Certificati di investimento - Cap. 5 (16 lettori)

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NoWay

It's time to play the game
Per una volta ho visto il tuo post per tempo ma poi ho sbagliato a digitare la quantità (5 invece di 25) e sono rimasto con il minimo sindacale :sad:

Rendimento annualizzato pazzesco :oops:

Non me ne parlare. Lunedì c'è stato uno scarico consistente a 1.000,60, ma io ero in treno e non mi sono accorto che il MM si era alzato a quel prezzo...
 

NoWay

It's time to play the game
Questo sempre perché le sanzioni non causano serie conseguenze a chi le impone...


(Reuters) - Il governo sta lavorando per mantenere in attività la raffineria siciliana Isab, di proprietà della russa Lukoil, nonostante le nuove sanzioni contro la Russia che entreranno in vigore il mese prossimo, nel tentativo di guadagnare più tempo per la vendita dell'impianto.
Lo hanno detto a Reuters tre fonti vicine alla situazione.
La raffineria rischia di essere colpita dall'embargo sul petrolio russo trasportato via mare che entrerà in vigore il 5 dicembre, mettendo a rischio posti di lavoro e la capacità di raffinazione italiana.
Sebbene Lukoil non sia oggetto di sanzioni, l'impianto Isab è stato costretto a fare affidamento esclusivamente sul petrolio russo dopo che le banche creditrici hanno bloccato i finanziamenti e smesso di fornire le garanzie di cui la raffineria ha bisogno per acquistare petrolio da fornitori alternativi.
Le fonti hanno detto che il governo sta cercando di trovare un modo per garantire che l'impianto possa ricevere finanziamenti e rimanere operativo.
La questione è stata discussa in una riunione presso il ministero dell'Industria il 17 ottobre con i rappresentanti delle due principali banche italiane, Intesa Sanpaolo e UniCredit, e dell'agenzia statale per il credito alle esportazioni Sace, come risulta da un verbale dell'incontro visto da Reuters.
Le discussioni si sono incentrate sulla possibilità di un finanziamento garantito da Sace. I rappresentanti di Isab hanno avvertito che, nel caso le garanzie fossero efficaci a metà dicembre, si rischierebbe una limitata operatività fino a marzo 2023.
Un'opzione sul tavolo è una lettera di credito da parte delle autorità italiane per rassicurare i fornitori e le banche creditrici di Isab, preoccupati per il rischio di incorrere in future potenziali sanzioni.
L'obiettivo è consentire a Isab di acquistare altrove il petrolio di cui ha bisogno, hanno detto due delle fonti.
Il lasciapassare del governo proverrebbe dal Comitato di Sicurezza Finanziaria, gestito dal Tesoro italiano e responsabile dell'applicazione delle sanzioni contro la Russia, ha detto una delle fonti.
 
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