Titoli di Stato area non Euro ARGENTINA obbligazioni e tango bond (9 lettori)

Acchiappaladri

Nuovo forumer
:up:


...semplicemnete inspiegabile il prezzo

o lo stanno comprando tutto le banche argentine ...o qualcosa non quadra

poco prima del default quotava anche 30% più basso

...:mmmm:

sono sti enigmi di questa pazza estate ...BES - BdM(FITD) - Argy
Beh ... con i TdS argentini lo sbaglio che spesso fa, come questa volta, la maggioranza degli operatori è di impostare la speculazione come se si trattasse di altro junk (sovrano o corporate che sia), che è governato spesso da squali e truffatori ma con una strategia coerente e realistica e che almeno apparentemente si sviluppa entro la prassi (anche da pirati ;)) del mercato finanziario.

Per la neocartaccia argentina di diritto estero, un mercato tutto sommato piccolo da circa $ 30 miliardi di nominale, i fondamentali che ne determinano le svolte di prezzo sono "peculiari", politico-giudiziari.
Sono sopratutto:
- gli interessi personali del piccolo gruppo di politici ladro-populisti al potere in Argentina, politici abili nel loro pollaio provinciale a guadagnare sufficiente consenso elettorale ma per il resto noti anche a casa loro come baluba arroganti e incompetenti per tacere degli aspetti criminali, capitanati da una Presidenta testarda e letteralmente bipolare che va avanti a psicofarmaci,
- sentenze, e i conseguenti obblighi legali, di tribunali esteri (USA sopratutto) legalmente competenti: obblighi che a malincuore anche i più spregiudicati emittenti, intermediari e investitori sul mercato finanziario globale rispettano rigorosamnete ... ma NON il governo argentino quando le sentenze non sono quelle che vorrebbe lui.

Abbiamo appena vissuto una di quelle fasi dove con particolare chiarezza dove si è manifestata la SCHIZOFRENIA e MIOPIA della politica del governo argentino.

Chi si è reso conto di questo, non è stato sorpreso dagli eventi.

Chi (ed evidentemente era la maggioranza degli operatori) invece fino a poco prima della scorsa mezzanotte continuava a scommettere su una sceneggiata con default scongiurato alla fine perché, razionalmente, ciò era ben possibile e nell'interesse di (quasi) tutti, per mesi appunto ha interpretato le recalcitranti azioni del governo argentino dall'estate 2013 a ieri nei riguardi di diversi grossi debiti esteri in default o comunque in contenzioso (YPF/REPSOL) e nei rapporti con il FMI come espressione di una coerente strategia a medio termine di "normalizzazione" finanziaria dell'Argentina e di un suo organico ritorno ai mercati:
ecco quindi i "prezzi inspiegabili".

E vedo che questi continuano ancora oggi ad accettare a fatica l'idea che un default c'è stato.

Insieme a non tanti altri ;), io ho ripetutamente fatto presente almeno già dal primo pomeriggio di martedì scorso che il DEFAULT ERA CERTO, per ragioni tecniche che tutta la propaganda politica di questo mondo non poteva eliminare.
I prezzi di mercato della neocartaccia hanno continuato bellamente a fregarsene di questa ovvia constatazione ... qualcuno [che non impara mai !!!:rolleyes::rolleyes::D] continuava a dire "ma questi non sono prezzi da default quindi il default non ci sarà".:wall::wall:

Da un occhiata che ho appeno dato a Francoforte ai prezzi del PAR XS0205537581 (visto a circa 41) e del DISCOUNT XS0205545840 (visto a circa 118, prezzo "all'europea" ovviamente) vedo che i prezzi sono ancora alti, molto ottimistici.
Il PAR una botta l'ha presa, con una consistente discesa dal recentissimo massimo storico dovuto probabilmente agli acquisti per coprire i CDS naked, ma guardando il prezzo del DISCOUNT uno nemmeno si accorgerebbe dell'avvenuto default.

Insomma, NON sono prezzi da junk in default: mi sembra che possano essere interessanti per acquisti solo per gli investitori che ritengono probabile che il default possa essere sistemato alla svelta, se non in giorni in poche settimane, prima che la neocartaccia venga accelerata, ecc. ecc.

