LA DIFFERENZA TRA DEMOCRAZIA E DITTATURA E' CHE IN DEMOCRAZIA PRIMA Si VOTA E POI SI (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
L'ho rubato dal 3d di Novenove :rolleyes:

Tobin tax, ecco come il governo cambia la legge per salvare le banche

Dopo le pressioni dei grandi istituti di credito italiani, l'esecutivo mette mano alla norma con l'aiuto di Consob. Niente imposta sui derivati, pagheranno soltanto i risparmiatori. Risultato? Lo Stato incasserà 100 milioni di euro invece del miliardo previsto prima del restyling


di Marco Palombi | 22 novembre 2012
C’è una lotta sotterranea in corso tra poteri economici, politica e governo di cui non è ancora affiorata traccia nel pubblico dibattito: quella che si sta giocando attorno alla Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf), impropriamente detta Tobin tax, inserita nel Ddl Stabilità. Questa imposta – un’aliquota dello 0,5% sulla “compravendita di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi emessi da società residenti nel territorio dello Stato” che dovrebbe generare un miliardo di gettito l’anno per l’erario – ovviamente non piace ai trader (e con qualche ragione, peraltro), ma l’offensiva lobbistica più imponente è partita dai grandi istituti bancari: il loro obiettivo è eliminare quella parte della nuova legge che sottopone a tassazione anche gli “strumenti finanziari derivati“, di cui i bilanci delle nostre banche sono non casualmente pieni.
La Ragioneria generale dello Stato, infatti, secondo gli istituti di credito ha sottostimato il gettito: secondo una voce raccolta dentro Intesa Sanpaolo, per dire, solo la banca guidata da Bazoli e Cucchiani pagherebbe un miliardo per le operazioni sui derivati, mentre il conto complessivo per il sistema supererebbe i tre miliardi e mezzo. Così si uccide un settore già in crisi, si sono lamentati gli interessati col governo, dimenticandosi però che questo settore in crisi non ha mai smesso di distribuire dividendi agli azionisti e premi al management.
Da lunedì, comunque, gli animi dentro i grandi istituti italiani si sono rasserenati: il ministro Vittorio Grilli, testimoniano fonti finanziarie e parlamentari, ha dato il via libera alla riscrittura della Ttf e il testo è già stato messo insieme da un inviato di Giuseppe Vegas, presidente di Consob, e dal sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani. Il governo, che alla Camera aveva rifiutato di mettere mano alla materia, ha annunciato che presenterà il suo emendamento in Senato, dove potrà contare sulla solidità numerica della vecchia maggioranza berlusconiana Pdl-Lega-Udc per sterilizzare l’opposizione del Pd: quando il Ddl Stabilità tornerà poi a Montecitorio per la lettura conforme non ci sarà più tempo e bisognerà votarlo in blocco (con la fiducia, ovviamente).
Ecco come dovrebbe cambiare la legge: la nuova formulazione messa a punto dal Tesoro con la consulenza di Consob esenta le operazioni in derivati (il settore in cui sono i soldi veri) a eccezione di quelli azionari (spiccioli) e finisce per salvare anche i trader on line – i più grossi speculatori di Borsa italiana – tassando solo il saldo a fine giornata e non le migliaia di operazioni fatte durante il giorno. Contentini per il pubblico sono le misure contro l’high frequency trading e l’estensione della tassazione anche alle transazioni effettuate all’estero su asset italiani, anche se non si capisce quale sia lo strumento coercitivo per chi non paga (nel testo non c’è la nullità del contratto di acquisto proposta dal Pd e non è alle viste nemmeno il fondamentale accordo col ministero delle Finanze britannico).
Se la Ttf alla fine sarà questa, spiegano le nostre fonti, si finirà per premiare proprio quella ‘finanza speculativa‘ che a parole si vorrebbe colpire, penalizzando invece chi svolge il lavoro fondamentale di creare canali di finanziamento per le imprese. Il risultato sarà che il processo di svuotamento di Borsa italiana – già nelle mani di London Stock Exchange – verrà paradossalmente implementato grazie all’opera di governo e Consob (che pure dovrebbero avere entrambi qualche interesse a mantenere vivo e sotto il loro controllo un mercato finanziario nazionale) con una ulteriore perdita di posti nel settore a favore dell’Inghilterra. Infine, questa edulcorazione della Ttf renderebbe di fatto false le previsioni di gettito: secondo i calcoli di alcuni addetti ai lavori, la nuova formulazione potrebbe garantire all’incirca cento milioni di entrate, un decimo di quanto messo per iscritto dal governo. “Se questa, come sembra, è l’operazione che il governo intende fare – dice Francesco Boccia, che segue la partita per il Pd – si sbaglia di grosso: quel testo può essere certo migliorato, ma di sicuro non va peggiorato esentando i derivati gestiti dalle banche. Noi su questo e altri punti non arretreremo di un millimetro”.
 

