Il silenzio dei colpevoli. Come ti cambio la costituzione senza fartelo sapere. Trat (1 Viewer)

tontolina

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Pareggio di bilancio in Costituzione: l’articolo 81 e il gioco delle 3 carte

Il Senato approva il pareggio bilancio in Costituzione, ma è una bufala: cambia tutto e nulla, la regola è debole e l'unico rischio è quello di un aumento delle tasse

Pareggio di bilancio in Costituzione: l’articolo 81 e il gioco delle 3 carte - News Finanza & Economia - InvestireOggi.it

Nel pomeriggio di ieri la Costituzione della Repubblica italiana, la magna carta, è stata cambiata. Il senato ha votato a maggioranza qualificata per la definitiva introduzione del cosiddetto “pareggio di bilancio” nella legge delle leggi.

Il testo di legge approvato, comunque, sta qui.

In questa breve nota vorrei invece porre l’attenzione su un’altra questione: è o non è una notizia importante da dare, se non campeggiando sulle prime pagine di tutti i giornali almeno dedicandole ampio spazio?
A guardare le principali testate online, pare che la risposta sia un secco no.
Il Fatto Quotidiano gli dedica un sottotitolo a metà pagina.
Lo stesso fa Il Giornale.
La Repubblica.it lo menziona solo indirettamente, citando i dubbi del Fondo Monetario Internazionale sulla sua applicabilità, e lo stesso fa La Stampa.
Il Corriere della Sera, invece, NON NE PARLA PROPRIO.
Controllate da voi.


Bisogna conoscere per deliberare, diceva Einaudi, secondo presidente della nostra Repubblica e, ironia della sorte, economista.
Quando tutti i quotidiani principali ritengono un fatto del genere non notiziabile, è davvero solo una coincidenza, oppure stiamo assistendo all’applicazione del pensiero di Einaudi, declinato secondo le necessità di chi l’informazione – e quindi la conoscenza – in Italia la gestisce?
 

tontolina

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Il testo di legge approvato, comunque, sta qui.


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DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

approvato, in sede di prima deliberazione,
dalla Camera dei deputati il 30 novembre 2011, in un testo risultante
dall’unificazione dei disegni di legge costituzionale


(V. Stampati Camera nn. 4205, 4525, 4526, 4594, 4596, 4607 e 4646)

d’iniziativa dei deputati CAMBURSANO, DONADI, BORGHESI, CIMADORO, DI GIUSEPPE, DI STANISLAO, MESSINA, MURA, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PIFFARI, CAPODICASA, GRASSI, LO MONTE e OLIVERIO (4205); MARINELLO, Gioacchino ALFANO, PAGANO, BERNARDO, BACCINI, BIANCOFIORE, DE ANGELIS, Vincenzo Antonio FONTANA, GARAGNANI, GAROFALO, GERMANÀ, LAINATI, MARSILIO, MAZZUCA, NOLA, PALMIERI, Mario PEPE (Misto-R-A), PIZZOLANTE, PORCU, ROMELE, Luciano ROSSI, SISTO, SOGLIA, TORRISI e TRAVERSA (4525); BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, Maurizio TURCO e ZAMPARUTTI (4526); MERLONI, MISTRELLO DESTRO, CAMBURSANO, CICCANTI e GAVA (4594); LANZILLOTTA, DELLA VEDOVA e GALLETTI (4596); Antonio MARTINO, STRACQUADANIO, ARMOSINO, BERGAMINI, BERTOLINI, BIASOTTI, BONCIANI, CAZZOLA, CERONI, DI CENTA, IANNARILLI, MALGIERI, MAZZUCA, MOLES, PAGANO, PITTELLI, REPETTI, Luciano ROSSI, Mariarosaria ROSSI, SANTELLI, STRADELLA, TORTOLI, VERSACE e VIGNALI (4607); BERSANI, FRANCESCHINI, BARETTA, BRESSA, CAUSI, VENTURA, MARAN, VILLECCO CALIPARI, AMICI, BOCCIA, LENZI, GIACHETTI, QUARTIANI, ROSATO, BORDO, D’ANTONA, FERRARI, FONTANELLI, GIOVANELLI, LO MORO, MINNITI, NACCARATO, POLLASTRINI, VASSALLO, ZACCARIA, CALVISI, CAPODICASA, DE MICHELI, DUILIO, GENOVESE, MARCHI, Cesare MARINI, MISIANI, NANNICINI, RUBINATO, SAMPERI, SERENI e VANNUCCI (4646)





e del disegno di legge
(V. Stampato Camera n. 4620)

presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri (BERLUSCONI)

e dal Ministro dell’economia e delle finanze (TREMONTI)

di concerto con il Ministro per le riforme per il federalismo (BOSSI)

e con il Ministro per la semplificazione normativa (CALDEROLI)

approvato, senza modificazioni, in sede di prima deliberazione
dal Senato della Repubblica il 15 dicembre 2011


