forse se l'obiettivo è comune le strade spesso sono diverse e quindi anche le relative ferite, che poi son quelle che determinano le ns azioni e i ns pensieri.
Certo che le strade sono e devono essere diverse. La differenza la fa la serietà dell'impegno. Per questo, quando vedo i furbetti del quadrettino, che se la cavano con un trucco, una esteriorità, una finta profondità, non riesco a tacere.
Tuttavia apprezzo chi è "vero" e riesce a creare qualcosa, anche se talora discutibile, con uno stile a me estraneo, o che potrebbe essere criticabile se usato da altri.Per esempio, si capisce che Hsiao Chin mette nelle sue opere un senso di vera ricerca, anche quando il risultato non è magari granché. Non apprezzo invece, cambiando genere, Borghese in quanto pedissequo imitatore di Maccari: la sua non è ricerca, ma rovistare, e non dico dove
Ugualmente sono critico verso tutti i ready-made, non solo intellettualmente totalizzanti, tipo Duchamp, ma anche come risultato di assemblaggi, in quanto rappresentano quasi sempre l'incapacità creativa dell'artista, in pratica il suo vuoto materialismo, la sua insufficiente indipendenza (lo dico per aver vissuto quell'esperienza in prima persona, e non solo). Sono giochini, ma tra la Settimana Enigmistica e Pirandello c'è di mezzo il mare.
Sempre su questo aspetto dell'assemblaggio, si tratta della trasposizione moderna di un atteggiamento storicamente testimoniato, a partire da Leonardo, che osservando le macchie sui muri, per esempio, trovava stimolo a formarne disegni, o Constable, che non disegnava subito, ma schizzava effetti sulla tela per poi riordinare. Solo che questi due grandi sapevano dare un limite a tale stimolo esteriore, se ne riappropriavano, un po' come uno che prima si ubriachi, ma poi, tornato sobrio, sfrutti a buon pro le strane esperienze fatte. Al limite qualcosa di analogo all'esperienza della droga. Ma molti che oggi assemblano non hanno operato questa presa di distanza. L'effetto è simile a quei film che denunciano la violenza ... ma fanno cassetta mostrandola. Quegli oggetti che vorrebbero servire come, chessò, denuncia del materialismo della società dei consumi, in effetti proprio su questo materialismo si basano per intortare lo spettatore. In questo forum
@mantegna mostrò una vecchia auto nella sabbia, opera di un suo amico, mi pare Luca Vitone. Egli stesso era assai perplesso. Questo è appunto un buon esempio dell'impotenza artistica, hai voglia a ricamarci sopra teorie e filosofie.