olly®

DIO E'DONNA!!!
L'ho rubato dal 3d di Novenove :rolleyes:

Tobin tax, ecco come il governo cambia la legge per salvare le banche

Dopo le pressioni dei grandi istituti di credito italiani, l'esecutivo mette mano alla norma con l'aiuto di Consob. Niente imposta sui derivati, pagheranno soltanto i risparmiatori. Risultato? Lo Stato incasserà 100 milioni di euro invece del miliardo previsto prima del restyling


di Marco Palombi | 22 novembre 2012
C’è una lotta sotterranea in corso tra poteri economici, politica e governo di cui non è ancora affiorata traccia nel pubblico dibattito: quella che si sta giocando attorno alla Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf), impropriamente detta Tobin tax, inserita nel Ddl Stabilità. Questa imposta – un’aliquota dello 0,5% sulla “compravendita di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi emessi da società residenti nel territorio dello Stato” che dovrebbe generare un miliardo di gettito l’anno per l’erario – ovviamente non piace ai trader (e con qualche ragione, peraltro), ma l’offensiva lobbistica più imponente è partita dai grandi istituti bancari: il loro obiettivo è eliminare quella parte della nuova legge che sottopone a tassazione anche gli “strumenti finanziari derivati“, di cui i bilanci delle nostre banche sono non casualmente pieni.
La Ragioneria generale dello Stato, infatti, secondo gli istituti di credito ha sottostimato il gettito: secondo una voce raccolta dentro Intesa Sanpaolo, per dire, solo la banca guidata da Bazoli e Cucchiani pagherebbe un miliardo per le operazioni sui derivati, mentre il conto complessivo per il sistema supererebbe i tre miliardi e mezzo. Così si uccide un settore già in crisi, si sono lamentati gli interessati col governo, dimenticandosi però che questo settore in crisi non ha mai smesso di distribuire dividendi agli azionisti e premi al management.
Da lunedì, comunque, gli animi dentro i grandi istituti italiani si sono rasserenati: il ministro Vittorio Grilli, testimoniano fonti finanziarie e parlamentari, ha dato il via libera alla riscrittura della Ttf e il testo è già stato messo insieme da un inviato di Giuseppe Vegas, presidente di Consob, e dal sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani. Il governo, che alla Camera aveva rifiutato di mettere mano alla materia, ha annunciato che presenterà il suo emendamento in Senato, dove potrà contare sulla solidità numerica della vecchia maggioranza berlusconiana Pdl-Lega-Udc per sterilizzare l’opposizione del Pd: quando il Ddl Stabilità tornerà poi a Montecitorio per la lettura conforme non ci sarà più tempo e bisognerà votarlo in blocco (con la fiducia, ovviamente).
Ecco come dovrebbe cambiare la legge: la nuova formulazione messa a punto dal Tesoro con la consulenza di Consob esenta le operazioni in derivati (il settore in cui sono i soldi veri) a eccezione di quelli azionari (spiccioli) e finisce per salvare anche i trader on line – i più grossi speculatori di Borsa italiana – tassando solo il saldo a fine giornata e non le migliaia di operazioni fatte durante il giorno. Contentini per il pubblico sono le misure contro l’high frequency trading e l’estensione della tassazione anche alle transazioni effettuate all’estero su asset italiani, anche se non si capisce quale sia lo strumento coercitivo per chi non paga (nel testo non c’è la nullità del contratto di acquisto proposta dal Pd e non è alle viste nemmeno il fondamentale accordo col ministero delle Finanze britannico).
Se la Ttf alla fine sarà questa, spiegano le nostre fonti, si finirà per premiare proprio quella ‘finanza speculativa‘ che a parole si vorrebbe colpire, penalizzando invece chi svolge il lavoro fondamentale di creare canali di finanziamento per le imprese. Il risultato sarà che il processo di svuotamento di Borsa italiana – già nelle mani di London Stock Exchange – verrà paradossalmente implementato grazie all’opera di governo e Consob (che pure dovrebbero avere entrambi qualche interesse a mantenere vivo e sotto il loro controllo un mercato finanziario nazionale) con una ulteriore perdita di posti nel settore a favore dell’Inghilterra. Infine, questa edulcorazione della Ttf renderebbe di fatto false le previsioni di gettito: secondo i calcoli di alcuni addetti ai lavori, la nuova formulazione potrebbe garantire all’incirca cento milioni di entrate, un decimo di quanto messo per iscritto dal governo. “Se questa, come sembra, è l’operazione che il governo intende fare – dice Francesco Boccia, che segue la partita per il Pd – si sbaglia di grosso: quel testo può essere certo migliorato, ma di sicuro non va peggiorato esentando i derivati gestiti dalle banche. Noi su questo e altri punti non arretreremo di un millimetro”.



