Era stufo. Era cosi' stufo che si sentiva morire, era stufo come nessuno al mondo era mai stato... Non ce la faceva ad arrivare a casa, entro' in un'osteria per riposarsi un po'. Ordino' una china calda al banco, poi ando' a sedersi in fondo al locale. Aveva freddo, prese una sedia e si sistemo' a un tavolo solitario vicino alla stufa. Il tepore della stufa semispenta gli chiudeva gli occhi dolcemente e lo faceva scivolare in un nebbioso sopore. La stanchezza stava avendo la meglio su di lui, quando proprio accanto a se' senti' un sussurro flebilissimo, come di qualcuno che gli parlasse all'orecchio...:"Oh, Dio, quanto sei stufo...non ho mai visto nessuno che fosse cosi' inequivocabilmente stufo come te... Perdona la mia sfacciataggine, di solito non mi comporto cosi', sono molto riservata, me ne sto nel mio angolo a fare il mio lavoro senza badare a nessuno, ma quando ti ho visto entrare ho capito subito che tu sei veramente stufo, stufo coi controfiocchi, e io a quelli stufi come te non so proprio resistere... Su, avvicinati, stringiti un po' a me, sono tanto sola, e tu mi piaci cosi' tanto..." Nel dormiveglia egli, senza saper bene come, comprese che chi gli parlava in quel modo tanto invitante, con quella voce cosi' dolce e sensuale, era la stufa, la stufa tiepida accanto a lui. Confuso dallo stordimento non seppe resistere all'invito della stufa sussurrante, cosi' tiepida, cosi' vicina a lui che era cosi' stufo... Senza sapere come la prese tra le braccia, continuando a dormire stretto a lei... La stufa ora non sussurrava piu' parole comprensibili, ma emetteva un rantolo sommesso, come le fusa di un gatto. Un rantolo che cresceva poco a poco, sempre piu' forte, mentre dallo spioncino si vedevano le braci semispente ravvivarsi sempre piu', fino a sprigionare fiamme dardeggianti. Egli si risveglio' d'improvviso, in preda a un dolore lancinante, con le mani e il volto sfigurati dalle ustioni... Cosi' tragicamente mori' appena nata la storia di un uomo stufo e di una stufa infiammata dall'amore.