Titoli di Stato area non Euro ARGENTINA obbligazioni e tango bond (3 lettori)

ficodindia

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El economista que anticipó la última crisis económica global advirtió que la Argentina se encamina a un default total



Nouriel Roubini afirmó que hay un creciente riesgo de una cesación de pagos del país ante la falta de un “plan coherente” por parte del Gobierno

Por Martín Kanenguiser
19 de febrero de 2020

El economista que anticipó la última crisis global advirtió que la Argentina está más cerca de caer en un “default total” de su deuda por la falta de un plan económico.
(...)
Esto se debe a que “el país no tiene un plan económico coherente para convencer a los acreedores de aceptar una oferta de canje con una significativa reducción de la deuda en términos de valor presente neto”, indicó.
(...)
Hasta ahora, no se observó dicho contagio por la alta liquidez en los mercados emergentes a raíz de las bajas tasas de interés internacionales.
(...)
Si el Gobierno lograra acercarse a un acuerdo con el Fondo, facilitaría la negociación con los bonistas, que quieren la entidad que conduce Kristalina Georgieva le otorgue su “sello” al programa económico argentino y, en particular, a su sendero para repagar la deuda.
(...)

El economista que anticipó la última crisis económica global advirtió que la Argentina se encamina a un default total

Roubini aveva previsto a più riprese che la Grecia sarebbe uscita dall’euro ne deriva che l’Argentina non defoltera’. Nella vita prima o poi si azzecca un pronostico per il resto si prendono cantonate. Per me le previsioni di costui valgono zero. È il teorico delle ovvietà.
 
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ficodindia

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Quali sono le mie previsioni riguardo la situazione finanziaria dell’Argentina? Come tutti noi, osservo le mosse degli attori in campo pronto quindi a rivedere le mie previsioni. Da parte del governo non si vedono segni incoraggianti ma piuttosto contraddittori. Da una parte Fernandez manda segnali dì disponibilità ad un accordo amichevole con i creditori dall’altro il suo ministro assume una posizione rigida non disposto a derogare al c.d, principio di sostenibilità al buio, senza quindi presentare un programma di politica economica. Insomma una cacofonia che preannuncia un esito infausto. Comunque stiamo a guardare.
 

ficodindia

Forumer storico
Alberto Fernández, cerca de un acuerdo con el FMI y lejos de los fondos que operan en Nueva York

La misión del Fondo Monetario Internacional (FMI) concluye su visita a la Argentina con la intención de elevar al board en Washington una propuesta que está en sintonía con las necesidades financieras del Presidente y las intenciones reformistas de la directora gerente Kristalina Georgieva

Por Román Lejtman
19 de febrero de 2020




Las opiniones de Cristina Fernández de Kirchner exigiendo una quita imposible a la deuda de la Argentina con el Fondo Monetario Internacional (FMI), apenas abollaron los términos del acuerdo institucional que cerró Alberto Fernández con la directora gerente Kristalina Georgieva.
El Presidente reclamó un plan consensuado sin ajuste y la postergación de los pagos hasta 2023, mientras que Georgieva solicitó una hoja de ruta sin default a la vista y un fuerte consenso geopolítico liderado por Estados Unidos y Europa.
(...)
En este contexto, el próximo comunicado del Fondo reconocerá la complicación objetiva y material que tiene la Argentina para pagar su deuda externa. Aún se negocia su texto preciso y su sintaxis exacta, pero el significado aparecerá indubitable para los tecnócratas de Washington y los tenedores de bonos soberanos con legislación internacional.
(...)
Es decir: sin la postergación de los pagos del FMI y una quita al interés y al capital de los acreedores privados bajo ley Nueva York, Argentina no puede honrar la deuda, la economía jamás crecerá y el default es un peligro inminente.
(...)
La intención política de la directora gerente es reconstruir la imagen del FMI y se apoyará en el Caso Argentino para coronar un objetivo institucional que se asemeja a la utopía. Georgieva cree que el Fondo puede salir de su exclusivo formato de respaldo financiero y que los créditos -Stand By y de Facilidades Extendidas- no necesariamente deberían implicar ajuste, recesión y crisis de estabilidad democrática.
(...)
Si el comunicado del FMI cumple con los objetivos políticos que planificaron Alberto Fernández, Georgieva y Guzmán, habrá un efecto dominó que alcanzará a la agenda doméstica, al board del Fondo y a los tenedores de bonos con legislación extranjera.
(...)
Distintas son las reglas de juego con los tenedores de bonos soberanos con legislación extranjera. Ya saben que Alberto Fernández no quiere defaultear, descubrieron que Guzmán pretende que los títulos estén al 40 o 50 por ciento de su valor presente, y en ese número mágico asumen que la administración peronista exigirá una quita en el cupón, una poda ostensible en el capital, y un roll over cuasi infinito.
(...)
Alberto Fernández podrá exhibir el apoyo del FMI, y hasta quizás una foto con Trump en el Salón Oval. Pero los Top 5 ya anunciaron desde New York que la negociación será dura y con opciones mínimas. El Presidente deberá optar entre un equilibrio de oferta con los bonistas, o un posible default que causaría una crisis de gabinete y la voz constante de CFK en su teléfono.

