News, Dati, Eventi finanziari Cattivi Consigli (Report, Rai3)

fo64

Forumer storico
Riporto il testo integrale della trasmissione Report di Rai3 andata in onda ieri sera, 22 ottobre 2006 (il sito della trasmissione è http://www.report.rai.it).
Inchiesta a dir poco illuminante, poveri noi :sad:

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CATTIVI CONSIGLI
di Giovanna Boursier


GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
L'Enel, Poste Italiane, L’Anas, Ferrovie Dello Stato, Alitalia, sono le più grandi aziende pubbliche italiane. Nei loro consigli d’amministrazione ci siedono i manager che fanno funzionare i servizi primari del paese. Il numero di membri minimo previsto dalla legge sarebbe 3. Alle poste i consiglieri sono 11. La Rai ne ha 9, il Poligrafico dello Stato 10. Alitalia e Ferrovie 5. Gestore della rete elettrica 7, all’ Eni sono in 12, all’Enel 9.

TIZIANO TREU – Presidente Commissione Lavoro e Previdenza Sociale
Le ex municipalizzate più o meno trasformate, sono oltre 800. E quindi capirà, per quanto poco: 800 per, che ne so, 10 consiglieri fa 8000 persone che gravano, più o meno...eh facciamo i conti, però non c’è dubbio che sono eccessivi.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Facendo i conti si vede che ogni azienda ha delle società controllate e se si fanno le somme i consiglieri diventano un numero esagerato: Poste 111, Rai 197, Enel 165, Ferrovie 316.

TIZIANO TREU – Presidente Commissione Lavoro e Previdenza Sociale
è anche vero che spesso si aggiunge a un nucleo di competenti un altro numero di politici da sistemare oppure comunque persone amiche che non sono necessariamente, spesso non sono competenti.



MILENA GABANELLI IN STUDIO
Quando il denaro è pubblico, se invece di tre consiglieri ne piazzi 9 cosa vuoi che sia, quei 40 mila euro all’anno a testa, non sono certamente uno scandalo. Dipende per quanti numeri lo moltiplichi, dipende cosa dovranno fare. Se la logica è quella dell’amico o del politico non eletto, è probabile che dentro a quel consiglio prenderà decisioni che non necessariamente risponderanno alle logiche del buon funzionamento. Se a questo aggiungiamo l’incompetenza, alla lunga è un bel problema! I grandi manager hanno grandi stipendi perché hanno grandi responsabilità e devono produrre risultati. Se i risultati non arrivano le ragioni possono essere tante. L’inchiesta di oggi è di Giovanna Boursier

GIOVANNA BOURSIER
Quanto costa il consiglio di amministrazione di Enel?

FRANCESCO TARANTO – Consigliere Enel
2 milioni e 800mila è il costo complessivo di base. Può aumentare in funzione di una retribuzione variabile attribuita ai vertici, Presidente e Amministratore Delegato, se vengono raggiunti determinati risultati di gestione.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Nel 2005, si legge sul bilancio il costo del consiglio di amministrazione è aumentato fino a 15 milioni 830mila euro perché l’Amministratore Delegato, Paolo Scaroni, se ne va portandosi via 9 milioni e mezzo di euro compresa la liquidazione di 5milioni 997mila e 675 euro.

FRANCESCO TARANTO – Consigliere Enel
Non ha avuto nessuna liquidazione. Ha avuto semplicemente una somma di retribuzioni in funzione di un premio di ingresso più la retribuzione di base più la retribuzione variabile...

GIOVANNA BOURSIER
Beh alla fine se ne va con 10 milioni di euro.

FRANCESCO TARANTO – Consigliere Enel
Può essere, adesso non ho esattamente queste cifre precise, ma può essere in funzione di questi miglioramenti raggiunti dalla gestione.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Paolo Scaroni, vicentino, studi alla Bocconi e a New York, all’inizio degli anni ’90 è Amministratore Delegato della Techint ma inciampa nell’inchiesta Mani Pulite e viene arrestato per aver pagato tangenti ai partiti per ottenere appalti da Enel. Patteggia la pena e va in esilio in Inghilterra dove si ricicla come manager della Pilkington. Poi torna in patria e il governo Berlusconi e lo nomina Amministratore Delegato proprio di Enel.

DAL TG 1 ECONOMIA DEL 28/03/2003
Investiremo innanzitutto nella riconversione delle nostre centrali per renderle più competitive e fare utilizzare dei combustibili quali il carbone pulito o l’Orimulsion più simili a quelli che vengono utilizzati in tutto il mondo in modo che alla fine il consumatore paghi bolletta meno salata

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Nei tre anni della sua gestione secondo i dati Istat la nostra bolletta è aumentata del 3,5 %.

FRANCESCO TARANTO – Consigliere Enel
Non è una questione che non si collega a Enel. È una questione che si collega alle scelte che sono state fatte tanti anni fa a livello di quale fonte di energia si veniva a identificare per la produzione di energia elettrica.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Il prezzo del petrolio incide sulla tariffa. Ma la stabilisce l’autorità e non l’Enel, sta di fatto che abbiamo le bollette più care d’Europa, le riconversioni promesse non sono state fatte ma è il paese che si mette di traverso. Sulle fonti alternative però non abbiamo fatto nulla. Il solare termico è fermo a 8 mq ogni 1000 abitanti, mentre la media dei paesi europei è di 34. L’eolico e' ancora pari a un ottavo della Spagna e un sesto della Germania. Inoltre scaroni ha venduto impianti, aziende ed immobili, in sostanza ha arricchito l’azionista e impoverito l’Enel. E questo sarebbe il miglioramento di gestione che spiega la milionaria buonuscita.

DAL TG 2 del 28/06/2003
Nei prossimi otto mesi metteremo in funzione 700 MW di potenza aggiuntiva. Nei prossimi 12 mesi altri 400 MW di potenza e nei prossimi 24 mesi un’ ulteriore 400 MW.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Nel 2005 Scaroni dall’Enel va all’Eni e qui il suo stipendio è di 1 milione e mezzo di euro l’anno. Il consiglio di amministrazione costa 2milioni 600 mila euro l’anno ma, come all’Enel, la cifra sul bilancio è più alta perché comprende incentivi per gli amministratori e 9 milioni 649mila euro di liquidazione a Vittorio Mincato, il predecessore di Scaroni.

GIOVANNA BOURSIER
Ed è vero che se Scaroni andasse via anche da ENI prenderebbe un’altra liquidazione di più o meno 8 milioni?

ROBERTO ULISSI – Direttore affari societari Eni
Diciamo tutte queste previsioni sono contenute nel contratto che l’AD Scaroni ha stipulato con la società quando ha assunto le sue funzioni nell’Eni. Tra le previsioni di questo contratto vi è quella che prevede l’erogazione di un compenso al termine del mandato ove il mandato non fosse rinnovato.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Succede così: il contratto dice che se il mandato non viene rinnovato saranno pagati altri 3 anni di stipendio. Scaroni decide lui di andare all’ Eni ma esige comunque dall’ Enel i 3 anni di buonuscita. Giancarlo Cimoli se ne andò da Ferrovie nel 2004. Il suo mandato era scaduto e non fu rinnovato. non aveva fatto marciare meglio ferrovie ma gli fu data una buonuscita di 6,7 milioni di euro. Lunardi lo manda a risanare Alitalia, gia’ sommersa dai debiti: aveva previsto che il 2006 sarebbe stato l’anno del pareggio invece, dopo 2 anni dal suo arrivo, Alitalia è sull’orlo del fallimento.

ANDREA CAVOLA – Segr. Nazionale Sindacato Unitario Lavoratori Trasporti
La semestrale di quest’anno parla di 221 milioni di passivo, le previsioni a fine anno sembrerebbero 350 milioni di passivo, negli ultimi 2 anni oltre 3mila lavoratori hanno lasciato l’azienda, è stato applicato un piano di mobilità molto pesante, attualmente i lavoratori fanno cassa integrazione, i nostri contratti sono bloccati da anni quindi il costo del lavoro è stato attaccato pesantemente ed è uno dei più bassi rispetto ai nostri competitor europei.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Ad oggi Alitalia ha 17 mila dipendenti, in cassa integrazione a rotazione. Nonostante il fiume di finanziamenti pubblici - dal 1997 Alitalia ha avuto contributi statali per quasi 7 miliardi di euro - l’azienda è al tracollo e perde circa 1 milione di euro al giorno. Il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, dice che Alitalia vive il momento più delicato della sua storia e che la situazione è completamente fuori controllo.

ANDREA CAVOLA – Segr. Nazionale Sindacato Unitario Lavoratori Trasporti
Sicuramente si tratta di scelte industriali sbagliate. Abbiamo dovuto sopportare un piano che era esclusivamente finanziario e non industriale, quindi scelte di rotte sbagliate, di mercati trascurati un esempio per tutti: stiamo aprendo ai mercati orientali e alla Cina, Alitalia va in controtendenza e contrae quel mercato.

AL TELEFONO FUNZIONARIO ENAC
Cimoli è andato non sapendo nulla di aerei e intorno a sé ha continuato a chiamarsi altra gente che non sa nulla di aerei. E ha posto un problema esclusivamente di paino industriale Cimoli. Non ha mai posto un problema gestionale. Il problema di Cimoli evidentemente è legato al fatto che lui ha un’idea ferroviaria.

