AL SERVIZIO DEI....POTERI FORTI !!!!!!!!!!

SINIBALDO

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CHI COMANDA NELLA CITY



Mario Draghi, proiettato dalla Goldman Sachs in Bankitalia, era il più alto in grado.

Ma a Londra molti altri uomini chiave nelle banche d'affari mondiali sono italiani.

Storia di una scalata che sta per raddoppiare.

Con una nuova meta: la Cina.

Sarà perché vivono tutti a Londra da anni e ne hanno adottato spontaneamente lo stile «low profile».

Sarà perché sono arrivati ordini (per esempio in Goldman Sachs) di non rilasciare commenti.

Risultato:
la business community degli italiani che lavorano nella City ha seguito in sordina la nomina del collega Mario Draghi, già vicepresidente della Goldman Sachs, a governatore della Banca d'Italia.

Con un giro di sms ed email scambiate tra le nevi di Sankt Moritz, Courmayeur e Verbier, qualche spiaggia australiana e (pochi) Caraibi, ovvero i luoghi prescelti per le festività di fine anno.

Ma se gli Italian banker avessero voluto riunirsi in un party londinese, non sarebbe bastato il salone delle feste di un grande albergo come il Dorchester.

Perché a Londra, la piazza dove le più grandi banche del mondo si contendono gli affari chiave del Continente, la lobby degli italiani è numerosa e potente.

Quasi 2 mila persone, dal megapresidente all'ultimo stagista, che ha occupato le poltrone decisive.

E poco importa che negli ultimi tempi l'Italia si sia distinta per gli scandali che hanno coinvolto banchieri e imprenditori.

La corsa degli italiani al potere nella City non si ferma: partita alla fine degli anni Ottanta con i pionieri come Claudio Costamagna, tra i primi ad

arrivare a Londra nel 1988 e oggi presidente europeo della divisione investment banking della Goldman Sachs, o come Ruggero Magnoni e

Vittorio Pignatti, oggi manager al top della Lehman Brothers, è arrivata alla terza generazione, quella dei trentacinquenni.

Come Mauro Mariani, 37 anni, che, partito nel 1992 come analista della Goldman, oggi da managing director della Barclays Capital di Londra cura i rapporti con le istituzioni finanziarie italiane.

E Diego De Giorgi, 35 anni, che dopo un apprendistato alla Wasserstein Perella dal 1994 è in Goldman, ora responsabile finanziamenti per il Sud Europa.

Certo, in alcuni ambiti, per esempio l'investment banking, anche gli italiani non sono sfuggiti al ridimensionamento, ma in altri, vedi il settore obbligazionario, sono cresciuti.

«E comunque» spiega Mariani «ci distinguiamo per una peculiarità: siamo presenti in tutti i settori, mentre altri sono forti solo su un'area, come i francesi che hanno quasi il monopolio dei derivati sulle azioni».

Come si spiega tanto successo, che fa sì che quasi sempre il cambio delle poltrone che contano sia una partita «nazionale» dove le stesse persone si limitano a cambiare casacca, concedendosi al massimo un periodo che

gli addetti ai lavori definiscono «gardening leave», o licenza da dedicare al giardinaggio, ovvero una pausa tra un incarico e l'altro suggerita dalle regole di non concorrenza?

Al di là delle singole professionalità e competenze, a spingere in alto le carriere degli Italian banker è l'importanza del mercato italiano per le grandi banche d'affari.


«È vero che l'Italia è piccola, in crisi, con un sistema finanziario non paragonabile a quello di altri paesi, ma questo non ha impedito che fosse e continui a essere fonte di grandi profitti.

Guadagni che hanno portato le persone che li creavano ad avere sempre più importanza all'interno delle organizzazioni» riassume uno dei protagonisti.
(di F.Galvani)

(CONTINUA)
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SINIBALDO
 
SINIBALDO ha scritto:

Al di là delle singole professionalità e competenze, a spingere in alto le carriere degli Italian banker è l'importanza del mercato italiano per le grandi banche d'affari.


«È vero che l'Italia è piccola, in crisi, con un sistema finanziario non paragonabile a quello di altri paesi, ma questo non ha impedito che fosse e continui ad essere fonte di grandi profitti.

Guadagni che hanno portato le persone che li creavano ad avere sempre più importanza all'interno delle organizzazioni»



Siamo considerati,come al solito, TERRA DI CONQUISTA :-o :-o :-o

Grazie ai nostri avventurieri in cravatta e doppio petto :D :D :D

Daniela
 
DANY ha scritto:
SINIBALDO ha scritto:

Al di là delle singole professionalità e competenze, a spingere in alto le carriere degli Italian banker è l'importanza del mercato italiano per le grandi banche d'affari.


«È vero che l'Italia è piccola, in crisi, con un sistema finanziario non paragonabile a quello di altri paesi, ma questo non ha impedito che fosse e continui ad essere fonte di grandi profitti.

Guadagni che hanno portato le persone che li creavano ad avere sempre più importanza all'interno delle organizzazioni»



Siamo considerati,come al solito, TERRA DI CONQUISTA :-o :-o :-o

Grazie ai nostri avventurieri in cravatta e doppio petto :D :D :D

Daniela

no
grazie a come ci comportiamo noi tutti cittadini di questo paese
sempre a guardare ''lo nostro particulare'', come scriveva Guicciardini
e nessuno ( o pochi) che cercano di far migliorare il sistema :rolleyes:
 
f4f ha scritto:
DANY ha scritto:
SINIBALDO ha scritto:

Al di là delle singole professionalità e competenze, a spingere in alto le carriere degli Italian banker è l'importanza del mercato italiano per le grandi banche d'affari.


«È vero che l'Italia è piccola, in crisi, con un sistema finanziario non paragonabile a quello di altri paesi, ma questo non ha impedito che fosse e continui ad essere fonte di grandi profitti.

Guadagni che hanno portato le persone che li creavano ad avere sempre più importanza all'interno delle organizzazioni»



Siamo considerati,come al solito, TERRA DI CONQUISTA :-o :-o :-o

Grazie ai nostri avventurieri in cravatta e doppio petto :D :D :D

Daniela

no
grazie a come ci comportiamo noi tutti cittadini di questo paese
sempre a guardare ''lo nostro particulare'', come scriveva Guicciardini
e nessuno ( o pochi) che cercano di far migliorare il sistema :rolleyes:



Egregio 4f4
dai tuoi oltre 5600 interventi in questo forum in poco più di due anni, potresti cortesemente spiegarmi/ci più dettagliatamente il senso
del tuo intervento ?

Daniela
 

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