attacchi di panico

io scrivevo a Tashtego... e adesso mi capitano meno... e più leggeri...
Auto aiuto [modifica]

Se sentite che state per avere un attacco, sospendente qualsiasi cosa fate,cercate di stare tranquilli e se i sintomi non regrediscono e si sviluppa l'attacco di panico, può essere d'aiuto ispirare lentamente con il naso ed espirare con la bocca (come se si stesse raffreddando un cucchiaio di minestra soffiando), muoversi camminando (aiuta a scaricare l'adrenalina); è sconsigliato sdraiarsi perché il corpo non riesce a smaltire l'adrenalina, prolungando così l'attacco di panico. Può essere utile avere una persona accanto con cui parlare o chiamare qualcuno: la cosa fondamentale è distrarsi allo scopo di allievare i sintomi. Ad ogni buon conto, se non siete sicuri che si tratti di un attacco di panico o sentite per la prima volta questi sintomi, è bene rivolgersi a un medico o farsi portare in un pronto soccorso per accertamenti medici.
Psicoterapia [modifica]

Il disturbo di panico è reale e potenzialmente debilitante, ma può essere controllato con cure specifiche. A causa dei sintomi che accompagnano il disturbo di panico, può essere scambiato erroneamente per una cardiopatia o altre malattie mediche pericolose. Questo malinteso spesso aggrava o scatena attacchi futuri nelle persone disinformate. Spesso le persone vanno al pronto soccorso quando hanno un attacco di panico, e possono essere fatti test medici completi per escludere queste altre condizioni di salute.
Altri spesso cercano di rassicurare le persone che hanno un attacco di panico che non sono in un grande pericolo. Espressioni del tipo “niente di serio”, “tutto nella tua testa” o “niente di cui preoccuparsi” possono dare l'impressione che non vi è alcun problema reale e che la cura non sia possibile oppure non sia necessaria. Comunque, mentre i sintomi e la serietà del disturbo di panico è molto reale, la sensazione del panico o del morire che accompagnano molti attacchi di panico sono esagerate. Una notizia importante che molti medici danno a chi soffre di disturbo di panico è che mentre il corpo è sotto l'effetto di un attacco, non si è in pericolo di vita, nonostante la percezione di morte imminente sembri molto reale.
Psicoterapie appropriate condotte da un professionista possono ridurre o prevenire gli attacchi di panico nel 70-90% di persone con disturbo di panico. La maggior parte dei pazienti mostrano un significativo progresso dopo poche settimane di terapia. Se si è scelta una terapia breve, possono capitare delle ricadute, ma spesso tali ricadute possono essere trattate come l'episodio iniziale.
In molti casi, un miglioramento significativo può essere già visto nelle prime settimane di terapia.
Oltre a tutto il resto, in alcuni casi le persone che soffrono di disturbo di panico possono avere bisogno di cure per altri problemi. La depressione clinica viene spesso associata con il disturbo di panico, così come l'alcolismo e l'abuso di sostanze. Circa il 30% delle persone che soffrono di disturbo di panico fanno uso di alcol e il 17% fanno uso di sostanze come cocaina o marijuana per alleviare l'angoscia e lo stress causati dalla propria condizione. Se viene intrapreso un percorso di terapia breve spetta al paziente la scelta di lavorare su altri sintomi concomitanti il problema degli Attacchi di panico e in questo caso il clinico dovrebbe occuparsi solo di quello che risulta più invalidante per il soggetto in quel momento; secondo questa prospettiva ci si aspetta che, una volta superato efficacemente il problema principale, la persona sperimenti un innalzamento del suo tono d'umore che si rifletterà positivamente in altri ambiti della vita.
Come spesso accade per tutte le forme strettamente correlate ai disturbi d'ansia, parte dei soggetti che soffrono del disturbo da attacco di panico, trovano nell'abuso di alcol un momentaneo apparente sollievo. Questa forma di "automedicamento" è in realtà responsabile, oltre ai rischi correlati all'abuso di alcolici, dell'acutizzarsi degli episodi di panico, tanto nella frequenza quanto nell'intensità oltre ad un generale peggioramento del quadro clinico. L'abuso di alcol, come quello di sostanze, è pertanto assolutamente da evitare.
Come per molti altri disturbi, avere una struttura di supporto o una famiglia e amici che sanno come affrontare la situazione può aiutare ad aumentare la rapidità di guarigione; ecco perché l'intervento può comprendere i famigliari o il partner del paziente. Meno indicati (nonostante la loro larga diffusione) i gruppi di auto/mutuo aiuto, nei quali spesso il sintomo viene amplificato dalla risonanza emotiva costituita dagli altri pazienti. Per questo motivo, i gruppi auto/mutuo aiuto dovrebbero essere sempre accompagnati o monitorati da psicoterapeuti esperti.

