Negli anni successivi alla crisi finanziaria, BCP è stata considerata la più debole tra le 3 maggiori banche portoghesi.
Il peso del bail-out 2012 da 3 mld tramite CoCo bonds (l’equivalente portoghese dei (Tre)Monti bonds) è parso quasi insostenibile.
Anch’io, nel leggere i piani di restituzione di una somma così ingente sulla base dei soli utili futuri, il tutto entro il 2017, non ci ho granchè creduto.
Tuttavia, gli interventi effettuati nel corso degli ultimi 2 anni, in aggiunta al forte miglioramento macroeconomico del Portogallo, hanno creato un quadro nuovo.
Senza pretendere di entrare in gran dettaglio (per i quali basta andarsi a leggere i bilanci di questi ultimi 2 anni), è sufficiente ricordare che la banca, tra il 2009 e il 2013, ha diminuito i propri RWA di un terzo, passando da 66 a 44 bln.
Questo risultato è stato ottenuto attraverso i classici processi di de-leveraging, e con iniziative specifiche, quali l’alienazione di quella fonte di perdite che è stata l’unità greca.
In aggiunta al de-leveraging, la banca ha anche recuperato in profittabilità, grazie al taglio significativo dei costi di gestione.
Oggi il gruppo si regge soprattutto sulle attività portoghesi, con una presenza non trascurabile in Angola, Mozambico e, soprattutto, Polonia.
Visto che ho citato le esposizioni angolane per BES, segnalo che quelle di BCP sono circa un decimo di quelle di BES.
Veniamo al passato più recente.
Il risultato economico del primo trimestre ha continuato ad essere negativo, seppure in miglioramento.
Aveva sorpreso, poco più di un mese fa, la contemporanea notizia dell’aumento di capitale delle due banche: sembrava quasi corressero a chi arrivava prima…
Successivamente, quella di BES era stata confermata; quella di BCP no.
Il prossimo aumento di capitale dovrebbe portare il CET1 al 9.0% su base Basilea 3 fully loaded, comprendendo ancora 750 mln di CoCo statali.
La banca afferma di prevedere la restituzione dell’ultima tranche entro l’inizio del 2016.
Questo riassunto stringato non pretende di fornire una fotografia di BCP, per la quale ognuno dovrebbe andare ai bilanci e alle considerazioni delle varie banche di investimento.
E’ però sufficiente per iniziare a ragionare sui due T1 ancora in circolazione, a noi tutti noti. I quali, come sappiamo, non pagano cedola, né la pagheranno sino a quando i CoCo statali non saranno ripagati.
Eccone un breve profilo:
1)844
*cedola: 5.543%, poi eur 3 mesi+2.07%
*emissione da 500 mln, con flottante residuo poco sotto i 100 mln;
*lotto minimo: 100 euro
*prima call possibile: 9 giugno 2014
2)520
*cedola: 4.239%, poi eur 3 mesi+1.95%
*emissione da 500 mln, con flottante residuo di poco superiore ai 70 mln;
*lotto minimo: 50.000 euro
*prima call possibile: 13 ottobre 2015
Entrambe sono state emesse da un’unità denominata BCP Finance Cy, hanno struttura del prospetto simile, sono step-up. Non ho trovato coupon pushers in senso “classico”.
Le loro quotazioni sono cresciute da un anno a questa parte, come per tutti i T1. Gli ultimi scatti, compresi quelli della settimana scorsa, sono stati in coincidenza con le voci e l’annuncio dell’aumento di capitale.
La 844 ha sempre avuto la tendenza ad essere più illiquida (anche se con un flottante maggiore) e a quotare un paio di punti più della 520.
Dove potranno arrivare, nel giro di qualche settimana?
Se guardiamo alla performance di altri titoli che sono passati attraverso situazioni simili, credo che la previsione postata da Maxolone abbia una sua logica.
Naturalmente molto dipenderà da come si muoverà il mondo della finanza nelle prossime settimane. E, più in particolare, da quali dati macro verranno dal Portogallo.
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