Nun c'ho capito un càzzo!:wall:
 

DANY1969

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DANY1969

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:wall::wall::wall::wall::wall::wall: Ma dove vogliamo andare :wall::wall::wall:

Alemanno ha più collaboratori di Obama: assunti anche parenti e amici del sindaco

299 dipendenti per il sindaco di Roma per una spesa totale superiore ai 13 milioni di euro l'anno

Gestire una città come Roma non è certamente facile ma possibile che il primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno, debba avvalersi di 299 dipendenti in Campidoglio? Il caso riaccende le polemiche sul tema degli sprechi nell’amministrazione pubblica che, in un epoca di tagli e sacrifici, non può non indignare i contribuenti.

L’esercito di Alemanno: sprechi e parenti
Alemanno si avvale di quasi trecento collaboratori, di cui una settantina impiegati solo nell’ufficio stampa: a denunciare il fatto è il segretario del Pd Roma, Marco Miccoli. Per contestualizzare questo numero ( e rendersi conto di quanti siano gli sprechi nell’amministrazione pubblica del Comune di Roma) basti pensare che il sindaco della capitale spende quattro volte quello che spendono i sindaci di Milano e Torino. Se a Roma si spendono più di 13 milioni per l’amministrazione pubblica, a Palermo ne bastano cinque, a Napoli e Bari 4 e a Torino e Milano 3,5. Non vi basta? Bhè sappiate che per amministrare Roma e pagare gli stipendi dei dipendenti del Campidoglio Alemanno si avvale di un team di collaboratori più consistente di quello del Presidente degli Stati Uniti Barak Obama.
Una condizione di malgoverno intollerabile in un momento di così forte pressione fiscale contraddistinta da misure di austerity che forse i cittadini di Roma hanno pagato più di altri. La cosa più frustrante è che di queste spese pazze gli abitanti di Roma non abbiano alcun ritorno in termini di servizi: è questa la ragione primaria del malcontento che si respira in città.

Assunzioni scandalose fatte da Alemanno: una storia vecchia che non smette di indignare
Ma che Alemanno, dal giorno del suo insediamento, abbia avviato un iter di assunzioni quantomeno sospetto non è certamente una novità. Alla fine dello scorso anno, secondo i dati dell’Ifel, il centro studi dell’Associazione dei Comuni, il Comune di Roma contava più di 62 mila dipendenti (aziende come Intesa San Paolo si assestavano su una cifra di poco superiore). La stampa parla di una vera e propria «parentopoli» per riferirsi agli sprechi fatti nell’amministrazione pubblica romana per assumere dipendenti non necessari scelti dalla cerchia di parenti, amici e conoscenti del sindaco. Basti pensare che l’azienda di trasporti Atac a fine 2011 faceva registrare 12.817 dipendenti, un organico paragonabile a quello di Alitalia (più 684 risorse in due anni). Anche all’Ama, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti, l’incremento di dipendenti nel biennio tra il 2008 e il 2010 è stato del 24%. Discorso analogo per Acea.


 

Umbolox

Plain vanilla
Sei davvero gentile :bow:
Ma non vorrei farti perdere del tempo, anche perchè:
- non possiedo una piattaforma di trading
- non ho altro denaro da investire
- non so come funzionano le call (ad esempio: se alla scadenza non quotano il prezzo che io vorrei... cosa succede?)
Se hai tempo, ti ascolto più che volentieri :V... ma come dicevo, non vorrei essere un peso :rolleyes:

ciao Dany ovviamente tutto dipende dal prezzo a cui le hai in carico

è chiaro che mediare senza metterci dentro altro capitale è fattibile solo fino a un certo punto, tipo se le hai in carico a 7 euro la vedo difficile senza rischiare altro

non mi ricordo se mi avevi già risposto alla domanda sul tuo pmc :wall:
se vuoi mi puoi scrivere via mp
 