La terapia farmacologica è prescrivibile in associazione alla psicoterapia là dove quest'ultima trova indicazione, valutati i casi soggetto per soggetto. Essa è solitamente rappresentata dagli ansiolitici benzodiazepinici a emivita = > alle 48 ore in abbinamento ad antidepressivi di nuova generazione (SSRI); a volte, e in seguito a valutazione specialistica, possono essere utilizzati anche gli antidepressivi triciclici (TCA}, buspirone e/o betabloccanti. Va ribadito che la terapia farmacologica deve tassativamente essere stabilita dal medico - possibilmente specialista - di concerto con il paziente, tenuto conto della sua storia personale pregressa (anamnesi patologica remota e recente), delle sue abitudini di vita, dell'età, della situazione familiare e di ogni altro elemento, soggettivo e oggettivo, che a giudizio del medico possa assumere rilievo a tali fini.
Una fra le molecole, facenti parte della famiglia degli (SSRI), che nei casi più gravi, in clinica, ha dimostrato la maggior efficacia nella cura del disturbo da panico, è la Paroxetina somministrata a dosi medio-alte (di norma 40 mg al giorno). A prescindere da questo dato oggettivo, sia il tipo di farmaco che la posologia, deve sempre essere necessariamente quella indicata dal medico.
Cause [modifica]

