SINIBALDO
Forumer attivo
COLGO L'OCCASIONE PER UN AFFETTUOSO SALUTO A MAURO PER LA
SUA SERIETA' E RIGOROSA ONESTA' INTELLETTUALE !!!!!!!!!!!!!!!
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In queste ultime ore stiamo assistendo alla.........."farsa" di un copione
già visto e vissuto in passato..............cambiano naturalmente i "musicanti" ma gli
spartiti rimangono sempre................gli stessi !!!!!!!!!!!!
Mi riferisco agli sviluppi Bankitalia/Fiorani-Ricucci/Magistratura.
Ne riparleremo più dettagliatamente in seguito !!!!!!!!!!!!!!!!
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Tutti i segreti di Ricucci, manager in Corriere
di G. Amadori
21/6/2005
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Stefano Ricucci
Dentista senza licenza prima, manager d'assalto dopo.
In mezzo, la passione mai sopita per il calcio, le banche e i giochi societari.
Così l'uomo che sta tentando la scalata in Rcs è riuscito a racimolare una fortuna.
Anche, grazie a una donna che non è Anna Falchi. (MA....VA'!!!!!!)
A Zagarolo, paesone alle porte di Roma, Franco Franchi aveva ballato il suo Ultimo tango.
Emmanuel Milingo, prete esorcista, era venuto qui a espiare la fuitina amorosa con Maria Sung.
Ma oggi, tra queste case, è un altro il nome sulla bocca di tutti: Stefano Ricucci.
A San Cesareo, ex frazione di Zagarolo (Roma), paese natale del finanziere più chiacchierato del momento, i giornali che parlano di lui vanno esauriti in poche ore.
Così una visita a Zagarolo e San Cesareo è istruttiva.
Illumina gli esordi del quarantenne emergente della finanza italiana, gli interessi e le strategie iniziali.
Che, in piccolo, erano gli stessi di oggi.
A partire dalla passione per le scalate societarie, le banche e il pallone.
Ricucci a Zagarolo è ricordato per due cose: la coppia di palazzoni color pastello che ha fatto costruire a valle e ha pomposamente battezzato «Nuova Gabio» e per i suoi trascorsi da dirigente calcistico.
Sorpresa: il sor Stefano («Romanista doc» giurano tutti in paese) prima di diventare azionista della Lazio aveva già tentato la fortuna pallonara.
Alla fine degli anni 80 lui, odontotecnico e immobiliarista in carriera, aveva fiutato l'importanza della vetrina calcistica.
Per questo divenne dirigente-sponsor-presidente dell'Unione sportiva Zagarolo.
Giuseppe Fontana, geometra comunale, ricorda ancora le cene sociali al ristorante Giardino: «Eravamo amici. L'ho sentito sino all'anno scorso. Ora deve aver cambiato cellulare».
Un sodalizio, quello tra Ricucci e lo Zagarolo, concluso nel 2004, con l'ingresso del finanziere nella Lazio e la sponsorizzazione, in serie B, del Como di Enrico Preziosi, re dei giocattoli, a cui lo unisce la passione per gli affari e per Porto Cervo.
Ma il primo amore del giovane Ricucci, a metà degli anni Settanta, furono ponti e otturazioni.
In piena contestazione studentesca Matteo Ricucci, padre di Stefano, autista di pullman e militante democristiano, sceglie per il figlio apparentemente meno dotato (la sorella di Stefano, Susanna, era iscritta al classico) un mestiere sicuro: odontotecnico.
Ma non è facile essere ammessi alla scuola George Eastman di Roma.
«Papà Matteo, mio compaesano, venne a chiedermi di presentare l'iscrizione» ricorda l'ex tesoriere della scuola Domenico Cuiuli, un omino con baffetti che tradiscono le origini calabresi.
Cuiuli accettò e Stefano fu tra i prescelti.
Terminati gli studi Ricucci inizia a lavorare in un laboratorio di Zagarolo insieme con un coetaneo: Giuseppe Parrone.