PILU

STATE SERENI
:wall::wall::wall::wall::wall::wall: Ma dove vogliamo andare :wall::wall::wall:


Alemanno ha più collaboratori di Obama: assunti anche parenti e amici del sindaco

299 dipendenti per il sindaco di Roma per una spesa totale superiore ai 13 milioni di euro l'anno

Gestire una città come Roma non è certamente facile ma possibile che il primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno, debba avvalersi di 299 dipendenti in Campidoglio? Il caso riaccende le polemiche sul tema degli sprechi nell’amministrazione pubblica che, in un epoca di tagli e sacrifici, non può non indignare i contribuenti.

L’esercito di Alemanno: sprechi e parenti
Alemanno si avvale di quasi trecento collaboratori, di cui una settantina impiegati solo nell’ufficio stampa: a denunciare il fatto è il segretario del Pd Roma, Marco Miccoli. Per contestualizzare questo numero ( e rendersi conto di quanti siano gli sprechi nell’amministrazione pubblica del Comune di Roma) basti pensare che il sindaco della capitale spende quattro volte quello che spendono i sindaci di Milano e Torino. Se a Roma si spendono più di 13 milioni per l’amministrazione pubblica, a Palermo ne bastano cinque, a Napoli e Bari 4 e a Torino e Milano 3,5. Non vi basta? Bhè sappiate che per amministrare Roma e pagare gli stipendi dei dipendenti del Campidoglio Alemanno si avvale di un team di collaboratori più consistente di quello del Presidente degli Stati Uniti Barak Obama.
Una condizione di malgoverno intollerabile in un momento di così forte pressione fiscale contraddistinta da misure di austerity che forse i cittadini di Roma hanno pagato più di altri. La cosa più frustrante è che di queste spese pazze gli abitanti di Roma non abbiano alcun ritorno in termini di servizi: è questa la ragione primaria del malcontento che si respira in città.

Assunzioni scandalose fatte da Alemanno: una storia vecchia che non smette di indignare
Ma che Alemanno, dal giorno del suo insediamento, abbia avviato un iter di assunzioni quantomeno sospetto non è certamente una novità. Alla fine dello scorso anno, secondo i dati dell’Ifel, il centro studi dell’Associazione dei Comuni, il Comune di Roma contava più di 62 mila dipendenti (aziende come Intesa San Paolo si assestavano su una cifra di poco superiore). La stampa parla di una vera e propria «parentopoli» per riferirsi agli sprechi fatti nell’amministrazione pubblica romana per assumere dipendenti non necessari scelti dalla cerchia di parenti, amici e conoscenti del sindaco. Basti pensare che l’azienda di trasporti Atac a fine 2011 faceva registrare 12.817 dipendenti, un organico paragonabile a quello di Alitalia (più 684 risorse in due anni). Anche all’Ama, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti, l’incremento di dipendenti nel biennio tra il 2008 e il 2010 è stato del 24%. Discorso analogo per Acea.

giorno a tutti .. qs teste di kazzo fanno quello che vogliono.. a chi ruba roba da mangiare per 1,5 euro gli danno 11 mesi....:(:(

ma quanto siamo koioni ?

infinitamente..... Koioni :eek::eek:

ah come mi voglio divertire alle prox elezioni ....

se dopo le votazioni vedo in giro gente che si lamenta del ns paese.. la vado a trovare a casa... :wall::wall:
 

Giannigas

Forumer storico
Nun c'ho capito un càzzo!:wall:

Neanche io :rolleyes:... ma mentre leggevo visionavo un messaggio subliminale inquietante :rolleyes::wall::wall::help:
Prendetela col senno di poi, perchè la proposta è ancora in atto.
In poche parole la nuova proposta è di mettere la tassazione solo sugli overnight e non sull'intraday. E' per quello che dice che si farà a fine giornata, perchè si vede cosa si è tenuto in portafoglio e su quello verrà messa la tassa. :-o
 

olly®

DIO E'DONNA!!!
Prendetela col senno di poi, perchè la proposta è ancora in atto.
In poche parole la nuova proposta è di mettere la tassazione solo sugli overnight e non sull'intraday. E' per quello che dice che si farà a fine giornata, perchè si vede cosa si è tenuto in portafoglio e su quello verrà messa la tassa. :-o




Anche sui derivati o quelli sono esclusi?:-?
 

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