ANDREA CAVOLA – Segr. Nazionale Sindacato Unitario Lavoratori Trasporti
Quando un’azienda va male e va così male e il proprio piano è fallimentare crediamo che sarebbe un gesto eticamente corretto presentare automaticamente le proprie dimissioni riconoscendo di aver sbagliato.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Quel che sappiamo è che quando Cimoli se ne andrà da Alitalia prima del 2007 si porterà a casa una buonuscita di 8 milioni di euro. Nel 2005 una delibera del consiglio di amministrazione gli raddoppia lo stipendio che passa 2milioni 791 mila euro l’anno che è 6 volte l’amministratore delegato di Air France e il triplo rispetto a quello di British Airways. 2 compagnie che viaggiano bene e hanno bilanci in utile.

ANDREA CAVOLA – Segr. Nazionale Sindacato Unitario Lavoratori Trasporti
Dati ufficiali iscritti a bilancio: l’Ad di Air France guadagna 30mila euro al mese, quello di KLM 45mila, quello di British 64mila e parliamo di 3 compagnie in attivo. Il nostro amministratore delegato prende 190.000 euro al mese. Io trovo vergognoso che mentre i lavoratori della compagnia facevano i sacrifici di cui abbiamo parlato prima il top manager, il top management non dia l’esempio riducendosi lo stipendio non raddoppiandolo. Credo che sia eticamente vergognoso.

ANNUNCIO RITARDO TRENO STAZIONE MILANO

ANNUNCIO RITARDO TRENO STAZIONE ROMA

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Il consiglio di Ferrovie costa circa 2 milioni di euro l’anno, ma quest’anno un po’ di più, perché l’amministratore delegato, Elio Catania, è stato costretto a dimettersi, e come prevede il contratto si è portato via il risarcimento. A quanto ammonta lo abbiamo chiesto all’azionista ma il Ministero del Tesoro ci ha scritto che non possono essere rese note per una clausola di riservatezza. Quel che è noto è che Catania era arrivato due anni fa, doveva far viaggiare le ferrovie e invece lascia Trenitalia con un buco di 1 miliardo e 700 milioni di euro.

SERGIO D’ANTONI – Sottosegretario allo Sviluppo Economico
Cioè io non li avrei dati, se vuole sapere come la penso, 5 milioni di euro a Catania e sono contrario a dare.

GIOVANNA BOURSIER
Anche perché Catania ha lasciato un buco di 1 miliardo e 6?

SERGIO D’ANTONI – Sottosegretario allo Sviluppo Economico
Appunto quindi. E sono contrario a dare soldi per fare andar via le persone assolutamente. Perché mi pare che questo sia un errore. è stato fatto: Amen.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Purtroppo però pare che gli errori non insegnino granché . Premesso che Ferrovie è si porta appresso tutte le negligenze incompetenze e clientele degli ultimi 20 anni, gli amministratori delegati oltre a prendere stipendi, molto interessanti dovrebbe assumersi qualche responsabilità Lo stipendio dell’ing. Catania era di poco sotto dai 2 milioni di euro all’anno, se ne va lasciando un buco, non è riuscito a migliorare la gestione, ed è lui a incassare il risarcimento di oltre 5 milioni di euro perché previsto dalle regole d’ingaggio. Alitalia è al collasso se l’ingegner Cimoli se ne andrà, da contratto, sarà lui ad essere risarcito. Ma chi stabilisce le regole d’ingaggio? Il consiglio d’amministrazione presieduto da loro stessi e quando una poltrona si sfila di solito ce n’è una pronta.




GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Al centro operativo dell’Anas, si lavora 24 ore su 24 per capire come funziona la viabilità.

OPERATORE 1
Eh Tiziano, Abruzzo, evento numero 2, c’è traffico in aumento per un veicolo rovesciato, ti informi?

OPERATORE 2
Si è riversato sulla strada, ho capito. Comunque la circolazione è tranquilla, non ci sono problemi

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
L'Anas ha una rete stradale di 20.182 chilometri e oltre 6.000 dipendenti. è l’azienda che decide come fare una strada o un’autostrada. L’ Anas è appunto la viabilità. Per ampliare e risanare le nostre infrastrutture il presidente del consiglio aveva promesso in diretta tv, l’8 maggio 2001, 158 miliardi di investimenti. E nel 2003 ribadiva l’impegno.

DA PORTA A PORTA DEL 22/05/2003 SILVIO BERLUSCONI
Abbiamo messo insieme un piano per 250mila miliardi di vecchie lire, sono esattamente 246mila miliardi di vecchie lire, disteso lungo 10 anni che riguarda 125 opere.

BRUNO VESPA
Ma i soldi ce li avete per fare tutta sta roba?

SILVIO BERLUSCONI
Abbiamo già trovato importi rilevanti per cui abbiamo attivato opere per 64mila miliardi.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Quando sei sulla Salerno - Reggio Calabria o sulla Bologna- Firenze fai fatica a capire perché nessuno ricorda nemmeno più quando hanno aperto il primo cantiere. Stessa storia per la tangenziale di Mestre.

SILVIO BERLUSCONI
(da Porta a porta del 2003)
Abbiamo 1 sbloccato il fatto autorizzativo, abbiamo trovato i capitali, stiamo completando il progetto, a primavera 2004 partiranno definitivamente i lavori.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Siamo a settembre 2006 e sulla tangenziale di Mestre ci sono i 4 chilometri di coda di sempre. chi passa di qua sa di dover perdere in media un’ora del suo viaggio. Mestre era 1 delle grandi opere della legge obiettivo del 2001: il passante costa 750 milioni, ne abbiamo spesi 150 ma solo 63 per i lavori. E siamo fermi. Per le Grandi opere mancano più di 100 miliardi di euro e nemmeno il 30% risulta finanziato. Ci sono state anche finte inaugurazioni come la Palermo Messina. Secondo i magistrati gli ultimi 41 km non avevano i requisiti minimi di sicurezza: semafori, vie di fuga e così via. Gli indagati sono 8. Azionista unico di Anas è il Ministero del Tesoro che decide chi la deve dirigere insieme al Ministero delle Infrastrutture, con il nuovo governo Lunardi se ne va e arriva Di Pietro. Chiede la verifica dei conti e i conti non gli tornano. Non ci sono i soldi per andare avanti con i cantieri. Consegna i dati alla Procura e invita il Consiglio di Amministrazione dell’ Anas ad andare a casa.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
L’Anas ha cercato di moltiplicare pane e pesci per cercare di venire incontro alle persone politiche per fare le opere non avendo i soldi ha dato anticipi in relazione a opere non coperte completamente.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Il consiglio di amministrazione di Anas a luglio si è dimesso. Di Pietro dice che il buco è di 5 miliardi di euro e parla di consulenze e buonuscite per i manager e sospetta il falso in bilancio.

MARIO VIRANO – Consigliere Anas fino al 2006
Il falso in bilancio non esiste. Questi rilievi sono stati controdedotti dalla direzione generale, dal collegio sindacale, dalla Corte dei Conti e sono stati riassunti all’interno di un bilancio che è stato certificato dalla Kpmg senza riserve.

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Noi ci siamo trovati di fronte ad una situazione nella quale si diceva, gli uffici e il direttore generale e la società di revisione ci specificavano che c’erano 4 miliardi e mezzo di residui passivi tenuti lì da parte da anni su lavori non utilizzati e questo era un delitto, mi passi il termine.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
A un certo punto è stato detto siccome quelle opere di cui ai residui passivi non si fanno più con quei soldi ci facciamo un’altra cosa. In realtà con quei soldi ci stavano già facendo la prima cosa. Sicché con gli stessi soldi ci hanno fatto due cose contemporaneamente, ma siccome i soldi erano sempre quelli ci siamo trovati con un debito. Con un indebitamento di 3 miliardi e mezzo di euro circa.

GIOVANNA BOURSIER
Ma allora perché questo consiglio di amministrazione dell’Anas non ha detto prima ma noi le grandi opere non siamo in grado di farle, non abbiamo i soldi?

MARIO VIRANO – Consigliere Anas fino al 2006
è stata innescata una bomba a orologeria, scientemente. Il governo sapeva esattamente che cosa avveniva. L’Anas negli ultimi anni investiva in opere nuove circa 3 miliardi di euro. Nel momento in cui il governo impone con legge finanziaria un tetto di 1,9 miliardi di euro si sa che con quella somma lì si arriva poco più che a metà anno dopodichè ci si deve bloccare. Questo lo si sapeva al momento della promulgazione della legge finanziaria, è stato immediatamente segnalato.

GIOVANNA BOURSIER
A chi?

MARIO VIRANO – Consigliere Anas fino al 2006
Al Presidente del Consiglio, al ministro Tremonti, al ministro Lunardi, cioè a tutto il governo.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Quindi tutti sanno ma stanno zitti e al loro posti fino alle elezioni. Siamo a luglio scorso, il nuovo ministro delle infrastrutture Di Pietro sfiducia tutto il CDA dell’Anas. Le grandi opere cominciate qualche anno prima restano a metà, qualcuna non è mai partita, perché non ci sono i soldi. Secondo i consiglieri dell’Anas non è colpa loro, ma la ragione sarebbe dovuta al fatto che ognuno ci vuole piazzare i suoi. Era andata così anche nel 2001, con l’arrivo di Lunardi tutti a casa, addirittura lui li paga molto più del dovuto perché lascino libere le poltrone.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
D’Angiolino, ex ufficiale della Gdf, era il presidente. Con lui erano passati 9 ministri e lo avevano sempre riconfermato. Da contratto avrebbe dovuto restare altri 4 anni, ma Lunardi lo manda a casa.

GIOVANNA BOURSIER
Però alla fine a me risulta che lei ha una liquidazione di 2 miliardi e 800 milioni circa?

GIUSEPPE D’ANGIOLINO – ex Presidente Anas fino al 2001
Ma il contratto non è stato rispettato per cui io non ho ricevuto, gli importi che erano indicati sul contratto di risoluzione del rapporto di lavoro e dovrò chiedere conto a chi ha firmato il contratto con me.