LE PICCOLE VANITÀ DEL SOR STEFANO
Dalle cravatte ai gemelli, i dettagli dello stile Ricucci
Nel guardaroba
Solo cravatte blu, in seta pesante, a volte operata, ma ton sur ton.
Le scarpe: stringate, nere.
La punta non deve essere troppo squadrata, ma neppure troppo tondeggiante.
Cucite a mano: le compra da Berluti, a Roma.
Ai polsi:
Gemelli rotondi in oro bianco di Bulgari, collezione Bulgari-Bulgari, con la scritta ben visibile. !!!!!!!!!!!!!!!!
OROLOGI
Tutti quelli che gli furono rubati nel furto subìto qualche tempo fa li ha ricomprati.
Anche perché lui compra tutti, letteralmente tutti, i modelli Breguet, Audemars Piguet, Vacheron Constantin e Cartier, sebbene solo quelli vintage. ( raffinato il giovanotto )
Nelle ultime settimane porta un Patek Philippe ultrapiatto.
fumo:
Inaspettatamente niente sigari, da sempre solo Marlboro light.
PRANZI E CENE
All'Hilton per il brunch domenicale porta il figlio adolescente.
La sera al Bolognese, al Moro, alla Terrazza dell'Eden.
A Milano preferisce i light unch del Four Seasons, dove alloggia.
Si sposta:
In Mercedes, invariabilmente nere, e devono essere le più lunghe.
Aereo:
Mentre è in attesa di un Falcon 900 nuovo di zecca, per adesso si accontenta di un aereo privato dell'ex flotta della Snam (Anna Falchi ne ha a disposizione uno personale, in modo da evitare conflitti di agenda).
VIVE
Con Anna Falchi in un appartamentone a Roma (via di Porta Pinciana) e dividono il pianerottolo con l'ex segretario generale della Farnesina, Umberto Vattani. Tra poco (forse) nella spettacolare palazzina con affaccio sul Parco dei Daini in via Corelli, di proprietà (ancora) di Domenico Bonifaci, con scalinata d'ingresso alla Wanda Osiris.
NOZZE
Previste alla villa La Cacciarella a Porto Santo Stefano se finiranno in tempo i lavori di ristrutturazione.
Altrimenti, Costa Smeralda.
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DA UNA INTERVISTA DI MERLONI ALL'ESPRESSO
Che fa, Merloni, ora anche lei, dal chiuso del salotto buono, si esercita nel tiro al bersaglio contro i nouveaux entrepreneurs?
"Non è questione di salotti buoni.
Sono favorevole al fatto che un'azienda italiana compri una banca straniera. E viceversa, ovviamente.
Ma chi si inserisce in queste operazioni lo fa nel tentativo di lucrare un profitto per se stesso e non per il paese.
E se lo fa presentandosi con una valigetta piena di soldi di provenienza sconosciuta, ecco allora questo non va bene".
I quattrini di Diego Della Valle sono meglio di quelli di Stefano Ricucci & C.?
"Della Valle è stato, ed è, un imprenditore all'avanguardia. Ha alle spalle trent'anni di impresa.
Ci sono negozi con le sue insegne in tutto il mondo. Sappiamo da dove vengono i suoi soldi: dalle scarpe.
Ricucci, invece, è un mistero.
Quanto meno, si può dire che il suo percorso non è tracciabile.
C'è una regola che obbliga le banche a denunciare ogni transazione superiore ai 25 mila euro.
Mi chiedo quante operazioni siano state necessarie per mettere insieme le munizioni finanziarie di cui Ricucci sembra disporre.
Paradossalmente, nel paese delle mille restrizioni si finisce poi per perdere le tracce dei capitali.
Vuol dire che i lacci e lacciuoli di Guido Carli si sono ingarbugliati tra loro.
Allora tanto varrebbe abolire ogni controllo. Per la gioia della mafia.
Insomma, siamo di fronte all'ennesima anomalia italiana".
In che senso?
"Una cosa è certa. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in qualunque paese normale, sarebbe ormai chiaro da dove vengono i soldi di Ricucci.
