Borsa Italiana e Euronext : prove tecniche di alleanza

31-07-2006 www.lavoce.info

La Borsa delle alleanze

Angelo Baglioni
Rony Hamaui

Perché il processo di consolidamento delle Borse europee e nord americane ha subito un’improvvisa accelerazione? I progetti di fusione attualmente in discussione porteranno a un effettivo beneficio per gli utenti? In questo contesto, come dovrebbe muoversi la Borsa italiana? E infine, cosa dovrebbero fare le autorità per salvaguardare l’interesse pubblico? Rispondere compiutamente a queste domande non è facile, ma tentare di fornire qualche chiarimento è certamente importante.

Fusioni in accelerazione

Negli ultimi anni non erano mancati tentativi di fusione tra le Borse europee e tra quelle nord americane, in alcuni casi anche riusciti. Ma queste iniziative erano rimaste limitate a livello continentale e hanno interessato le entità più piccole. In Europa sono nati il gruppo Euronext, che raggruppa le Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona (oltre al mercato londinese dei derivati Liffe), e il gruppo Omx, che comprende Stoccolma, Helsinki, Vilnius e Tallin. Negli Stati Uniti, il Nasdaq ha assorbito Instinet e il Nyse ha acquisito Archipelago.
Ora, il processo ha avuto una forte accelerazione e sopratutto è diventato globale, con i tentativi del Nasdaq di acquisire Lse e con l’accordo preliminare fra il Nyse e Euronext.
Finora, negli Stati Uniti la coesistenza dei due maggiori mercati si è basata sulla diversa tecnologia e sulla specializzazione tra diversi tipi di titoli quotati. Tuttavia, recentemente questi fattori di differenziazione si sono attenuati. In particolare, con l’acquisizione del mercato elettronico Archipelago, il Nyse ha ora una tecnologia più simile al Nasdaq, mentre la crescita degli Ecn sta erodendo la specializzazione settoriale. In un paese, per quanto grande come gli Usa, ben difficilmente possono coesistere due Borse con caratteristiche simili.
La presenza di forti economie di scala e di scopo dal lato dell’offerta e di network dal lato della domanda tendono tipicamente a produrre un equilibrio monopolistico in cui il vincitore prende quasi tutto (winner takes most). O come dicono gli economisti, in questo settore si compete per il mercato e non sul mercato. In altre parole, quando un’impresa-mercato raggiunge la massa critica, difficilmente la sua posizione dominante può essere scalfita e tutti gli altri tendono ad aggregarsi a essa. Pertanto, ciascuno sta cercando di creare il "polo d’attrazione" vincente, attraverso la costituzione di una Borsa transatlantica.
Inoltre, il Nyse è ora una società for profit quotata, ciò che giustifica un comportamento più aggressivo che in passato. Si aggiunga che l’alleanza con una Borsa europea consentirebbe di attrarre emittenti di paesi terzi che trovassero difficoltà a rispettare le rigide regole per il listing, imposte recentemente negli Usa dalla legge Sarbanes-Oxley.
Diversa è la situazione in Europa dove, nonostante la nascita dell’euro, i progressi nella armonizzazione regolamentare e le forti spinte che giungono da Bruxelles, il grado di monopolio di cui ancora godono le Borse europee a livello nazionale rimane alto, mentre la pressione competitiva resta piuttosto bassa. Molto raramente sui mercati nazionali europei vengono negoziati titoli quotati su altri mercati, mentre il fenomeno del dual listing è abbastanza marginale. Questo spiega perché le fusioni finora realizzate abbiano portato agli utilizzatori finali ben pochi benefici, mentre hanno generato elevati profitti per gli azionisti.
L’attivismo delle Borse europee sembra allora dovuto sopratutto a motivi difensivi. Nessuno vuole farsi cogliere impreparato nel momento in cui il processo d’integrazione europeo si farà più intenso e le forze della concorrenza si dispiegheranno pienamente, anche per l’arrivo della Mifid (la nuova direttiva europea sui sevizi d’investimento, che potrebbe dare una spinta agli scambi fuori-mercato). In altre parole, le Borse americane giocano più il ruolo del "cavaliere bianco" che di paladino della concorrenza.

