Potenza
Sei società, titoli per oltre 632 mila euro – considerati frutto delle mazzette ricevute – e un conto corrente intestati a Vittorio Raimondo, presidente del collegio sindacale dell’Inail di Roma, vengono sequestrati a luglio del 2002 a Roma, Milano, Ancona, Verona, Francavilla a Mare (Chieti) e Potenza, nell’ambito di un’inchiesta legata a presunti illeciti sull’appalto per la costruzione della sede di Avellino dell’Inail.
Tra le società poste sotto sequestro c’è la Spartaco Sparaco di Luigi Sparaco, uno dei vincitori della gara d’appalto.
Secondo l’accusa, promossa dal pm Henry John Woodcock, si era formata un’associazione per delinquere che avrebbe dovuto determinare tutte le scelte e gli appalti immobiliari dell’Inail.
Sparaco viene arrestato. Venti giorni di carcere e due mesi di domiciliari.
L’azienda inibita per oltre un anno ad avere rapporti con la pubblica amministrazione.
«Fatturavamo cento milioni di euro l’anno e avevamo sempre avuto i bilanci in attivo, ma nel giro di pochi mesi siamo arrivati al capolinea.
Certo, avevamo anche altri problemi, il cocktail è stato micidiale», ha dichiarato recentemente in un’intervista l’imprenditore.
Mentre l’azienda, con i suoi circa mille dipendenti (tra lavoratori e collaboratori) salta, il processo va avanti.
Le perizie di parte dimostrano che appalti e subappalti sono in regola e che per ciascun cantiere la Spartaco Sparaco ha adottato prezzi congrui.
Nel 2009, sette anni dopo l’inizio della vicenda, il tribunale di Roma assolve l’ingegnere e nessuno si oppone.
La corte d’appello di Roma recentemente riconosce all’ingegnere un indennizzo di 11.557 euro.
Più o meno 235 euro per ogni giorno trascorso in cella e la metà per quelli passati ai domiciliari.
E pensare che è finito in manette perché avrebbe regalato al direttore dell’Inail un appartamento in cambio di favori.
La dritta era arrivata ai pm da un altro indagato che aveva raccolto un pettegolezzo.
«L’appartamento non c’era», chiude l’intervista Spartaco, «non c’era il minimo riscontro, non c’era nulla».