Spesso i primi attacchi sono scatenati da una malattia fisica, uno stress severo o alcuni farmaci. Alcune persone che tendono a prendersi troppe responsabilità possono sviluppare la tendenza a soffrire di attacchi di panico. Anche i pazienti con DPTS mostrano una maggiore frequenza di disturbo di panico rispetto alla popolazione generale. Le cause esatte del disturbo da panico sono ancora in fase di studio[1][2]. Alcuni[3] attribuiscono il disturbo alla scarsa autonomia dell'Io e quindi, in un certo senso, alla sua debolezza. La dipendenza dell'Io farebbe sì che l'individuo soggetto agli attacchi abbia un'"Intenzionalità" (Husserl) praticamente assente che lo costringerebbe a dipendere dagli altri. Quando questo si rivela troppo distante o addirittura in opposizione al proprio "Desiderio" profondo e autentico, si scatena la crisi. In questa direzione interpretativa, si individua un conflitto fra bisogno di appartenenza/integrazione sociale (la dipendenza dell'Io) e bisogno di opposizione/individuazione (la tensione dell'Io verso l'autonomia morale e decisionale). L'attacco di panico sorge allo scopo di reprimere l'istanza autonomizzante, che attaccando il legame di dipendenza ingenera la paura. In questo senso, la manifestazione somatica del panico (registrata dalle tecniche di neuroimaging e dai rilievi neuroendocrini) rappresenta l'interfaccia del pattern emozionale. In senso filosofico, occorre recuperare la distinzione di Husserl fra "corpo anatomico" e "corpo intenzionato". In questa direzione interpretativa l'intenzionalità entra in conflitto con l'adattamento alla realtà ambientale, tale da produrre la "crisi" nelle certezze e lo squilibrio registrato dal corpo anatomico.
Generalmente, ciò che più di ogni altra cosa caratterizza il maggior disagio per le persone che si trovano ad affrontare il problema, non sono propriamente gli attacchi di panico, che solitamente non durano più di 10-20 minuti circa, quanto l'ansia dell'attesa dell'eventuale sopraggiungere dei medesimi, che viene vissuta da queste persone, con un'angoscia costante in grado di compromettere la qualità della loro vita. È proprio lo sgomento causato da quest'ansia, come descritto da Alexandre Simonet nel suo libro attacchi di panico-Ho smesso di tremare a generare quelle situazioni di evitamento delle quali si è precedentemente parlato. " Ho smesso di tremare " (introduzione)
Studi condotti su animali ed umani si sono concentrati nel localizzare le aree specifiche del cervello che sono coinvolte nei disturbi di ansia come il disturbo di panico. La paura, un'emozione che si è evoluta per affrontare il pericolo, causa un'automatica, rapida risposta protettiva, che avviene senza il bisogno di pensiero cosciente [1]. È stato scoperto che la risposta di paura è coordinata da una piccola ma complicata struttura all'interno del cervello, chiamata amigdala[2].
Anche l'ipoglicemia può causare attacchi di panico. In questa condizione i recettori dell'insulina non rispondono in maniera appropriata all'insulina, interferendo con il trasporto di glucosio attraverso le membrane delle cellule. Il cervello dipende da un rifornimento sostenuto di glucosio, la sua unica fonte di energia. Quando si verifica una caduta improvvisa dei livelli di zucchero nel sangue, il cervello manda un segnale ormonale alle ghiandole adrenergiche per produrre adrenalina. Questo ormone agisce innalzando il livello di zuccheri nel sangue convertendo il glicogeno in glucosio, perciò prevenendo la mancanza di energia al cervello, ma è anche un ormone del panico che è responsabile degli attacchi di paura.[senza fonte]
Anche problematiche relative alla tiroide, specialmente in casi di gozzo, portano frequentemente il soggetto che ne soffre ad avere attacchi di panico. Anche la semplice familiarità con problemi tiroidei (avere parenti che hanno sofferto o soffrono di un disturbo legato alla tiroide) può essere ricollegabile ad attacchi di panico del paziente.[senza fonte]
Il tabagismo favorisce gli attacchi di panico.
 
Ultima modifica:
non me ne intendo...nel senso che credo non mi siano
mai capitati , però soffro di ansia
e qui l e ho provate veramente tutte e non ce n'è una che funzioni
tranne le benzodiazepine o a spettare ch passi
perché la crisi come è venuta misteriosamente se ne va...
 
Cosa è che ti disturba?
In altre parole, suppongo che la risposta la trovi nelle cose che ti circondano e ti affliggono e che ti causano uno stress che nn riesci a sopportare ....
 
Gli attacchi di panico possono essere descritti come un sabotaggio all’integrità della persona che lo vive. L'attacco di panico arriva, ci travolge e se ne va, lasciando dietro di sé una potente scia che resta impressa nella memoria.

Nietzsche asseriva che cio' che non distrugge rende piu forte.

Nietzsche, forse però non soffriva di attacchi di panico altrimenti avrebbe saputo che conviverci non rende affatto più forti, anzi!

Magari si può convivere con uno stato di ansia per un po’ ma poi si sa che questa o porta agli attacchi di panico o a malattie psicosomatiche e a quel punto si è costretti a chiedere aiuto.

L’ansia di per se non è una malattia ma solo un segnale d’allarme fisiologico e serve per la difesa da pericoli interni ed esterni alla persona che generalmente proprio perché la vive in modo naturale ci convive a lungo e non la tratta come un vero e proprio problema aspettando e sperando che scompaia da sè.
Dott.ssa Floriana De Michele
Psicologa Psicoterapeuta
L'Attacco di Panico
 
Non so quanto sia eticamente corretto farsi pubblicità.
Il contributo potrebbe anche essere dato senza il link commerciale in chiaro.
Disapprovazione.
 
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Nel sito c'è un numero di telefono. 3391249.....

Ai miei tempi, per compensare i traumi trasmessi da una Prof. psicopatica, ricordo che talvolta la si chiamava alle 2 del mattino.
 

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