L’attività di Borsa italiana

In questo scenario, la Borsa italiana sta cercando di porsi come "mediatore" tra Euronext e la Borsa tedesca, promuovendo una federazione allargata, che non escluda gli americani e che al contempo raggruppi le maggiori Borse dell’area-euro. Da un lato, questa mossa può essere vista con favore, per i vantaggi che il modello federativo presenta: accrescere la liquidità dei titoli e allo stesso tempo mantenere il listing e la supervisione a livello nazionale – sfruttando così i vantaggi informativi dei mercati locali ed evitando complessi problemi di coordinamento tra diverse giurisdizioni. Dall’altro, ha elevati rischi: primo, la trattativa si presenta assai complessa e con esiti incerti. Secondo, è assolutamente necessario che i costi del post-trading, oggi gestiti dalla Cassa di compensazione garanzia e dalla Montetitoli, rimangano sui livelli contenuti attualmente raggiunti – cosa non facile se si pensa che tutte le altre Borse europee hanno costi di clearing e settlement decisamente più elevati. Infine, nulla esclude che in futuro il Lse continui a essere la principale Borsa europea.
Il compito più impegnativo spetta allora alle autorità di vigilanza e di tutela della concorrenza. Devono infatti fare in modo che i benefici, che possono nascere dal processo di consolidamento, almeno in parte finiscano nelle tasche degli utilizzatori – imprese e risparmiatori – e non solo degli azionisti e del management. Non è obiettivo banale in un settore che tende naturalmente al monopolio e dove spesso i consumatori hanno tratto pochi vantaggi dalle operazioni di aggregazione.
 
EURONEXT: SI ACCELERA SU TIMORI OPA NASDAQ SU LONDRA/ANSA
(ANSA) - MILANO, 5 SET - L' aggressività del Nasdaq che
sarebbe pronto secondo i rumor di mercato che si raccolgono
nella city a lanciare un' opa ostile sulla Borsa di Londra
sembra costringere gli europei a serrare i tempi per varare la
bozza di accordo per la borsa paneuropea su cui da settimane i
tecnici lavorano per conto di Borsa Milano e Deutsche Borse. Una
bozza ancora in via di rifinitura, si apprende, destinata
naturalmente ad Euronext (la società composta dalle piazze di
Parigi, Lisbona, Amsterdam, Bruxelles e il Liffe londinese). Con
l'obiettivo di strapparla al New York Stoxx Exchange, l' altro
listino Usa già con un piede dentro il capitale della società
fortemente voluta dai francesi ma che prevede a regime un cda
con un 'americano' in più.
La via non è facile dal momento che le Borse europee
vogliono ciascuna una propria decisa autonomia in una sorta di
confederazione, ammettono alcuni, tuttavia sicuramente la mossa
di un' Opa Nasdaq su Londra potrebbe costringere tutti a pigiare
il piede sull' acceleratore. Questo, anche se i tempi potrebbero
rimanere lunghi.
Nell'ottica della creazione di una Borsa federale "tra
settembre e ottobre", come auspicato dal presidente di Borsa
Milano Angelo Tantazzi, occorre quindi "arrivare ad un
chiarimento tra le varie Borse europee" al fine di individuare
"la strada su cui procedere". Al workshop Ambrosetti aveva
spiegato che si va avanti "secondo le indicazioni già note",
cioé affrontando dapprima le problematiche relative alle
piattaforme da mettere in comune e sul nodo del post trading,
lasciando fuori della porta ancora le problematiche relative al
modello di governance su cui le posizioni debbono ancora
avvicinarsi.
"Lavoriamo per creare una struttura europea di Borsa, di
mercato azionario", aveva sottolineato Tantazzi, implicitamente
affermando che dopo la pausa ferragostana gli incontri sono
ripresi e continueranno. Incontri portati avanti formalmente da
Deutsche Borse e Borsa Milano perché Euronext ha già
sottoscritto il memorandum con il Nyse dopo l' ingresso di
quest' ultimo tra i soci. E c'é chi ha auspicato una sorta di
Conferenza delle Borse per mettere finalmente tutti insieme le
carte sul tavolo. Ma il tempo stringe, tanto che lo stesso
Tantazzi a Cernobbio ha sottolineato come, pur non sapendo della
novità della possibile Opa sulla City, occorra "riprendere gli
approfondimenti necessari per caratterizzare il progetto da
presentare ai partner potenziali. Al tempo stesso - ha
puntualizzato però ancora - Euronext procede anche nella
preparazione del suo eventuale accordo finale con New York".
Di quì, la necessità di una chiarimento, che dovrà essere
immediato e ammesso che il Nasdaq aspetti a lanciare la sua
offensiva.
Intanto, mentre i tecnici sono al lavoro, un cda di Borsa
Italiana dovrebbe essere fissato per settembre e verosimilmente
in quell' occasione la bozza di un' intesa potrà già essere
presentata ai soci. Fra costoro, come è noto, ci sono le
maggiori banche italiane fra le quali Sanpaolo Imi e Intesa e il
nuovo polo che si va delineando dopo l'annunciata aggregazione
fra Milano e Torino non potrà non avere qualche riflesso anche
sull'azionariato della società che gestisce Piazza Affari e,
quindi, nelle scelte sul suo futuro.
 
