La triste storia
Un giorno mentre ero in giardino un pappagallo (Conuro del sole) mi si posò su di una spalla e mi diede il buongiorno.
Cecco era un pappagallo evidentemente fuggito da una voliera, aveva il collarino ad una zampa con tanto di matricola.
Dopo qualche giorno chiamai il CIA denunciando l’accaduto e fornendo il n° di matricola, mi pregarono di tenerlo qualche giorno per dargli il tempo di fare accertamenti.
Evidentemente avevano un gran daffare perché passarono mesi senza che nessuno si facesse vivo.
Nel frattempo mi ero affezionato a Cecco e lui a me, tantè che era più feroce di un mastino, bastava che qualcuno si avvicinasse troppo, anche mia moglie o i mie i figli che subito partiva all’attacco.
Io non sopporto animali costretti in qualche modo, tantomeno uccelli in gabbia, pertanto quando non lo avevo sulla spalla o addirittura dentro la camicia svolazzava libero per la casa, e anche fuori, faceva dei larghi giri di pianta in pianta poi appena lo chiamavo atterrava sulla spalla.
Tutto bene direte voi, e no, c’è anche il rovescio della medaglia;
non sono riuscito ad insegnargli ad andare in bagno per i suoi bisogni, quindi potete immaginare mia moglie ogni qualvolta che si presentava il problema.
Intendiamoci, Cecco piaceva anche a lei ma effettivamente la cosa diventava sempre più pesante e insopportabile.
e così un bel giorno con tanta tristezza chiamai la forestale, gli chiesi se avevano trovato il legittimo proprietario e gli diedi l’ultimatum.
Per ultimatum intendo un cazziatone di quelli che anche a distanza di circa dieci anni se lo ricordano ancora.
Il giorno seguente vennero a ritirarlo.
Comunque quel giorno me lo ricordo come se fosse ora, e mi fa stare tanto male.