GIOVANNA BOURSIER
E chi ha firmato?

GIUSEPPE D’ANGIOLINO – ex Presidente Anas fino al 2001
Il ministro.

GIOVANNA BOURSIER
Lunardi?

GIUSEPPE D’ANGIOLINO – ex Presidente Anas fino al 2001
Lunardi.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Lunardi li manda a casa in fretta in cambio di una buonuscita o risarcimento: 2 miliardi e 8 per il presidente, 650 milioni per ogni consigliere, in totale sono quasi 6 miliardi di lire. Le lettere arrivano sul tavolo di tutti i consiglieri il 19 ottobre 2001, la firma è di Pietro Lunardi.

GIOVANNA BOURSIER
Cioè dice pagatelo purché se ne vada?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Pagatelo subito.

GIOVANNA BOURSIER
Senta in questo modo si liquida un cda e si paga per intero intanto se ne assume un altro che si paga per intero. È una doppia spesa con soldi pubblici o sbaglio?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Esatto!

GIOVANNA BOURSIER
Ma lei lo sa che il ministro che l’ha preceduta per mandare via il precedente consiglio d’amministrazione di Anas aveva dato più di 5 miliardi e mezzo di lire. Lei ha dato dei soldi a questi per andarsene?

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Manco una lira! Però anche altro ho fatto.

GIOVANNA BOURSIER
Me lo dica.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Ho chiesto alla corte dei conti di valutare se il precedente governo quando ha fatto sta operazione ha fatto una cosa legittima o ci deve rimettere i soldi. Non so se mi spiego. Glielo ripeto: perché io ho l’impressione che questi soldi chi li ha presi li deve rimettere, quelli della scorsa amministrazione. Ho chiesto alla Corte dei Conti di farseli ridare.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Ma da chi? Da Lunardi che ha dato l’ordine come se fossero soldi suoi, da chi li ha incassati o dal ministero, cioè noi attraverso le tasse.

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Questo risarcimento doveva essere pagato personalmente dal ministro delle infrastrutture e non certo caricato sui conti pubblici.

GIOVANNA BOURSIER
Quando lei dice personalmente dice personalmente dal ministro Lunardi o dal ministero e quindi sempre con soldi pubblici?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
No esattamente personalmente dall’ing. Pietro Lunardi perché il cambiamento è avvenuto solo per un interesse sostanzialmente personale del ministro Lunardi. è arrivato Lunardi che ce l’aveva a morte con D’Angiolino perché D’Angiolino quando era Presidente Anas gli revocò degli incarichi.

GIOVANNA BOURSIER
Per tutta la storia Rocksoil?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Si lui era consulente dell’Anas per un paio di gallerie e normalmente quando interveniva Lunardi i costi aumentavano a dismisura. Lui gli revocò un paio di incarichi e gliela teneva carica e appena è andato lì gli ha chiesto le dimissioni.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
La famiglia Lunardi ha una società che costruisce gallerie, è la rocksoil. Per eseguire i lavori occorre l’autorizzazione dell’anas. Secondo d’Angiolino, presidente di Anas, qualche progetto della Rocksoil è troppo caro e chiede a Lunardi di abbassare il preventivo.

GIUSEPPE D’ANGIOLINO – ex Presidente Anas fino al 2001
Ricordo un episodio in cui c’era un progetto particolarmente costoso che era arrivato alla mia firma, che era la firma finale ed io, sulla base della mia esperienza, l’avevo ritenuto eccessivamente costoso e comunque necessario di una riverifica e non lo lasciai passare. Lo feci rivedere e il costo dell’opera venne abbastanza ridimensionato.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Poi Pietro Lunardi diventa ministro e cede la Rocksoil ai figli Martina e Giuseppe. Ci sono varie interpellanze parlamentari che chiedono se non esista conflitto di interessi tra chi decide le opere e chi le fa. Una era finita in procura: quella sugli appalti per un raccordo autostradale in Val d’Aosta. Un’altra riguardava una consulenza per la Torino-Lione. Lunardi fece sapere che quel rapporto era chiuso. Poi ci sono altre interpellanze, riguardano Ergotecna che fa progettazione e direzione. Il cugino di Lunardi, Giacomo Rozzi, ha il 65%. Invece la stone di Milano, che era dei Lunardi, viene venduta e da quando passa di mano diventa una delle più potenti società per i lavori in galleria. Il responsabile è Mario Cangiano, socio del cugino di Lunardi in ergotecna. Non conosciamo la versione di Lunardi sulla vicenda perché non accetta l’intervista.

AL TEFONO IL PORTAVOCE DI LUNARDI
Senta allora per il momento non la farà, non parteciperà a questa trasmissione, perché desidera avere ancora un pò di tempo.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Sta di fatto che l’allora presidente dell’Anas,D’Angiolino, in carica dal ’94, deve andare a casa.

GIOVANNA BOURSIER
Senta lei ci ha parlato con Lunardi?

GIUSEPPE D’ANGIOLINO – ex Presidente Anas fino al 2001
Certo.

GIOVANNA BOURSIER
E cosa vi siete detti, se può?

GIUSEPPE D’ANGIOLINO – ex Presidente Anas fino al 2001
Quindi io praticamente l’ho dovuto accettare per non dover restare lì in quelle condizioni, con un viceministro che dice o cambia o se ne va che è un messaggio mafioso mi consenta.

GIOVANNA BOURSIER
Lei come ci è entrato nel Cda dell’Anas?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Nominato dal ministro dei lavori pubblici Nerio Nesi.

GIOVANNA BOURSIER
Quindi anche Lei per spartizione politica per Rifondazione Comunista all’epoca?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Comunisti italiani.

GIOVANNA BOURSIER
Ma quindi lei poteva aspettarselo che se cambiava governo la mandavano via? Lei più di tutti gli altri forse?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Potevo aspettarmelo però non c’erano i presupposti per un ministro che si fosse comportato rispettando la legge.

GIOVANNA BOURSIER
Però lo fanno tutti?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Direi di no. Non in quella forma. Chiedendo le dimissioni e obbligando alle dimissioni e pagando i dimissionari. Direi che è la prima volta che capita questo caso dell’Anas di 5 anni fa.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Si considera deplorevole essere mandati a casa dietro compenso ma nessuno rifiuta di incassare. Anche con Di Pietro il CDA dell’Anas ha dovuto dimettersi senza però sborsare una lira. Ma quanto costa il consiglio di amministrazione dell’Anas? Il presidente Vincenzo Pozzi, appena uscito, nel 2005 ha dichiarato 438mila euro di reddito. Quanto prendeva invece D’Angiolino 4 anni prima?

GIUSEPPE D’ANGIOLINO – ex Presidente Anas fino al 2001
Era 350 milioni all’anno!

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Se siamo passati da 350 milioni a 400 mila euro vuol dire che da un consiglio all’altro lo stipendio del presidente è raddoppiato. Questo mentre l’anas perdeva 496 milioni. Vediamo i consiglieri quanto prendevano.

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
I consiglieri di amministrazione prendevano 150 milioni all’anno lordi.

GIOVANNA BOURSIER
Di vecchie lire. Uno si riunisce ogni quanto?

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
All’epoca, adesso non so, era prevista una riunione ogni settimana di norma

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
E voi quanto prendete?

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Il compenso diciamo era articolato e andava da 40.000 a 140.000 euro a seconda diciamo...

GIOVANNA BOURSIER
40.000 più 140.000 no?

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
40mila più 140mila per...

GIOVANNA BOURSIER
Per le deleghe?

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Si diciamo per le attività che si svolgevano sotto forma di delega o incarico.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Anche i compensi dei consiglieri sono raddoppiati. L’attività consiste nel presenziare le riunioni del consiglio una volta alla settimana. Nel 2002 i consiglieri decidono di delegarsi altri incarichi che vengono retribuiti con una integrazione di 140mila euro l’anno.

PAOLO BRUTTI – senatore DS
Il punto è che l’Anas è un organismo unitario, non è stato voluto così dalla legge, la legge lo vuole un organismo unitario con tanto di strutture tecniche, direttore generale, direttori centrali, tutte figure operative e non si sente l’esigenza di ulteriori figure operative diverse da queste. A che serve uno che tratta il personale quando c’è un direttore del personale? A che serve uno che tratta i lavori nel mezzogiorno quando c’è un direttore generale dei lavori del mezzogiorno?

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Una lettera all’ ex Presidente Pozzi dell’allora Ministero dell’ Economia dice che le deleghe non sono opportune, che sono troppo ampie e che i consiglieri devono vigilare su ciò che fa l’azienda mentre così diventano controllati e controllori.

GIOVANNA BOURSIER
Ma voi non dovete vigilare sui soldi e invece poi lavorate dentro

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
No.

GIOVANNA BOURSIER
Guardi che non lo dico io lo dice il suo ministro dell’economia

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Ho capito. Si può anche non essere d’accordo con i propri ministri a volte.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
La delega dell’ing. Papello dice che deve coordinare e monitorare la direzione centrale dei lavori compresi quelli sulla Salerno- Reggio Calabria. E lui è calabrese.

PAOLO BRUTTI – senatore DS
C’è una struttura centrale presso Anas che si occupa dei lavori relativi a questa infrastruttura, c’è un’altra struttura centrale che si occuperà, quando diventerà un’autostrada, di questa come società concessionaria autostradale

GIOVANNA BOURSIER
E quindi che bisogno c’era di dare questa delega in più?

