DNGMRZ
ordine 11.110
Bilancio dello Stato Italiano: il Preventivo di Competenza 2016.
Luca Marotta
[email protected]
Per quanto riguarda il bilancio di previsione 2016 di competenza, le entrate correnti (tributarie ed extra-tributarie), pari a 564,2 miliardi di Euro, non riescono a coprire le spese correnti aumentate degli interessi, pari a 565,87 miliardi di Euro.
Poiché anche le spese in conto capitale superano le entrate da dismissioni e bisogna anche rimborsare i prestiti giunti a scadenza, si verifica la necessità di ricorrere al mercato, aumentando il debito pubblico.
In altre parole, anche per il 2016, ci si indebita ulteriormente per pagare il debito.
Infatti, la quantità relativa al ricorso al mercato supera quella del rimborso dei prestiti. Si rimborsano prestiti per 218,5 miliardi e si contraggono nuovi prestiti per 256,9 miliardi di Euro. Per il 2017 si rimborseranno prestiti per 259,2 miliardi e si contrarranno nuovi prestiti per 283,7 miliardi di Euro. Per il 2018 si rimborseranno prestiti per 236,3 miliardi e si contrarranno nuovi prestiti per 249,98 miliardi di Euro.

Il Saldo Netto da Finanziare.
Il saldo netto da finanziare è dato dalla differenza tra le Entrate e le Spese finali. Per il 2016, intermini di competenza, è evidenziato un saldo netto da finanziare pari a 38,4 miliardi di Euro.
Per il triennio 2016-2018, in termini di competenza, è evidenziato un progressivo miglioramento del saldo netto da finanziare. Infatti, per il 2017 è previsto un saldo netto da finanziare di 24,5 miliardi di Euro e per il 2018 di 13,6 miliardi di Euro.
Il Ricorso al Mercato.
La necessità del ricorso al mercato è determinata dalla differenza tra le Entrate Totali, comprensive delle Regolazioni contabili e le Spese Totali, comprensive delle regolazioni debitorie e dei rimborsi prestiti. Per il 2016, in termini di competenza, è evidenziata la necessità del ricorso al mercato per un importo pari a 256,9 miliardi di Euro.
Per il triennio 2016-2018, in termini di competenza, è evidenziato un aumento nel 2017 e una riduzione nel 2018. Infatti, per il 2017 è previsto il ricorso al mercato per 283,7 miliardi e per il 2018 di 250 miliardi.
Occorre evidenziare, che gli importi da rimborsare nel 2018 ammontano a 236,3 miliardi di Euro e che sono inferiori a quelli del 2017, pari a 259,2 miliardi. Mentre nel 2016 ammontano a 218,5 miliardi di Euro. Per quanto riguarda gli interessi da pagare le variazioni prevedono incrementi del 2% circa ad anno, perché gli interessi da pagare per il 2016 ammontano a 84,1 miliardi, per il 2017 a 85,8 miliardi di Euro (+2%) e per il 2018 a 87,6 miliardi di Euro (+2,1%).
In termini di saldo tra importi di prestiti da accendere e importi di prestiti da rimborsare, la cifra diminuisce dai 38,4 miliardi del 2016, ai 24,5 miliardi del 2017 e ai 13,6 miliardi del 2018. Tali saldi vanno ad incrementare il debito pubblico. Come nel precedente bilancio di previsione, sembrerebbe che l’aumento percentuale del debito pubblico subirà una frenata.
Il Risparmio Pubblico.
Il Risparmio Pubblico è dato dalla differenza tra le entrate tributarie aumentate di quelle Extra Tributarie e diminuite delle spese correnti comprensive degli interessi.
Per il 2016 è previsto un saldo negativo per 1,6 miliardi di Euro. Mentre sia per il 2017, che per il 2018 è previsto un saldo positivo, rispettivamente per 11 miliardi di Euro e 23,3 miliardi di Euro.
Ovviamente sono gli interessi sul debito che penalizzano il risultato del risparmio pubblico. Infatti, se escludessimo gli interessi, si potrebbe registrare un saldo positivo per tutto il triennio, precisamente: circa 82,5 miliardi di Euro per il 2016; circa 96,8 miliardi di Euro per il 2017 e circa 110,9 miliardi di Euro per il 2018.
Bisogna considerare che, se si escludessero le regolazioni contabili e debitorie, il dato del risparmio pubblico 2016 sarebbe positivo per 2,5 miliardi. Infatti il saldo delle Regolazioni contabili e debitorie è negativo per 4,15 miliardi Euro.
L’Avanzo Primario.
L’avanzo primario è dato dalla differenza tra Entrate e Spese al netto degli interessi ed è positivo per circa 45,7 miliardi di Euro. Nel 2017 e 2018 è previsto in crescita, rispettivamente a 61,3 miliardi di Euro e 74 miliardi di Euro.
Il PIL
Molto importante è la previsione del PIL, poiché rappresenta il reddito potenziale da tassare e quello disponibile per i consumi, sui cui grava l’imposizione diretta.
Dai quadri generali riassunti (Supplemento ordinario n. 71/L alla GAZZETTA UFFICIALE) emerge che il PIL ai prezzi di mercato a legislazione è previsto in crescita a 1.733 miliardi di Euro nel 2016, a 1.784,6 miliardi di Euro nel 2017 e a 1.834,7 miliardi di Euro nel 2018.
Le Entrate.
Le entrate finali lorde di competenza 2016, comprensive delle regolazioni contabili, risultano pari a circa 567,4 miliardi di Euro (544 miliardi di Euro, previsione 2015 con le regolazioni contabili). Il maggior importo riguarda le entrate tributarie, pari a circa 489,65 miliardi di Euro (445 miliardi, previsione 2015), che rappresentano circa l’86,3% del totale.

