Andreotti ha dimostrato la tesi per cui la <<memoria storica è fittizia>>.
Ha così messo in discussione la storia tutta e non solo quella che racchiude gli ultimi decenni.
Gli argomenti storici che tutti noi siamo abituati a studiare, altro non sono che i racconti di coloro che hanno trasmesso ai posteri, non i fatti così come si sono svolti in "realtà" bensì come essi abbiano avuto la loro conclusione; ovvero come sono apparsi alla collettività disattenta.
Disattenta si.
Noi, il popolo, e non solo il popolo italiano, non siamo mai stati un popolo.
Ogniuno di noi compresso com'è nei propri fatti personali potrà tutt'al più
conservare una memoria personale ed egoistica e che spazia all'interno di un ristretto gruppo di persone, ciascuna delle quali conserva comunque i propri ricordi, differenti da quelli degli altri.
Esiste uomo al mondo che può affermare:
<< Vi racconto i fatti così come sono accaduti obiettivamente >>?
Ciascuno di noi ha un punto di vista differente da tutti gli altri.
Ecco perché ciascuno di noi può solo dire Io-Io-Io e mai Noi-Noi-Noi.
E finché non possiamo farlo non potremo mai essere un popolo, ma tanti Io, coesi ma mai uniti.
Per questo, pur riconoscendo i fatti reali dentro ciascuno, quelli che vengono trasmessi alla storia sono invece i fatti raccontati dal più tenace di noi; colui, cioè che è in grado di imporre, per volontà superiore, il porprio punto di vista su quello degli altri.
In fondo, ammettiamolo, ci stà bene così, ci raccontino quello che vogliono, purché ci lascino vivere in pace la nostra frivola vita.