(V. Stampato Camera nn. 4205-4525-4526-4594-4596-4607-4620-4646-B)

approvato, senza modificazioni, in sede di seconda deliberazione
dalla Camera dei deputati il 6 marzo 2012


Trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza
il 7 marzo 2012


Introduzione del principio del pareggio di bilancio
nella Carta costituzionale
 

tontolina

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Legislatura 16º - Disegno di legge N. 3047-B



DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

Testo approvato, in prima deliberazione, dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica e, in seconda deliberazione, dalla Camera dei deputati
Art. 1.
1. L’articolo 81 della Costituzione è sostituito dal seguente:
«Art. 81. – Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei principî definiti con legge costituzionale».
Art. 2.
1. All’articolo 97 della Costituzione, al primo comma è premesso il seguente:
«Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico».
Art. 3.
1. All’articolo 117 della Costituzione sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al secondo comma, lettera e), dopo le parole: «sistema tributario e contabile dello Stato;» sono inserite le seguenti: «armonizzazione dei bilanci pubblici;»;
b) al terzo comma, primo periodo, le parole: «armonizzazione dei bilanci pubblici e» sono soppresse.
Art. 4.
1. All’articolo 119 della Costituzione sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo comma sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea»;
b) al sesto comma, secondo periodo, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, con la contestuale definizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l’equilibrio di bilancio».
Art. 5.
1. La legge di cui all’articolo 81, sesto comma, della Costituzione, come sostituito dall’articolo 1 della presente legge costituzionale, disciplina, per il complesso delle pubbliche amministrazioni, in particolare:
a) le verifiche, preventive e consuntive, sugli andamenti di finanza pubblica;
b) l’accertamento delle cause degli scostamenti rispetto alle previsioni, distinguendo tra quelli dovuti all’andamento del ciclo economico, all’inefficacia degli interventi e agli eventi eccezionali;
c) il limite massimo degli scostamenti negativi cumulati di cui alla lettera b) del presente comma corretti per il ciclo economico rispetto al prodotto interno lordo, al superamento del quale occorre intervenire con misure di correzione;
d) la definizione delle gravi recessioni economiche, delle crisi finanziarie e delle gravi calamità naturali quali eventi eccezionali, ai sensi dell’articolo 81, secondo comma, della Costituzione, come sostituito dall’articolo 1 della presente legge costituzionale, al verificarsi dei quali sono consentiti il ricorso all’indebitamento non limitato a tenere conto degli effetti del ciclo economico e il superamento del limite massimo di cui alla lettera c) del presente comma sulla base di un piano di rientro;
e) l’introduzione di regole sulla spesa che consentano di salvaguardare gli equilibri di bilancio e la riduzione del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo nel lungo periodo, in coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica;
f) l’istituzione presso le Camere, nel rispetto della relativa autonomia costituzionale, di un organismo indipendente al quale attribuire compiti di analisi e verifica degli andamenti di finanza pubblica e di valutazione dell’osservanza delle regole di bilancio;
g) le modalità attraverso le quali lo Stato, nelle fasi avverse del ciclo economico o al verificarsi degli eventi eccezionali di cui alla lettera d) del presente comma, anche in deroga all’articolo 119 della Costituzione, concorre ad assicurare il finanziamento, da parte degli altri livelli di governo, dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali inerenti ai diritti civili e sociali.
2. La legge di cui al comma 1 disciplina altresì:
a) il contenuto della legge di bilancio dello Stato;
b) la facoltà dei Comuni, delle Province, delle Città metropolitane, delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano di ricorrere all’indebitamento, ai sensi dell’articolo 119, sesto comma, secondo periodo, della Costituzione, come modificato dall’articolo 4 della presente legge costituzionale;
c) le modalità attraverso le quali i Comuni, le Province, le Città metropolitane, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano concorrono alla sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni.
3. La legge di cui ai commi 1 e 2 è approvata entro il 28 febbraio 2013.
4. Le Camere, secondo modalità stabilite dai rispettivi regolamenti, esercitano la funzione di controllo sulla finanza pubblica con particolare riferimento all’equilibrio tra entrate e spese nonché alla qualità e all’efficacia della spesa delle pubbliche amministrazioni.
Art. 6.
1. Le disposizioni di cui alla presente legge costituzionale si applicano a decorrere dall’esercizio finanziario relativo all’anno 2014.
 

tontolina

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IdV ripensamenti dell’ultimo momento

L'Italia dei Valori fa marcia indietro per l'introduzione di pareggio di bilancio dopo aver sostenuto il progetto di legge.