Alberto Fernández, cerca de un acuerdo con el FMI y lejos de los fondos que operan en Nueva York
“Diverse sono le regole del gioco con i possessori di obbligazioni sovrane con la legislazione straniera. Sanno già che Alberto Fernández non vuole essere inadempiente, hanno scoperto che Guzmán vuole che i titoli siano il 40 o il 50 percento del loro valore attuale, ein quel numero magico presumono che l'amministrazione peronista richiederà una rimozione del coupon, una potatura apparente nella capitale e un ribaltamento quasi infinito”.

Se il governo vuole veramente essere adempiente, alla fine l’accordo potrebbe raggiungersi a metà strada: un taglio del 30/40% del capitale ed una moratoria degli interessi per un paio di anni. Ma rimane una condizione necessaria affinché i fondi stranieri accettino un qualsivoglia accordo: un programma di politica economica realistico.
 

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Forumer storico
“Diverse sono le regole del gioco con i possessori di obbligazioni sovrane con la legislazione straniera. Sanno già che Alberto Fernández non vuole essere inadempiente, hanno scoperto che Guzmán vuole che i titoli siano il 40 o il 50 percento del loro valore attuale, ein quel numero magico presumono che l'amministrazione peronista richiederà una rimozione del coupon, una potatura apparente nella capitale e un ribaltamento quasi infinito”.

Se il governo vuole veramente essere adempiente, alla fine l’accordo potrebbe raggiungersi a metà strada: un taglio del 30/40% del capitale ed una moratoria degli interessi per un paio di anni. Ma rimane una condizione necessaria affinché i fondi stranieri accettino un qualsivoglia accordo: un programma di politica economica realistico.


