto......Luca.
 

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