PAOLO BRUTTI – senatore DS
Non c’era nessun bisogno tranne il fatto di dare a un consigliere un potere di intervento e intermediazione rispetto alle realtà locali che possono essere le realtà di impresa, che possono essere le realtà di assunzione, i bisogni che possono nascere sul territorio, di avere qualcuno che ti sistema, di avere un santo in paradiso come si dice...

GIOVANNA BOURSIER
Non aveva deleghe sulla Calabria?

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
No. Avevo deleghe per argomento non per territorio all’Anas.

GIOVANNA BOURSIER
Dunque qua dice è conferita delega all’ing. Giovanbattista Papello avente per oggetto la direzione centrale dei lavori Salerno Reggio Calabria.

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Siccome io ero un esperto di lavori pubblici diciamo la delega riguardava il problema dell’accelerazione dei lavori sostanzialmente.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Sulla Salerno - Reggio i lavori sono in corso da anni e se c’è stata un’accelerazione l’automobilista non se ne è accorto.La delega è stata data ad un consigliere che in Calabria ha aziende e interessi. Giovanbattista Papello in questa regione era subcommissario all’emergenza ambientale e poi era socio nella Spb Optical Disk.

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Era un’azienda che si occupava di replica di Dvd quindi

GIOVANNA BOURSIER
Di Dvd?

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Si, non c’entrava niente, era una cosa tecnologica, niente a che vedere con Anas

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Dalle notizie di stampala Spb Optical Disk sarebbe finita in un’inchiesta giudiziaria. insieme a Papello sono indagati nomi eccellenti, come Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’udc. Avrebbero preso finanziamenti dalla Comunità Europea per fare un’altra azienda di dvd e dare lavoro a una cinquantina di persone, ma l’azienda non è ancora stata costruita. Una truffa per 5 miliardi di lire. E poi c’è una storia di depuratori fantasma: una truffa per 200 milioni di euro. Papello finisce nell’indagine in qualità di responsabile ufficio emergenza ambientale. Gli inquirenti gli perquisiscono la casa e ci trovano: trascrizioni di intercettazioni telefoniche che riguardano l’anas, il numero di un conto corrente di alleanza nazionale,atti di acquisto di un superattico e di uno yacht.

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Ma quella è una storia che ho già chiarito, adesso è coperta, fa parte di un’indagine non mi sembra il caso di parlarne ma è una storia che ho già chiarito ampiamente che non ha niente a che vedere con Pozzi è una cosa, ripeto, ampiamente chiarita e non c’entra assolutamente nulla con Anas.

GIOVANNA BOURSIER
è ancora in corso questa inchiesta?

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Si è ancora in corso e quindi non mi sembra il caso di parlarne.

GIOVANNA BOURSIER
Senta ma non è stato commissario per i rifiuti in Calabria?

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Ero dirigente di un ufficio non ero commissario.

GIOVANNA BOURSIER
Un ufficio di che?

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Un ufficio del commissario in un settore che era depurazione e smaltimento rifiuti e quindi niente a che vedere con l’Anas. E comunque, voglio dire, l’Italia è piena di casi di dirigenti che fanno un mestiere e in certi periodi ne fanno un altro e stanno in più di un Cda e quindi in questo non c’è assolutamente nulla di strano né di inopportuno.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
è vero, l’Italia è piena di casi di gente che sta in più di un CDA. Mario Virano, ex Amministratore Delegato della Sitaf, mentre stava nel consiglio di Anas era anche Presidente dell’osservatorio sulla Tav e Amministratore della Musinet Engineering, di cui l’ Anas ha il 60%. Tutte aziende che si occupano di infrastrutture e progettano strade. Possiamo parlare di conflitto di interesse?

MARIO VIRANO – Consigliere Anas fino al 2006
Sono scemenze. Sono scemenze! Va bene?

GIOVANNA BOURSIER
Cioè lei non si occupa di cose analoghe a quelle di cui si occupa stando in Anas?

MARIO VIRANO – Consigliere Anas fino al 2006
Assolutamente.

GIOVANNA BOURSIER
Però questa società in generale se ne occupa?

MARIO VIRANO – Consigliere Anas fino al 2006
Ma cosa vuol dire? Che si occupa di infrastrutture? Che progetta strade, che progetta ferrovie? Si certo è un engeenerign, lavora sul mercato ma non lavora né per Anas, è in house sostanzialmente quindi lavora per la sua controllante Sitaf per il 90%.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Lavorare per Sitaf è come lavorare per Anas visto che Anas è il maggior azionista di Sitaf.E poi arriva Di Pietro e sfiducia tutto il consiglio di amministrazione. Il 20 luglio arrivano le nuove nomine. Presidente è Pietro Ciucci, che è anche Amministratore Delegato della Società Stretto di Messina. Dei 4 consiglieri 2 sono dell’Italia dei Valori, il partito del ministro Di Pietro.

IVAN CICCONI – Consigliere Anas fino 2001
Ciucci è amico di Prodi per cui è stato imposto da Prodi e siccome l’indicazione del consiglio viene dal ministro infrastrutture, lui ha accolto l’imposizione però, caso unico nella storia, ne ha imposti 2 iscritti all’Italia dei valori.

GIOVANNA BOURSIER
Ma come è che in sto consiglio di amministrazione dell’Anas alla fine ci sono 2 esponenti dell’Italia dei Valori, cioè del suo partito e siamo a capo?

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Siamo da capo un corno! Perché noi non abbiamo nominato nessuno in quanto partito. Noi abbiamo detto all’anas che avevamo bisogno di competenza specifica. E allora quali erano i problemi dell’Anas? C’era un problema dell’Anas di nominare un tecnico ingegnere valido. Ho preso un dirigente del consiglio superiore dei lavori pubblici che ha fatto per 40 anni il dirigente del Consiglio dei lavori pubblici al ministero, cioè ha fatto sto mestiere per 40 anni.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
La Società del Ponte ha un Consiglio di Amministrazione di 11 persone. Ma in 4 anni la società ha speso 40 milioni di euro dei quali almeno 19 per il personale, 4 solo per i gettoni di presenza dei consiglieri. Nel 2002 c’erano 29 impiegati e 7 dirigenti, adesso i dipendenti sono 85 di cui 13 manager. Che a una settimana dalle elezioni hanno siglato il contratto con Impregilo. Se adesso il ponte non si fa dovremo pagare una penale che può arrivare a 300 milioni di euro.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Siccome quei pochi soldi che abbiamo ci sono tante emergenze da fare al sud, a cominciare dalla Salerno- Reggio Calabria, la Ionica, le altre strade e le ferrovie che mancano in Sicilia eccetera, se faccio prima il ponte che ci metto da una parte e dall’altra? Una pecora e una capra? Facciamo prima tutte le altre infrastrutture e poi ne parliamo.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
L’intento di Di Pietro sarebbe di far tornare la società dello stretto dentro Anas e rivedere i contratti per evitare le penali. E così diminuire anche i Consigli di Amministrazione. Perché di consiglieri è piena l’Italia. E anche il parlamento. L’onorevole Vladimiro Crisafulli, DS che è contemporaneamente parlamentare e consigliere dell’Università kore di Enna e di Ennaeuno, la società che gestisce i rifiuti nella città siciliana.

VLADIMIRO CRISAFULLI – Deputato DS
Si, io sono il presidente della società. Sono stato eletto su richiesta di tutti i sindaci della provincia di Enna, di tutti i comuni dell’ ennese per aiutare la società che si occupa dei rifiuti ad essere risanata e riconsegnata alle amministrazioni comunali in capacità ed efficienza. Noi abbiamo scelto di accettare, io l’onorevole Grimaldi nella qualità di vicepresidente, l’onorevole Galvagno come AD, l’onorevole Termini, Tummino come componenti del Cda perché...

GIOVANNA BOURSIER
Questo CDA è fatto tutto da onorevoli?

VLADIMIRO CRISAFULLI – Deputato DS
Si.

GIOVANNA BOURSIER
Tutti parlamentari?

GRIMALDI – Deputato FI
Di tutti i colori politici, dalla margherita a FI e il presidente che rappresenta i DS.

VLADIMIRO CRISAFULLI – deputato DS
Ci sono parlamentari che fanno i sindaci e sindaci che fanno i parlamentari. Normalmente nelle nostre zone si evita di fare questi doppioni perché riteniamo che ognuno debba fare il proprio lavoro. Però non vedo nulla di straordinario.

GIOVANNA BOURSIER
Nelle nostre zone cosa vuol dire?

VLADIMIRO CRISAFULLI – deputato DS
A Enna.

GIOVANNA BOURSIER
Senta ma è vero che lei sta anche all’università Kore di Enna?

VLADIMIRO CRISAFULLI – deputato DS
Io sono all’università come ci sono gli altri parlamentari all’università perché anche lì era una situazione di emergenza.

GIOVANNA BOURSIER
Ma secondo lei è normale che uno fa il parlamentare e pio sta anche nei Cda? Si occupa della cosa pubblica e l’amministra anche?

VLADIMIRO CRISAFULLI – deputato DS
Ma secondo lei quando si è in guerra un capitano deve stare dietro alla scrivania oppure deve andare in trincea?

GIOVANNA BOURSIER
Stare in un Cda significa andare in trincea?

