Berkshire Hathaway, i gruppi riassicurativi e il ponte di Baltimore

tontolina

Forumer storico

I gruppi riassicurativi​

A partire dagli anni Novanta, anche il comparto delle riassicurazioni, come molti altri settori, ha assistito a un forte fenomeno di concentrazione. Questo, incrociandosi con la globalizzazione finanziaria crescente, ha dato il via alla formazione di grandi gruppi riassicurativi transnazionali, che dominano al momento più della metà del mercato mondiale (circa il 57%).
I grandi gruppi riassicurativi di solito hanno una forte specializzazione su settori particolarmente problematici o comunque molto specifici, come quello finanziario o quello climatico ambientale. Essi poi tendono a concentrarsi a volte anche geograficamente: curioso, per esempio, che tutti i gruppi riassicurativi specializzati nella riassicurazione di catastrofi naturali abbiamo sede nell'Arcipelago delle Isole Bermuda.
Nel mercato delle riassicurazioni, in genere, ogni polizza è divisa e co-gestita tra due o più riassicuratori o gruppi riassicurativi. In questo sistema, (chiamato co-assicurazione), il riassicuratore o gruppo di riassicurazione che gestisce e detta le condizioni della polizza è definito in gergo il lead reinsurance.
Il panorama di questo mercato è ampio e piuttosto complesso.

Il più grande gruppo riassicurativo mondiale è Munich Re Group, con base a Monaco di Baviera, che conta 5.000 clienti in 160 paesi diversi. Condivide con il gruppo tedesco Allianz (non a caso il più grande assicuratore mondiale) il fondatore, Carl Thieme. Il Munich Re Group si è imposto sui mercati mondiali con il terremoto di San Francisco ed ha avuto un ruolo chiave nei mesi successivi all'attacco al World Trade Center l'11 settembre del 2001.

Al secondo posto, ci sono gli svizzeri della Swiss Re, compagnia riassicurativa fondata nel 1863, la cui casa madre è a Zurigo, ma che ha sedi importanti anche a Londra e New York.

Al terzo posto, primo negli USA, c'è Berkshire Hathaway, la compagnia il cui amministratore delegato è Warren Buffett, il famoso guru dei mercati. La Berkshire non ha soltanto prodotti riassicurativi, ma copre un ambito estremamente vasto, che va dall'assicurativo al finanziario.

Tra i leader della riassicurazione delle catastrofi naturali ci sono Everest Re, Partner Re e XL Re. Altri importanti gruppi, che possono completare questa rassegna dei leader del mercato mondiale, sono ACE Tempest Re Group, Axa Re Group, Caisse Centrale de Rèassurance, Converium Re Group, General Cologne Re, Gerlin Global Re Group, Hannover Re Group, Korean Re Group, Transatlantic Re Group.

 
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Ora date un’occhiata a questo grafico: mentre Warren Buffett scaricava titoli Apple con il badile, gli stessi salivano in cielo.

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Il motivo? Da una parte proprio la propaganda acritica verso il miracolo AI, dall’altra il fatto che attraverso miliardi in buybacks (che sottraggono risorse a ricerca e sviluppo), l’azienda si ricomprava quelle azioni che l’oracolo di Omaha scaricava.
Bel libero mercato questo modello americano, non vi pare?
 
Guardate questo grafico. Mostra come il prezzo del titolo di Bank of America non stia pressoché patendo alcuna fluttuazione dallo scorso luglio, quando Warren Buffett ha deciso di alleggerire la sua detenzione. A oggi, quella dieta ha portato a un notevole calo ponderale di portfolio: 10 miliardi di controvalore in meno. E attenzione. Proprio con gli ultimi 8,5 milioni di vendita andati in porto l’altro giorno, oggi Berkshire Hathaway è scesa ufficialmente sotto la soglia del 10% di partecipazione.

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Cosa significa? Che da oggi in poi, l’oracolo di Omaha non dovrà più comunicare immediatamente i suoi movimenti su quel titolo. Ma solo una volta a trimestre all’atto di presentazione del F13. E se decidesse d andare a zero, scaricare del tutto uno dei principali players bancari Usa? Il mercato lo scoprirebbe quando è tardi. Verrebbe privato di un proxy.