Ottimo allora, perché se si impuntano con simili proposte è segno che si potrà fare holdout e continuare a ricevere i pagamenti come pattuito dai contratti originali, a questo punto anche per le cedole.
Infatti con simili numeri un consenso che attivi le CAC non potranno MAI ottenerlo e l'unico modo per poter sbandierare di aver portato a casa una ristrutturazione così draconiana, sarà solo imponendola ai titoli in giurisdizione domestica e in pesos, ai titoli in mano a entitá pubbliche (quelli che sono in definitiva mere partite di giro) e forse possono consolidare un blocco tra grossi fondi USA che per altre logiche potrebbero acconsentire (in parte). Ma resterebbe fuori moltissima parte dei titoli NY Law in mano a fondi speculativi e a retail.
Basta vedere cosa è accaduto con le Baires 21 dove le richieste (sulla carta) erano modestissime e ragionevolissime, ma mancava la fiducia dei creditori, si sospettava che fosse solo una moratoria di 6 mesi per inglobbarle poi nella ristrutturazione generale con ben altre richieste. Figuriamoci se poi non sarà più una questione di fiducia (in quanto la fiducia che si può provare a metterci ora è quella che alla fine facciano proposte in buona fede e quindi non così esose per un condono di tali proporzioni) ma si giochi poi a carte scoperte con loro richieste che siano del tenore dei numeri folli che tu dici. Sarebbe un NO categorico di chiunque abbia interesse a minimizzare perdite o addirittura a guadagnare speculativamente come i fondi avvoltoio.
Quindi hanno due scelte: possono fare una proposta civile e in buona fede e allora non potranno chiedere alcuno sconto sul capitale e provare così ad ottenere numeri maggiori di consenso e forse per qualche emissione riuscire a far scattare le CAC. O potranno fare quelle richieste irricevibili e provare a spacciare come un successo il fatto di averle di fatto imposte agli obbligazionisti domestici, alle loro stesse entità pubbliche e poco altro, continuando a pagare il resto. Un po' come lo swap dell'ottobre 2016 del Venezuela (che peraltro aveva avanzato richieste lievissime e in parte a premio, se non fosse stato per la insostenibilitá complessiva di quel sistema e per le criticitá politiche cui stava andando incontro ad ampie falcate).
Terzium non datur a meno di andare in default conclamato con chi risponde di no. Ma abbiamo visto, già dalla applicazione di Griesa del pari passu, che non ci può essere default selettivo, perché su iniziativa legale degli holdout non pagati, si potrebbe persino arrivare ad ottenere il pignoramento delle somme versate alle banche intermediarie USA per pagare i nuovi bond ristrutturati.
Quello che è passato alla storia come l'ennesimo loro default intorno al 2013.
Quindi o hai i numeri per le CAC e quindi la legge dalla tua per poter imporre ai BH "dissidenti" i tagli che sono passati o taciti tutti ottenendo lo sconto da chi si fa ristrutturare e pagando chi ti risponde picche, se non hai i numeri per imporgli il cambio di contratto.
Altrimenti ti isoli in un altro splendido default decennale e più, fuori dai mercati.
Poi altro che blaterare di bisogno di investimenti esterni, Vaca Muerta e l'anima de li mortacci loro....
Quando poi tocchi il fondo stampando e svalutando il peso alla stregua della pizza di fango del Camerun :D, redistribuendo sia attraverso inflazione che attraverso una pressione fiscale che alla fine mette in fuga sia le imprese e alla lunga pure molti benestanti (sulla falsa riga de 3D ormai sempre in prima pagina sul settore Obbligazioni del FOL "residenza all'estero per pagare meno tasse") a quel punto redistribuiranno solo la miseria. Ovviamente il tutto a mercato obbligazionario sbarrato.
E lì si vedrá che spazio di manovra fiscale avranno per portare avanti i loro principi magnanimi sull'età pensionabile, il welfare e i sussidi.
Immagino funzioneranno benissimo come nell'Est Europa fino alla caduta dei regimi comunisti, quei principi. Che lì hanno funzionato così bene quei principi, da aver fornito un inesauribile esercito di badanti e carpentieri all'occidente nei decenni successivi, in quella che è stata una vera e propria diaspora.
 
