Brevi riflessioni
Si va avanti a piccoli passi (ma piccoli mica tanto) verso la creazione di una nuova politica che tenga conto di fattori oggettivi e non come al solito demandata alle banche private che dall'inizio del 900 tirano le redini dell'economia.
Assieme a centomila anime balde cercheremo ad ogni costo di tirare fuori la quadra che permetta ad un paese libero di tornare ad essere vincente, per il suo popolo e nel mondo.
Al cospetto di strategie sempre più sofisticate di controllo e di meccanismi consolidati da anni di supervisione delle masse, ci siamo noi che stiamo iniziando a malapena a camminare in quel mare di regole economiche realizzate non per semplificare la vita, ma per dare adito alle disuguaglianze.
E si perché si sa che il massimo della ricchezza è concentrato nelle mani di esperti che guidano la borsa come un'abile contadina fa muover intorno a se il pollame mentre gli da del mangime.
Quello che poniamo in essere è un progetto articolato di diffusione, basato su una moneta non speculativa e che rimanendo stabile nel valore se cresce, cresce per tutti; un sistema monetario accessibile a quel ceto medio tagliato fuori dalla mega finanza, e che produca esponenzialmente i frutti dei suoi automatismi, prudenziale e di pari livello per ogni appartenente a questo nuovo marketing.
Una rete che si auto implementi attraverso l'apporto dei singoli ma dove ognuno benefici anche della potenzialità del nucleo centrale, e dove oltre i prodotti e i servizi valgano allo stesso modo le opere dell'ingegno.
In questo modo la crescita viaggia in ugual misura e non si ferma, si creano nuove attività perché viene amplificata l'inventiva, e lo stato rimane a fare quel che deve, garantire l'ordine e la sicurezza, ma può permettersi di lasciare libera iniziativa e briglie sciolte al settore privato.
Il motivo sta che in tale regime comunitario di condivisione e azione proattiva si sviluppa automaticamente anche un innato senso sociale.