Alerion (ARN) alerion clean power,una small che è già BIG

I politici(pochi)passeranno alla storia per cio che hanno fatto in concreto per il Paese.Allora l'unico settore anticiclico è quello GREEN ENERGY e l'unica via per la ricostruzione è l'uso del legno(Ricostruzione: è in legno la casa antisismica italiana
Dal Cnr il progetto Sofie, Sistema Costruttivo Fiemme, testato con successo in Giappone).Anzichè rubare i soldi che arrievranno e creare il business degli psicofarmaci da dare alle popolazioni(lobby farmaceutica), bisogna VIGILIARE E PROPORRE :GREEN REVOLUTION E MOVIMENTO PER LEGNO ANTISISISMICO E STOP A TRIVELLAZIONI SU TUTTO TERRITORIO ITALIANO(ANCHE A 5 MIGLIA COSTE)
 
Sopra Alerion e il fatto che qualcuno abbia messo gli occhi addosso alla società per Opa?
Alerion ora è una macchina da soldi e penso che i competitor lo sappiano e staranno preparando un'offerta di acquisto.
F2i è un mistero, acquisita la partecipazione a 9,2 non penso vorranno mollarla a meno.....ma siamo a 3.4 la distanza è abissale

Secondo me così come ha contato poco il valore di borsa qua...ndo f2i è entrato altrettanto poco conterà quando volesse decidere di cedere la sua quota.

Ai tempi dell'ingresso di f2i Alerion aveva pochissimi MW operativi e la valutazione presumo si fosse principalmente focalizzata sulla pipeline in sviluppo; attualmente un'eventuale vendita ad un operatore interessato ad acquisire Alerion comporterebbe ancora una volta il dare una valorizzazione oltre agli impianti in funzione anche alla pipeline in sviluppo.

Indubbiamente da quando è entrato f2i è cambiato il mondo ma chi vuole operare nell'eolico non può certo pensare di partire da zero, con tutte le lungaggini che questo comporta e con il rischio di vedere già occupati i siti più produttivi, e potrebbe trovare conveniente acquisire chi ha svolto una parte del lavoro.


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Alerion, agli analisti piace l’Opa F2i sarà l’ago della bilancia

LA SOCIETÀ FONDATA DA GIUSEPPE GAROFANO HA UN PORTAFOGLIO INTERESSANTE SOPRATTUTTO NELL’ENERGIA EOLICA. GLI INVESTIMENTI SONO IN FRENATA MA SI PREVEDE UN AUMENTO DEI MARGINI. IL PIANO DI BUY BACK FINO AL 10 PER CENTO DEL CAPITALE