Borsa, Capuano illustra a cda progetto federale europeo
giovedì, 14 settembre 2006

MILANO, 14 settembre (Reuters) - Il cda di Borsa Italiana ha fatto il punto sul progetto di un mercato azionario federale europeo. Lo ha detto il portavoce della società guidata da Massimo Capuano al termine della riunione del consiglio.

"Nel corso del cda di Borsa Italiana, l'amministratore delegato Massimo Capuano ha illustrato lo stato di avanzamento del progetto di Borsa federale europea, riservandosi ulteriori approfondimenti nel corso delle prossime sedute del consiglio", ha detto il portavoce.

Alessandro Pansa, membro del comitato ristretto di Borsa Italiana, ha detto che "il prossimo cda si terrà tra una quindicina di giorni". Gli altri consiglieri non hanno rilasciato dichiarazioni.

Secondo indiscrezioni di stampa, Capuano ha illustrato al cda il "progetto Rinascimento", messo a punto con il numero uno di Deutsche Boerse, Reto Francioni.

Il progetto, scrive il Corriere della Sera, prevede una super-holding di controllo nata dal conferimento delle azioni di Borsa Italiana, Deutsche Boerse ed Euronext.

La holding controllerebbe al 100% due società, una per i mercati azionari e l'altra per i derivati, che prenderebbero vita con il conferimento delle attività dei tre gruppi attuali.

Una terza società, sempre controllata dalla holding con una quota superiore al 51%, avrebbe in pancia le tecnologie.

Il punto più delicato del progetto Capuano-Francioni è rappresentato dalle attività dei servizi di post-trading, che finirebbero in due società, una per la compensazione (clearing) e l'altra per il deposito e la liquidazione (settlement).

Entrambe, scrive il Corriere della Sera, potrebbero essere quotate separamente. Ma, sottolinea il quotidiano, sarà decisivo capire in che misura Deutsche Boerse è disposta a cedere a queste società Eurex Clearing e Clearstream, che valgono circa 4 miliardi.

Capuano dovrebbe discutere del progetto di super-holding con il presidente di Euronext, Jean-François Theodore, lunedì prossimo.
 
Deutsche Boerse punta a borsa Europa con Euronext,Borsa Italiana
venerdì, 13 ottobre 2006


FRANCOFORTE, 13 ottobre (Reuters) - Deutsche Boerse (DB1Gn.DE: Quotazione, Profilo) ha informato la Commissione Europea della sua proposta integrazione con la Borsa pan-europea Euronext (ENXT.PA: Quotazione, Profilo).