VLADIMIRO CRISAFULLI – deputato DS
Quando si tratta di risolvere i problemi non c’è dubbio.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Non c’è dubbio che noi vorremmo solo capire perché è così complicato far funzionare questo paese e perché alla fine non ci si fida più di nessuno. Il parlamentare è eletto e ben pagato per fare il parlamentare, punto. Decide come erogare i fondi pubblici e quali attività sostenere, deve quindi essere persona al di sopra di ogni sospetto. Invece lo troviamo nei consigli di amministrazioni di società pubbliche e private. Pertanto è difficile pensare che agirà nell’interesse del paese e non di questa o quella società. Un esempio di come politica e finanza creativa mischiano i ruoli e confondile carte, lo troviamo nelle Marche.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Nelle Marche bisogna rifare queste strade, servono 2 miliardi di euro. Lo stato non ce li ha tutti, e allora pensa di trovare quel che manca attraverso una società fondata ad hoc, la Quadrilatero Spa, formata al 51% da Anas e 49% da Sviluppo Italia. Lo strumento è il Project Financing: che significa “la strada si ripagherà da sola, perché aumenterà il valore dei terreni e su questi terreni si svilupperanno attività redditizie”. Il territorio l’hanno suddiviso in grandi aree leader.

DONNA 1
Ecco tutta questa zona qui che si estende per circa 60 ettari, che va dal casello fino a qua è una delle più grandi aree leader. Alcune sono fiere ecc...Chiaramente la destinazione viene decisa dalla Quadrilatero. Quindi noi non potremmo più decidere per esempio dove collocare la fiera della pesca di Ancona perché la Quadrilatero Spa ha deciso di collocarla in questa area.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Funziona così: i soldi per costruire la strada a 4 corsie non ce li ho, me li presta la banca, e io ripagherò il debito attraverso l’affitto dei terreni e una parte di ici, che invece di andare ai comuni arriverà alla quadrilatero per i prossimi 30 anni. siccome l’ investimento su un guadagno presunto, devo gestire il territorio come se fosse mio.

FABIANO BELCECCHI - Sindaco di Jesi
Ecco questo è uno dei motivi per cui io non ho aderito. Perché io ritengo che la gestione del territorio debba essere fatta dalle autonomie locali.

GENNARO PIERALISI - Presidente Quadrilatero Marche Spa
Noi son 50 anni che aspettiamo e non abbiamo mai visto niente. Che aspettiamo altri 50 anni?

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Speriamo di no. Ma lo stato ha l’ Anas che si dovrebbe occupare di strade, perché... invece delega una Spa formata da due società pubbliche?

GENNARO PIERALISI - Presidente Quadrilatero Marche Spa
Però la realtà è questa. Noi siamo un pezzo dello stato. Quindi non possiamo dire sempre ma perché lo stato. Lo stato in questo momento siamo noi.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Lo stato affida ad altri il compito di fare quello che dovrebbero fare le sue aziende pubbliche. Gli altri si ingegnano e diventano lo stato. Ma quanti soldi avete speso fino ad adesso?

GENNARO PIERALISI - Presidente Quadrilatero Marche Spa
Noi abbiamo dato ad Anas 6 milioni e 716 mila euro e poi abbiamo dato a Sviluppo Italia un milione e 92mila euro. Attenzione qua dentro ci sono le progettazioni che abbiamo pagato all’Anas. Perché per fare le strade bisogna fare i progetti quindi le progettazioni le abbiamo incaricate all’Anas e le abbiamo dovute pagare.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Quadrilatero paga l’ Anas, l’ente pubblico che i tecnici per fare i progetti li ha al suo interno. Stipendiati dallo stato. L’idea del project financing e della Quadrilatero l’ha sostenuta Mario Baldassarri, viceministro dell’economia del governo Berlusconi, che era anche segretario del Cipe, l’ente che approva i progetti. In quadrilatero ci ha messo il cuore. Forse perché è marchigiano.

MARIO BALDASSARRI - ex viceministro economia
Assolutamente no perché come segretario Cipe mi sono occupato di 340 progetti, quelli della legge obiettivo. Poi ovviamente, personalmente, mi fa piacere se il governo dopo anni ha ascoltato un’espressione della regione Marche quale può essere il sottoscritto riconoscendo però che era atto dovuto. Atto dovuto, ritardi ultradecennali.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Marchigiano lo è anche il Cavalier Pieralisi uno dei più grandi industriali della zona.

GIOVANNA BOURSIER
Senta chi è che Le ha chiesto di fare Quadrilatero?

GENNARO PIERALISI - Presidente Quadrilatero Marche Spa
Mario Baldassarri.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
E marchigiano è il direttore di Quadrilatero, Fabrizio Romozzi, ex consulente di Mario Baldassarri al Cipe. Ci sono 3 interpellanze parlamentari che chiedono perché per il progetto è stato pagato più di una volta: oltrechè da Quadrilatero, da una società di revisione contabile, dalla Camera di Commercio di Macerata, dal Ministero dell’ Economia e dall’ Anas. Il governo Berlusconi non ha dato risposta e pochi giorni prima di andarsene ha riconfermato il Consiglio di Amministrazione. Sono in 7. Tra i consiglieri anche Ercole incalza: era consulente del ministro Lunardi, direttore generale del Ministero dei Trasporti ed numero uno della Tav. Sta anche nei consigli di amministrazione di “Arcus”, altra società dello stato ma commissariata, e di metro Parma, fu implicato nelle opere fantasma di Italia 90. Un’altra interpellanza parlamentare fa riferimento a numerose consulenze, che nel 2004 raggiungono i 3 milioni e 700.000 euro.

GENNARO PIERALISI - PRESIDENTE Quadrilatero Marche Spa
C’abbiamo la strada Spa, lo studio Silvestri e associati, lo studio Caporale, Giuffrè, lo studio legale Amato, il notaio Castellini, l’avvocato Annoni, l’avvocato Mastri, la Price Water House, la Sodexo, la Kpmg.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Girano soldi e sempre pubblici. Si lavora molto, sempre sulla carta. Questo cantiere è stato inaugurato qualche giorno prima delle elezioni. è fermo. Nessuno lavora.

ANTONIO DI PIETRO - MINISTRO delle INFRASTRUTTURE
Ma se l’Anas deve fare la gestione perché mai partecipa in quota ad altre società? Questa Anas che ha una quota societaria in Asti Cuneo, in Quadrilatero, in Stretto di Messina. Forse è il caso che invece di creare tutte queste scatole cinesi faccia le strade. Ma la colpa è nostra che abbiamo creato più CDA che progetti esecutivi di Autostrade.



MILENA GABANELLI IN STUDIO
La Quadrilatero è una società nata 3 anni fa per fare una strada, è formata dall’Anas e da Sviluppo Italia. Il Consiglio d’ Amministrazione non è proprio al di sopra di ogni sospetto, i lavori non sono ancora partiti. Dunque Sviluppo Italia, un’agenzia governativa che, come dice la parola, deve aiutare lo sviluppo nelle aree dove ce n’è bisogno. Ma in che modo? è difficile saperlo. La sede è a Roma in Via Calabria.

GIOVANNA BOURSIER
Senta lei lavora qua?

UOMO1
Si

GIOVANNA BOURSIER
Che cosa fa?

UOMO1
Io, di lavoro? Sto All’ufficio posta.

GIOVANNA BOURSIER
Cosa fa Sviluppo Italia?

UOMO1
è una società di finanziamenti al Mezzogiorno...

GIOVANNA BOURSIER
Quante persone ci lavorano?

UOMO 1
Però non so se le posso dare queste informazioni...

GIOVANNA BOURSIER
Lei lo sa che cos’è Sviluppo Italia?

UOMO 2
No e neanche mi interessa...sarà un carrozzone come tanti...

GIOVANNA BOURSIER
è un ente inutile, sembra che non funzioni. Ha sostituito una vecchia Cassa.

UOMO 3
Sviluppo Italia è una società per lo sviluppo per il Mezzogiorno, giusto?

GIOVANNA BOURSIER
E secondo lei funziona, ne ha mai sentito parlare?

UOMO 3
Non lo so se funziona o meno sinceramente.

GIOVANNA BOURSIER
A ma ci entra...

UOMO 4
Io vivo a Taranto, una città del sud, se ne avessero parlato sicuramente saprei qualcosa.

GIOVANNA BOURSIER
Scusi, scusate? Lei lavora qui a Sviluppo Italia?

DONNA 2
No

GIOVANNA BOURSIER
Ma come mai esce da Sviluppo Italia? Senta, senta ,senta. Scusi, scusate voi lavorate qui a Sviluppo Italia?

DONNE
Si

GIOVANNA BOURSIER
Posso chiedere che cosa fa Sviluppo Italia e cosa fate voi?

DONNE
Guardi parli con...

GIOVANNA BOURSIER
Lei lo sa cos’è Sviluppo Italia?

UOMO 5
Certo, ora ho da lavorare.

GIOVANNA BOURSIER
Che cos’è Sviluppo Italia? Perché scappa? Non Scappi aspetti un attimo? Lei lavora qui a Sviluppo Italia?

UOMO 6
Si

GIOVANNA BOURSIER
Che cosa fa?

UOMO 6
Ma io sono un novello assunto, quindi..

GIOVANNA BOURSIER
Che cosa fa?

UOMO 6
Marketing territoriale.

GIOVANNA BOURSIER
Cioè

UOMO 6
Marketing territoriale... facciamo attrazione di investimenti. Guardi io sono stato assunto il quattro settembre no, per fare attrazione investimenti, quindi dovrebbe essere una cosa che fa ben sperare.

GIOVANNA BOURSIER
Voi avete un ufficio qua dentro?

UOMO 7
No, noi siamo qui per fare delle cose insomma...

GIOVANNA BOURSIER
Cioè?

UOMO 7
Cioè si fa una riunione, si vedono dei documenti, si fanno cose del genere...

GIOVANNA BOURSIER
Ma per fare progetti su qualcosa?

UOMO 7
Guardi a lei conviene...noi stiamo facendo valutazione, investimenti pubblici, sui programmi d’investimento.

