BYD, BMW e MERCEDES: non c'è pace x le elettriche (1 Viewer)

tontolina

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da quel che ho capito
in estate con il caldo si incendiano facilemnte

mentre
in Inverno non partono proprio perhcè le batterie non si caricano
 

tontolina

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RICARICA AUTO ELETTRICA E IN SOLI DUE MESI ARRIVA BOLLETTA DA 1.200 EURO
Al proprietario di una KIA EV6 elettrica residente a Tolosa, Francia, sarà venuto quasi un malore quando ha aperto la bolletta.
Dopo aver ricaricato la sua auto per soli DUE mesi (settembre e ottobre 2023) presso una colonnina pubblica nel quartiere, si è visto addebitare 400 euro il primo mese e ben 800 euro il secondo!
Circa 1.200 euro per due mesi.
Non male come mezzo ecologico ed economico!
Con le emorroidi fumanti ha messo subito in vendita la pila incendiaria con le ruote!
E così il fiammifero acceso passerà nelle mani del prossimo ebete...
I tempi sono ampiamente maturi per il risveglio, altrimenti è giusto pagare pegno, o sbaglio? Sono troppo cattivo?

Cosa aspetti, unisciti a Disinformazione.it
 

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anche BMW non se la passa bene... anche le sue batterie tendono ad incendiarsi
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Bmw richiama 1,5 milioni di veicoli e abbassa le stime sul 2024. Il titolo crolla in borsa (-11%) dopo il profit warning​

di Anna Di Rocco
tempo di lettura 2 min

La casa automobilistica tedesca ha tagliato la guidance sull’intero anno a causa di un’ingente campagna di richiami e al perdurare di una debole domanda in Cina. Giù anche Stellantis (-3%) | Fix it again, Tavares! Stellantis è in crisi in Usa e il ceo ha una strategia per rilanciare vendite di auto e titolo in borsa | Stellantis, problemi in Usa da risolvere prima del rally nel 2025, il dividendo non è a rischio. L’analisi di Citi e Berenberg



Prima Volkswagen e Stellantis, poi Volvo e Bmw: tutti i principali gruppi auto europei mostrano continui segnali di difficoltà tra auto invendute, stabilimenti in chiusura e marcia indietro sulla conversione totale all’elettrico.

Il profit warning di Bmw, in seguito alla maxi-campagna di richiami su 1,5 milioni di veicoli ha fatto crollare il titolo in borsa e trascinato con sé tutto il comparto auto. La casa di Monaco alla borsa di Francoforte ha perso l’11,15%, generando vendite a cascata su Mercedes (-4,7%), Porsche (-3,5%), Volkswagen (-3,1%) e Renault (-3,1%). Chiude in rosso anche Stellantis (-3%) su cui pesa anche il taglio del target price da parte di Berenberg e l’analisidi Citi.

Richiamati 1,5 milioni di veicoli

Il profit warning del colosso tedesco, secondo quanto dichiara la società, è legato a difetti di un sistema frenante integrato (Ibs) che hanno portato al richiamo e all’interruzione delle consegne di 1,5 milioni di veicoli, con costi di garanzia aggiuntivi stimati oltre 100 milioni di euro.



L’impianto frenante di Bmw viene fornito da Continental che ha ammesso i problemi sottolineando però che non è a rischio la sicurezza di chi guida le auto richiamate. «Le interruzioni avranno un effetto negativo sulle vendite globali nella seconda metà dell’anno», ha specificato la società in un comunicato. A questo «si aggiunge il perdurare di una domanda debole in Cina che sta influenzando i volumi di vendita, nonostante le misure di stimolo del governo».

La nuova guidance sul 2024


Da qui la previsione per un «significativo calo dell’utile prima delle tasse», rispetto alla «lieve diminuzione» attesa precedentemente. Secondo il nuovo outlook, la società prevede di chiudere l’anno con una «leggera» contrazione delle vendite con ripercussioni sulla redditività aziendale, mentre in precedenza aveva parlato di un leggero incremento.