Nessuno lascerebbe girare così certe somme".
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(FINE)
SINIBALDO
SUA SERIETA' E RIGOROSA ONESTA' INTELLETTUALE !!!!!!!!!!!!!!!
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In queste ultime ore stiamo assistendo alla.........."farsa" di un copione
già visto e vissuto in passato..............cambiano naturalmente i "musicanti" ma gli
spartiti rimangono sempre................gli stessi !!!!!!!!!!!!
Mi riferisco agli sviluppi Bankitalia/Fiorani-Ricucci/Magistratura.
Ne riparleremo più dettagliatamente in seguito !!!!!!!!!!!!!!!!
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Tutti i segreti di Ricucci, manager in Corriere
di G. Amadori
21/6/2005
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Stefano Ricucci
Dentista senza licenza prima, manager d'assalto dopo.
In mezzo, la passione mai sopita per il calcio, le banche e i giochi societari.
Così l'uomo che sta tentando la scalata in Rcs è riuscito a racimolare una fortuna.
Anche, grazie a una donna che non è Anna Falchi. (MA....VA'!!!!!!)
A Zagarolo, paesone alle porte di Roma, Franco Franchi aveva ballato il suo Ultimo tango.
Emmanuel Milingo, prete esorcista, era venuto qui a espiare la fuitina amorosa con Maria Sung.
Ma oggi, tra queste case, è un altro il nome sulla bocca di tutti: Stefano Ricucci.
A San Cesareo, ex frazione di Zagarolo (Roma), paese natale del finanziere più chiacchierato del momento, i giornali che parlano di lui vanno esauriti in poche ore.
Così una visita a Zagarolo e San Cesareo è istruttiva.
Illumina gli esordi del quarantenne emergente della finanza italiana, gli interessi e le strategie iniziali.
Che, in piccolo, erano gli stessi di oggi.
A partire dalla passione per le scalate societarie, le banche e il pallone.
Ricucci a Zagarolo è ricordato per due cose: la coppia di palazzoni color pastello che ha fatto costruire a valle e ha pomposamente battezzato «Nuova Gabio» e per i suoi trascorsi da dirigente calcistico.
Sorpresa: il sor Stefano («Romanista doc» giurano tutti in paese) prima di diventare azionista della Lazio aveva già tentato la fortuna pallonara.
Alla fine degli anni 80 lui, odontotecnico e immobiliarista in carriera, aveva fiutato l'importanza della vetrina calcistica.
Per questo divenne dirigente-sponsor-presidente dell'Unione sportiva Zagarolo.
Giuseppe Fontana, geometra comunale, ricorda ancora le cene sociali al ristorante Giardino: «Eravamo amici. L'ho sentito sino all'anno scorso. Ora deve aver cambiato cellulare».
Un sodalizio, quello tra Ricucci e lo Zagarolo, concluso nel 2004, con l'ingresso del finanziere nella Lazio e la sponsorizzazione, in serie B, del Como di Enrico Preziosi, re dei giocattoli, a cui lo unisce la passione per gli affari e per Porto Cervo.
Ma il primo amore del giovane Ricucci, a metà degli anni Settanta, furono ponti e otturazioni.
In piena contestazione studentesca Matteo Ricucci, padre di Stefano, autista di pullman e militante democristiano, sceglie per il figlio apparentemente meno dotato (la sorella di Stefano, Susanna, era iscritta al classico) un mestiere sicuro: odontotecnico.
Ma non è facile essere ammessi alla scuola George Eastman di Roma.
«Papà Matteo, mio compaesano, venne a chiedermi di presentare l'iscrizione» ricorda l'ex tesoriere della scuola Domenico Cuiuli, un omino con baffetti che tradiscono le origini calabresi.
Cuiuli accettò e Stefano fu tra i prescelti.
Terminati gli studi Ricucci inizia a lavorare in un laboratorio di Zagarolo insieme con un coetaneo: Giuseppe Parrone.