GIOVANNA BOURSIER
Cioè che cosa lo stato investe su cosa?

UOMO 7
No, su alcune cose su cui lo stato sta investendo.

GIOVANNA BOURSIER
Per esempio?

UOMO 7
Per esempio tutti i por e i pon che ci sono.

GIOVANNA BOURSIER
I por e i pon?

UOMO 7
I por sono i programmi regionali di sviluppo, quelli finanziati dalla Commissione Europea.

GIOVANNA BOURSIER
Cioè voi vedete che cosa va finanziato dove indirizzare..

UOMO 7
No noi stiamo vedendo cosa quello che è successo sui por, i pit, questo monitoraggio dei pit, sono tutte sigle.

GIOVANNA BOURSIER
E che cosa è successo?

UOMO 7
Non è successo assolutamente nulla, cioè nel senso facciamo il monitoraggio... Sviluppo Italia fa tutto un altro lavoro quindi le conviene chiedere un incontro...

GIOVANNA BOURSIER
Ma Sviluppo Italia fa sviluppo, finanzia attraverso le sue regionali i progetti di sviluppo no?

UOMO 7
Si fa attrazione di investimenti esteri, credo che facciano molte attività, però conviene che chiede al responsabile della ...

GIOVANNA BOURSIER
No guardi, io ho gia chiesto ma non ci parlano con me quelli di Sviluppo Italia.

UOMO 7
Ah no?

GIOVANNA BOURSIER
Posso chiederle che cosa fa Sviluppo Italia?

UOMO 8
Si fa sviluppo d’impresa e attrazione investimenti in sintesi. Perché non chiede a uno di loro qui?

GIOVANNA BOURSIER
Perché non mi fanno neanche entrare a chiedere come funziona Sviluppo Italia.

UOMO 8
Beh ma ci sarà un motivo...

GIOVANNA BOURSIER
Lo chiedo a lei, c’è un motivo?

UOMO 8
Non lo so

GIOVANNA BOURSIER
Ma lei concretamente che cosa fa?

UOMO 8
Beh, io non la conosco... non glielo dico. Faccia una telefonata e parli con l’ufficio stampa.

GIOVANNA BOURSIER
Ci ho gia parlato con l’ufficio stampa

UOMO 8
Dovrebbe chiederlo al governo

GIOVANNA BOURSIER
Glielo abbiamo chiesto

UOMO 8
E allora le ha detto qualcosa?

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Era il direttore generale, un uomo spiritoso, ma non essendo un volto noto, anzi un volto schivo, Giovanna Boursier non poteva riconoscerlo. Nella stessa giornata abbiamo ricevuto telefonate di qualche dipendente che dice “dentro a Sviluppo Italia c’è un ordine”.

AL TELEFONO UN DIPENDENTE DI SVILUPPO ITALIA
C’è una disposizione organizzativa dove è vietata a ogni manager, persino i consiglieri non possono lasciare dichiarazioni e l’unico che può lasciare dichiarazioni è l’Amministratore Delegato.

GIOVANNA BOURSIER
Che non ne da.

DIPENDENTE DI SVILUPPO ITALIA
Che non ne da. Quindi vuol dire nessuno parli con nessuno. Il clima Ë un clima di caccia alle streghe tale per cui alla fine molto pesante internamente questa cosa qui. Cioè veramente c’è da temere proprio

GIOVANNA BOURSIER
C’è veramente un ordine di non parlare?

DIPENDENTE DI SVILUPPO ITALIA
Assolutamente. Che impedisce a chiunque di esprimere una posizione sulla società. Siccome contrattualmente ognuno di noi sia manager che dipendenti siamo vincolati, e quindi ti sbattono via senza giusta causa.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
In sostanza dicono che c’è una disposizione aziendale di non parlare con noi, altrimenti potrebbero rischiare il posto di lavoro. Peccato perché è difficile spiegare le cose in questo modo. Anche perché io sono certa che là dentro ci saranno cose da nascondere, ma ce ne saranno anche delle buone. Proviamo a capire cos’è Sviluppo Italia.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Sviluppo Italia nasce tra il ’99 e il 2000, pensata dal governo Prodi e realizzata da quello d’ Alema. Ha 9 consiglieri ma se si aggiungono le controllate diventano 176. Doveva attrarre investimenti dall’estero e razionalizzare lo sviluppo al sud. Una specie di nuova cassa per il mezzogiorno. Mette insieme 6 società pubbliche con una dote di porti, villaggi, immobili e un capitale di 2000 miliardi di lire e circa 800 dipendenti. Fino ad oggi Sviluppo Italia ha speso 6 miliardi di euro ha 1600 addetti e 118 società, di cui anche 86 partecipazioni in imprese private: si vada da Raphael, azienda alberghiera di cui è socio anche il governatore siciliano Cuffaro, a Frame società napoletana che fa servizi televisivi, da ITC a Sistex, imprese in fallimento.

NICOLA ROSSI- economista e deputato DS
Doveva fare una sola cosa, che era l’attrazione investimenti, e in realtà quella non l’ha mai fatta o l’ha fatta in misura veramente irrisoria, credo che se si vanno a vedere i risultati sono banali. Perché? Ma perché ha dedicato grandissima parte delle sue risorse e delle sue attività a tutt’altro.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
I primi amministratori erano Dario Cossutta, figlio di Armando, e Carlo Borgomeo. Solo che dopo un anno se ne vanno.

CARLO BORGOMEO – Amm. Delegato Sviluppo Italia fino alla fine 2001
Me ne sono andato è un po’ un eufemismo. Ho preso atto con un comunicato stampa del consiglio dei ministri che ho letto sull’Ansa e ho preso atto che ero stato sostituito.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Cambia il governo e cambia la missione. Su proposta di Giulio Tremonti viene nominato Amministratore Delegato Massimo Caputi, uno dei manager pubblici più noti d’Italia: vuol dire grandi stazioni ovvero caltagirone e Fimit, società di gestione del risparmio con cui aveva svenduto parte degli immobili Inpdap, il fondo previdenziale degli statali, senza fare aste pubbliche ma vendendo in blocco con uno sconto del 20%. Questo immobile di piazza Barberini se lo compra Caltagirone, per il quale Caputi oggi lavora. Mentre è a Sviluppo Italia Caputi diventerà anche vicepresidente di Banca Agricola Mantovana e di Paschi gestioni immobiliari, consigliere di Acea, del Monte dei Paschi di Siena, della Luiss, di Linificio e Canapificio Nazionale, di Consorzio Ingegneria per lo Sviluppo, di Sila holding industriale e di Sila holding Plastica.

GIOVANNA BOURSIER
Ma secondo lei è normale che uno stia in più di un Cda di aziende pubbliche, prenda soldi pubblici e ne prenda tanti senza vergognarsi?

MASSIMO CAPUTI - Amm. Delegato Sviluppo Italia fino maggio 2005
Ma guardi se lei fa un’analisi non sono il solo anzi devo dire che questo che i Boiardi di stato devono rimanere chiusi in loro stessi la trovo una cosa che è solamente tradizione un po’ bigotta italiana. I manager pubblici se sono chiamati in altre aziende diversificate, dal lino in giro per il mondo alle aziende bancarie, credo che possano dare solo un contributo di competenza.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Il contributo di competenza dato a Sviluppo Italia dal 2002 al 2005 è stato quello di creare società che oggi sono piene di debiti.

GIOVANNA BOURSIER
Nicola Rossi dice: “si è fatto tutto tranne quello che si doveva”. Penso che l’accusa sia rivolta a Lei?

MASSIMO CAPUTI - Amm. Delegato Sviluppo Italia fino maggio 2005
Guardi Nicola Rossi è una persona competente, forse ha poco tempo per leggere le carte e peraltro lui è stato uno di quelli che ha partorito il progetto Sviluppo Italia quindi se c’è un vizio legislativo all’origine forse bisognerebbe chiederlo anche a lui.

NICOLA ROSSI- economista e deputato DS
Ha avuto una presenza importante nel settore turistico, ha avuto una presenza importante nel settore portuale, per esempio, ma anche lì non si capisce perché...

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Secondo Rossi Sviluppo Italia aveva un’altra missione.

NICOLA ROSSI- economista e deputato DS
..che è quella di stare in giro per il mondo ad andare a trovare capitali.

MASSIMO CAPUTI - Amm. Delegato Sviluppo Italia fino maggio 2005
Se vogliono un’agenzia di sviluppo competitiva con quelle mondiali devono fare una legge chiarissima che dica questo. E levi altre competenze eventualmente: non chiamino Sviluppo Italia per salvare le aziende in crisi come fanno continuamente.
Basta ricordare la vicenda Cit.




GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Il caso Cit è quello della più grande azienda di stato per il turismo. Alla fine degli anni 90 si comincia a privatizzare e Cit vende una parte di agenzie di viaggio a Callisto Tanzi - che finiranno nel crack Parmatour - e poi a un imprenditore varesino, che esportava frigoriferi nel terzo mondo, Gian Vittorio Gandolfi, appoggiato dal banchiere Giuseppe Vimercati. Dopo un paio d’anni Presidente e Amministratore Delegato di Cit diventa Ubaldo Livolsi, uomo finanza di Berlusconi. Tra i consiglieri anche Carlo Bernasconi, Presidente della Medusa film, la casa di produzione della Fininvest e Luca danese, nipote di Andreotti, è Presidente di Cit Belgio. Nel 2003 la quotano in borsa, al mercato ristretto. Nonostante il fiume di contributi pubblici la cit è piena di debiti. I bilanci 2003 e 2004 non vengono certificati (certificazione non opinion con sospensione revisori) e nel 2005 la consob impugna il bilancio 2003 firmato da Livolsi e sospende il titolo. La procura di Milano apre un’inchiesta e anche la procura di Varese sta indagando per truffa aggravata ai danni dello stato. Una delle agenzie di viaggio Cit è a Roma, nel Ministero degli Esteri.