Deutsche Boerse aggiunge in una nota che la sua intenzione è creare un mercato azionario europeo che comprenda anche Borsa Italiana.

La proposta notificata alla Ue su Euronext, dice la borsa tedesca, è uguale a quella annunciata il 19 giugno e rifiutata da Euronext che invece ha espresso la sua preferenza per una integrazione con il Nyse (NYX.PA: Quotazione, Profilo).

Inoltre "Deutsche Boerse non considera attraente l'idea di conferire le sue attività sul mercato azionario per contanti a una entità combinata NYSE/Euronext, così come indicato dal rapporto Lachmann", dice la società. La sua attuale proposta "prevede già un modello per la integrazione dei mercati cash europei guidata da Parigi".
 
Borsa Italiana: rottura con Deutsche Boerse su governance - Capuano
mercoledì, 8 novembre 2006


MILANO, 8 novembre (Reuters) - I negoziati tra Borsa Italiana e Deutsche Boerse (DBG1n.DE: Quotazione, Profilo) per la creazione di una borsa federale europea si sono interrotti a causa di divergenze sulla governance.

Lo ha spiegato l'ad della società mercato, Massimo Capuano, a margine di un convegno in Assolombarda.

Con Deutsche Boerse "abbiamo trovato un buon punto di accordo sul modello industriale per la borsa europea, mentre sulla corporate governance, pur avendo fatto passi avanti sono emersi elementi di disaccordo che non siamo riusciti a colmare" ha spiegato Capuano .

Difficile per il manager stabilire se la rottura sia momentanea o definitiva. Entro l'inizio di dicembre, ha ricordato Capuano, sarà convocata l'assemblea di Euronext (ENXT.PA: Quotazione, Profilo), che, negli auspici dell'ad di Borsa Italiana, dovrebbe essere coinvolta nella creazione di una borsa federale. "Tale occasione darà luogo a un confronto tra le diverse proposte".

Euronext ha già accettato una proposta del Nyse (NYX.N: Quotazione, Profilo) che sarà sottoposta al vaglio degli azionisti della borsa paneuropea nell'assemblea di inizio dicembre.

Per l'ad di Borsa Italiana "l'opzione di borsa europea resta prioritaria se ci sono le condizioni per realizzarla".

La creazione di una borsa federale "è una proposta di valore per tutti gli utenti, i clienti e i mercati finanziari europei. Serve non solo un modello industriale ma anche una governance federale" ha spiegato.

Il progetto di quotazione di Piazza Affari "non è stato messo da parte" ha assicurato Capuano aggiungendo che il piano Ipo è stato soltanto congelato quando si è presentata l'opportunità di allenza europea.
 
Borsa Italiana: Ad Nyse aperto a ipotesi alleanza
venerdì, 10 novembre 2006


BOCA RATON, Florida, 9 novembre (Reuters) - Il Nyse (NYX.N: Quotazione, Profilo) è aperto all'ipotesi di un'alleanza con Borsa Italiana.

Lo ha detto il numero uno del New York Stock Exchange due giorni dopo la rottura delle trattative tra Piazza Affari e Deutsche Boerse (DB1Gn.DE: Quotazione, Profilo) per la creazione di una borsa federale europea che coinvolgesse anche Euronext (ENXT.PA: Quotazione, Profilo).

L'ad di Borsa Italiana Massimo Capuano ha detto qualche giorno fa che non ci sono trattative in corso con New York, ma l'Ad della piazza Usa John Thain ha dichiarato ieri sera che se il mercato italiano desiderasse esplorare l'ipotesi di un'alleanza, sarebbe "certamente disponibile".

Il Nyse è impegnato intanto nel suo progetto di integrazione con Euronext, su cui ha presentato un'offerta anche Deutsche Boerse.

Secondo Thain la rottura dei negoziati tra Deutsche Boerse e Borsa Italiana "certamente indebolisce l'argomentazione di Francoforte di voler creare un campione europeo".
 

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