LE PICCOLE VANITÀ DEL SOR STEFANO
Dalle cravatte ai gemelli, i dettagli dello stile Ricucci
Nel guardaroba
Solo cravatte blu, in seta pesante, a volte operata, ma ton sur ton.
Le scarpe: stringate, nere.
La punta non deve essere troppo squadrata, ma neppure troppo tondeggiante.
Cucite a mano: le compra da Berluti, a Roma.
Ai polsi:
Gemelli rotondi in oro bianco di Bulgari, collezione Bulgari-Bulgari, con la scritta ben visibile. !!!!!!!!!!!!!!!!
OROLOGI
Tutti quelli che gli furono rubati nel furto subìto qualche tempo fa li ha ricomprati.
Anche perché lui compra tutti, letteralmente tutti, i modelli Breguet, Audemars Piguet, Vacheron Constantin e Cartier, sebbene solo quelli vintage. ( raffinato il giovanotto )
Nelle ultime settimane porta un Patek Philippe ultrapiatto.
fumo:
Inaspettatamente niente sigari, da sempre solo Marlboro light.
PRANZI E CENE
All'Hilton per il brunch domenicale porta il figlio adolescente.
La sera al Bolognese, al Moro, alla Terrazza dell'Eden.
A Milano preferisce i light unch del Four Seasons, dove alloggia.
Si sposta:
In Mercedes, invariabilmente nere, e devono essere le più lunghe.
Aereo:
Mentre è in attesa di un Falcon 900 nuovo di zecca, per adesso si accontenta di un aereo privato dell'ex flotta della Snam (Anna Falchi ne ha a disposizione uno personale, in modo da evitare conflitti di agenda).
VIVE
Con Anna Falchi in un appartamentone a Roma (via di Porta Pinciana) e dividono il pianerottolo con l'ex segretario generale della Farnesina, Umberto Vattani. Tra poco (forse) nella spettacolare palazzina con affaccio sul Parco dei Daini in via Corelli, di proprietà (ancora) di Domenico Bonifaci, con scalinata d'ingresso alla Wanda Osiris.
NOZZE
Previste alla villa La Cacciarella a Porto Santo Stefano se finiranno in tempo i lavori di ristrutturazione.
Altrimenti, Costa Smeralda.
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DA UNA INTERVISTA DI MERLONI ALL'ESPRESSO
Che fa, Merloni, ora anche lei, dal chiuso del salotto buono, si esercita nel tiro al bersaglio contro i nouveaux entrepreneurs?
"Non è questione di salotti buoni.
Sono favorevole al fatto che un'azienda italiana compri una banca straniera. E viceversa, ovviamente.
Ma chi si inserisce in queste operazioni lo fa nel tentativo di lucrare un profitto per se stesso e non per il paese.
E se lo fa presentandosi con una valigetta piena di soldi di provenienza sconosciuta, ecco allora questo non va bene".
I quattrini di Diego Della Valle sono meglio di quelli di Stefano Ricucci & C.?
"Della Valle è stato, ed è, un imprenditore all'avanguardia. Ha alle spalle trent'anni di impresa.
Ci sono negozi con le sue insegne in tutto il mondo. Sappiamo da dove vengono i suoi soldi: dalle scarpe.
Ricucci, invece, è un mistero.
Quanto meno, si può dire che il suo percorso non è tracciabile.
C'è una regola che obbliga le banche a denunciare ogni transazione superiore ai 25 mila euro.
Mi chiedo quante operazioni siano state necessarie per mettere insieme le munizioni finanziarie di cui Ricucci sembra disporre.
Paradossalmente, nel paese delle mille restrizioni si finisce poi per perdere le tracce dei capitali.
Vuol dire che i lacci e lacciuoli di Guido Carli si sono ingarbugliati tra loro.
Allora tanto varrebbe abolire ogni controllo. Per la gioia della mafia.
Insomma, siamo di fronte all'ennesima anomalia italiana".
In che senso?
"Una cosa è certa. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in qualunque paese normale, sarebbe ormai chiaro da dove vengono i soldi di Ricucci.
Nessuno lascerebbe girare così certe somme".
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SINIBALDO