Le Imposte Dirette.
Tra le entrate tributarie spiccano le imposte dirette per 264 miliardi di Euro (253 miliardi nel 2015), pari a circa il 46,7% delle entrate finali lorde di competenza 2016, comprensive delle regolazioni contabili.

Tra le imposte dirette, l’importo di maggior rilievo riguarda l’Irpef, pari a 189,3 miliardi, seguito dall’IRES con 44,2 miliardi di Euro.

L’Irpef incide per circa il 71,5% sulle imposte dirette e per il 33,4% sulle entrate finali lorde.Quindi, un terzo delle entrate dello Stato è rappresentato dall’Irpef, ossia l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
L’IRES, l’imposta sul reddito delle società, incide per circa il 16,7% sulle imposte dirette e per il 7,8% sulle entrate finali lorde.
Le ritenute sui dividendi e sui redditi di capitale, complessivamente pari a 12,6 miliardi di Euro (13,3 miliardi nel 2015), incidono sulle entrate finali dello stato per il 2,2% (2,4% nel 2015).
Le Imposte Indirette.
Le imposte indirette pari a circa 224,8 miliardi di Euro (192 miliardi nel 2015), rappresentano il 39,6% (35,3% nel 2015) del totale delle Entrate.
Le imposte indirette sono di quattro tipologie: quelle sugli affari, sulla produzione, sui monopoli e sulle lotterie.

(*) Le previsioni risultano al netto della quota da destinare alla U.E. pari a 2,1 miliardi di euro, che è considerata tra le "poste correttive e compensative".
Le imposte indirette sugli affari, pari a circa 165,1 miliardi di Euro (133 miliardi nel 2015), incidono per il 29,1% (24,4% nel 2015) sul totale delle Entrate. Tali imposte riguardano: l’IVA per 139,14 miliardi di Euro (109,3 miliardi nel 2015), l’imposta di registro, di bollo e sostitutiva per 12,9 miliardi di Euro (12,3 miliardi nel 2015) e altre entrate da affari per 13 miliardi di Euro (11,3 miliardi nel 2015).
Le imposte indirette sulla produzione, pari a circa 35,1 miliardi di Euro (36,3 miliardi nel 2015), incidono per il 6,2% (6,7% nel 2015) sul totale delle Entrate. Tali imposte riguardano: quelle sugli olii minerali, pari a 25,8 miliardi (27,6 miliardi nel 2015) e altre entrate, pari a 9,3 miliardi di Euro (8,7 miliardi nel 2015).
Le imposte indirette sui monopoli, pari a circa 10,89 miliardi, incidono per l’ 1,9% sul totale delle Entrate e riguardano essenzialmente le imposte sui tabacchi.
Le imposte indirette sul Lotto e le lotterie, pari a circa 13,6 miliardi di Euro (11,9 miliardi nel 2015), incidono per il 2,4% (2,2% nel 2015) sul totale delle Entrate.
Le Altre Entrate.
Le Entrate Extratributarie riguardano: Proventi speciali, Contributi sociali, Vendita beni e servizi Redditi da capitale, Poste correttive e compensative, Trasferimenti correnti da Regioni ed enti locali, da Famiglie, da Imprese, altri trasferimenti correnti e altre entrate extratributarie. L’incidenza di tali entrate sulle entrate totali è del 13,1% (12,8% nel 2015).