Roberta Paolini

Milano Alerion Cleanpower è una preda appetibile. Anche per i grandi. La piccola delle energie rinnovabili fondata da Giuseppe Garofano è uno dei titoli più interessanti per future operazioni di M&A. Lo pensano gli analisti e pure gli operatori. E i papabili certo non mancherebbero. Tra questi, secondo alcuni, ci potrebbero essere nomi come Erg, Edpr (gruppo portoghese tra i big mondiale delle rinnovabili), Edf. Ma c’è anche chi dice che tra i potenziali interessati ci sia una famiglia marchigiana già attiva nel settore. Impressioni, per il momento, poco di più, ma il titolo è oggettivamente interessante. E ai blocchi nelle scorse settimane c’è stato qualche scambio. “Certo nel listino italiano i titoli cheap sono diversi – ammette un operatore di Borsa – ma questo ha degli elementi di interesse in più”. Ed eccoli: in un comparto come quello delle rinnovabili, dove il Capex è in crescita, Alerion, sotto la pressione di alcuni suoi azionisti, sta mettendo un po’ di freno. E’ inoltre una società che elargisce un dividendo sopra il 3% (anche Falck Renewables è allo stesso livello). Ma, a differenza di altri, Alerion, da novembre, ha approntato un piano di buy backapprovato fino al 10% del capitale. Nell’ultima assemblea ha cancellato circa l’1% delle azioni, proseguendo sulla via del riacquisto delle azioni proprie e chiedendo anche di poter aumentare la percentuale, fino al 50%, sulle azioni scambiate negli ultimi
20 giorni. Insomma a differenza di altri attori delle energie verdi, poiché il mercato oggi non paga la crescita, la società sta ridando soldi agli azionisti e riducendo le azioni in circolazione. Se questo è il primo elemento che genera rumorssulla società, il secondo sta nel valore “nascosto” che si cela dietro agli indicatori di bilancio. Alerion ha una valutazione interessante (questa come detto non è una novità per il mercato italiano) secondo Bloomberg 8 volte Ev/Ebitda 2012 e 7 volte circa sul 2013. Ma a stuzzicare sono altri dettagli. Alerion ha un azionariato relativamente frammentato, che vede alcuni “marchi” della finanza Made In Italy, tipo Mps, Fondiaria e anche qualche privato, che potrebbero non disdegnare un disimpegno. E poi c’è il valore non visibile. Innanzitutto l’entità reale del debito, 350 milioni di euro a fine marzo 2012, che potrebbe essere facilmente ridotto di almeno 100 milioni di euro se Alerion si liberasse di asset non ritenuti più strategici, vista la forte esposizione sull’eolico. Tra questi ci sono gli impianti solari e a biomassa. Poi ci sono cespiti immobiliari, come quello di proprietà di via Durini a Milano. A cui si sommano ancora alcune poste del circolante, come il credito verso la Gse. E ancora: la capacità di generare cassa. L’ebitda, secondo le analisi di alcuni operatori, potrebbe aumentare di circa il 20% rispetto al consensus se si deducessero alcuni costi di struttura e di quotazione (di incidenza molto elevata per una società di medio-piccole dimensioni come Alerion). Se si realizzassero alcune semplificazioni e rallentando i nuovi investimenti, il reale multiplo ev su ebitda potrebbe ridursi a meno di 5 volte nel 2013. Ovvero un livello, commenta un operatore, “assolutamente attraente per chi volesse studiare un eventuale bid sulla società e ripagarsi con il cash flow generato da Alerion stessa”. Che la società possa, in termini logici, essere oggetto di Opa lo si deduce anche dai movimenti del libro soci. Il patto di sindacato, recentemente rinnovato per tre anni, vede le azioni sindacate ridotte al 47% del capitale dal precedente 57%. Alcuni come Fondiaria, Milano Assicurazioni, Dominic Bunford ne sono usciti, altri sono rimasti dentro, ma la sensazione è che in caso di offerta finanziariamente interessante molti di questi potrebbero non disdegnare la vendita. In tutto il ragionamento il vero arbitro sarebbe il fondo F2i di Gamberale. Potrebbe essere proprio il fondo, che ha il 15% del capitale, l’ago della bilancia di una potenziale transazione, considerando i valori di carico, 9,2 euro, contro i livelli attuali di quotazione a 3,4 euro circa. Il maggior rischio cui soggiace Alerion è l’evoluzione regolatoria in Italia, ma le recenti bozze di aggiornamento della legislazione sulle rinnovabili suggeriscono una situazione abbastanza stabile sul pregresso, mentre la convenienza di nuovi investimenti è stata ridotta. Paradossalmente questo potrebbe essere un ulteriore motivo per ridurre i nuovi investimenti e usare il cash flow generato dalla gestione per ridurre debito e creare valore per gli azionisti. Anche in futuro. Che Alerion sia da comprare lo dicono con evidenza anche gli ana-listi, per Kepler il prezzo obbiettivo è 6 euro, anche senza l’ipotesi di un eventuale takeover. Ipotesi che invece accarezza l’analisi di Equita, che definisce la società come una delle azioni più attrattive in prospettiva di un M&A, il giudizio è buy, il target è a 6 euro. A sinistra un parco eolico Alerion Cleanpower non ritiene più strategici solare e biomasse ed ha concentrato i suoi investimenti nell’energia eolica 1 2 Nelle foto qui sopra, Giuseppe Garofano (1), fondatore e attuale vice presidente di Alerion e Vito Gamberale (2), amm. delegato del fondo F2i
(04 giugno 2012)
 
o governo da munnezza da gente.
Senatori PD: "Clamorosa bocciatura UE a decreti rinnovabili"
Martedì, 5 Giugno 2012 | Normative e Incentivi

