Atarassia, malattia o via per la felicità ?

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In ogni caso i farmaci antidepressivi hanno esattamente l'effetto di restituire lucidita' e rapporto col mondo attenuando i tormenti dell'emotivita'. Che la via sia farmacologica o filosofica, insomma, il risultato e' quello, e la sensazione e' quella di essere nati un'altra volta, nuovi di zecca e capaci di sopportare la vita.

la mia fu una presa di conoscenza dell'abisso

e di poter solo risalire, e lo feci senza sganciare la cintura dei piombi

da quel giorno, un pomeriggio in poltrona, che non riuscivo manco ad alzarmi, cambio' tutto

un miracolo ?
 
forza di volontà non direi

istinto di conservazione animalesco, piuttosto

Istinto di conservazione, senza alcun dubbio, ma non animalesco.
Prendere la giusta distanza dalle cose che ci circondano è un buon metodo per sopravvivere.
Per gli epicurei la felicità (che altro non è che piacere) può essere in movimento o stabile. La prima è gioia, la seconda assenza di dolore.
L'aponia o l'atarassia potrebbero essere una risposta alla richiesta di felicità, posto che si identifichi la felicità come un movimento limitato o nullo degli atomi.
Ma poichè il caos e l'entropia (trasformazione) esistono i nostri sforzi di incanalare o fermare il "divenire" crea una limitazione sostanziale ed a mio parere infattibile.
Possiamo negare il dolore o prenderne le distanze, ma esso esiste ed esisterà lo stesso.
Forse è il l'etimologia stessa della parola "felicità" che è di per se' fuorviante e la cui radice "fe-" significa abbondanza, ricchezza, prosperità.
Secondo teorie contemporanee, la felicità è provare ciò che esiste di bello nella vita. Non è una emozione oggettiva ma una capacità individuale, non è casuale come un evento del destino ma una capacità da scoprire ed imparare. Bisogna imparare ad essere felici. La felicità non è inseguire i sogni ed aspettative di domani, ma al contrario cercare di godere di quello che sia ha oggi. La felicità non è nel futuro, ma solo nel presente. La felicità è uno stato di gioia solo del presente. Spesso si inseguono i soldi, il benessere, la fama, il successo, il potere ritenendo che il loro raggiungimento dia la sensazione di felicità. Secondo tali teorie questo atteggiamento crea ansia che è in contrasto con lo stato della felicità. La corsa ci rende schiavi del sistema, se uno è schiavo non è libero e quindi non è felice; solo la libertà dal sistema ci fa vedere il presente e ci fa gioire di quello che ci circonda.
Avendolo vissuto sulla mia pelle faccio delle ultime affermazioni la mia guida: vivo per oggi, non rinnego il dolore in quanto parte della vita, assaporo la gioia rispolverandone il ricordo nei momenti difficili.
 

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