Obbligazioni a tasso fisso CRISI UCRAINA, Bond Russia, Ucraina, Gazprom e altro (1 Viewer)

mavalà

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Notevole, direi...
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Lithuania is however not ending the transit of Russian gas to the Kaliningrad exclave. Lithuania's gas grid website showed on Saturday evening roughly the same amount of gas entering from Belarus as was being exported to Kaliningrad.
 

Fabrib

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Il gruppo russo degli idrocarburi Gazprom in questi giorni, proprio mentre è in corso il braccio di ferro con la Ue sul pagamento del gas in rubli, sta trasferendo i propri asset europei sotto il cappello di nuove società create in fretta e furia per evitarne il sequestro o la nazionalizzazione. A scriverlo è Vladimir Osechkin, attivista russo per i diritti umani in esilio che dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina sta ricevendo informazioni riservate da una fonte interna all’Fsb, i servizi segreti di Mosca. Emissari dei servizi speciali russi, racconta Osechkin sul suo sito Gulagu.net, sono volati a Berlino, Londra e Manchester per registrare ex novo uffici, attrezzature e anche depositi di gas per un valore che si avvicinerebbe ai 10 miliardi di dollari, in quella che il dissidente definisce “truffa del secolo”. A coordinare le operazioni sarebbe stato Sergei Kovolev, primo vicedirettore del Servizio federale di sicurezza, riportando direttamente a Putin.
Gli asset di Gazprom Marketing&Trading London, del valore di 2 miliardi di sterline, secondo la ricostruzione sono stati appena registrati sotto “una certa società Palmari” creata meno di un anno fa e guidata da un manager Gazprom. Alla stessa Palmari, tramite la Gbeps, fanno ora capo anche diversi asset di Gazprom Germany Gmbh. E in effetti nelle scorse ore il colosso pubblico russo ha annunciato ufficialmente, senza spiegare la decisione, l‘uscita dal capitale delle due sussidiarie. GM&T in una nota ha affermato di “non essere nella posizione di poter commentare la nuova struttura proprietaria”. Tutto sembra tornare, quindi. La fonte ha fatto sapere a Osechkin che anche lo stesso Alexei Miller, ad di Gazprom, e i numeri uno delle filiali tedesca e inglese Igor Fedorov e Wolfgang Scribot sono stati coinvolti in queste transazioni. Quanto ai reali intestatari delle società schermo, l’ipotesi è che dietro ci sia la mafia russa.
Negli ultimi giorni, la priorità per i servizi russi sarebbe stata proprio mettere al sicuro il “patrimonio nazionale”, e non l’evoluzione del conflitto. Un’urgenza che indicherebbe come Mosca non si fosse preparata a sufficienza a una lunga guerra e all’impatto delle sanzioni occidentali. La fonte aggiunge che diversi impiegati russi delle due società con sede in Europa stanno considerando se chiedere asilo politico e non intendono tornare in patria.
Il Fatto Quotidiano
 

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