IdV ripensamenti dell’ultimo momento - News Finanza & Economia - InvestireOggi.it
E’ sufficiente un ripensamento dell’ultimo momendo dopo tanta complicità?
Clamoroso ripensamento di Italia dei Valori. Nonostante alcuni suoi esponenti abbiano proposto, assieme ad altri parlamentari, il progetto di legge per l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, il partito fa marcia indietro votando contro la modifica. Ciò è avvenuto a seguito delle numerose proteste sollevate da gran parte della società “attiva”, indiscutibile fonte primaria di voto del partito. Credo tuttavia che il popolo non se ne faccia nulla di questa “sbrigativa” presa di posizione, troppo tardi e soprattutto inutile considerato che il voto contrario di pochi senatori non conta nulla, mentre avrebbe fatto probabilmente la differenza una grande battaglia sul piano nazionale piuttosto che una prolungata e strategica complicità.
Chi pagherà questi errori? Quanto costeranno al popolo?
 

tontolina

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Il “pareggio di bilancio” entra in Costituzione

Di Italo Romano


Lo scorso 2 Marzo, a Bruxelles , 25 capi di Stato e di Governo dell’Unione europea hanno firmato FISCAL COMPACT, ovvero il patto sui bilanci, fortemente voluto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Nel silenzio pressoché totale della stampa e delle televisioni, nell’omertà bipartisan di politologi e politici, il governo italiano ha ratificato e recepito l’imposizione europea,inserendo in Costituzione il principio del pareggio di bilancio. Il Senato, in data 17 Aprile, ha approvato con 235 “si”e 11 “no” e 24 astenuti il ddl di riforma dell’ art.81 della Costituzione che e’ legge con questa quarta e ultima lettura, prevista per le riforme costituzionali. Si è espresso a favore più dei due terzi dei componenti, evitando così il referendum confermativo.
Voi direte, come mai nessuna ci ha detto niente? Cosa c’è di più importante? Ad oggi in Italia è in atto una crociata a mezzo stampa contro Beppe Grillo e il “suo” Movimento Cinque Stelle. Il nemico numero uno è il famigerato “populismo”, che secondo i dotti politici italiani starebbe rovinando il paese, spingendolo verso una antipolitica estrema.

Ecco, queste omissioni fanno precipitare la fiducia nelle istituzioni e nei valletti mediatici che ubbidiscono ai dettami del potere, non certo un comico. L’antipolitica oggi è rappresentata dalla politica stessa.

Da tangentopoli in poi, le ideologie sono state sostituite dal piazzismo più becero, trasformando i pochi che si interessano alla cosa pubblica in veri e propri tifosi, convinti credenti, senza alcuna capacità di pensiero critico.

Stuoli di giovani, e meno giovani, burocrati, personaggi stereotipati e partitizzati senza alcuno slancio di cambiamento, di ribellione. Prendersela con Grillo è troppo facile!

Se poi si necessita di un capro espiatorio è un altro paio di maniche.
A mio avviso, Grillo o non Grillo, questa classe politica, entro un anno, verrà spazzata via.




Torniamo al nostro “pareggio di bilancio”, di cui vi invito a leggerne i contenuti. Tutti i partiti in Parlamento hanno votato a favore del ddl, Lega e Idv inclusi. E’ questo il grado di servaggio dei politici nostrani. E’ questo il modo in cui difendono e tutelano il nostro presente e il futuro delle generazioni a venire. Questi signori ci hanno messo un cappio al collo, ci hanno reso schiavi della Bce, del Fmi e dell’Unione europea.
Vi spiego. In sintesi, le nuove regole prevedono che i paesi Ue s’impegnino ad avere il deficit sostanzialmente in equilibrio, con un valore massimo dello 0,5% rispetto al Pil.
Quel che i più dimenticano di dire è che con questo regime monetario, il pareggio di bilancio per uno Stato, e l’estinzione del debito, sono impossibili da realizzare.
Ecco come avviene la creazione del denaro: le banconote sono emesse dalla BCE, ente privato, e sono utilizzate per acquistare Titoli di Stato, che però sono gravati da interessi ; ovvio che per pagare questi interessi è emesso altro denaro. E’ un cane che si morde la coda.
L’unico modo per uscire da questa spirale, sarebbe quello di generare nel bilancio pubblico avanzi primari talmente consistenti da superare la spesa per gli interessi.

