Banco Popolare (BP) aspettando un vecchio amico ......... (3 lettori)

zagalone

Forumer storico
dal giornale kommunista _ la puleddina

VITTORIA PULEDDA

Uno e trino, a dir poco. Perché il nocciolo duro della Popolare di Verona, è diventato nel tempo VeronaNovara e, dal luglio scorso, è stato allargato anche alla Bpi, quella Popolare italiana fondata tra squilli di tromba nel 2005 da Gianpiero Fiorani e poi dimostratasi l’ultimo canto del cigno prima della catastrofe (anche giudiziaria) dell’allora Popolare di Lodi. Ma questo non significa che, oggi, il Banco Popolare sia solo un puzzle, un mosaico di tessere variamente colorate. Anzi, chi conosce da vicino la banca dice che il colore in realtà è uno solo e che, a Natale, mangiano tutti Pandoro; che, insomma, la leadership veronese si è chiaramente affermata su tutto e tutti.
C’è chi legge in questo modo l’addio di Divo Gronchi, chiamato prima a risanare la Bpi postFiorani, poi assurto ai vertici del gruppo post fusione con la Verona e, dopo pochi mesi, tornato a fare il direttore generale della Popolare di Vicenza. Senza sbattere la porta e senza nemmeno litigi; più semplicemente, per eccessivo affollamento della scena. Sta di fatto che, oggi, nel gruppo ci sono due direttori generali: Franco Baronio e Massimo Minolfi; il primo legato storicamente a Gronchi, il secondo uomo di vecchia consuetudine con i vertici veronesi. E, a detta di molti, il vero braccio operativo del gruppo, anche a Lodi.
Insomma, l’integrazione continua e va avanti; ma è ovvio che nel frattempo qualche mal di pancia e qualche ritrosia si sia pure manifestata. Anche perché, occorre ricordarlo, le due operazioni sono state effettuate con scambi di carta contro carta, senza tirar fuori quattrini, eppure alla fine l’accoppiata Carlo Fratta PasiniFabio Innocenzi sembra essersi imposta su tutti gli altri top manager, come se di vere e proprie acquisizioni si fosse trattato. Problemi che si creano quasi sempre, ma che diventano più complicati nel caso delle banche (soprattutto in passato, quando le operazioni avvenivano per ragioni di mercato, ma anche sotto forma di salvataggi mascherati) e si aggravano ulteriormente nel caso delle popolari. La struttura cooperativa infatti moltiplica i problemi, le sensibilità, i localismi, a scapito della gestione e, in alcuni casi, della soluzione di situazioni difficili.
Bisogna anche dire che, mai come in questo caso, l’integrazione tra la VeronaNovara e Bpi è caduta in un momento proprio sfortunato: decisa a cavallo del 2007, avviate le due diligence immediatamente dopo, è diventata operativa in termini di fusione dal primo luglio scorso. Cioè a ridosso delle dimissioni di Massimo Faenza e dello scoppiare dell’emergenzaItalease. La partecipata (al 30%) della Popolare di Verona, ha pesato non poco sul bilancio della Popolare scaligera, e ancor più devastante è stato l’impatto in termini di danno di immagine e reputazionale. Un brutto incidente di percorso, che ha spostato l’attenzione e la tensione da Lodi a Verona: la banca più problematica, reduce dalla cura da cavallo di risanamento dopo il cicloneFiorani, si è trovata improvvisamente quasi a ruoli capovolti: in quelle settimane di fuoco, prima della fusione, c’è stato persino chi a mezza bocca aveva ipotizzato la revisione dei rapporti di concambio.
Sta di fatto che entrambe le banche hanno avuto problemi, tutti ora in via di soluzione: dall’aumento di capitale che si è reso necessario per Italease (e dal forte assorbimento di risorse per finanziare l’attività della banca) alla grande tensione sul tema derivati; ma anche, dall’altra parte, dalle ultime propaggini dei problemi creati dalla gestioneFiorani. A cominciare dalla partecipazione in Hopa (che il Banco ha svalutato più di chiunque altro istituto, tanto che ora le azioni sono in carico a 0,22 euro contro gli 0,74 ad esempio di Mps) o dalla conclusione della vicenda Barilla/Kamps. Nel novembre scorso un accordo tra le parti ha chiuso la partita (i Barilla minacciavano fuoco e fiamme nei confronti della ex Lodi) e la famiglia parmense si è ricomprata la quota delle società estere a mezzadria con Bpi. Piccolo particolare, per realizzare la cosa ha ricevuto un finanziamento da 506 milioni di euro da parte dello stesso Banco, che quindi non ha più minacce di pendenze legali ma continua ad avere una forte esposizione verso Barilla.
Un passetto alla volta, comunque, i pezzi del puzzle stanno andando a posto. Ad esempio, sono in via di riorganizzazione le attività nel credito al consumo: Linea, che era nel portafoglio della Verona, è stata ceduta a Mediobanca; di contro Ducato partecipazione di provenienza Bipielle è diventata una joint venture con Agos (Credit Agricole), uscendo così dall’area di consolidamento del Banco (e dalle necessità di finanziamento, trattandosi di attività che assorbono molto capitale). Resta la partecipazione (poco più del 10%) in Linea, società anch’essa di credito al consumo, anch’essa in vendita (anche se non ufficialmente). La cessione di un cospicuo pacchetto immobiliare ha fatto il resto, restituendo alla banca un livello di Tier 1 ragionevole anche se non proprio florido.
 

TEOBALDO

Banned
TEOBALDO ha scritto:
ciao travet :D :sad:
.....sono un cavaliere solitario ... :D :specchio:
...giretto in mattinata con massimino... :D
la babby.....8,35?...
..però..!
..allora compro?.. :V
ho anticipato..
.....comprati 1000 pezzi .a.7,8450..
..su tua segnalazione.. :-o :p :specchio: ..
 

zagalone

Forumer storico
OCIO che i pattisti an sospeso i prestiti: OCIO

stan preparando il trappolone?

per ora il volpino è FLATTONE su massimino
 

zagalone

Forumer storico
zagalone ha scritto:
OCIO che i pattisti an sospeso i prestiti: OCIO

stan preparando il trappolone?

per ora il volpino è FLATTONE su massimino
raga, a futura memoria: ora quota 7,30 con 300.000 pz.

a futura memoria
 

Users who are viewing this thread

Alto