L'UE si aggiunge al coro dei "No" verso i due decreti rinnovabili. Ferrante e Della Seta: "Di fronte all’ennesima bocciatura il Governo prenda coscienza delle necessità di non andare a sbattere"
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Senatori PD: "Clamorosa bocciatura UE a decreti rinnovabili"

Anche l'UE boccia i decreti italiani sulle rinnovabili. Il commissario dell'energia Gunther Oettinger ha inviato una comunicazione al Governo Italiano, sollevando le criticità dei due testi attualmente in discussione e al vaglio della Conferenza Stato Regioni. “Clamorosa, ma del tutto logica e condivisibile, la lettera di richiamo all'Italia con cui la Ue critica severamente il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo economico che riforma il sistema di incentivi per le energie rinnovabili - dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta - una netta bocciatura, che non può che indurre il Governo a rivedere drasticamente l’impianto del decreto, a partire dal meccanismo dei registri”.[FONT=Default Sans Serif,Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif]

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“L’Esecutivo comunitario – continuano i senatori - in una missiva dei servizi del commissario all'Energia, Gunther Oettinger,punta il dito verso le stesse criticità che erano state sollevate dal Parlamento italiano, dalle associazioni ambientaliste e da quelle rappresentat...


Anche l'UE boccia i decreti italiani sulle rinnovabili. Il commissario dell'energia Gunther Oettinger ha inviato una comunicazione al Governo Italiano, sollevando le criticità dei due testi attualmente in discussione e al vaglio della Conferenza Stato Regioni. “Clamorosa, ma del tutto logica e condivisibile, la lettera di richiamo all'Italia con cui la Ue critica severamente il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo economico che riforma il sistema di incentivi per le energie rinnovabili - dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta - una netta bocciatura, che non può che indurre il Governo a rivedere drasticamente l’impianto del decreto, a partire dal meccanismo dei registri”.[FONT=Default Sans Serif,Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif]

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“L’Esecutivo comunitario – continuano i senatori - in una missiva dei servizi del commissario all'Energia, Gunther Oettinger,punta il dito verso le stesse criticità che erano state sollevate dal Parlamento italiano, dalle associazioni ambientaliste e da quelle rappresentative del settore delle rinnovabili, nonché dalle stesse Regioni che sono attualmente impegnate nel confronto col governo in sede di conferenza unificata. L’Europa critica giustamente il meccanismo dei registri, con l’introduzione del quale anche per i piccoli impianti si rischia di affossare un intero settore industriale. Ci sono poi anche altri aspetti da correggere, ad esempio la necessità di reintrodurre l’incentivo per la bonifica dell’amianto, una misura che ha consentito di bonificare 12 milioni di metri quadrati circa di tetti, che ospitano ora 1100 megawatt di energia elettrica pulita".

Questa ennesima bocciatura dovrà in qualche modo far riflettere .“Di fronte all’ennesima bocciatura del decreto il Governo prenda definitivamente coscienza delle necessità di non andare a sbattere – concludono i parlamentari - e avvii con le Regioni il necessario lavoro di modifica per sfrondare il decreto da una dannosissima burocrazia”[FONT=Default Sans Serif,Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif].
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LE PROCURE DEVONO INDAGARE SULLE TRIVELLAZIONI .Finche ENI E ENEL restano in mani pubbliche E èER DARE STIPENDI ALTI A DIRIGENTI PUBBLICI E TROMBATI POLITICI,in materia di energia in italia, ci sarà un boicottare le energie pulite. Da romani berlusca,a passera clini, la lobby del petrolio e del gas, l'import di energia verde dalla serbia, le trivellazioni in basilicata e fuori dalle coste, danneggiano il territorio.I VERDI, IL PD, IDV, SEL devono immediatamente chiedere un PIANO PER STOP Trivellazioni e un PIANO SERIO E VERO PER ENERGIE PULITE con tempi certi e incentivi fissi, e sblocco delle linne elettriche virtualmente prenotate.Ci sono domande dal 2006 ferme per Burocrazia,in tema di ENERGIE PULITE."
 