E' uno scenario senz'altro possibile e auspicabile.
Diversi indizi, ultimo il pagamento che dovrebbe essere stato finalmente fatto dal governo argentino, con poche settimane di ritardo, del primo acconto di oltre $ 600 milioni al Club di Parigi, fanno pensare ad una strategia di Buenos Aires in questo senso.

Personalmente però non mi fido: rimango a guardare.


P.S. Ultimamente ti avevo "perso" nelle pagine da me frequentate: mi fa piacere ritrovarti qui bello pimpante :)
 
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russiabond

Il mito, la leggenda.
certamente sono due cose diverse totalmente

da un aparte un paese che fà default uno dietro l'altro lascia perdere di chi è la colpa dall'altra un paese che comunque si paga interessi alle stelle ma che può sempre appoggiarsi o al FMI o alla Cina o comunque ristrutturare in qualche maniera prima di andare in default unilateralmente come l'argy nel 2001

alla fine il Venezuela offre se vogliamo chiamarle "sicurezze" di latro genere e fino ad ora ha sempre retto ...preoccupa più il prezzo del petrolio dipende tutto da lì alla fine se i prezzi tengono o salgono conseguentemente entrano più soldi e c'è margine ...
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
Beh ... con i TdS argentini lo sbaglio che spesso fa, come questa volta, la maggioranza degli operatori è di impostare la speculazione come se si trattasse di altro junk (sovrano o corporate che sia), che è governato spesso da squali e truffatori ma con una strategia coerente e realistica e che almeno apparentemente si sviluppa entro la prassi (anche da pirati ;)) del mercato finanziario.

Per la neocartaccia argentina di diritto estero, un mercato tutto sommato piccolo da circa $ 30 miliardi di nominale, i fondamentali che ne determinano le svolte di prezzo sono "peculiari", politico-giudiziari.
Sono sopratutto:
- gli interessi personali del piccolo gruppo di politici ladro-populisti al potere in Argentina, politici abili nel loro pollaio provinciale a guadagnare sufficiente consenso elettorale ma per il resto noti anche a casa loro come baluba arroganti e incompetenti per tacere degli aspetti criminali, capitanati da una Presidenta testarda e letteralmente bipolare che va avanti a psicofarmaci,
- sentenze, e i conseguenti obblighi legali, di tribunali esteri (USA sopratutto) legalmente competenti: obblighi che a malincuore anche i più spregiudicati emittenti, intermediari e investitori sul mercato finanziario globale rispettano rigorosamnete ... ma NON il governo argentino quando le sentenze non sono quelle che vorrebbe lui.

Abbiamo appena vissuto una di quelle fasi dove con particolare chiarezza dove si è manifestata la SCHIZOFRENIA e MIOPIA della politica del governo argentino.

Chi si è reso conto di questo, non è stato sorpreso dagli eventi.

Chi (ed evidentemente era la maggioranza degli operatori) invece fino a poco prima della scorsa mezzanotte continuava a scommettere su una sceneggiata con default scongiurato alla fine perché, razionalmente, ciò era ben possibile e nell'interesse di (quasi) tutti, per mesi appunto ha interpretato le recalcitranti azioni del governo argentino dall'estate 2013 a ieri nei riguardi di diversi grossi debiti esteri in default o comunque in contenzioso (YPF/REPSOL) e nei rapporti con il FMI come espressione di una coerente strategia a medio termine di "normalizzazione" finanziaria dell'Argentina e di un suo organico ritorno ai mercati:
ecco quindi i "prezzi inspiegabili".

E vedo che questi continuano ancora oggi ad accettare a fatica l'idea che un default c'è stato.