DIPENDENTE CIT
Noi servivamo tutta Roma tutti i ministeri per la Comunità Europea, poi la Presidenza del Consiglio, pure loro servivamo.
Io ho sempre lavorato per 30 anni e mi ritrovo in cassa integrazione perché ho lavorato. Non so darmene una ragione.

GIOVANNA BOURSIER
Quanti erano i dipendenti Cit in totale se lo sa?

DIPENDENTE CIT
In totale siamo partiti da qualche anno fa che avevamo raggiunto i 3.000 e adesso credo non siamo più di 300.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Il buco è di 600milioni di euro. Alla fine il governo Berlusconi ci ha messo un commissario, l’avvocato Abrignani che guarda caso è anche consigliere di Sviluppo Italia. Quindi il governo vuole salvare Cit e alla fine ci mette dei soldi attraverso Sviluppo Italia?

IGNAZIO ABRIGNANI - Commissario straordinario Cit
Prevede questo assolutamente. Prevede nella società ristrutturata la possibilità di chiedere a Sviluppo Italia, come sempre fa, vuole entrare nel capitale come start up sta nello statuto di Sviluppo Italia farlo.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Si farà una nuova società ma gira e rigira uno sa in anticipo che Sviluppo Italia, che non dovrebbe occuparsi di aziende in crisi, sta dietro anche se ufficialmente entra in partecipazione solo nell’azienda ristrutturata. Si dice che Massimo Caputi se ne va da Sviluppo Italia proprio quando gli chiedono di salvare la Cit.

MASSIMO CAPUTI - Amm. Delegato Sviluppo Italia fino maggio 2005
Il vizio vero di S.I. è stato quello di dargli 5 azionisti. Non si è mai vista un’agenzia di sviluppo che risponde alla Presidenza Consiglio, al Ministero dell’ Agricoltura, a 3 branch del Ministero dell’ Economia, al Ministero delle Attività Produttive e non so chi altro. Un casino enorme.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Un casino enorme perché Sviluppo Italia fa salvataggio di imprese e non dovrebbe, risponde a troppi azionisti anche se ufficialmente è del tesoro, controlla anche 17 società regionali, dal Piemonte alla Sicilia, e 11 di scopo. Dalla banda larga a chi fa fondi d’investimento o Autostrade.

NICOLA ROSSI- economista e deputato DS
Ci si domanda perché lo stato debba avere quelle partecipazioni, perché una società partecipata dal tesoro debba avere quelle partecipazioni, quali strategie vengono seguite, come sono state acquisite e perché

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Per esempio perché... nasce una società di scopo per i posti barca che si chiama “Italia navigando”? Doveva costruire e collegare in rete i porti turistici italiani per aumentare il turismo nelle zone dove mancano i porti. Ha 16 controllate e 12 collegate, 6 milioni di euro investiti. Nel Lazio dovrebbe esserci il porto di marina faro di Fiumicino. Le barche vanno e vengono e più attracchi ci sono più aumentano i turisti. Solo che il porto non c’è ancora.

ARMANDO STAMPELLA- Pres. Coop. Cedostar
Viene qui una persona che cerca sto porto che gli dici? Uno c’ha un’avaria fuori e convinto che qui c’è il porto viene qui e dove va a insabbiarsi? Non so. Dovrebbe essere questo qua il porto che loro vorrebbero fare che parte qui dal faro e arriva davanti a Melindo con tutte le imbarcazioni. eccolo qua come viene: il primo porto in Italia con tutti appartamenti per ogni braccio!

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
L’unico porticciolo - per ora - se lo sono fatto gli abitanti della zona che hanno aperto una cooperativa e risanato una discarica.

ARMANDO STAMPELLA- Pres. Coop. Cedostar
Abbiamo iniziato nel 2000 noi e dopo un anno Ë operativo. Noi siamo qua. Vedi dove siamo noi un bell’albergo da 100 stanze.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Loro il lavoro l’hanno finito in un anno ma se arriva “Italia navigando” se ne devono andare. Italia navigando non è detto che arrivi. Il Consiglio di Amministrazione si è appena dimesso, c’è un amministratore unico, l’ex capo segreteria di Prodi, Domenico Porpora, e da bilancio la società è in perdita di 3milioni di euro.Se l’è inventata Massimo Caputi

MASSIMO CAPUTI - Amm. Delegato Sviluppo Italia fino maggio 2005
Ma no, ma che significa! Deve fare un piano di 200milioni di euro di investimenti! Quando uno fa uno start up deve essere in perdita per forza, qualunque industria è in perdita.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Si era inventato anche “Italia turismo” e anche questa è in perdita. Aveva investito 1 milione di euro e adesso ne perde 1 e mezzo. Doveva promuovere il turismo al sud. Ha immobili e villaggi e nel 2005 ha venduto il 49% del suo patrimonio immobiliare per 75 milioni di euro e nel gruppo sono entrati Marcegaglia, Ifil e Banca Intesa con contratti garantiti da delibere Cipe x 132 milioni di euro. Amministratore Delegato di “Italia turismo” è Sergio Iasi, che è anche nel CDA di un’altra controllata, “Italia evolution”. Ma Sergio Iasi non rilascia interviste.

AL TELEFONO SERGIO IASI
No. Non posso perché S.I. non vuole!

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Sempre Iasi due anni fa era vicedirettore Rai, nominato dal ministro Tremonti. Se n’è andato poco dopo, con la liquidazione.

AL TELEFONO SERGIO IASI
Io ho preso meno della metà di quello che mi spettava contrattualmente.

GIOVANNA BOURSIER
Cioè quanto ha preso?

AL TELEFONO SERGIO IASI
Quello che c’è scritto sui giornali, quindi 125mila euro. Non mi sembra una gran somma no?

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Insomma 125 mila euro di buonuscita per 2 mesi di lavoro non è che siano proprio niente, ma se la Rai glieli da perché ci dovrebbe rinunciare?Sviluppo Italia. Abbiamo detto che ha in qualche modo sostituito la cassa per il mezzogiorno, quindi deve creare sviluppo al sud sostenendo l’imprenditoria giovanile. Per esempio concedere prestiti a chi vuole mettere in piedi un’azienda. Il signor Tamborra di Bari è un trentenne pieno di buone speranze e senza santi in paradiso.

PIETRO TAMBORRA
Quando noi abbiamo presentato il progetto dal dottor De Pascale, diciamo il numero 2 dell’area creazione di impresa ci ha ricevuto, ci ha avvallato l’idea e ci ha detto che non aveva nessuno tipo di problema l’idea, che bisognava soltanto aspettare i tempi tecnici perché il CDA potesse effettuare la delibera di finanziamento. La delibera in effetti c’è stata ma è stato una delibera di finanziamento che neanche un imprenditore che ha già un’attività produttiva sposerebbe perché noi dovevamo portare 550 mila euro all’interno della società fisicamente in soldi e in più ha chiesto, e ribadisco ha chiesto, un milione e 105mila euro di garanzie reali, sottoforma di soldoni, oppure 1 milione e mezzo di euro di immobili da dare presso banche o presso la stessa Sviluppo Italia per garantire il mutuo che si andava a sposare come idea imprenditoriale.

GIOVANNA BOURSIER
Quanto costava la vostra impresa, le piantine?

PIETRO TAMBORRA
L’impresa finita costava 2 milioni e mezzo di euro.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Avevano 500 mila euro di capitale, gli serve un finanziamento di 2 milioni e Sviluppo Italia gli chiede garanzie per 1 milione e mezzo. è come andare in banca.

PIETRO TAMBORRA
Quando poi si vanno a dare soldi a fondo perduto in imprese già morte sul mercato. Quindi bisogna capire se Sviluppo Italia ha interesse a far crescere il sud Italia oppure ha interesse a far crescere soltanto determinate situazioni nel sud Italia che sono già morte in partenza. Questa è la cosa essenziale che bisogna capire. Però a questo punto non chiamatela legge per l’imprenditorialità giovanile chiamatela semplicemente ti finanziamo a fronte di soldi.

NICOLA ROSSI- economista e deputato DS
Ha prevalso nei confronti del Mezzogiorno la linea (rappresentata dal dipartimento politiche di sviluppo) che ha condotto alla costruzione di un’architettura burocratica il cui unico tangibile effetto fino ad ora è stato buttare una quantità inverosimile di soldi nel Mezzogiorno senza alcun effetto rilevante.

GIOVANNA BOURSIER
E cioè?

NICOLA ROSSI- economista e deputato DS
Nel senso che molte volte sono in larga misura sono state veramente operazioni clientelari.

DONNA 3
In Sicilia c’è per esempio una condivisione molto molto stretta con la struttura politica locale circa destinazione e uso delle risorse pubbliche, in alcuni casi indipendentemente dalla effettiva validità dei progetti. C’è per esempio il caso dei famigerati terreni di Miccichè, i terreni della moglie, che sono stati oggetto dell’investimento turistico a Sciocca finanziato da contributi pubblici che sono serviti appunto per acquistare i terreni. L’onorevole Miccichè all’epoca aveva una competenza e una responsabilità diretta essendo viceministro dell’economia.

GIOVANNA BOURSIER
Quindi le dirigenze politiche possono utilizzare SI come agenzia per dirottare fondi e investimenti dove gli pare?