L’ Alienazione ed ammortamenti di beni patrimoniali e riscossione dei crediti riguarda: il rimborso di anticipazioni e riscossione di crediti, l’Ammortamento di beni e le altre entrate da alienazione. L’incidenza di tali entrate sulle entrate totali è solo dello 0,6% (0,4% nel 2015).
Gli importi delle Entrate 2016 sono esposti al lordo delle Regolazioni contabili, che nel 2015 erano pari a 27.421 milioni ed erano interamente ascrivibili ai rimborsi IVA.
Luca Marotta
[email protected]
Per quanto riguarda il bilancio di previsione 2016 di competenza, le entrate correnti (tributarie ed extra-tributarie), pari a 564,2 miliardi di Euro, non riescono a coprire le spese correnti aumentate degli interessi, pari a 565,87 miliardi di Euro.
Poiché anche le spese in conto capitale superano le entrate da dismissioni e bisogna anche rimborsare i prestiti giunti a scadenza, si verifica la necessità di ricorrere al mercato, aumentando il debito pubblico.
In altre parole, anche per il 2016, ci si indebita ulteriormente per pagare il debito.
Infatti, la quantità relativa al ricorso al mercato supera quella del rimborso dei prestiti. Si rimborsano prestiti per 218,5 miliardi e si contraggono nuovi prestiti per 256,9 miliardi di Euro. Per il 2017 si rimborseranno prestiti per 259,2 miliardi e si contrarranno nuovi prestiti per 283,7 miliardi di Euro. Per il 2018 si rimborseranno prestiti per 236,3 miliardi e si contrarranno nuovi prestiti per 249,98 miliardi di Euro.

Il Saldo Netto da Finanziare.
Il saldo netto da finanziare è dato dalla differenza tra le Entrate e le Spese finali. Per il 2016, intermini di competenza, è evidenziato un saldo netto da finanziare pari a 38,4 miliardi di Euro.
Per il triennio 2016-2018, in termini di competenza, è evidenziato un progressivo miglioramento del saldo netto da finanziare. Infatti, per il 2017 è previsto un saldo netto da finanziare di 24,5 miliardi di Euro e per il 2018 di 13,6 miliardi di Euro.
Il Ricorso al Mercato.
La necessità del ricorso al mercato è determinata dalla differenza tra le Entrate Totali, comprensive delle Regolazioni contabili e le Spese Totali, comprensive delle regolazioni debitorie e dei rimborsi prestiti. Per il 2016, in termini di competenza, è evidenziata la necessità del ricorso al mercato per un importo pari a 256,9 miliardi di Euro.
Per il triennio 2016-2018, in termini di competenza, è evidenziato un aumento nel 2017 e una riduzione nel 2018. Infatti, per il 2017 è previsto il ricorso al mercato per 283,7 miliardi e per il 2018 di 250 miliardi.
Occorre evidenziare, che gli importi da rimborsare nel 2018 ammontano a 236,3 miliardi di Euro e che sono inferiori a quelli del 2017, pari a 259,2 miliardi. Mentre nel 2016 ammontano a 218,5 miliardi di Euro. Per quanto riguarda gli interessi da pagare le variazioni prevedono incrementi del 2% circa ad anno, perché gli interessi da pagare per il 2016 ammontano a 84,1 miliardi, per il 2017 a 85,8 miliardi di Euro (+2%) e per il 2018 a 87,6 miliardi di Euro (+2,1%).
In termini di saldo tra importi di prestiti da accendere e importi di prestiti da rimborsare, la cifra diminuisce dai 38,4 miliardi del 2016, ai 24,5 miliardi del 2017 e ai 13,6 miliardi del 2018. Tali saldi vanno ad incrementare il debito pubblico. Come nel precedente bilancio di previsione, sembrerebbe che l’aumento percentuale del debito pubblico subirà una frenata.
Il Risparmio Pubblico.
Il Risparmio Pubblico è dato dalla differenza tra le entrate tributarie aumentate di quelle Extra Tributarie e diminuite delle spese correnti comprensive degli interessi.
Per il 2016 è previsto un saldo negativo per 1,6 miliardi di Euro. Mentre sia per il 2017, che per il 2018 è previsto un saldo positivo, rispettivamente per 11 miliardi di Euro e 23,3 miliardi di Euro.
Ovviamente sono gli interessi sul debito che penalizzano il risultato del risparmio pubblico. Infatti, se escludessimo gli interessi, si potrebbe registrare un saldo positivo per tutto il triennio, precisamente: circa 82,5 miliardi di Euro per il 2016; circa 96,8 miliardi di Euro per il 2017 e circa 110,9 miliardi di Euro per il 2018.
Bisogna considerare che, se si escludessero le regolazioni contabili e debitorie, il dato del risparmio pubblico 2016 sarebbe positivo per 2,5 miliardi. Infatti il saldo delle Regolazioni contabili e debitorie è negativo per 4,15 miliardi Euro.
L’Avanzo Primario.
L’avanzo primario è dato dalla differenza tra Entrate e Spese al netto degli interessi ed è positivo per circa 45,7 miliardi di Euro. Nel 2017 e 2018 è previsto in crescita, rispettivamente a 61,3 miliardi di Euro e 74 miliardi di Euro.
Il PIL
Molto importante è la previsione del PIL, poiché rappresenta il reddito potenziale da tassare e quello disponibile per i consumi, sui cui grava l’imposizione diretta.
Dai quadri generali riassunti (Supplemento ordinario n. 71/L alla GAZZETTA UFFICIALE) emerge che il PIL ai prezzi di mercato a legislazione è previsto in crescita a 1.733 miliardi di Euro nel 2016, a 1.784,6 miliardi di Euro nel 2017 e a 1.834,7 miliardi di Euro nel 2018.
Le Entrate.
Le entrate finali lorde di competenza 2016, comprensive delle regolazioni contabili, risultano pari a circa 567,4 miliardi di Euro (544 miliardi di Euro, previsione 2015 con le regolazioni contabili). Il maggior importo riguarda le entrate tributarie, pari a circa 489,65 miliardi di Euro (445 miliardi, previsione 2015), che rappresentano circa l’86,3% del totale.