Il margine operativo del settore auto, la divisione di punta del gruppo, dovrebbe essere compreso tra il 6% e il 7%, rispetto al precedente 8-10%. Il ritorno sul capitale investito, in precedenza atteso in una forchetta tra 15-20%, è ora visto tra 11-13%. Grane per Bmw anche dal segmento motocicli: «L’attuale situazione di concorrenza nei mercati principali, tra cui Cina e Stati Uniti, sta avendo un forte impatto sulla realizzazione di volumi e prezzi».

Le consegne ai clienti sono ora previste al livello dell’anno precedente (in precedenza era atteso un leggero aumento). Di conseguenza, l’azienda si aspetta un ebit margin compreso tra il 6% e il 7% (in precedenza: 8-10%) e un ritorno sul capitale investito tra il 14% e il 16% (precedente stima: 21-26%). (riproduzione riservata)
 
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Descalzi (Eni): “Auto green? Una minoranza Ue uccide l’industria”/ “Norme si basano su ideologie ridicole”​

Claudio Descalzi, ad di Eni contro il green deal europeo: "Una minoranza Ue uccide l'industria. Norme per auto si basano su ideologie ridicole e insulse"​

Silvana Palazzo
Pubblicato 5 Ottobre 2024
L’Ue deve difendere l’industria anziché criminalizzarla, invece una minoranza la sta uccidendo: è durissimo il giudizio di Claudio Descalzi sul green deal e il piano per la transizione energetica. Intervenuto alla Giornata dell’Economia a Milano, l’amministratore delegato di Eni ha spiegato che, per quanto concerne le regole sui motori endotermici, c’è rabbia per una questione che viene definita «insulsa e ridicola».

Descalzi usa l’aggettivo ridicole le ideologie alla base delle regole sui motori endotermici, in base alle quali ci sarà lo stop ai motori a combustione interna entro il 2035, perché ritenuti molto inquinanti. «Non voglio essere antieuropeo, ma anche la stupidità uccide» ed è quello che sta accadendo, ha tuonato l’ad di Eni.

Il manager della multinazionale ha evidenziato anche che le norme sono «dettate da una minoranza europea», ma nonostante ciò bisogna «continuare a digerirle e chinare il capo» lasciandosi andare a una morte lenta e inesorabile.

DESCALZI (ENI) SULLA CONCORRENZA DELLA CINA​

Riguardo alla concorrenza della Cina, l’Europa non può accostarsi ad essa a livello di solidità e competenza energetica con Pechino, che ha diversificato il suo mix energetico. Il problema è che ci si ritrova a dover competere avendo però regole del tutto diverse. Questo è successo perché l’Ue si è soffermata sulla riduzione delle emissioni, mentre la Cina si è preoccupata della sua sovranità energetica.

Si comprende, dunque, il motivo per il quale Pechino cresca maggiormente: si stanno giocando due partite diverse per Descalzi. Inoltre, in Ue si è spinto sul terziario, invece ci si è «quasi atrofizzati» sul secondario e primario. Pur riconoscendo la bellezza e l’importanza delle tecnologie, serve che l’industria sia all’altezza, altrimenti non può avere margini per sviluppare il potenziale tecnologico ed energetico.

Il tema era stato sfiorato anche all’evento MoltoEconomia, spiegando che l’Europa non poteva crescere in quanto non è unita e la politica ha dettato legge sulla tecnologia con l’industria che alla luce di ciò si è data alla fuga. Alla fine sono rimasti dogmi e regole a imbrigliare le imprese europee. Anche in questo caso c’è stato un attacco al green deal voluto dall’Ue per abbassare le emissioni. Del resto, non si può cancellare tutto e sostituire tutto con una tecnologia.


Parole forti quelle dell’amministratore delegato di Eni: per il top manager non ci si deve piegare alle ideologie che rispecchiano solo una piccola parte dell’Europa, ma bisogna puntare su «una visione globale».

Tags: Claudio Descalzi

 

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SCENARIO AUTO/ “Le scelte e i messaggi sbagliati dell’Ue stanno mettendo ko il mercato”​

La scelta esclusiva delle auto elettriche ha finito per bloccare le vendite. Ci sono altre soluzioni valide come le ibride. La UE rimedi o sono guai

Int. Jody Brugola
Pubblicato 6 Ottobre 2024
 

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