DONNA 3
Questa affermazione è assolutamente corretta.Sviluppo Italia è uno strumento per la gestione del potere politico, con il quale si gestisce un’enorme massa di denaro e un’enorme massa di consenso politico

SERGIO D’ANTONI - Sottosegretario allo sviluppo economico con delega per il Mezzogiorno
Per quel che ci riguarda politicamente dobbiamo voltare pagina e noi volteremo pagina.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Senza tanti giri di parole Sviluppo Italia nasce per attrarre investimenti all’estero, in realtà finisce per mettere dei soldi in questo o quel progetto, in questa o quella regione, dove c’è tizio da accontentare o caio che in cambio porterà dei voti. Adesso che la barca affonda si dice di cambiare pagina. Dove attracca Italia navigando?

SERGIO D’ANTONI - Sottosegretario allo sviluppo economico con delega per il Mezzogiorno
è una di quelle cose da cui lentamente gradualmente Sviluppo Italia dovrà uscire. Tutto questo bisogna farlo con gradualità per non fare regali a nessuno, a speculatori di vario tipo.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Il governo dovrebbe vendere bene e non regal
 
Manca un bel pezzo di articolo, evidentemente c'è un limite fisico alle dimensioni del testo del thread :(

Il testo completo per chi fosse interessato:
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243^1068730,00.html
 
Da: http://www.articolo21.info/news.php?id=16778

RAI: 'REPORT' SU CDA AZIENDE PUBBLICHE FINISCE IN TRIBUNALE

'Report' fa ancora discutere. La puntata di ieri del programma di Milena Gabanelli, che ha proposto su Raitre l'inchiesta di Giovanna Boursier 'Cattivi consigli' - dedicata, tra l'altro, ai costi dei cda di Eni,

Enel, Alitalia, Anas, Sviluppo Italia, Ferrovie dello Stato - e' finita nel mirino dell'avvocato Giuseppe Valentino, legale del deputato di An Francesco Proietti Cosimi, che ha denunciato il programma. Il Codacons, invece, annuncia un esposto alla Procura della Repubblica di Roma affinche' indaghi su Sviluppo Italia.

''La trasmissione 'Report' - spiega l'avvocato Valentino in una nota - ha ricostruito eventi attribuiti all'onorevole Francesco Proietti Cosimi in maniera falsa e deviante giungendo addirittura a sostenere che egli fosse il gestore degli affari (quelli meno nobili beninteso) di Vittorio Emanuele di Savoia. Tali circostanze, frutto di una strumentale valutazione di eventi processuali con troppa leggerezza divulgati, hanno formato oggetto di immediate iniziative giudiziarie''.

Il nome del parlamentare di An spuntava nella parte dell'inchiesta di 'Report' relativa alla scuola di cinema.

''Dalle intercettazioni telefoniche dell'inchiesta su Vittorio Emanuele di Savoia - spiegava la Boursier, come si legge nel testo integrale della puntata disponibile sul sito www.report.rai.it - viene fuori che i posti in consiglio di amministrazione a volte servono anche ad avere funzionari corrotti. Per ottenere le licenze sul gioco d'azzardo il principe non lesinava soldi ma al direttore dei Monopoli di stato, Giorgio Tino, oltre alla mazzetta arriva un posto nel consiglio della scuola di cinema. Concessi i nulla osta Giorgio Tino chiama il portavoce di alleanza nazionale Francesco Proietti Cosimi, che gestiva gli affari di Vittorio Emanuele''.

A seguire, il testo della conversazione telefonica.

''Sapevamo benissimo - si limita a commentare oggi la Gabanelli - che la puntata non sarebbe stata gradita a tutti i cda di cui abbiamo parlato ieri sera. Se Proietti Cosimi vuole denunciarci, lo faccia pure, e' un suo diritto''.

In base a 'Report', intanto, si e' attivato anche il Codacons, che in una nota annuncia la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica. ''Nella puntata di ieri - sottolinea l'associazione - sono emersi molti punti oscuri circa la societa' Sviluppo Italia, sulla carta nata per attrarre investimenti e incentivare lo sviluppo in quelle aree del paese particolarmente bisognose come il sud Italia. Diverse testimonianze, tra cui quella di un esponente del Parlamento, rivelano invece una verita' inquietante, caratterizzata da un uso clientelare del denaro pubblico e da un utilizzo politico dell'ente, finalizzato alla raccolta di consensi politici e voti''. Il Codacons chiede percio' alla Procura ''l'acquisizione del servizio in questione e l'apertura di una indagine diretta a fare luce su Sviluppo Italia e l'utilizzo dei fondi pubblici dell'ente, onde appurare e nel caso punire eventuali sprechi a danno della collettivita'''
 
A raccontare la verità cioè fare quello che fanno loro, si dà sempre fastido ai "potenti" e Report ha gia diverse cause in tribunale, ma non si fermano! spero che gli ascolti siano sempre alti, è l'unico modo per sostenerli, è l'unico modo per sentire un pò di verità superpartes (infatti non lesinano critiche anche al centrosinistra) non ce n'è molta di televisione veramente degna di essere guardata come REPORT!


p.s.
se interessa ora c'è il video
http://www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,,243,00.html
 
Altra chicca serntita ieri sera su radio 24 attinente sempre al buon costume italiano ed in questo caso Siciliano è l'orgnico della Regione Sicilia così composto: 1 dirifgente ogni 6 impiegati, contro una media di 1 ogni 30 in Lombardia.

Non sto a dire quanti forestali sono in organico in Sicilia ecc . . . , ho rammentato il Sud, ma tutta l'Italia è coinvolta in questo sperpero e nussuno vuol porre fine a questi scandali, assurdo veramente . . .

Io mi domando quanto si dovrà sopportare la presa di giro di tutti questi governi, senza distinzione di colore, ke con una manno danno 5 e col l'altra tolgono 7 e nn risanano proprio niente?

saluti
 
Riporto qui la mia osservazione già inserita sul forum della trasmissione Report :

----------

Bene, io conoscevo Report, ma, per varie vicissitudini, mi capitava sempre
di poterlo vedere poche volte . . .

Beh . . la puntata "Cattivi Consigli" di ieri 22.10.2006 . . è stata a dir poco
FAVOLOSAAAAAAAAAA........! ! ! ! ! . :up: . .complimenti a tutto il Team
di Report , ma si sapeva già che erano molto bravi . . .

Beh . . tutte le cose dette in puntata, secondo me, non fanno altro che far capire
l' intrecciata struttura dello Stato ( oltre a tutte le ruberie volute... )
...voglio dire che l' intreccio di leggi, leggine, regolamenti, aziende sotto forma di scatole cinesi.....persone consiglieri di più CDA....
Insomma, secondo me, anche il più pulito dei politici non riuscirebbe mai
nè a trovare il bandolo della matassa, nè ad avere i tempi necessari per
mettere a posto le cose .....una legge blocca l' altra .....ecc... ci si passa la palla
fra stato, regioni, comuni , aziende misto-pubbliche ....

Sempre secondo me ., lasciando perdere se si sia di centrodestra o centrosinistra , anche avendo i migliori e i più onesti politici...
lo stato sarà sempre pieno di debiti che saremo chiamati a pagare noi ...in
quanto è la struttura stessa di quasi tutti gli stati ( cosa pubblica ) che porta
....INEVITABILMENTE....a fare sprechi di danaro pubblico ... è proprio la
"cosa pubblica" ( che sia governata dalla destra o dalla sinistra ) ...molto poco gestibile .....non so come spiegarmi ..
ed è per questo che, secondo me, di...STATO.... ( anche qui non importa se sia uno stato di destra o di sinistra ) ...ce ne deve essere meno
possibile.... ! ! ! ..."lo stato deve per forza dimagrire"....è solo questa la ricetta e la via di scampo ...altrimenti non se ne esce fuori ....! !
In altri termini, accertato per certo che la struttura "statale" porta ...INEVITABILMENTE ...a sommare ..debiti su...debiti ..l' unica salvezza, secondo il mio modesto parere, è ...relegare lo stato ladrone in un angolino ..cioè
rimpiccolirlo il più possibile ...coem un male terribile (es. cancro )...se lo si circoscrive il più possibile ...sappiamo che può fare danni ( debiti ) ...ma cerchiamo di farglieli fare i più piccoli possibile dimodochè l' obolo da pagare
per tutti noi lavoratori e contribuenti sia il meno dannoso possibile ...
( è l' unica via di salvezza...non c'è altra via d' uscita ...non conta votare da una parte o dall' altra....lo stato deve avere meno cose possibili su cui creare debiti
...il minimo di scuola, sanità, forze pubbliche e uffici amministrativi locali i più agili possibili e solo quelli strettamente necessari .... )

Una sensazione di "schifo" ( permettetemi questa parola , se vogliono i moderatori la tolgano ) ...l' ho avuta all' intervista di D' Antoni . . .il giornalista diceva
"Un ministro ha nominato il cda di Sviluppo Italia, quando dopo 1-2 anni si accorge che quella società non sta facendo quello per cui è stata costituita dal governo in carica...e sta ingrandendo i debiti, non dà prestiti a chi dovrebbe darli ...ecc...
ebbene a quel punto quel ministro o chi per lui dovrebbe sfiduciare quel cda e
bloccare l' operato di quella società o cambiarne i dirigenti .."
D' Antoni risponde dicendo che " i dirigenti non possono essere cambiati PERCHE'
IL LORO MANDATO DEVE GIUNGERE A NATURALE SCADENZA.... ....
....cosa.......??????????????.......... :eplus: :eplus:
Pilato si lavò le mani......!!! ....... :eplus: :eplus:

Che aspettiamo a cambiarli ....? ....Li cambiamo solo quando hanno finito di rovinare l' Italia....??...... :eplus: :eplus:
 

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