AD APRILE 2012 L'HOMM E NIENT NON POTEVA IMMAGINARE IL CASO TRIVELLE GAS E PETROLIO E IL TERREMOTO=Passera sul Piano energetico nazionale: sì a gas e petrolio

Saranno sicuramente dichiarazioni che faranno discutere quelle che Corrado Passera ha rilasciata a margine di un’audizione al Senato, presso la Commissione Industria. Dopo l’incontro, infatti, il Ministro dello sviluppo economico ha rilasciato alcune anticipazioni sui contenuti del Piano energetico nazionale
Adesso 5/6/2012 capite quanto uomo di niente è e chi appoggia?
 
DIO si è servito certamente di ETTORE GOTTI TEDESCHI per far emergere le schifezze interne allo IOR,forse fra 50 anni sarà ricordato per quello che,involontariamente ha fatto questo piacentino,simpatico, economista,devoto.

Grazie Mr Ettore.
Il memoriale choc di Gotti Tedeschi: “Se mi ammazzano cercate queste carte”

L'ex presidente della banca vaticana temeva di essere ucciso e aveva preparato - come polizza sulla vita - un memoriale sui i segreti dello IOR e lo aveva consegnato a due amici fidati. Nel corso della perquisizione della casa del banchiere
 
l'eolico partecipativo in Italia, con tariffe certe a 155 euro il MWhora come paghiamo alla Serbia e per dare soldi ai Comuni.


7 giugno 2012 alle ore 15.39 · http://www.facebook.com/note.php?saved&&note_id=377653835617027#





PREMESSO CHE
A) IN iTALIA ESISTONO RICHIESTE AUTORIZZATIVE IN ESSERE DAL 2006 PER PARCHI EOLICI CHE MAI SI REALIZZERANNO MA CHE BLOCCANO LINEE ELETTRICHE PRENOTATE,ED ANDREBBERO SFOLTITE LE PRATICHE CON URGENZA E ANNULLATE LE PRENOTAZIONI.

B)L'ITALIA TRAMITE IL PRECEDENTE GOVERNO HA STABILITO UN PIANO CHE PREVEDE L'IMPORT DI ENERGIA DALLA SERBIA IN ITALIA ,DETTA PULITA, PAGANDOLA A 155 EURO PER MEGAWATTORA.

Riprendo il concetto di eolico partecipativo che gia scrissi in una Nota perchè in Francia è di oggi 7/6/2012 la notizia del primo PARCO EOLICO PARTECIPATIVO DA 20 MW fra Azienda e Comune.
SE CI FOSSERO POLITICI SERI ADESSO IN ITALIA=PER EOLICO .Sblocco delle pratiche e Lo Stato dovrebbe stabilire per eolico partecipativo una tariffa fissa e certa per 12 anni di 155 euro per mwh prodotto.L'azienda che installa su un territorio comunale un impianto eolico entra in gestione con il comune per il parco e si stabilisca una royalty pari a 10.000 euro annue a pala per il Comune e l'assunzione di n 1 unità a MW prodotto.Ogni unità lavorativa deve essere residente nel comune da almeno 5 anni,senza precedenti penali,iscritta al collocamento,diplomata o laureata,max 35 anni.=Eolico partecipativo, l’esempio franceseGiovedì, 7 Giugno 2012 | EolicoAvviato un nuovo progetto partecipativo tra la società francese Aerowatt e l'associazione dei Comuni di Monts du Pilat (Loira) volto alla gestione di un parco eolico da 20 MW.
I conti della serva:
Potenza da installare in Italia, Almeno altri 12.000 MW eolici.
Incasso per Comuni ,annui 10.000 x 6.000( pale da 2 mw), annue.come Royalties.
Assunzioni giovani disoccupati 12.000 unità.
Indotto almeno altre 25.000 unità
Il prezzo di 155 euro per mwora prodotto, confrontato con il prezzo per installazione apri a 900.000 euro a MW, e considerando h vento annue 1800 in media in Italia darebbe
ALL AZIENDA LA POSSIBILITA' DI AVERE RITORNO
ALLE BANCHE DI FINANZIARE
A NOI ITALIANI DI EQUIPARARE QUANTO GIA PAGHIAMO ALLA SERBIA 155 EURO PER MWH
AI COMUNI DI AVERE ANNUALMENTE E PER 12 ANNI UNA ROYALTY.
ALLA SCADENZA DEI 12 ANNI, LE PALE SI CAMBIANO E SI RINNOVA IL TUTTO.
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