Ora torniamo al grafico. Apparentemente, Bank of America sta assorbendo il colpo.
Come? Casualmente, buybacks e vendite dell’oracolo di Omaha coincidono. Quasi fossero coordinate. [come con APPLE]
Quasi il secondo avesse proposto un patto salva-Sistema al primo.
Io vendo e venderò pesante, perché non ho più fiducia in voi.
Ma vivo in questo acquario e non voglio che l’acqua si agiti o si inquini troppo.
Quindi, vendo (tanto) da luglio a ottobre.
Casualmente, tre settimane fa la stessa Bank of America ha annunciato un’implementazione del programma di riacquisto titoli. A inizio anno, nessuno prevedeva la fuga di Berkshire Hathaway. Ma adesso occorre correre ai ripari. Ed ecco il nuovo mezzuccio. Onde evitare che quel blackout informativo spinga qualcun altro a porsi domande sullo stato di salute dell’istituto, Bank of America può mettere sul piatto proprio l’arma dei buybacks. I quali creano un’implicita diluizione della partecipazione azionaria. Almeno sul breve. E a meno che Warren Buffett non decide da lunedì di scaricare quanto gli resta in portfolio. Se si fermerà, la sua quota tornerà sopra il 10% grazie all’artificio del riacquisto di titoli.

Ma il Sistema sa essere ulteriormente generoso e collaborativo verso i suoi soggetti più difficili ma anche più rappresentativi. Basta dare un’occhiata a questo strappo preso dal Financial Times.

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Il nome di Heath Tarbert dice poco. A molti. Ma dice molto ai pochi che contano. Quella che un tempo era la gente che piace dello spot dell’amaro Ramazzotti. Era il numero uno della Cftc. Ovvero, la Commodities Futures Trading Commission. Mica un’agenzia da poco per Wall Street. Ebbene, a soli 27 giorni dall’abbandono del suo ruolo, dove pensate che sia andato il nostro eroe? In A lavorare come Chief Legal Officer di Citadel. Ovvero, capo dell’ufficio legale del sottoscrittore di tutti i sottoscrittori.
E Bank of America è prime broker del 90% degli assets derivati netti di Citadel.

Ora, qual è invece una specialità della Cftc, di cui Heath Tarbert è stato numero uno? La produzione in serie di no-action letters. Ovvero, quasi la carta esci di prigione dei telefilm polizieschi. Una certificazione di non luogo a procedere.
Dal 2018 a oggi, il regolatore ne ha prodotte 1.564.
Quante relative a swaps? 1.066.

Ma non basta. Veniamo all’oggi. E restiamo su Citadel, tanto per farvi capire quanto, alla fine, il famoso libero mercato altro non sia che un golf club con pochissimi soci ammessi sul green. Guardate questa immagine.

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Il nostro deus ex machina del grande casinò finanziario ha accettato di pagare una multa da 1 milione di dollari alla Finra, l’autorità di regolamentazione del mercato finanziario. E cosa sanerà Citadel con quella cifra che, bilanci alla mano, rappresenta si è no l’argent de poche per comprare il biglietto della metropolitana? Condotte irregolari riscontrate fra il 22 giugno del 2020 e il 28 agosto di quest’anno e relative a comunicazioni tardive o inaccurate su ordinativi di opzioni ed equity. Per un controvalore di decine di miliardi di dollari.
Insomma, Citadel per oltre 4 anni ha collezionato ritardi e omissioni nei confronti del Cat, il Consolidated audit trail, il sistema di tracciamento degli ordini di mercato. Particolarmente interessante appare l’arco temporale fra il 22 giugno 2020 e il 31 luglio 2022, durante il quale i regolatori hanno segnato con la matita rossa 33 singoli errori di comunicazione per un controvalore in ordini pari a 42,2 miliardi di dollari.
Ma non basta. Qualcosa come 41,8 miliardi fanno riferimento soltanto a tre errori. Ovvero, tre negoziazioni.

Vi pare fantascienza? No. Solo la quotidianità del cosiddetto libero mercato. Della Wall Street dei record in continuo aggiornamento che i media vi spacciano come cartina di tornasole di una condizione economica generale assolutamente brillante. Se avete voglia, unite i puntini di quanto vi ho raccontato. E datevi da soli delle risposte. O, quantomeno, cominciate a farvi qualche domanda. Seria.

Come avrete visto, soprattutto in Cina, il mese di ottobre dal punto di vista finanziario è iniziato con il botto.
E se davvero Israele attaccherà l’Iran, da qui al voto del 5 novembre vivremo settimane che varranno come decadi intere.
Ma alla luce di quanto avete letto, siate consapevoli che quasi nulla è in realtà come appare. E che il banco vince sempre.
 

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