FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (6 lettori)

WANTED

Forumer storico
Ciao Wanted ...cosa succede ,a chi ti riferisci :mmmm:








Buona giornata a tutti ;)

vediamo quanto regge i 18,000 se regge :rolleyes:



Buongiorno a tutti.
Tutto risolto.
Avevo segnalato il solito buffone che era venuto qui
nascondendo la sua vera identità sotto un altro nick per
sfottere te e altri.

Segnalato e bannato.....pure velocemente :up:;)
 

dondiego49

Forumer storico
Russia nella bufera, tracolla la Borsa (-19%), il rublo precipita a quota 100 sull’euro

di Antonella Scott16 dicembre 2014Commenti (10)
In questo articolo

Argomenti: Vladimir Putin | Borsa di Mosca | Elvira Nabiullina | Cremlino | Bank Rossii | Russia | Borsa Valori





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(Afp)


La mossa spettacolare della Banca centrale russa, che nella notte di lunedì ha portato i tassi di interesse dal 10,5 al 17% nel tentativo disperato di interrompere il crollo del rublo, ha fatto effetto soltanto per pochi minuti. Dopo aver ripreso fiato all’apertura dei mercati, martedì mattina, la moneta russa è tornata a precipitare verso nuovi minimi assoluti: 80 rubli per un dollaro, addirittura 100 sull’euro. Per dare un’idea della tempesta che si è abbattuta sulla moneta russa, basti pensare che tre mesi fa servivano 50 rubli per comprare un euro. Già gli analisti chiamano questo “il giorno del giudizio” per il rublo, mentre il petrolio scende per la prima volta dal luglio 2009 sotto la soglia dei 60 dollari al barile. Travolta anche la Borsa di Mosca, che perde il 19%, il crollo peggiore dal 1995.
Le banche russe impegnate sui mercati del cambio, scriveva questa mattina il quotidiano Izvestija, stanno iniziando a comprare tabelloni a cinque, non più quattro caselle: ormai il rublo rischia di infrangere una barriera impensabile fino a poche settimane fa, un euro o un dollaro al cambio di 100, più i due decimali. E quella della Banca centrale russa chiamata a difenderlo sembra ormai una battaglia contro una forza incontrollabile: se i ripetuti rialzi applicati fin qui (sei da marzo) non sono serviti, nel cuore della notte russa di lunedì, al termine di una riunione convocata in emergenza, Bank Rossii ha osato – anche qui – oltrepassare una soglia incredibile.

Come una mossa disperata, o per dimostrare di essere pronti a tutto: la decisione, spiega l’istituto guidato da Elvira Nabiullina in una nota indicata come «importante», mira a «contenere i rischi di deprezzamento del rublo, aumentati considerevolmente, e i rischi di aumento dell'inflazione». Che si sta avviando verso la doppia cifra. Basterà tutto questo a ricostruire un po’ di fiducia nell’economia russa? E a far trovare al rublo un punto di appoggio? Il Cremlino spiega di non voler commentare le decisioni della Banca centrale (segui il cambio euro-rublo in tempo reale).
Gli economisti ripetono che, date le migliori condizioni delle riserve russe accumulate in questi anni, non è il caso di fare paragoni con la crisi del 1998, quel terribile agosto che portò alla svalutazione del rublo e al default del Cremlino sul proprio debito. Ma quell’anno resta come un punto di riferimento per dare l’idea del ritmo della caduta, e della gravità della situazione: lunedì, prima dell’annuncio della Banca centrale, la moneta russa era precipitata più del 10% sul dollaro, trascinata nell’abisso dall’aspettativa di nuovi cali del petrolio. Che implicano conseguenze sempre più preoccupanti per un’economia che basa un quarto del Pil sull’energia, e i propri conti su un prezzo che il greggio ha ormai abbandonato da tempo. Se resteremo sui livelli attuali, intorno ai 60 dollari il barile, la contrazione per il Pil russo nel 2015 potrebbe passare dall’attuale “zero virgola” al 4,5-4,7%, ha avvertito la Banca centrale. Contribuendo ad affondare ancora di più il rublo, che ormai in questo anno terribile ha dimezzato il proprio valore.
Prima di annunciare la propria decisione sui tassi, Bank Rossii sarebbe intervenuta più volte, lunedì, per cercare di salvare il rublo. Ma gli 80 miliardi di riserve spesi finora non sono bastati. Ed è proprio questo prosciugare le proprie risorse che alimenta il panico, perché le basi su cui può contare la Russia non dureranno all'infinito. Saranno messe alla prova, oltre che dal calo del petrolio, dalle scadenze sui debiti di banche e imprese che non possono più contare sui finanziamenti internazionali, a causa delle sanzioni. Per risolvere la situazione, basterebbe invertire il corso di una deriva di capitali che, solo quest’anno, hanno abbandonato il Paese a un ritmo di 120 miliardi di dollari. Nel suo recente discorso alla nazione, Vladimir Putin ha parlato di amnistia per i patrimoni che rientreranno, ma questa come altre iniziative non sembrano aver affatto convinto i mercati. Non è la prima volta che sentono queste promesse.
 

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