Insieme a non tanti altri ;), io ho ripetutamente fatto presente almeno già dal primo pomeriggio di martedì scorso che il DEFAULT ERA CERTO, per ragioni tecniche che tutta la propaganda politica di questo mondo non poteva eliminare.
I prezzi di mercato della neocartaccia hanno continuato bellamente a fregarsene di questa ovvia constatazione ... qualcuno [che non impara mai !!!:rolleyes::rolleyes::D] continuava a dire "ma questi non sono prezzi da default quindi il default non ci sarà".:wall::wall:

Da un occhiata che ho appeno dato a Francoforte ai prezzi del PAR XS0205537581 (visto a circa 41) e del DISCOUNT XS0205545840 (visto a circa 118, prezzo "all'europea" ovviamente) vedo che i prezzi sono ancora alti, molto ottimistici.
Il PAR una botta l'ha presa, con una consistente discesa dal recentissimo massimo storico dovuto probabilmente agli acquisti per coprire i CDS naked, ma guardando il prezzo del DISCOUNT uno nemmeno si accorgerebbe dell'avvenuto default.

Insomma, NON sono prezzi da junk in default: mi sembra che possano essere interessanti per acquisti solo per gli investitori che ritengono probabile che il default possa essere sistemato alla svelta, se non in giorni in poche settimane, prima che la neocartaccia venga accelerata, ecc. ecc.

E' uno scenario senz'altro possibile e auspicabile.
Diversi indizi, ultimo il pagamento che dovrebbe essere stato finalmente fatto dal governo argentino, con poche settimane di ritardo, del primo acconto di oltre $ 600 milioni al Club di Parigi, fanno pensare ad una strategia di Buenos Aires in questo senso.

Personalmente però non mi fido: rimango a guardare.


P.S. Ultimamente ti avevo "perso" nelle pagine da me frequentate: mi fa piacere ritrovarti qui bello pimpante :)

...sono uscito malamente troppo presto dall'argy 2017 da 83 a 85 alla prima discesa di qualche settimana fà ...gainato poco comunque uno switch da venezuela da 95 a 75 l'avrei anche fatto sul 2017 ...

i prezzi anche per me sono ancora troppo alti non capisco adesso stanno addirittura riprendendosi ...il default c'è alla fine ...come dici tu ...forse la "tenuta" dei prezzi è dovuta alla scommessa che continua non sò darmi altra spiegazione ...

il Venezuela con tutte le sue rogne sotto questo aspetto fino ad ora ...non ha fatto certe sceneggiate ...e speriamo mai le faccia ....comunque seguo i prezzzi vedremo se continua a scendere per ora tiene il Venezuela non escludo di incrementare su quest'ultimo ma solo parte delle cedole diciamo 12 mesi di cedole non voglio correre il rischio di andare in margin call per oscillazione violenta prezzi non si sà mai ...;)
 

tommy271

Forumer storico
All'ISDA è stato chiesto di decidere sugli sviluppi in Argentina



Il Swaps and Derivatives International (ISDA) ha ricevuto oggi una domanda intorno alla questione del fallimento di Argentina per effettuare alcuni pagamenti sui titoli attiverà il pagamento dei credit default swap (CDS) legati al debito del paese.

La domanda presentata dalla banca svizzera UBS AG, come annunciato dalla ISDA.

L'ISDA dovrà ora decidere se considerare la questione per decidere se gli ultimi sviluppi in Argentina costituiscono un evento creditizio che potrebbe comportare l'attivazione di credit default swap esistenti (CDS).

 

C.Bonacieux

Forumer attivo
Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l?Argentina - Formiche

Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l’Argentina
31 - 07 - 2014Rossana Miranda
Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l’ArgentinaLa stampa argentina ha definito quello di oggi un “default effimero”. Ma al di là delle definizioni, quello dell’Argentina è un vero fallimento finanziario, il secondo in 13 anni. Da oggi il Paese sudamericano ha cessato i pagamenti delle cedola dei bond Discount; un crollo economico atteso da mesi, spinto forse dai fondi hedge, impegnati in difendere i proprio interessi, e la testardaggine del governo argentino.CRONACA DELLA CRISI ANNUNCIATACristina Fernández de Kirchner aveva assicurato che il debito sarebbe stato ripagato. “Noi non fuggiamo dai nostri impegni. Pagheremmo il dovuto”, aveva assicurato. Il ministero dell’Economia aveva però chiesto altri 30 giorni per arrivare ad un accordo con gli hedge, “fondos buitres” (fondi avvoltoi), come vengono chiamati in Argentina. Ma nonostante il tempo sia stato concesso, la scadenza è arrivata senza grossi cambiamenti. L’Argentina non ha pagato gli interessi dovuti sui nuovi bond: 539 milioni di dollari.IL MANAGER CONTRO IL PRESIDENTEUno dei personaggi chiave nelle trattative è Jay Newman. A un primo sguardo sembrerebbe lo Steve Jobs della finanza: alto e magro, quasi fragile e timido. Ma Newman è tutt’altro che vulnerabile. Si è posto di traverso alle trattative tra il governo argentino e i fondi speculativi per difendere l’interesse della società che amministra, la Elliott Management, e non ha nessuna intenzione di togliere il disturbo.GLI INTERESSI DELLA ELLIOT MANAGEMENTDa un moderno grattacielo nella 40ª West della 57 street di New York, a pochi passi da Central Park, Newman ha cominciato a fare pressione. Secondo quanto riporta la stampa, gli uffici della Elliott Management sembrano la sala vip di un aeroporto. Sono passati 10 anni da quando questo fondo ha deciso di tenere il silenzio stampa sulla gestione della crisi in Argentina, ma visto l’atteggiamento del governo della vedova Kirchner a novembre dell’anno scorso ha scelto di parlare.L’ALLEANZA CON IL GIUDICEAlcune voci sostengono che è stata proprio la Elliot Management a convincere il giudice Thomas Griesa della Corte d’appello americana a non concedere un ulteriore rinvio all’Argentina. Secondo il quotidiano finanziario messicano Perfil, nel 2010 Newman è riuscito a far saldare all’Argentina circa 300 milioni di dollari dovuti all’Elliot e nel 2012 era dietro le quinte nel pignoramento della Fragata Libertad in Ghana. “In un solo pomeriggio tutto questo potrebbe risolversi – ha detto – ma manca la volontà del governo”.IMPARARE DAGLI ERRORIIn un editoriale pubblicato sul Financial Times, Newman ha scritto: “Quando un Paese sperimenta una crisi del debito, i suoi leader cercano di risolvere la questione al più presto. L’Argentina è diversa. Sono quasi 12 anni, ci sono più di 80 miliardi di dollari di debito e i problemi restano irrisolti. La nostra azienda, che gestisce soldi per fondi di pensioni, università e altri, è tra i detentori del debito in default”.IRRESPONSABILITÀ DEI LEADER“Anche se il Paese potrebbe facilmente permettersi di pagare tutto il suo debito domani, i suoi leader hanno scelto di sprecare tempo e denaro della nazione conducendo una battaglia legale inutile contro i suoi creditori non pagati”, ha aggiunto. E così, alla fine dei 30 giorni concessi al governo di Fernández de Kirchner, accompagnato da qualsiasi aggettivo, in Argentina è arrivato un nuovo default.
 

tommy271

Forumer storico
Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l?Argentina - Formiche

Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l’Argentina
31 - 07 - 2014Rossana Miranda
Chi è Jay Newman, il manager che fa barcollare l’ArgentinaLa stampa argentina ha definito quello di oggi un “default effimero”. Ma al di là delle definizioni, quello dell’Argentina è un vero fallimento finanziario, il secondo in 13 anni. Da oggi il Paese sudamericano ha cessato i pagamenti delle cedola dei bond Discount; un crollo economico atteso da mesi, spinto forse dai fondi hedge, impegnati in difendere i proprio interessi, e la testardaggine del governo argentino.CRONACA DELLA CRISI ANNUNCIATACristina Fernández de Kirchner aveva assicurato che il debito sarebbe stato ripagato. “Noi non fuggiamo dai nostri impegni. Pagheremmo il dovuto”, aveva assicurato. Il ministero dell’Economia aveva però chiesto altri 30 giorni per arrivare ad un accordo con gli hedge, “fondos buitres” (fondi avvoltoi), come vengono chiamati in Argentina. Ma nonostante il tempo sia stato concesso, la scadenza è arrivata senza grossi cambiamenti. L’Argentina non ha pagato gli interessi dovuti sui nuovi bond: 539 milioni di dollari.IL MANAGER CONTRO IL PRESIDENTEUno dei personaggi chiave nelle trattative è Jay Newman. A un primo sguardo sembrerebbe lo Steve Jobs della finanza: alto e magro, quasi fragile e timido. Ma Newman è tutt’altro che vulnerabile. Si è posto di traverso alle trattative tra il governo argentino e i fondi speculativi per difendere l’interesse della società che amministra, la Elliott Management, e non ha nessuna intenzione di togliere il disturbo.GLI INTERESSI DELLA ELLIOT MANAGEMENTDa un moderno grattacielo nella 40ª West della 57 street di New York, a pochi passi da Central Park, Newman ha cominciato a fare pressione. Secondo quanto riporta la stampa, gli uffici della Elliott Management sembrano la sala vip di un aeroporto. Sono passati 10 anni da quando questo fondo ha deciso di tenere il silenzio stampa sulla gestione della crisi in Argentina, ma visto l’atteggiamento del governo della vedova Kirchner a novembre dell’anno scorso ha scelto di parlare.L’ALLEANZA CON IL GIUDICEAlcune voci sostengono che è stata proprio la Elliot Management a convincere il giudice Thomas Griesa della Corte d’appello americana a non concedere un ulteriore rinvio all’Argentina. Secondo il quotidiano finanziario messicano Perfil, nel 2010 Newman è riuscito a far saldare all’Argentina circa 300 milioni di dollari dovuti all’Elliot e nel 2012 era dietro le quinte nel pignoramento della Fragata Libertad in Ghana. “In un solo pomeriggio tutto questo potrebbe risolversi – ha detto – ma manca la volontà del governo”.IMPARARE DAGLI ERRORIIn un editoriale pubblicato sul Financial Times, Newman ha scritto: “Quando un Paese sperimenta una crisi del debito, i suoi leader cercano di risolvere la questione al più presto. L’Argentina è diversa. Sono quasi 12 anni, ci sono più di 80 miliardi di dollari di debito e i problemi restano irrisolti. La nostra azienda, che gestisce soldi per fondi di pensioni, università e altri, è tra i detentori del debito in default”.IRRESPONSABILITÀ DEI LEADER“Anche se il Paese potrebbe facilmente permettersi di pagare tutto il suo debito domani, i suoi leader hanno scelto di sprecare tempo e denaro della nazione conducendo una battaglia legale inutile contro i suoi creditori non pagati”, ha aggiunto. E così, alla fine dei 30 giorni concessi al governo di Fernández de Kirchner, accompagnato da qualsiasi aggettivo, in Argentina è arrivato un nuovo default.

L'Hedge Elliot Management l'ho incontrato lungo la mia strada.
Esperti in default :-o ... hanno fatto una paccata (vergognosa) di soldi sulla Grecia.
Ma proprio tanti ...
 
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tommy271

Forumer storico
Argentina insiste en que no está en "default técnico", dice el jefe de Gabinete


[FONT=&quot] Jorge Capitanich sostuvo que se analiza llevar el conflicto a los tribunales internacionales de La Haya

[/FONT]





09:35 a.m. | Reuters.- El Gobierno de Argentina negó el jueves que haya entrado en "default técnico" al cumplirse el plazo para afrontar el pago de deuda reestructurada tras fracasar en un acuerdo con tenedores de bonos que no aceptaron canjes anteriores y tienen el aval judicial en Estados Unidos.

Además, un eventual acuerdo entre partes privadas por la deuda impaga debe tener al Ejecutivo afuera de las tratativas por una cláusula vigente en los prospectos de emisión de los bonos , agregó en rueda de prensa el jefe de Gabinete argentino, Jorge Capitanich.

El funcionario sostuvo que se analiza llevar el conflicto a los tribunales internacionales de La Haya.

***
Attendiamo il pronunciamento tecnico dell'ISDA ...
 
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