Potrebbero essere i nuovi subprime, ma sono in pochi a saperlo.
Sono strumenti tanto complicati quanto potenzialmente pericolosi.
Sono i mREIT, cioè i mortgage real estate investment trust, particolari fondi che comprano, impacchettano e vendono mutui.
Il tutto garantendo alti dividendi per merito di una legislazione che ancora permette loro di farlo. Il risultato è un mercato, quello statunitense, il cui valore è passato dagli 85 miliardi di dollari del 2008 ai 460 miliardi del primo trimestre dell’anno e continua a crescere. Fra rischi di controparte, azzardo morale della Federal Reserve e la costante ricerca delle banche del profitto perduto dopo il crash del mercato immobiliare americano, gli mREIT possono essere la prossima bomba a orologeria della finanza a stelle e strisce.
Nell’agosto 2007 furono tre fondi di Bnp Paribas a fare tremare i polsi ai banchieri centrali di mezzo mondo. La banca francese decise infatti di congelare (per poi riaprire solo più tardi) i fondi Parvest Dynamic Abs, Bnp Paribas Euribor e Bnp Paribas Abs Eonia. Motivo? L’oggettiva impossibilità di prezzarli a causa dell’esposizione di queste entità sul mercato immobiliare americano. In altre parole, erano imbottiti di Asset-backed security (Abs), obbligazioni emesse a seguito di una cartolarizzazione e con al loro interno crediti, mutui, leasing, qualsiasi cosa che possa generare un flusso di pagamento per lo stacco delle cedole. Nel caso dentro un Abs ci siano mutui, il prodotto prenderà il nome di Mortgage backed security (Mbs). Ed è anche a causa di questa classe di strumenti finanziari che il crollo del mercato immobiliare statunitense ha avuto un impatto così poderoso per l’universo finanziario mondiale. Le banche di mezzo mondo erano piene di Mbs, ingolosite dagli elevati rendimenti che garantivano, da un settore immobiliare che non sembrava conoscere crisi e da un’inondazione di credito facile da parte della Federal Reserve.
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Ecco quali sono i nuovi subprime, ?gonfiati? dalla Fed | Linkiesta.it