Le Imposte Dirette.
Tra le entrate tributarie spiccano le imposte dirette per 264 miliardi di Euro (253 miliardi nel 2015), pari a circa il 46,7% delle entrate finali lorde di competenza 2016, comprensive delle regolazioni contabili.

Tra le imposte dirette, l’importo di maggior rilievo riguarda l’Irpef, pari a 189,3 miliardi, seguito dall’IRES con 44,2 miliardi di Euro.

L’Irpef incide per circa il 71,5% sulle imposte dirette e per il 33,4% sulle entrate finali lorde.Quindi, un terzo delle entrate dello Stato è rappresentato dall’Irpef, ossia l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
L’IRES, l’imposta sul reddito delle società, incide per circa il 16,7% sulle imposte dirette e per il 7,8% sulle entrate finali lorde.
Le ritenute sui dividendi e sui redditi di capitale, complessivamente pari a 12,6 miliardi di Euro (13,3 miliardi nel 2015), incidono sulle entrate finali dello stato per il 2,2% (2,4% nel 2015).
Le Imposte Indirette.
Le imposte indirette pari a circa 224,8 miliardi di Euro (192 miliardi nel 2015), rappresentano il 39,6% (35,3% nel 2015) del totale delle Entrate.
Le imposte indirette sono di quattro tipologie: quelle sugli affari, sulla produzione, sui monopoli e sulle lotterie.

(*) Le previsioni risultano al netto della quota da destinare alla U.E. pari a 2,1 miliardi di euro, che è considerata tra le "poste correttive e compensative".
Le imposte indirette sugli affari, pari a circa 165,1 miliardi di Euro (133 miliardi nel 2015), incidono per il 29,1% (24,4% nel 2015) sul totale delle Entrate. Tali imposte riguardano: l’IVA per 139,14 miliardi di Euro (109,3 miliardi nel 2015), l’imposta di registro, di bollo e sostitutiva per 12,9 miliardi di Euro (12,3 miliardi nel 2015) e altre entrate da affari per 13 miliardi di Euro (11,3 miliardi nel 2015).
Le imposte indirette sulla produzione, pari a circa 35,1 miliardi di Euro (36,3 miliardi nel 2015), incidono per il 6,2% (6,7% nel 2015) sul totale delle Entrate. Tali imposte riguardano: quelle sugli olii minerali, pari a 25,8 miliardi (27,6 miliardi nel 2015) e altre entrate, pari a 9,3 miliardi di Euro (8,7 miliardi nel 2015).
Le imposte indirette sui monopoli, pari a circa 10,89 miliardi, incidono per l’ 1,9% sul totale delle Entrate e riguardano essenzialmente le imposte sui tabacchi.
Le imposte indirette sul Lotto e le lotterie, pari a circa 13,6 miliardi di Euro (11,9 miliardi nel 2015), incidono per il 2,4% (2,2% nel 2015) sul totale delle Entrate.
Le Altre Entrate.
Le Entrate Extratributarie riguardano: Proventi speciali, Contributi sociali, Vendita beni e servizi Redditi da capitale, Poste correttive e compensative, Trasferimenti correnti da Regioni ed enti locali, da Famiglie, da Imprese, altri trasferimenti correnti e altre entrate extratributarie. L’incidenza di tali entrate sulle entrate totali è del 13,1% (12,8% nel 2015).
L’ Alienazione ed ammortamenti di beni patrimoniali e riscossione dei crediti riguarda: il rimborso di anticipazioni e riscossione di crediti, l’Ammortamento di beni e le altre entrate da alienazione. L’incidenza di tali entrate sulle entrate totali è solo dello 0,6% (0,4% nel 2015).
Gli importi delle Entrate 2016 sono esposti al lordo delle Regolazioni contabili, che nel 2015 erano pari a 27.421 milioni ed erano interamente ascrivibili ai rimborsi IVA.