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Valdese

Nuovo forumer
Ottimo allora, perché se si impuntano con simili proposte è segno che si potrà fare holdout e continuare a ricevere i pagamenti come pattuito dai contratti originali, a questo punto anche per le cedole.
Infatti con simili numeri un consenso che attivi le CAC non potranno MAI ottenerlo e l'unico modo per poter sbandierare di aver portato a casa una ristrutturazione così draconiana, sarà solo imponendola ai titoli in giurisdizione domestica e in pesos, ai titoli in mano a entitá pubbliche (quelli che sono in definitiva mere partite di giro) e forse possono consolidare un blocco tra grossi fondi USA che per altre logiche potrebbero acconsentire (in parte). Ma resterebbe fuori moltissima parte dei titoli NY Law in mano a fondi speculativi e a retail.
Basta vedere cosa è accaduto con le Baires 21 dove le richieste (sulla carta) erano modestissime e ragionevolissime, ma mancava la fiducia dei creditori, si sospettava che fosse solo una moratoria di 6 mesi per inglobbarle poi nella ristrutturazione generale con ben altre richieste. Figuriamoci se poi non sarà più una questione di fiducia (in quanto la fiducia che si può provare a metterci ora è quella che alla fine facciano proposte in buona fede e quindi non così esose per un condono di tali proporzioni) ma si giochi poi a carte scoperte con loro richieste che siano del tenore dei numeri folli che tu dici. Sarebbe un NO categorico di chiunque abbia interesse a minimizzare perdite o addirittura a guadagnare speculativamente come i fondi avvoltoio.
Quindi hanno due scelte: possono fare una proposta civile e in buona fede che allora non potranno chiedere alcuno sconto sul capitale e provare così ad ottenere numeri maggiori di consenso e forse per qualche emissione riuscire a far scattare le CAC. O potranno fare quelle richieste irricevibili e provare a spacciare come un successo il fatto di averle di fatto imposte agli obbligazionisti domestici, alle loro stesse entità pubbliche e poco altro, continuando a pagare il resto. Un po' come lo swap dell'ottobre 2016 del Venezuela (che peraltro aveva avanzato richieste lievissime e in parte a premio, se non fosse stato per la insostenibilitá complessiva di quel sistema e per le criticitá politiche cui stava andando incontro ad ampie falcate).
Terzium non datur a meno di andare in default conclamato con chi risponde di no. Ma abbiamo visto, già dalla applicazione di Griesa del pari passu, che non ci può essere default selettivo, perché su iniziativa legale degli holdout non pagati, si potrebbe persino arrivare ad ottenere il pignoramento delle somme versate alle banche intermediarie USA per pagare i nuovi bond ristrutturati.
Quello che è passato alla storia come l'ennesimo loro default intorno al 2013.
Quindi o hai i numeri per le CAC e quindi la legge dalla tua per poter imporre ai BH "dissisenti" i tagli che sono passati o taciti tutti ottenendo lo sconto da chi si fa ristrutturare e pagando chi ti risponde picche, se non hai i numeri per imporgli il cambio di contratto.
Altrimenti ti isoli in un altro splendido default decennale e più, fuori dai mercati.
Poi altro che blaterare di bisogno di investimenti esterni, Vaca Muerta e l'anima de li mortacci loro....
Quando poi tocchi il fondo stampando e svalutando il peso alla stregua della pizza di fango del Camerun :D, redistribuendo sia attraverso inflazione che attraverso una pressione fiscale che alla fine mette in fuga sia le imprese e alla lunga pure molti benestanti (sulla falsa riga de 3D ormai sempre in prima pagina sul settore Obbligazioni del FOL "residenza all'estero per pagare meno tasse") a quel punto redistribuiranno solo la miseria. Ovviamente il tutto a mercato obbligazionario sbarrato.
E lì si vedrá che spazio di manovra fiscale avranno per portare avanti i loro principi magnanimi sull'età pensionabile, il welfare e i sussidi.
Immagino funzioneranno benissimo come nell'Est Europa fino alla caduta dei regimi comunisti, quei principi. Che lì hanno funzionato così bene quei principi, da aver fornito un inesauribile esercito di badanti e carpentieri all'occidente nei decenni successivi, in quella che è stata una vera e propria diaspora.


No, dai !
Vaca Muerta ci sta, ma l'anima de li mortacci loro, no !
Comunque, in sintesi... nunca default ?
 

nonsolocopiaincolla

Nuovo forumer
Dal mio punto di vista sono sempre più numerosi gli elementi che confermano, ai prezzi attuali, l'investimento in bond legge n.y. rivenienti dagli scambi 2005/2010 come uno dei migliori (in termini di rischio/rendimento) in assoluto del mercato.
Metto in conto qualche possibile turbolenza (propiziata strategicamente al fine di incentivare l'adesione all'o.p.s) prima e durante l'o.p.s. ma considero molto elevata la probabilità di un consistente rialzo delle quotazioni a vicenda conclusa.
 

tommy271

Forumer storico
Dal mio punto di vista sono sempre più numerosi gli elementi che confermano, ai prezzi attuali, l'investimento in bond legge n.y. rivenienti dagli scambi 2005/2010 come uno dei migliori (in termini di rischio/rendimento) in assoluto del mercato.
Metto in conto qualche possibile turbolenza (propiziata strategicamente al fine di incentivare l'adesione all'o.p.s) prima e durante l'o.p.s. ma considero molto elevata la probabilità di un consistente rialzo delle quotazioni a vicenda conclusa.

Al momento i prezzi ci indicano che il mercato non sta quotando gli scenari maggiormente negativi, ma lascia aperta la speranza verso una soluzione ragionevole non eccessivamente penalizzante.

Negli ultimi giorni si è acuita la tensione, ma non poteva essere altrimenti.

Saranno importanti le considerazioni che trarranno le squadre tecniche del FMI a conclusione del viaggio a Buenos Aires.
 

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