L’avanzo primario è il risultato della differenza tra il totale delle entrate, tributarie ed extra tributarie, ed il totale delle spese di uno Stato, risultato ottenuto prima di pagare gli interessi passivi sul debito pubblico, cioè sui buoni del tesoro e certificati di credito emessi.
In particolare, se il totale delle entrate dello Stato eccede il totale delle sue spese, avremo l’avanzo primario, contrariamente avremo il disavanzo primario.
Per far fronte al livello attuale del debito pubblico, bisognerebbe chiudere il bilancio con avanzi nettamente fuori dalla portata degli attuali governi. Inoltre praticare una politica del genere comporterebbe un sacrificio lacrime e sangue da parte dei cittadini, con taglio dei servizi e inasprimento della pressione tributaria. Una assurda ingiustizia, che nei fatti andrebbe ad imporre politiche pubbliche per ripianare un debito contratto dai privati.
Il debito pubblico non è ripianabile, è in continua e costante crescita. Difatti si parla sempre non di estinzione del debito, ma di rifinanziamento. Un finanziamento che passa sempre attraverso l’acquisto di nuovi Titoli di Stato, totalmente indipendenti dalle manovre finanziare attuate dai vari governi appartenenti a diversi schieramenti politici, sempre e comunque asservite ai cartelli bancari internazionali.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’Italia non raggiungerà il pareggio di bilancio almeno fino al 2017. Io mi sento di dire con certezza, che se l’Italia non interrompe quel circolo vizioso di cui vi ho scritto, mai e poi mai riuscirà a raggiungere un equilibrio di deficit. Dovremo pagare multe salatissime (pari allo 0,1% del Pil) ogniqualvolta non rispetteremo gli impegni presi firmando il Fiscal Compact. Saremo ancora più dipendenti e ricattabili, al pari di una colonia, e verremo spogliati delle nostre ricchezze reali e saremo trattati alla stregua di schiavi.
I prossimi governi saranno “costretti” a mantenere la linea di austerity tracciata dalla bancocrazia Monti. Il Parlamento italiano diventa ufficialmente un organo dei mercati, a cui si dovrà dare conto di ogni decisione e di cui si dovranno rispettare le “agende” prescritte.
In pratica abbiamo perso la sovranità nazionale in materia di scelte economiche. Privati oramai da tempo della facoltà di battere moneta, ci siamo chinati al volere globalista del super stato europeo.
E’ un domino: persa la sovranità monetaria, e ora quella economica, a breve dovremo rinunciare alla sovranità politica che cadrà in mano, come auspicato su Repubblica da Curzio Maltese, a una casta ristretta di tecnici illuminati che guideranno il sopito ricordo degli stati nazione verso le porte del nuovo ordine mondiale, aprendo la strada a un regime sinarchico scientifico mondialista.
Ma in Italia abbiamo ben altro a cui pensare, vero?
 

secoli

Utente Senior
A casa o in galera.
Mandiamoli a casa, peccato che sono amministrative e nn politiche e per ora nn possimo fare un gran che se nn siamo rappresentati in parlamento!
Voglio un parlamento di giovani capaci ed onesti.
Voglio una politica tutta nuova, via i dinosauri, i ladri, gli impuniti, gli incucioni.

PS: alla firma ho aggiunto una postillina :)

saluti
 

tontolina

Forumer storico
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=NqRiTBOwJa0&feature=player_embedded]Il pareggio di bilancio. La trappola e la via d'uscita - YouTube[/ame]

Pubblicato in data 18/apr/2012 da ilpuntotv
Il Punto - Rubrica a cura di Monia Benini Hanno cambiato la nostra Costituzione. Adesso, dietro il paravento del pareggio di bilancio, il nostro governo potrà assumere qualunque tipo di provvedimento contro i cittadini: privatizzazioni, aumenti delle tariffe e delle tasse, taglio a salari, stipendi e pensioni, licenziamenti. Abbiamo il dovere di cambia rotta. Dobbiamo e possiamo salvarci.
 

tontolina

Forumer storico
Economia Italia, Hot News
Pareggio di bilancio in Costituzione. Il Senato vota SI evitando referendum

Il pareggio di bilancio entra nella nostra Costituzione con la riforma dell articolo 81 votata ieri sera dal Senato.

Pareggio di bilancio in Costituzione. Il Senato vota SI evitando referendum - News Finanza & Economia - InvestireOggi.it
18-04-2012, ore 07:33 - 8 Commenti
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sempre coerenti nèèèèèèèèèèèè
 

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